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Autore: FallingStar    01/07/2012    2 recensioni
All'insaputa degli umani, delle persone con poteri speciali si nascondono tra di loro per poter sfuggire alla schiavitù ingiustamente imposta dal "Grande Demone". Un folto gruppo di ribelli si batte contro le sue truppe per la salvezza di tutti. Ma non è solo una battaglia per la libertà fisica, e anche una battaglia per la libertà dei sentimenti.
Paring principali: EndouKaze, GouFubu, KidouFudou
(Ho messo il rating giallo per sicurezza)
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                          INAZUMA ELEVEN WARRIOR – BATTLE OF FREADOM
 
                                                                 CAPITOLO 1
 
Era solo un bambino quando il mondo gli crollò addosso. Quell’essere era comparso dal nulla, aveva spaccato la terra in due e aveva portato via tutti. Era solo un bambino quando rimase solo. Era l’unico ad essersi salvato, anche se non capiva come o perché. Passò una notte intera raggomitolato su se stesso, nascosto tra i ruderi della sua casa per ripararsi dalla pioggia, piangendo e chiamando i genitori che forse non avrebbe più rivisto. Ad un tratto sorse l’alba. Le nuvole si aprirono e le prime luci del mattino scacciarono le tenebre. Vedendo questa scena il bambino sembrò ridestarsi, come se una forza che era racchiusa dentro di lui si fosse risvegliata. Era solo un bambino quando capì che era arrivato anche per lui il momento di combattere. Si alzò in piedi e si asciugò gli occhi, promettendo a se stesso che non avrebbe pianto mai più. Raccolse dai ruderi della sua casa tutte le cose che erano rimaste integre, le chiuse in una sacca e si incamminò per la foresta. Un posto pieno di ostacoli insormontabili per un bambino. Ci vollero dei giorni, ma riuscì a superarla, arrivando alla costa. Non sapeva dove andare, aveva preso una strada a caso, quando vide una nave avvicinarsi alla costa. Notò che gli stendardi sulle vele avevano un’aria familiare. Anche l’uomo che stava sul ponte aveva un’aria familiare. Quando il bambino si ricordò il perché ebbe come un sussulto. Non era possibile! Sua madre gli aveva detto che era morto, come poteva essere lì? Forse si stava sbagliando, forse stava avendo un’allucinazione a causa della stanchezza. La nave attraccò in un punto vicino a lui. L’uomo scese dalla nave e andò verso di lui. Quando se lo trovò davanti e parlò, il bambino capì che non si era sbagliato e che era tutto vero.
 
- Ciao Mamoru, sono il nonno. Sono venuto a prenderti.-
 
Il bambino, ancora un po’ spaesato, si limito a sorridere e a farsi prendere in braccio da lui. Era solo un bambino, ma aveva già capito che il mondo che aveva perso non sarebbe più tornato, ma almeno non sarebbe rimasto solo. E a Mamoru andava bene così…
 
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Aki P.O.V.
 
Accidenti sono in ritardo! Il concerto sta per cominciare e io sono ancora in questo taxi! Non posso perderlo per ben due motivi. Il primo è che devo farci un articolo, e se non lo faccio Natsumi mi spellerà viva! Il secondo è che tra le band che si esibiranno ci sono i Thunders e io li adoro! Sono in assoluto la mia band preferita! In questo modo ho unito l’utile al dilettevole. Ma sarà stato tutto invano visto che il concerto inizia fra pochi secondi e io sono imbottigliata nel traffico! Pago il taxista e scendo. Tanto vale che vada a piedi. Comincio a correre per le strade semi-affollate finché, dopo quindici minuti, arrivo finalmente davanti allo stadio. Ormai l’inizio è perso, ma almeno riuscirò a vedere il resto. Entro nello stadio e mi dirigo verso l’area dove si sta tenendo il concerto. Strano, le porte sono ancora aperte e non si sente nessuna musica. Entro e vedo che il sipario e chiuso e le luci accese. Possibile che siano già in pausa? Una signorina, che dal vestito immagino lavori lì, mi si avvicina e mi chiede se ho bisogno di aiuto. Le faccio vedere il mio tesserino. La signorina annuisce e mi porta ai posti riservati per i giornalisti. Una volta trovato il mio posto la ringrazio e le chiedo se ho perso qualcosa.
Signorina:- Assolutamente nulla. Alcune band non sono ancora arrivate, quindi il concerto comincerà con una mezz’ora di ritardo.-
Mezz’ora di ritardo?! Cioè, mi sono fatta quindici minuti di corsa folle quando potevo tranquillamente restare nel taxi?! Mi lascio cadere al mio posto sentendomi una perfetta stupida. Spero vivamente che il concerto mi ripaghi con qualcosa di interessante da scrivere! In realtà io non dovrei essere qui. Mi occupo di sport, è Natsumi in persona che si occupa del settore musica (oltre a quello di moda), ma pur di poter assistere dal vivo ad un concerto dei Thunders scalerei un grattacielo! Per non dire il fatto che ho dovuto sudare sette camicie per convincere Natsumi a prendere il suo posto. Anche lei è una grande fan dei Thunders, ma non lo ammetterebbe neanche sotto tortura. Chissà perché… Finalmente le luci si spengono e il sipario si apre. L’annunciatore presenta le band che ad una ad una fanno le loro esibizioni. Io e gli altri giornalisti passiamo la maggior parte del tempo a scattare foto e, tra un’esibizione e l’altra, scrivo qualche nota per l’articolo. Il tempo sembra volare, infatti siamo già all’ultima band. Ed eccoli finalmente, i Thunders! Endou Mamoru, il cantante della band, saluta tutti con un ampio sorriso e poi incominciano. Adoro questa canzone, si chiama Mamotte Miseru. C’è l’ho sia sul CD che come suoneria del cellulare. Esagerata? Forse un po’, ma quando Endou la canta riesce a trasmettere alle persone che la sentono la sua allegria ed energia, due cose di cui molta gente, tra cui la sottoscritta, ha bisogno in questo periodo. E poi, credo proprio che lui sia una brava persona. Insomma, io penso che solo una persona dall’animo buono sia un grado di trasmettere dei sentimenti positivi con tanta facilità. Forse, se fossimo stati entrambi delle persone normali, saremmo potuti diventare amici. La canzone finisce. Endou saluta il pubblico con un luminoso sorriso e poi sparisce dietro al sipario con la sua band. Peccato che i Thunders siano una di quelle band che non concedono mai interviste. Un tu per tu con lui non mi sarebbe dispiaciuto. Mi riferisco all’intervista, ovviamente. Ora che il concerto è finito posso tornare a casa. Esco dallo stadio insieme agli altri spettatori e cerco un taxi libero con lo sguardo. Appena ne trovo uno, ci entro dentro e do al taxista il mio indirizzo. Fortunatamente il traffico di prima è passato, quindi non dovrei metterci molto per tornare a casa. Chi sa che ore sono… Guardo il mio orologio da polso e… Oh no! E’ più tardi di quello che avevo previsto! Il mascheramento cesserà tra pochi secondi e se non arrivo a casa in tempo rischio che mi individuino! Ma perché questi taxi corrono quando non vuoi e vanno lenti quando vai di fretta? Siamo quasi arrivati. Forse ce la faccio, forse ce la fa-
Ma che succede? Perché non ci muoviamo più?
A:- Mi scusi perché ci siamo fermati?-
Taxista:- Veramente io ho il piede premuto sull’acceleratore, ma la macchina non si muove.-
Oh, no! Temo di sapere che cosa significa. Dopo pochi secondi l’auto si ribalta e ci ritroviamo a testa in giù. Fortunatamente nessuno dei due si è fatto niente. Usciamo dal mezzo con qualche difficoltà, poi l’autista si gira verso di me, sbianca e corre via urlando. Mi volto lentamente all’indietro e li vedo. Demoni Ombra! Sono in tre e io sono nei guai fino al collo! Ma non posso arrendermi così! Afferro il mio ciondolo a forma di foglia che si trasforma subito in uno scettro. Provare ad affrontarli sarebbe impossibile per me. Gli unici attacchi che funzionano contro di loro sono quelli di tipo luce e io non ne conosco. Mi resta solo una cosa da fare.
A:- Tempesta di foglie!-
Un tornado di foglie secche avvolge i tre permettendomi di scappare. Casa mia non è molto lontana e se riesco ad arrivarci sarò al sicuro. Ormai mancano pochi isolati. Ma, ad un tratto, qualcosa mi fa perdere l’equilibrio e finisco col cadere all’indietro. Alzo gli occhi e vedo i tre demoni ombra sbarrarmi la strada. Mi alzo in piedi. A questo punto posso solo difendermi. Alzo lo scettro urlando:- Protection!-
Dalla sfera parte un raggio arancione che forma una barriera intorno a me. I tre cercano di attaccarmi ma finiscono col rimbalzare sulla barriera. Però non funzionerà per molto. Devo trovare un modo per andarmene, ma finché uso la barriera non posso muovermi. I tre demoni ombra cominciano a girare vorticosamente formando una trivella per poi accanirsi sulla barriera. Il loro attacco è troppo forte! La barriera si frantuma e io vengo sbalzata all’indietro. Lo scettro mi sfugge di mano e cade nella direzione opposta alla mia. Senza il mio scettro non posso fare niente. Adesso è veramente la fine. I tre mi guardano divertiti per poi venirmi addosso. Io posso solo incrociare le braccia davanti a me e urlare. Haruna, Natsumi, vi voglio bene! Ma… non sta succedendo niente. Qualcuno è sbucato fuori dal nulla e, mettendosi fra me e i demoni, ha creato una barriera di energia che ha respinto i demoni ombra. La barriera si dissolve e il ragazzo si alza. Indossa una maglia e un pantalone blu, un corpetto dorato che credo sia un’armatura, e ha un elmo blu con due fulmini ai lati. Le sue mani sono coperte da quelli che sembrano proprio guanti da portiere. Dalla mano che ha usato per generare la barriera stanno uscendo delle scariche elettriche. Scariche elettriche? Possibile che sia… Guardo i demoni ombra e, dalle loro facce spaventate direi che ho ragione. Questo ragazzo e una creatura del tuono! Ma com’è possibile? Io sapevo che si erano estinti dieci anni fa!
??:- God’s Hand!-
Una grossa mano fatta di luce creata dal ragazzo afferra i tre demoni ombra che finiscono col dissolversi. Il ragazzo si gira verso di me. A metà del volto coperto, e riesco a vedere solo i suoi occhi. Sul corpetto a uno stemma blu con tre fulmini. Ma questo simbolo…!
??:- Stai bene?-
La sua voce mi riporta alla realtà.
A:- Si, sto bene. Vi ringrazio, mi avete salvato la vita.-
Lui mi sorride e poi si gira verso il mio scettro.
??:- Sei una maga bianca vero?-
Confermo e intanto recupero il mio scettro.
??:- E’ pericoloso per le creature magiche girare senza protezione.-
A:- Lo so. Infatti uso sempre una magia di mascheramento quando esco, ma oggi il suo effetto è finito prima che riuscissi a raggiungere casa. Ma voi, fate parte della resistenza?-
??:- Si, il nostro nome è Inazuma Eleven Warrior.-
Quindi è così che si chiamano. Il ragazzo crea una scintilla di luce che manda sul mio scettro, illuminandolo.
??:- Questo ti maschererà ai demoni ombra, ma il suo effetto dura solo per pochi minuti. Ti consiglio di andare subito a casa.-
Le suole delle sue scarpe si illuminano e cominciano a mandare scintille. Pian piano, il ragazzo si solleva da terra per poi andare verso l’alto.
A:- Aspettate! Io mi chiamo Aki, qual è il vostro nome?-
??:- Mi dispiace ma per ragioni di sicurezza non mi è permesso rivelare il mio nome, ma puoi chiamarmi Capitan Inazuma.-
Sparisce nel cielo in pochi secondi. Capitan Inazuma. Qualcosa mi dice che ci rivedremo ancora.
 
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Endou P.O.V.
 
Uffa, ma dove sono? Avevano detto che mi avrebbero aspettato vicino alla banchina. Ah, eccoli laggiù! Scendo verso di loro e, appena sono vicino al pulmino, una botola sul tetto si apre permettendomi di atterrare direttamente dentro il bus. Una volta con i piedi per terra mi levo questo elmo del caspita. Elmi e caschi non mi sono mai piaciuti, ma fa parte della divisa, quindi devo portarlo. Sento un mormorio dietro di me e, quando mi giro, cerco di non sussultare. I gemelli Lighting sono delle brave persone, ma trovarseli davanti all’improvviso può provocare un infarto. Voglio dire, hanno freddi e seri occhi viola tendenti al rosso, pelle bianca cadaverica e capelli lunghi. Sono identici sia nell’aspetto che nel carattere. La loro unica differenza, oltre al sesso, e che i capelli di Spark sono neri e sembrano l’incrocio tra la criniera di un cavallo e quella di una zebra, invece quelli di Hikari sono biondo chiaro e sono ordinatamente raccolti in una coda di cavallo. Quando mi volto di nuovo davanti a me vedo Tachimukai che mi viene incontro per poi porgermi le mani per prendere il mio elmo e darmi la mia fascia. Una volta effettuato lo scambio, vado a sedermi vicino a Rococo e faccio segno all’autista di partire. In un minuto, le ruote spariscono per venire sostituiti da dei razzi che ci sollevano da terra e cominciamo a volare.
Ro:- Endou, qual’era il problema?-
E:- Tre demoni ombra stavano aggredendo una creatura magica.-
Ro:- Solita amministrazione insomma.-
E:- Già.-
Quella ragazza è stata fortunata. Se non avessimo installato nel pulmino un radar per captare le aggressioni non ci saremmo accorti di niente. Se la memoria non mi inganna era una delle giornaliste presenti al concerto di stasera. Chissà come avrebbe reagito se avesse scoperto che a salvarla è stato il cantante dei Thunders. Chissà come la prenderebbero tutti se sapessero che i Thunders e altre band sono in realtà team dell’Inazuma Eleven Warrior sotto copertura. Guardo attraverso il finestrino e finalmente la vedo. Inazuma Island, la nostra casa nonché quartier generale. All’apparenza può sembrare una normale isola, ma in realtà è solo un illusione ottica creata dal campo di mascheramento. Una fessura nella roccia si apre permettendoci di entrare. Una volta atterrati, i razzi vengono rimpiazzati di nuovo dalle ruote e scendiamo. Auguro una buona notte a tutti e mi incammino verso l’interno della base. Sono molto stanco e vorrei andare subito a dormire, ma prima c’è una persona che devo vedere. Devo ricordarmi di chiedergli perché ha voluto il suo ufficio così lontano. Finalmente sono arrivato. Faccio passare la mia tessera magnetica nella fessura, poi mi levo uno dei guanti e appoggio la mano sul piccolo schermo per effettuare il riconoscimento.
-Identificazione in corso….
Nome: Endou Mamoru
Nome in codice: Capitan Inazuma
Grado: Capitano
Identificazione confermata
Permesso di accesso accordato.-
La grande porta di metallo si apre permettendomi l’accesso all’ufficio computerizzato del generale, nonché capo dell’Inazuma Eleven Warrior. Le pareti dell’ufficio sono piene di schermi. Da qui si può controllare l’intera isola, sia fuori che dentro. Al centro si trova una poltrona girevole, che sarebbe la postazione del generale. Lui si gira verso di me e io gli sorrido.
E:- Ciao nonno, sono tornato.-
 
 
 Ciao a tutti!^^
Io sono nuova in questo sezione e questa è la prima storia che scrivo su IE, quindi spero che sarete clementi!^^
Allora, adesso vorrei dare qualche spiegazione sulla storia. I protagonisti principali saranno Endou, Gouenji e Kidou (e un pochino anche Kazemaru) e ci saranno vari paring, ma quelli principali saranno la EndouKaze, la GouFubu e la Kidou Fudou. Le parti scritte in corsivo sono dei flash-back, mentre quelle scritte normali sono quello che succede nel presente. Quasi tutti i capitoli saranno scritti dai punti di vista di due o tre personaggi (un piccolo esperimento che volevo provare a fare). So che il capitolo è un pò noioso ma serve per intrudurre il tema principale della storia.
Sempre parlando della stroria, mi pareva giusto informarvi che ho iniziato a scriverla l'anno scorso, ma che mi sono bloccata al terzo capitolo. Qualche mese fa l'ispirazione mi è tornata e sono riuscita a scrivere fino al quarto capitolo. Questo per farvi capire che ho l'ispirazione ballerina, quindi non so quanto tempo potrebbe passare da un capitolo all'altro.
Ho riletto il capitolo un sacco di volte, ma non sono sicura che sia tutto corretto, quindi se ci sono degli errori vi prego di scusarmi (la grammatica non è mai stata il mio forte).
Qui sotto vi metto un paio di screen-shot che ho ricolorato. Una è Endou-Capitan Inazuma e sotto Endou vestito per il concerto.
Beh, questo è quanto per ora. Ringrazio chi vorrà leggere e chi vorrà recensire.
Ciao,
FallingStar
 

 

 
  
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