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Autore: micRobs    30/06/2012    6 recensioni
Sebastian/Blaine | One Shot |
Dal testo: "È nervoso, Blaine. Cammina frenetico per la stanza, torturandosi le mani e cantando distrattamente il motivetto di una canzone a caso. Ha il telefono stretto in pugno, Blaine, lo guarda preoccupato, illuminando il display ogni volta che si spegne e leggendo quelle parole che gli si sono comunque impresse nelle retine.
Vorrebbe urlare e correre disperato, Blaine, ma sa che entro qualche minuto si troverà Kurt tra capo e collo e non ha tempo sufficiente per entrare nel panico."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Pairing:Sebastian/Blaine, Kurt/Blaine (accenni)
Rating:Verde
Genere:Sentimentale, Romantico.
Avvertimenti:One Shot, Slash, Angst lievemente accennato e a discrezione del lettore.
Disclaimer:Alla fine.
Note d’Autore:Alla fine.
 
 
 

Lost

 
 
 
Cosa non è accaduto.
È nervoso, Blaine. Cammina frenetico per la stanza, torturandosi le mani e cantando distrattamente il motivetto di una canzone a caso. Ha il telefono stretto in pugno, Blaine, lo guarda preoccupato, illuminando il display ogni volta che si spegne e leggendo quelle parole che gli si sono comunque impresse nelle retine.
Vorrebbe urlare e correre disperato, Blaine, ma sa che entro qualche minuto si troverà Kurt tra capo e collo e non ha tempo sufficiente per entrare nel panico.
Non ha nulla da perdere, continua a ripetersi, Sebastian gli ha solo chiesto un appuntamento. Lo ha fatto altre volte, Blaine le ha contate tutte e le ricorda una ad una. Così come ricorda quel “sì” che avrebbe voluto rispondergli ogni volta ma che gli è puntualmente rimasto impigliato tra le labbra.
Ma questa volta è differente, le parole sono differenti e anche Blaine lo è.
Quel “non te lo chiederò più” continua a rimbalzargli davanti agli occhi. Lo immagina, Blaine, Sebastian mentre pronuncia quelle parole. Con la sua voce sensuale e vellutata e le labbra sottili e invitanti. E fa male, perché Blaine non può permettersi che quella sia l’ultima volta che legge il  nome di Sebastian sul display del cellulare.
E allora lo fa, Blaine. Lo fa senza starci troppo a pensare, lo fa e basta. Invia quel “sì” che per tanto tempo gli è rimasto tra le dita e aspetta la risposta di Sebastian.
Si sente meglio dopo e, forse, il battito del suo cuore impazzito riesce a coprire talmente bene il suo senso di colpa che lui quasi non lo sente.
E quando Kurt gli chiede di andare al cinema, è incredibilmente semplice rispondere che “mi dispiace ma domani sera non posso”.
 
Arriva in anticipo, Blaine. Sebastian ha insistito per fare le cose per bene e andarlo a prendere a casa, ma Blaine non ha ritenuto che fosse il caso. Arriva dieci minuti prima, perché l’ansia era tanta e l’emozione forse anche di più. E magari temeva di non trovare il posto o forse semplicemente non vedeva l’ora di vedere Sebastian.
Scende dalla macchina e cammina incerto, perché Sebastian ha scelto il ristorante più raffinato di tutta Lima e Blaine non è sicuro di trovarsi a proprio agio in quel luogo.
Si sistema il papillon, Blaine. È nervoso e gli tremano le mani, ma apre comunque la porta del locale. E Sebastian è lì. Sorride, luminoso e meraviglioso come sempre, e Blaine pensa che sia bellissimo e pensa anche di essere un idiota per essere arrivato così vicino a perdere definitivamente quell’opportunità.
 
 
Cosa non è accaduto.
Sorride, Blaine. Lo fa spesso quando è con Sebastian. Sorride e neanche si rende conto di essere diventato dipendente da ogni momento trascorso con lui.
Sebastian è simpatico e coinvolgente e ha quella risata aperta e cristallina che Blaine non può evitare di sorridere con lui ogni volta.
Si porta la mano tra i capelli, con eleganza e raffinatezza, e Blaine continua a pensare che sia bellissimo e sorprendente e che dire che Sebastian è bellissimo sia davvero banale e riduttivo. Però non riesce a pensare ad un altro aggettivo adatto e considera che magari quello può andare. E allora glielo dice, Blaine. Gli dice “Sei bellissimo” e arrossisce non appena se ne rende conto effettivamente. E Sebastian si morde un labbro e gli risponde che “anche tu sei bellissimo, Blaine” e Blaine è felice perché essere bellissimo per un ragazzo come Sebastian è incredibile e Blaine ne è segretamente lusingato. E sente il cuore scoppiargli nel petto perché è tutto troppo e vorrebbe davvero che quegli incontri non fossero segreti, ma non può. Non può lasciare Kurt perché sa che lo ucciderebbe e Blaine non vuole che Kurt stia male per colpa sua.
Ma poi Sebastian fa una cosa che non ha mai fatto e Blaine non sa se è pronto o meno perché le mani di Sebastian sul suo viso sono una novità a cui Blaine non è preparato e, irrazionalmente, pensa che non è mai stato più vicino a lasciarci le penne perché le dita di Sebastian sono attente e dolci mentre gli accarezzano la guancia e Blaine sente il respiro morirgli in gola e il cuore fermarsi e per un attimo. E immagina di stare per avere un infarto, perché i sintomi ci sono tutti, e, nonostante ciò, sarebbe un ottimo modo per morire: sotto le delicate carezze di Sebastian.
Ma poi Sebastian lo bacia e Blaine pensa che non può essere stato così sciocco da pensare che quello sarebbe stato il modo perfetto per andarsene
Le labbra di Sebastian sono morbide e calde e Blaine sa che dovrebbe smettere di mostrarsi così imbambolato e decidersi a fare qualcosa.
E allora lo fa, Blaine. Gli poggia le mani sui fianchi e schiude la bocca. E poi smette semplicemente di esistere.
 
Lasciare Kurt, quella sera stessa, non è neanche così doloroso come credeva.
 
 
Cosa non è accaduto.
Blaine sa di non avere speranze. Sa di essere completamente, incondizionatamente e meravigliosamente innamorato di Sebastian. Lo ha sempre saputo, forse, anche se non è mai stato coraggioso abbastanza da ammetterlo a se stesso e a lui.
Ma Sebastian lo ha stravolto completamente e, ogni volta che ci pensa, Blaine percepisce lo stomaco dolergli e il cuore rimbalzargli in gola. Sebastian lo stordisce ogni volta e la sua presenza è quasi intossicante, ma Blaine non può farne a meno.
Si sposta leggermente sul fianco, facendo attenzione a non svegliare il ragazzo che dorme, tranquillo, accanto a lui. A Blaine piace svegliarsi così, con il braccio di Sebastian che gli stringe la vita e il con il suo respiro regolare sul collo. Vorrebbe poterlo fare ogni giorno, ma sa che purtroppo non è possibile.
Avvicina le labbra all’incavo della sua spalla e inspira forte, lì dove il suo odore è più pungente e dove Sebastian è più sensibile. Gli lascia in bacio sulla spalla, sorridendo stupidamente e accoccolandosi al suo torace largo e comodo. E gliele dice, Blaine, gliele sussurra quelle due parole che muore dalla voglia di dirgli.
Gliele sussurra sulla pelle profumata e leggermente sudata, un po’ vigliacco, approfittando del suo sonno. Gliele sussurra con devozione e sincerità, perché sa di amarlo e sa di volerglielo confessare in quel preciso momento.
E quando Sebastian stringe la presa su di lui e lo bacia dolcemente tra i capelli, Blaine non ha più dubbi perché sa che, anche se non glielo ha mai detto, Sebastian lo ama allo stesso modo.
 
 
Cosa non è accaduto.
Blaine impreca sottovoce e infila velocemente il dito sotto il getto dell’acqua congelata. Sa che lo sportello del forno a microonde ha un punto in cui manca la guarnizione, ma andava troppo di fretta per pensarci, così non ha potuto evitare di toccarlo proprio lì e scottarsi.
Sistema i croissant sul piattino accanto alla confettura di amarene e versa il caffè nel bricco di ceramica che ha preparato lì vicino. È un po’ maldestro, Blaine, ma riesce ad incastrare tutto sul vassoio di vetro colorato e alla fine è anche soddisfatto del risultato ottenuto.
Lo afferra saldamente, sorridendo e dirigendosi in camera da letto. Traballa un po’, ma riesce comunque a raggiungere la destinazione tutto intero.
Entra lentamente, sapendo con esattezza dove mettere i piedi per evitare di inciampare nella penombra.
Posa il vassoio sul comodino e si china a baciare la guancia del suo compagno addormentato.
Sebastian mugugna e si stiracchia e, quando solleva le palpebre, Blaine si ritrova ad annegare nei suoi penetranti occhi verdi come fa ogni mattina da quando hanno deciso di andare a vivere insieme.
Sebastian si mette seduto e sorride e Blaine si lascia contagiare da lui e dal suo buon umore mattutino.
Fanno colazione, insieme, a letto. Il torace di Sebastian è grande e accogliente e Blaine è talmente assuefatto da lui che neanche si rende conto che Sebastian ha posato il croissant e si è allungato a prendere qualcosa dal comodino.
Percepisce solo la mano di Sebastian posarsi dolcemente sul suo polso e le sue dita accarezzarlo con delicatezza.
Quando Blaine si volta a guardarlo, Sebastian è serio e le sue labbra sono sporche di confettura alle amarene.
E glielo dice, con una sicurezza disarmante ed una semplicità da togliere il fiato. Dice “voglio sposarti, Blaine” e a Blaine gira la testa perché Sebastian accompagna quelle parole con un movimento fluido delle dita, apre la scatolina di velluto blu che regge tra le mani e ne tira fuori una sottile ed elegante fascetta d’argento che provvede subito ad infilargli all’anulare.
E annuisce, Blaine. Annuisce con il cuore che batte all’impazzata e con le lacrime agli occhi. Annuisce solamente, perché sa di non riuscire a mantenere la voce ferma abbastanza per parlare.
E lo abbraccia e lo bacia, inspirando il suo profumo e traboccando di gioia ed euforia.
Sebastian lo stringe forte, gli accarezza la guancia con le labbra, gli dice che lo ama e Blaine non è mai stato più sicuro di voler passare il resto della sua vita con lui. Sempre e per sempre.
Per cui sì. Sì, sì, sì e ancora sì.
 
 
Cosa è accaduto in realtà.
È nervoso, Blaine. Cammina frenetico per la stanza, torturandosi le mani e cantando distrattamente il motivetto di una canzone a caso. Ha il telefono stretto in pugno, Blaine, lo guarda preoccupato, illuminando il display ogni volta che si spegne e leggendo quelle parole che gli si sono comunque impresse nelle retine.
Vorrebbe urlare e correre disperato, Blaine, ma sa che entro qualche minuto si troverà Kurt tra capo e collo e non ha tempo sufficiente per entrare nel panico.
Non ha nulla da perdere, continua a ripetersi, Sebastian gli ha solo chiesto un appuntamento. Lo ha fatto altre volte, Blaine le ha contate tutte e le ricorda una ad una. Così come ricorda quel “sì” che avrebbe voluto rispondergli ogni volta ma che gli è puntualmente rimasto impigliato tra le labbra.
Ma questa volta è differente, le parole sono differenti e anche Blaine lo è.
Quel “non te lo chiederò più” continua a rimbalzargli davanti agli occhi. lo immagina, Blaine, Sebastian mentre pronuncia quelle parole. Con la sua voce sensuale e vellutata e le labbra sottili e invitanti. E fa male, perché Blaine non può permettersi che quella sia l’ultima volta che legge il  nome di Sebastian sul display del cellulare.
E si morde un labbro, Blaine, soppesando quelle parole e domandandosi, una volta di troppo, se quella sia la cosa giusta da fare.
Quando la porta della sua camera si schiude e Kurt fa il suo ingresso, sorridente come sempre, Blaine sgrana gli occhi allarmato. Preme velocemente il dito sul touch screen e getta il telefono sul letto, senza pensare. Dopo di che, si precipita tra le braccia del suo ragazzo.
 
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*corre a nascondersi*
Okay, seriamente, non so cosa sia questa cosa e non so neanche in che modo io l’abbia scritta. L’ispirazione, era lì e mi è stato impossibile impedirmi di buttarla giù.
Ad onor del vero, devo ringraziare mia sorella di avermi involontariamente fornito l’idea: non è propriamente tutta farina del mio sacco, dal momento che lei mi ha raccontato di aver letto una cosa del genere su un altro fandom in un altro Archivio di Fanfiction (che, onestamente, al momento non ricordo quale sia). Appena saprò chi dover creditare per aver deciso di fare questo a Blaine e a Sebastian lo farò opportunamente.
Ringrazio chiunque sia arrivato fin qui e chiunque si fermerà, eventualmente, a farmi sapere cosa ne pensa.
Un bacio alla mia Vals per averla letta in anteprima e avermi suggerito il titolo (che, appunto, si riferisce all’ occasione persa di Blaine)
Alla prossima,
 
Thalia.
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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