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Autore: thisisnarnia_    30/06/2012    1 recensioni
Ero seduta in salotto a leggere con mio padre quando lui mi disse:
-Ti devo raccontare una cosa… Mettiti comoda.-
-Allora, innanzi tutto sei stata ammessa a una scuola che si chiama Hogwarts. E’ una scuola speciale, perché tu sei speciale. Lascia che ti spieghi.-
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Mi ricordo tutto di quel giorno, a partire da quando aprii gli occhi, ancora non sapevo che tutto stava per cambiare.

Appena alzata scesi le scale, pian piano, i passi felpati. Mi piaceva fare così, fare una sorpresa ai miei tutte le mattine. Ma prima di scendere dall’ultimo gradino e gridare “Buongiorno!” mi fermai perché sentii mio padre mormorare qualcosa che mi insospettì.
-Ma… non è possibile…- era chiaramente stupito, forse preoccupato.
-Che succede, Dudley?- chiese mia madre interessata.
-Oh…niente, cara! E’ solo che è domenica e ho appena ricevuto una lettera per Eveleen. Curioso, non trovi?- disse mio padre palesemente nervoso.
-Mpf, e da parte di chi è?- disse mia madre non completamente convinta.
-Ehm… Non c’è scritto…-
-Che maleducati…!- commentò mia madre, lei non transigeva su quel che riguarda la buona educazione, o veniva rispettata, o chi ha infranto la regola non era degno della sua parola.

Decisi di entrare in cucina senza il rito del “Buongiorno”.
-Oh, Evvie! Buongiorno amore! Siediti, su! Ti ho preparato una torta, ieri. Buon compleanno!- giusto, me l’ero scordato! Mangiai una microscopica fetta di torta mentre mio padre e il mio fratellino si abbuffarono. Mia madre invece mangiò uno yogurt dietetico mentre imboccava la mia sorellina. Aveva tre anni e l’omogeneizzato lo poteva benissimo mangiare da sola, ma mia madre era afflitta da numerose paranoie perciò non si separava un attimo da quella povera bambina.
-Leenie, beh, non ci chiedi i regali?- Evvie, Leenie, mia madre aveva la mania dei nomignoli frivoli. Ma a me era andata tutto sommato bene, a mio fratello toccava il peggio: si chiamava Elliott, perciò nostra madre lo chiamava Ellie o Lottie, che sono nomi da femmina. Pure la mia sorellina aveva il nome con la E, una delle innumerevoli fisse di nostra madre, oltre che, il secondo nome di tutti e tre incominciava con la G. Eveleen era già un nome al limite della sopportabilità di suo, poi i miei mi avevano pure appioppato un secondo nome altrettanto frivolo e stupido: Grace. Quindi mi ritrovavo con un nome da stupida ragazzetta ricca, capricciosa e viziata.
-Oh si, giusto… I regali!- dico con un ampio sorrisone finto. Ecco un’altra cosa che mi differenziava dai miei: loro mi viziavano e mi ritrovavo sommersa dai regali, ma avevo sempre giocato con i miei amici immaginando di vivere in un mondo incantato, popolato da maghi e streghe, draghi, elfi e gnomi, lasciando i giocattoli costosi da parte. Ora che sono cresciuta, scrivo queste storie di nascosto con la mia migliore amica Lily, e a lei riescono particolarmente bene, queste storie, chissà perché.
Mi sdilinquii per una buona mezzora in gridolini eccitati, dicendo continuamente frasi tipo “Ooh, che bello!” o “Era proprio quello che volevo!” perché in fondo erano i miei genitori e non volevo rattristarli.

Finita la cerimonia mia madre disse:
-Beh, io porto ai giardinetti Eliz e Ellie, vuoi venire pure tu, Eve?-
-Mmm… no, preferisco stare qui a casa prima di vedermi con Lily…-
-Oh, ho già invitato Charlotte e Josephine a fare la merenda per il tuo compleanno…-
Tipico. Ai miei non andava parecchio a genio Lily e la sua famiglia, non ho mai capito il perché. Forse perché sono troppo “semplici”… Cercavano di farmi fare amicizia con quelle stupide oche delle mie compagne di classe. Le odiavo.
-Preferisco andare da Lily, per il mio compleanno…-
Mia madre sospirò guardando mio padre e rassegnata borbottò un “va bene…”. Avevo anche una specie di cotta per tutti e due i suoi fratelli, James e Albus, ma non lo sapeva nessuno.

Ero seduta in salotto a leggere con mio padre quando lui mi disse:
-Ti devo raccontare una cosa… Mettiti comoda.-
-Allora, innanzi tutto sei stata ammessa a una scuola che si chiama Hogwarts. E’ una scuola speciale, perché tu sei speciale. Lascia che ti spieghi.-
  
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