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Autore: nuvole_e_popcorn    30/06/2012    1 recensioni
-Pare che sta mattina sono la signora Salvatore!-esclamò tra le risa Elena mentre Stefan la portava in braccio al piano di sotto. Sentire Elena indicarsi con il suo cognome lo riempiva di una strana sensazione, ma ehy era stato lontano per tanto tempo e Stefan sembrava avere una cotta per lei per quanto Elena pensasse che gli piacesse Rebekah e Damon non sapeva come comportarsi..
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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bene Katherine, ora che tutti nella sala ti hanno sentita, potresti anche spostare il tuo essere da grandissima stronza fuori dalla mia strada, stai pur certa che il tuo messaggio è stato ricervuto, codificato e archiviato nello scaffale “Cestino”. Ora se non ti dispiace vorrei prendere un drink.- Elena Gilbert


Damon Salvatore entrò nella via che portava alla Pensione Salvatore. Era strano pensare di ricominciare a percorrere quelle strade una volta familiari, ora quasi sconosciute se non presenti nei ricordi. Uno in particolare lo colpì inaspettato e con forza.
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-Andiamo Elena, sei ubriaca..-strascicò le parole. La ragazza si reggeva a stento in piedi mentre lui cercava di sorreggerla. –Anche tu.-disse lei. Era inutile perfino da ubriaca aveva su di lui quel potere che aveva cominciato a scoprire da poco che la sua amica aveva. Riusciva a zittirlo con due parole. Era sempre stata capace di ciò, ma mai la cosa gli era bruciata come in quel momento, volendo avrebbe potuto controllarlo tranquillamente, la cosa stupenda era che non lo faceva. Damon l’aveva vista trasformarsi da una ragazzina coi capelli rovinati, in una ragazza niente male, ma ancora era la sua piccola sorellina no? La sua migliore amica, quella che ne aveva dette di tutti i colori a Katherine quando aveva giocato con i suoi sentimenti. Quella piccola peste che a cinque anni correva da lui quando Stefan le aveva fatto qualche dispetto. Sempre lei.. o forse no. –Prometti di telefonare.-disse lei ad un tratto mentre scendevano a piedi verso la città e la casa dei Gilbert. –Oh Elena, ne abbiamo già parlato. Lo sai vero che il mio partire per il college non cambierà il fatto che sei la mia Elena?-le ricordò. Avevano fatto quel discorso milioni di volte da quando lui le aveva annunciato che sarebbe partito per un collage in un altro stato. –Sarà meglio.-disse lei. Erano quasi arrivati a casa Gilbert. –Suppongo che domani partirai presto..-disse lei triste, poi tremò. Damon si tolse la maglia a maniche lunghe, rimanendo in maniche corte e gliela porse, le faceva quasi da vestito. –Grazie.-erano arrivati, Elena si fermò prima di entrare. Si voltò: -Buona notte Damon.-disse sorridendo. –Buona notte ‘Lena.
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Non aveva quasi mai chiamato. Un paio di volte nei primi anni poi silenzio muto.. uscì dalla macchina ed entrò in casa. Sua madre e suo padre avevano già avvisato che non avrebbero potuto essere presenti non appena sarebbe arrivato, ma che alla festa di quella sera ci sarebbero stati sicuramente, questo lo lasciava da solo con Stefan: -Ey fratellino? Dove sei?-in men che non si dica si ritrovò ad abbracciare il suo fratello preferito, nonché unico.. –Damon che bello rivederti!-esclamò lui. Era bardato come un giocatore di football. –Stavo andando agli allenamenti non dovevi arrivare tra un paio d’ore?-domandò quasi in spiegazione. –Sì. Però ho fatto prima di quanto non pensassi, vai pure fratellino, penso che un paio d’ore sono proprio quello che mi servirebbe per capire che sono davvero tornato a casa.. come stanno tutti?-domandò. –Tutto alla grande: ah sai che alla fine Elena ce l’ha fatta? È il caposquadra delle cheerleader.-lo informò uscendo di casa. Damon sorrise. Elena era ssempre stata convinta che non sarebbe mai riuscita a raggiungere quella carica, lui d’altra parte era convinto del contrario.  Quella sera ci sarebbe stata l’avrebbe rivista. Chissà se ancora lo considerava un suo amico... non che si fosse comportato come tale..
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Isabella e Giuseppe Salvatore erano arrivati un bel po’ prima di tutti gli altri e avevano passato un paio di ore a parlare col loro primogenito mentre il più giovane era agli allenamenti. Ora Damon era da solo in camera sua a prepararsi per la serata, qualcuno bussò alla porta: Isabella Salvatore stava lì con il suo ghigno sul viso, stava d’incanto pur essendo ormai una donna sulla cinquantina. –Ehy, serve una mano con la cravatta?-domandò, Damon sorrise e annuì, la madre si avvicinò e cominciò a fargli il nodo. –Mi ricordo che quando eri piccolo usavi le cravatte di tuo padre per far giocare a moscacieca Stefan, Elena  e tutto il gruppetto che si ritrovava a casa nostra di pomeriggio a giocare.-disse lei sorridendo. Lui ricambiò il sorriso. –Sai Damon sono sempre stata convinta che Elena avrebbe sposato uno di voi due un giorno, ora voglio proprio vedere chi dei due sposerà-disse, lui inarcò un sopracciglio. –mamma, sicuramente Stefan-decise di stare al gioco di sua madre che si scosse nelle spalle e uscì. Bhe che la festa avesse inizio.
Caroline Forbes stava con il ragazzotto Lockwood, non si sarebbe mai aspettato da lei una caduta di stile del genere, Bonnie Bennet invece si era presentata alla festa con Matt Donovan, ehy non era il giocatore di football con una cotta assurda per Elena? Stefan stava parlando con una bionda che non conosceva, e questo lasciava una sola incognita: Elena.  Si diresse verso il tavolo dei drink. –Damon-disse una voce sexy, che lui riconobbe all’istante. –Ciao Katherine.-disse. –Non vedevo l’ora che tornassi mi sei mancato..-disse lei giocando con la sua giacca. –Immagina un po’ Katherine a me tu non sei mancata neanche un po’-replicò lui con astio nella voce: era sempre la solita stronza manipolatrice. –Oh andiamo sappiamo entrambi che con tutto il divertimento che abbiamo avuto insieme non potevo non mancarti..-disse lei. –Katherine, no sul serio quando lo smetterai di fare la gatta morta?-le domandò, una cosa infuriava Katherine ed era il rifiuto. –Ascoltami bene Damon Salvatore-sibilò puntandogli contro l’indice accusatore. –ti pentirai amaramente di avermi rifiutata oggi.-Damon stava già per rispondere quando un’altra voce si intromise, alle spalle di Katherine. –bene Katherine, ora che tutti nella sala ti hanno sentita, potresti anche spostare il tuo essere da grandissima stronza fuori dalla mia strada, stai pur certa che il tuo messaggio è stato ricervuto, codificato e archiviato nello scaffale “Cestino”. Ora se non ti dispiace vorrei prendere un drink.-Katherine si voltò scandalizzata verso la fonte della voce per trovarsi di fronte qualcosa che lasciò Damon a bocca aperta. Elena Sophia Gilbert indossava un abito rosso mogano appena sopra il ginocchio senza spalline, il lunghi capelli castani erano raccolti una coda di cavallo stupenda e ricadevano setosi fino alle spalle. Gli occhi color cioccolata fissavano direttamente Katherine. Damon aveva sempre pensato ad Elena come un versione meno attraente di Katherine e poi era una delle sue migliori amiche, ora doveva decisamente ricredersi. -Attenta a come parli Gilbert.-disse Katherine –il tuo essere diventata capocheerleader non significa che sei diventata qualcuno, ricordatelo.-Elena inarcò un sopracciglio –Lo terrò a mente, Katherine, anche se detto da chi è Niente presumo di porterlo prendere come un complimento.-wow, pensò Damon, la ragazza ha una una certa grinta. Katherine digrignò la sua frustazione e uscì a grandi passi dalla sala, Elena sorrise e si versò un drink. –Allora Damon strano tornare a casa?-domandò fissando i suoi occhi cioccolata nei suoi. –Bhé si. Vedo che però certe cose non cambiano mai. Tu e Katherine continuate a non sopportarvi.-disse lui. –Ah bhe non è colpa mia se è una stronza manipolatrice.-replicò lei, porgendogli un drink. Partì una canzone che entrambi conoscevano. –Non ci pensare neanche.- lo avvisò lei. –Oh sì, invece Elena, mi hai costretto a ballarla una volta.-le ricordò. –Suppongo sia la punizione per essere stata una vera spina nel fianco quella sera-borbottò lei lasciando il suo drink e prendendo la mano che lui le tendeva.
-Sai dopo che te ne sei andato Katherine ha cominciato a girare attorno a Stefan e anche lui è caduto nella sua rete, poi lo ha lasciato mandandogli il cuore in frantumi, credo si fosse molto preso di lei. Per fortuna ora Rebekah sta riuscendo a rimettere insieme i pezzi al posto giusto.-gli disse. –Mi stai dicendo che la bionda mozzafiato è la piccola Rebekah Mikaelson?-domandò Damon sbalordito. –Già. È bastato portarla a fare shopping un paio di volte e Stefan non ha potuto non notarla.-disse. –Ah lo sapevo che c’era il tuo zampino.-rise lui. Lei non rispose, rimase in silenzio. –Sei diventata una bella donna ‘Lena.-disse lui d’un tratto. –ah e quindi prima ero brutta!-esclamò lei scherzando. –No, no non intendevo questo e che ora sei diversa tutto qui.-disse lui. Lei sorrise. –Lo so. Grazie del ballo.-disse ridendo. Per poi sparire nella folla.
Isabella Salvatore stava parlando con Miranda Gilbert dall’altra parte della sala. –Ehy mamma, sei qui.-disse una voce. Isabella ghignò nel vedere la  giovane donna e gli sguardi che attirava, soprattutto da qualcuno.  
-mi ha appena chiamato Jeremy, la febbre gli è di nuovo salita. Credo sia meglio se vado, tanto ho già salutato Damon.-disse lei. –certo tesoro, ma la macchina servirebbe a me..-Elena si portò le mani ai fianchi in cerca di una soluzione. –Cara perché non ti fai dare un passaggio da Damon, sono sicura che sparire per un po’ dalla festa gli faccia più che bene.- disse Isabella, Elena sorrise –Sì, credo che chiederò a lui, anche se la sua guida mi terrorizza.- e sparì alla ricerca dell’amico.
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-Grazie mille del passaggio.-disse Elena quando si trovarono di fronte a casa Gilbert. –ma Jeremy ha davvero bisogno di aiuto, quel ragazzo diventa un piccolo koala spaventato quando ha la febbre.-scherzò lei. –tranquilla ‘Lena, mi ha fatto piacere vederti.. –disse lei sorride. –anche a me, Damon-gli diede un bacio sulla guancia. –Mi sei mancato.-lo informò prima di scendere dall’auto e entrare in casa.
  
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