Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Wrong_And_Right    30/06/2012    3 recensioni
All'epoca avevo tre sogni: il primo si era infranto in un giorno pieno di sole, il secondo sembrava non avere speranze di essere realizzato e il terzo... il terzo mi faceva male al cuore, perchè ero sicura di non avere possibilità di vederlo realizzarsi.
Mi chiamo Alma, ho diciannove anni e questa è l'estate che mi ha cambiato la vita.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo XVI.


P.O.V. Alma.

 E anche l’ultima settimana era passata.

Settembre era iniziato da pochissimo, l’anno vero e proprio stava lentamente ricominciando; l’anno delle scelte e, per me, di una scelta in particolare. Dovevo capire cosa volevo per il futuro.
Quella mattina mi svegliai, per l’ultima volta, nella camera di quell’albergo in cui la mia vita era cambiata. Sul pavimento però non c’erano più i vestiti sporchi accatastati gli uni sugli altri, bensì le mie valigie chiuse e pronte per essere caricate sull’aereo diretto in Italia. Mi alzai di malavoglia e, soprattutto, con un groppo in gola che mi aveva tormentata per tutta la notte.
Mentre appoggiavo i piedi nudi sulla moquette color caffè, la porta si spalancò ed entrò un’Emma con le lacrime agli occhi. Quasi ci lanciammo l’una verso l’altra e ci abbracciammo strette, come se fossimo noi a doverci separare.
In realtà, le persone che da quel momento in poi avremmo visto con molta fatica le avevamo salutate la sera prima, tra abbracci e pianti trattenuti a stento. Dopo aver passato l’intera giornata insieme, ci avevano riaccompagnate in albero e ci avevano promesso che ci saremmo visti presto. Io e Zayn avevamo suggellato la promessa con un dolce e lunghissimo bacio, così come Niall ed Emma.
<< Non me ne voglio andare, Alma. Voglio rimanere qui >>, mi sussurrò all’orecchio la mia migliore amica. Non avrei potuto darle più ragione.
<< Nemmeno io voglio partire, Emms. Mi sembra di lasciare qui una parte di me >>, le risposi, stringendola di più.
<< Ragazze >>, cominciò Paolo entrando nella stanza; il suo tono di voce era basso, quasi come se urlando rischiasse di spezzarci, << è ora di andare. Dobbiamo essere in aereoporto tra meno di un’ora >>. Fece una pausa, come se volesse aggiungere altro, ma poi ci lasciò sole. Sapevo che tutta la mia famiglia era contenta di tornare a casa, ma rispettavano tutti la tristezza mia e di Emma e questo mi faceva sentire un po’ meglio. Sarebbe stato cento volte peggio se fossi stata circondata da persone insensibili.
<< Forza, Emms. Prima ce ne andiamo, prima torniamo >>, dissi cercando di farle forza. Presi le mie valigie e raggiunsi il resto della famiglia. Dopo aver lasciato le valigie nell’atrio, andammo a fare colazione, ma né io né la mia amica mangiammo davvero.
Mezz’ora dopo eravamo già in aereoporto. Sì, l’affollato aereoporto in cui avevo poggiato per la prima volta piede nella città che avevo sempre sognato e che mi aveva fatto vivere in uno dei miei sogni.
Lasciammo le valigie al check-in e ci avviammo lentamente verso la zona di partenza. Non volevo piangere, ma il mio cuore era colmo di lacrime e non ero certa che queste non sarebbero salite agli occhi. Il mio pensiero corse ai ragazzi, che in quel momento dovevano essere impegnati in un’intervista o in qualcosa del genere.
Mi mancherete, ragazzi, mi mancherete davvero.
<< No, tu non te ne vai senza avermi salutato un’ultima volta >>, disse una voce alle mie spalle.
Mi girai, colta di sorpresa.
Zayn era lì, a pochi centimetri da me. Aveva il fiatone, il volto sudato, come se avesse corso e i suoi occhi erano rossi e pieni di lacrime.
<< Zayn >>, sussurrai.
Lui mi si avvicinò e, senza dire più niente, mi baciò. Sentii le sue labbra posarsi sulle mie e cominciare a muoversi; io risposi, poi, lentamente, le nostre lingue si incrociarono e cominciarono a ballare la danza che ormai avevano imparato a memoria. Le sue mani gentili mi accarezzavano i capelli e io passavo le mie dita nel suo ciuffo.
Alla fine ci ritrovammo abbracciati stretti, come se non ci volessimo più separare. E in fondo era proprio così.
<< Cosa ci fai qui? Non dovevi avere un’intervista? >>.
<< Chissene importa dell’intervista?! Non potevamo permettere che partissi senza averci salutato un’ultima volta >>, mi rispose lui.
Ammetto che impiegai un attimo per capire quello che quella frase nascondeva.
<< Aspetta un attimo: potevamo?! >>, chiesi sorpresa, poi alzai lo sguardo e guardai dietro le spalle di Zayn.
I ragazzi erano tutti lì, rossi, affannati e con gli occhi gonfi. Erano lì per vederci partire.
Mi staccai da Zayn e quasi mi lanciai addosso a Liam.
<< Siete qui per salutarmi? >>, chiesi, ora davvero piangendo.
<< E per che altro, piccola? Mi raccomando, non dimenticarti di noi >>, mi disse lui e sentii tremare la sua voce.
<< Non potrei mai >>, risposi stringendomi ancora di più a lui e accarezzando i suoi capelli.
Sentii delle mani che mi passavano intorno alla vita e mi ritrovai a stringere qualcun altro.
<< Mi mancherai, Boo Bear, non sai quanto >>, dissi tra le lacrime.
<< Anche tu, tesoro. Ricordati che noi ti aspettiamo >>, mi disse Louis. Sentii una goccia d’acqua bagnarmi il collo. Mi allontanai da lui e con un dito cercai di asciugargli le lacrime.
Harry mi trascinò d’un tratto tra le sue braccia e cominciai a passargli le mani tra i riccioli, come mi divertivo tanto a fare.
<< Fai il bravo Harry. Guarda che Nicole mi ha promesso di raccontarmi tutto su facebook >>, dissi, ma tra i singhiozzi le mie parole erano quasi irriconoscibili.
<< Mi mancherai, Alma. Mi mancherai davvero >>, disse lui e sentii che stava facendo il duro, o almeno ci stava provando. Non ebbe però molto successo e molto presto anche lui cominciò a piangere.
<< Come farò senza di voi, ragazzi? >>, chiesi.
<< E a me non saluti? >>, fece Niall, abbracciandomi dalle spalle. Io mi rigirai a fatica tra le sue braccia e mi strinsi a lui come agli altri.
<< Grazie di tutto, Alma, non so come avrei fatto senza di te >>.
<< Non ho mai avuto un amico come te, Niall. Non mi dimenticare >>, dissi.
<< Non lo farò. Grazie per avermi fatto conoscere Emma, non ho mai visto una ragazza come lei. Ti adoro, sorellina >>.
Dopo un po’ riuscii a staccarmi da lui e ormai anche Emms aveva salutato tutti un’ultima volta. Notai che rimase a lungo stretta a Harry: se ormai era chiaro che amasse davvero Niall, avevo anche capito che tra lei e Hazza era nato un rapporto speciale, come tra fratello e sorella.
<< Ci vediamo presto ragazzi >>, dissi, cercando di ricacciare indietro le lacrime che ormai cadevano a fiotti.
<< Prestissimo >>, ci promisero loro in coro.
Lentamente, io ed Emma ci avviammo verso la mia famiglia, ma subito dei passi di corsa ci raggiunsero. La mia amica si trovò ancora tra le braccia di Niall e io tra quelle calde e rassicuranti di Zayn.
<< Non dimenticarmi. Ti amo, ti amo come non ho mai amato nessuno >>, mi disse, scosso dai singhiozzi. Mi faceva tenerezza vederlo così, ma non posso dire che io stessi molto meglio.
<< Ti amo anch’io, più di qualsiasi altra cosa. Non so come farò Zayn, non so come faremo, ma non voglio dimenticare tutto questo. Promettimi che ci rivedremo >>.
<< Te lo giuro amore mio, te lo giuro >>.
Ci baciammo ancora, poi arrivò mia madre.
<< Mi dispiace tanto ragazzi, ma l’aereo sta per decollare. Dobbiamo andare >>, disse quasi sottovoce. Io e Zayn ci allontanammo lentamente e allo stesso modo, io seguii la mia famiglia. Da lontano io ed Emma salutammo i ragazzi con la mano e ci abbracciammo, vedendo che anche loro erano stretti l’uno all’altro. Alla fine voltammo l’angolo e ci dirigemmo verso quell’odiato aereo.
 

 
***

 
 

Erano passati dieci giorni e quattro ore da quando avevo rimesso piede in Italia.
I primi tempi erano stati i più duri, poi lentamente avevo cominciato a riadattarmi alla mia solita vita. I ragazzi mi mancavano terribilmente. Soprattutto mi mancava Zayn.
Come mi aveva promesso, ci sentivamo tutti i giorni, ma ogni volta la telefonata era più breve. Lui era tanto impegnato e, anche quando parlavo con i ragazzi, sentivo che c’era qualcosa di strano. Come se mi stessero tenendo nascosto qualcosa. Qualcosa che non mi permetteva di stare tranquilla e che spesso, di notte, mi faceva versare lacrime.
Però non ero l’unica a star male.
Da quando eravamo tornate a casa, Emma si era praticamente trasferita da me. Dormivamo tutte e due in camera mia e, spesso, ricordavamo insieme quella vacanza fantastica che ci aveva fatto vivere un sogno. Quando ci addormentavamo, stringendoci le mani come due sorelline che hanno paura di fare brutti sogni, capitava che una delle due o entrambe ripensasse al proprio ragazzo e piangesse. Allora cercavamo di starci vicine e di farci forza, ma non era per niente facile.
Non potevamo nemmeno tornare a frequentare le nostre vecchie amiche perché, loro, tornate dall’America, avevano ricominciato le loro vite e si erano trasferite lontano. Io ed Emms nel frattempo pensavamo all’università e a come andare avanti, possibilmente non lì, non in quel paesino minuscolo che entrambe odiavamo.
Quel giorno, avevamo deciso di fare una passeggiata in centro per prendere un po’ d’aria e cercare di distrarci. I negozi però non erano quelli di Londra, bensì i soliti che ormai conoscevamo a memoria. Entrare nel posto dove vendevano i gadget dei One Direction e dove, prima di quell’estate, passavamo gran parte del nostro tempo libero non ci sembrava una buona idea.
Alla fine avevamo ripiegato per la nostra solita cioccolata calda sedute al solito tavolo del solito bar.
<< Credo che comincerò a dare qualche esame e poi, appena potrò, me ne andrò a fare l’università a Londra. Devo solo riuscire a convincere i miei >>, disse Emma non troppo convinta, rigirando col cucchiaino la sua cioccolata.
<< Sì, credo che farò lo stesso. Prima però cercherò un editore che voglia pubblicare il mio libro. Perché i tuoi non dovrebbero essere d’accordo? >>.
<< Perché hanno visto le foto con i ragazzi e sono convinti che potrei andarmene per stare con un cantante senza fare altro >>, fece, poi prese un lungo respiro. Dopo un po’ aggiunse: << Credi che, se tornassimo là, li rivedremmo? >>.
<< Non lo so, sinceramente non lo so. Io e Zayn continuiamo a messaggiare, ci sentiamo tutti i giorni e anche con gli altri, ma ho la sensazione che ci sia qualcosa di strano sotto >>, risposi sottovoce.
<< Lo penso anch’io. Niall era… strano ieri al telefono, non so cosa sia successo >>.
<< Le riviste di gossip non dicono niente? >>, chiesi sottovoce, non sperando certo in una risposta.
<< A proposito di riviste di gossip, guarda lì >>, contemporaneamente indicò un paio di ragazzine sedute a due tavoli dal nostro che tenevano in mano un giornale e sembravano pronte ad andare in iperventilazione.
Le riconobbi, frequentavano il primo anno della scuola che noi avevamo appena finito.
<< Ragazze, va tutto bene? >>, chiesi ad alta voce, un po’ preoccupata per loro. Sembrava che avessero visto un fantasma.
<< Oddio, siete voi davvero! È vero che siete uscite con Niall e Zayn? E che avete dormito con loro? E che conoscete bene tutti i One Direction? >>, chiese una di loro, mentre prendeva una sedia e si sedeva accanto a me. Appoggiò la rivista sul tavolo e vidi le foto del bacio che ci eravamo scambiati io e Zayn a Manchester, poi nella strada per casa sua, poi ancora in aereoporto. C’erano anche Emma e Niall che si baciavano e la mia amica che abbracciava Harry. Si vedeva persino l’abbraccio che ci eravamo scambiati io e Liam e io e Louis.
<< Stavate insieme? Vi siete lasciati? >>, aggiunse l’altra.
Vidi Emma sconvolta alla vista di quelle foto, come se per tutto quel tempo avesse cercato di scacciare dei ricordi bellissimi ma dolorosi.
<< Non ci siamo lasciati, viviamo solo in paesi diversi >>, dissi non troppo convinta, << Però non è esatto dire che abbiamo dormito con loro: abbiamo dormito a casa loro, ma in stanze diverse, ve lo assicuro. Sono dei ragazzi splendidi >>.
<< Già, davvero fantastici. Ragazze, mi dispiace tanto ma dobbiamo andare o rischiamo di perdere il bus >>, intervenne di colpo Emma.
Per sostenerla, feci finta di guardare l’ora e di preoccuparmi. Entrambe ci alzammo di scatto e, dopo aver fatto una foto con le due ragazze, che avevano insistito tanto, uscimmo dal bar pagando al volo. In realtà mancavano ancora venti minuti all’arrivo del bus, così ci mettemmo ad ascoltare la musica. Dopo aver evitato canzoni che mi potessero ricordare quell’estate, Gotta Be You prese violentemente posto di You Need Me, I Don’t Need You di Ed Sheeran. Non riuscii a mettere altro, quelle voci mi catturarono di nuovo come la prima volta.
 
I’ll be here, by your side
No more fears, no more crying
And if you walk away
I know, I’ll fade,
‘cause there is nobody else.
 
Le lacrime mi salirono agli occhi e, per distrarmi, cominciai ad osservare Emma. Vidi che aveva gli occhi rossi e che canticchiava il ritornello di More Than This.
Poco dopo il bus arrivò e salimmo. Non ebbi il coraggio di cambiare canzone e così arrivarono Up All Night, I Wish e Tell Me a Lie.
Quando scendemmo all’imbocco della strada che portava a casa mia, strappai violentemente le cuffie e la mia amica fece lo stesso.
Le stranezze cominciarono quando, entrando nel gigantesco cortile della villa, ci trovammo davanti una macchina familiare e con la targa inglese.
<< Ma cosa… >>, fece Emma al mio fianco.
<< Credi che… >>, feci eco io.
Incuriosite, accellerammo il passo verso la casa.
La sorpresa vera e propria però arrivo prima, quando passammo davanti al campetto da calcio. Vedemmo subito Paolo in una porta e Matteo a centro campo, ma furono gli altri tre giocatori a farci rimanere stupite.
<< Niall >>, gridò Emma al mio fianco, lanciandosi verso il biondo. Lui, voltatosi verso la provenienza di quella voce, le corse incontro e la strinse a sé, appoggiando le sue labbra su quelle della mia migliore amica.
Intanto anche io mi ritrovai stretta tra due paia di braccia e, alzando gli occhi, incontrai quelli di Louis e Harry.
<< Ragazzi! Cosa ci fate qui? >>, chiesi, trattenendo le lacrime.
<< Ci mancavi troppo >>, mi rispose Boo Bear, accarezzandomi i capelli.
<< E Louis non aveva più nessuno con cui prenderci in giro senza rischiare di essere attaccato >>, aggiunse Harry.
<< Mi siete mancati >>, dissi io.
Poi mi rivolsi anche a Niall, che ancora non aveva lasciato Emma.
<< Mi sei mancato anche tu, biondino >>.
<< Anche tu, Alma. Forse adesso faresti meglio a entrare, però, fidati >>, mi rispose proprio mentre stavo per chiedere: “Dove sono Liam e Zayn?”.
<< Vai, veniamo anche noi >>, disse Louis.
<< No, voi rimanete qui >>, intervenne una voce dietro di noi.
Il mio fratellino teneva in mano un pallone da calcio con evidente voglia di giocare.
Quella scena mi fece ridere.
<< Ma tu mica non li sopportavi? >>, chiesi con aria divertita.
<< Vero, ma almeno sanno giocare a calcio >>, rispose lui.
<< State qua con lui, che di solito deve giocare con me che sono una frana assoluta >>, dissi, abbracciando di nuovo Harry.
<< È bello rivederti, Alma >>, sussurrò il riccio.
<< Sono d’accordo, però, seriamente, credo che lì dentro ci sia qualcuno a cui sei mancata più di tutti >>.
Louis mi spinse letteralmente verso l’ingresso della casa, così mi decisi finalmente a entrare.
Dal salotto arrivavano delle voci impegnate in una conversazione apparentemente complicata. Tutte parlavano inglese, ma solo due avevano davvero un accento britannico.
<< Scusate, torno subito, devo dire una cosa agli altri >>, disse una di queste due voci. Poco dopo mi ritrovai davanti Liam.
Quasi mi bloccai nel corridoio, poi gli corsi in contro e lo abbracciai. Lui ricambiò subito la stretta.
<< Liam >>, sussurrai.
<< Alma >>.
<< Mi sei mancato, non sai quanto >>.
<< No, mi sei mancata di più tu. Era tutto così noioso senza la mia migliore amica >>, disse e lo strinsi ancora di più.
<< Era questo che mi tenevate nascosto durante le telefonate, allora >>.
<< In un certo senso. Forse però lo capirai meglio andando dai tuoi. C’è qualcuno che ti aspetta dal momento in cui hai preso quell’aereo. Gli sei mancata davvero tanto, non ha fatto altro che pensare a te >>, mi disse Liam nell’orecchio, poi indicò la stanza da cui era appena uscito.
<< Grazie, Liam >>, dissi e capii che non avrei trattenuto le lacrime ancora per molto.
Mi staccai da Liam e corsi verso il salotto. Sulla soglia mi fermai immobile, senza più poter trattenere i singhiozzi. Mia madre e Vincenzo erano seduti sul divano e sembravano pensare con attenzione a qualcosa. Sulla mia poltrona preferita, invece, era seduto un ragazzo moro. Questo sentì qualcosa alle sue spalle e si girò di scatto.
<< Alma >>, disse Zayn, correndomi in contro.
Mi abbracciò stretta e ci baciammo. Ci baciammo come la prima volta, lentamente, come per permettere alle nostre labbra di riconoscersi. Non mi importava che i miei ci stessero guardando, avevo bisogno di sentire che tra me e Zayn non era cambiato niente, che era tutto come prima. Passai le dita tra i suoi capelli scuri e sentii che lui faceva lo stesso tra i miei.
<< Mi sei mancato >>, sussurrai, in modo che sentisse solo lui.
<< Ti amo >>, rispose il moro.
<< Che cosa ci fai qui? >>.
Zayn rise e si allontanò leggermente da me; mi prese per mano e mi guidò verso la poltrona, dove mi fece sedere praticamente in braccio a lui.
<< Allora, qualcuno mi vuole spiegare che sta succedendo? >>, chiesi ancora, stavolta rivolgendomi anche alla mia famiglia.
<< Beh… >>, disse mia madre insicura.
<< Mi mancavi troppo >>, prese parola Zayn, << così ho pensato di venirti a trovare. Ti volevo anche dare una cosa >>.
Prese una busta che per tutto quel tempo era rimasta sul tavolino lì accanto. Me la porse e io, diffidente, la aprii e lessi ciò che era scritto.
<< È uno scherzo? >>, chiesi stupita.
<< Assolutamente no. Prima che partissi, ho fatto una copia del tuo libro e l’ho spedito a quell’editrice di cui mi avevi parlato. Questa mi è arrivata l’altro ieri, ho pensato che ti sarebbe fatto piacere averla >>, rispose, con un sorriso splendente sul viso bellissimo.
Aveva ragione. Quella lettera, era la realizzazione del mio sogno. Diceva che avrebbero pubblicato il mio libro e quelli che sarebbero seguiti, a condizione che io andassi a Londra per collaborare nella pubblicazione e nella traduzione.
<< Hai davvero spedito tu il mio libro? >>, chiesi incredula.
<< Volevo fare qualcosa che ti facesse piacere. E intendevo anche darti una piccola spinta, lo ammetto. Te l’ho detto, siamo simili io e te. Mia madre ha quasi dovuto costringermi a fare l’audizione per XFactor e devo dire che per ora è andato tutto abbastanza bene >>.
Lo abbracciai e lui mi strinse ancora, più forte di prima.
<< Non hai idea di quanto mi sei mancata >>, mi sussurrò all’orecchio.
Mi girai verso i miei genitori, entusiasta.
<< Avete sentito? Vogliono pubblicare il mio libro >>, dissi, quasi senza pensare a ciò che tutta quella faccenda implicava.
Eppure mia madre sembrava preoccupata e non del tutto sicura e allo stesso modo anche Vincenzo.
<< Ma per farlo devi trasferirti a Londra. Il libro l’avresti potuto pubblicare anche rimanendo qui in Italia. Adesso invece devi trovare una casa e sai che lì costano tanto >>.
Ecco, ne ero sicura, doveva esserci qualcosa che non andava. Improvvisamente, quando vidi gli occhi di Zayn brillare, capii che quello che aveva fatto portava un vantaggio anche a lui.
<< Alma potrebbe stare da noi, solo per un po’ di tempo, finchè non trova un posto tutto suo. Vi assicuro che non ci sarebbe nessun fastidio >>, disse il moro, approfittando della situazione.
<< Tu cosa ne pensi, Alma? >>, mi chiese Vincenzo.
<< Ecco, se per i ragazzi non ci sono problemi, per me va bene >>, dissi, poi vidi il volto di mia madre << Mamma, sai che tornerei a trovarti e sai anche che è il mio sogno vivere a Londra >>.
Lei sembrò pensarci, poi chiese, rivolgendosi stavolta a Zayn.
<< Ne sei sicuro? >>.
<< Stia tranquilla, signora, sarà bellissimo avere Alma ancora con noi. Mi è mancata tantissimo, le assicuro che farò il possibile perché lei sia sempre felice >>, disse lui, ma, mentre pronunciava l’ultima frase, guardava soltanto me. Sapevo che era sincero, glielo leggevo in quei meravigliosi occhi color cioccolato. Nascondendoci con i capelli, piegai leggermente la testa e gli posai un lieve bacio sulle labbra.
<< Se le cose stanno così, allora va bene >>, disse infine mia madre e una parte di me sapeva che avrei dovuto ringraziarla. Ma non lo feci subito. La consapevolezza che sarei tornata a Londra, che avrei vissuto con i miei migliori amici e che sarei stata con Zayn mi prese totalmente, riempiendo il mio cuore di felicità.
Zayn ci fece alzare entrambi e mi baciò con trasporto, come se non ci fossimo mai baciati prima. Io, rispondendo al bacio, gli strinsi le braccia intorno alla schiena e sussurrai: << Ti amo >>.
 
Ecco il penultimo capitolo. Il prossimo sarà l’epilogo e devo dire di essere contenta di essere arrivata a questo punto, perché questa è la prima ff che finisco.Vorrei ringraziare ancora tutti quelli che seguono, ricordano, preferiscono o recensiscono questa storia; spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Alla prossima,
Eli ^_^
 
 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Wrong_And_Right