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Autore: MadHatter96    01/07/2012    4 recensioni
Il battito di un cuore.
Questo è l'unico ricordo che emerge nella mente di Isabelle attraverso i sogni.
Ritrovata immersa nel sangue viene portata alla Sword & Cross dove verrà circondata da volti di persone che non ha mai
visto in vita sua ma la faranno sentire sicura.
E due occhi verdi splendenti come smeraldi la faranno incantare...
[ATTENZIONE: Momentaneamente sospesa]
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cameron Briel, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Impossibile

 
Erano ormai tre giorni che Belle si si trovava imprigionata alla Sword&Cross.
Quella mattina si era svegliata di pessimo umore al pensiero della lezione di biologia che l’aspettava.
Un tocco leggero picchiettò sulla porta: “Avanti!” Concesse sapendo già che avrebbe visto la figura di Gabbe entrare leggera come una farfalla in camera.
“Buongiorno!” Squillò lei con un dolce sorriso mentre la mora si pettinava i lunghi capelli: “Buongiorno a te.”
Belle si fissò un’ultima volta nello specchio opaco che era riuscita a recuperare per poi voltarsi sospirando: “Odio dirlo… ma mi sa che dobbiamo andare eh?”
Gabbe emise un risolino e poi con un espressione comprensiva acconsentì.
“Ben svegliata bella principessa!” Squillò Arianne non appena le due ragazze uscirono dalla stanza.
Il corridoio era gelido… sebbene ormai fosse arrivata la bella stagione in quel momento avrebbe voluto indossare il K-way , ma si convinse che era solo dovuto al suo solito strano sogno.
In confronto al calore che la circondava mentre veniva cullata nel sonno il tepore delle coperte diventava inutile anche d’inverno. Sarebbe tornata volentieri a letto per lasciarsi trasportare ancora da quel dolce battito che le faceva compagnia ogni notte.
Sospirò: e se si fosse data per malata?
Verde.
Quel verde le fece dimenticare subito ciò che aveva appena pensato e le procurò l’ennesimo biglietto per il mondo dei sogni.
Cam.
Lui la guardò per qualche istante poi increspò le labbra intense in un sorriso spavaldo.
Lei rimase incantata a guardarlo passando istintivamente una ciocca di capelli dietro all’orecchio.
Lui si decise: “Buongiorno Belle!” Disse alzando la voce in modo che il suono la raggiungesse nonostante la distanza.
“Anche a te, Cam!” Rispose lei cercando di mostrarsi disinteressata ma già sapeva che la cosa era impossibile.
“Gira alla larga Briel!” Lo ammonì freddamente Arianne facendo sussultare Belle.
“Arianne!” Gabbe le afferrò il polso come gesto di rimproverò ma la mora si liberò.
“Che è? Sei la sua guardia del corpo?” Chiese il ragazzo alzando un sopracciglio e incrociando le braccia al petto.
Belle le osservò: forti, lisce, candide e marmoree… Dio, quanto avrebbe voluto lanciarsi tra quelle braccia ancora, sentirsi sostenuta, ascoltare ancora quel battito che le ricorda il sogno in cui lei vorrebbe perennemente rifugiarsi.
Lo avrebbe voluto raggiungere, sentirsi stretta da lui o almeno… sentirsi vicino a lui.
Guardò Arianne come in cerca di una traccia di tranquillità in lei ma non vide altro che uno sguardo protettivo nei suoi confronti.
“Arianne, lascia stare…” Provò a mormorare continuando a fissare la figura di Cam.
“Ok, andiamocene.” Rispose l’altra frettolosa mentre cingeva le spalle di Belle con un braccio e la trascinava via.
Isabelle avrebbe voluto fermarsi ma non potè, sentì lo sguardo ipnotico del ragazzo sulle sue spalle: che stesse ancora pensando che lei stava scappando?
Portò rapidamente la pupilla sulla coda dell’occhio per poter scorgere l’immagine di quell’angelico tentatore ma al suo posto c’era solo il lungo e continuo corridoio.
“Oh mio Dio! Dobbiamo sorbirci ben due ore?!” Esclamò Gabbe irritata da un ultimo cambiamento di orario.
Arianne si limitò ad alzare le spalle mentre Belle si stava chiedendo se in questi casi fosse davvero così sbagliato suicidarsi.
Sospirò e si decise a mettere il piede in classe quando fu nuovamente bloccata: Cam! Come aveva fatto ad arrivare lì prima di loro?
Questa volta lo guardava perplessa cercando di trovare un filo logico.
Quando non lo aveva più visto in corridoio aveva pensato che si fosse rifugiato in una stanza, magari in quella di Roland… ma allora non avrebbe mai potuto arrivare lì in così poco tempo. D’altro canto, se fosse andato dal lato opposto del corridoio quando lei lo aveva cercato avrebbe dovuto scorgerlo di schiena, invece lui era sparito.
Magari aveva preso la loro stessa direzione superandole e lei non lo aveva notato? Impossibile, Belle avrebbe notato lo splendore di Cam anche tra diecimila persone, ne era certa.
E allora come?
Senza accorgersene si era avvicinata al banco dove lui se ne stava comodamente seduto con le mani incrociate dietro la nuca. Solo quando Arianne la richiamò si rese conto della sua azione, ma non si fermò; anzi accelerò il passo.
Gli occhi smeraldini rotearono su di lei e non appena nella loro pupilla entrò l’immagine di quella figura femminile la schiena del ragazzo si raddrizzò in attesa.
Lei lo raggiunse cercando l’espressione più neutra del suo repertoriò e ci riuscì: “Mi spieghi come mai sei qui?” Disse sorpresa appoggiando le mani sul tavolo di lui.
Lui increspò le labbra in un sorriso: “Io ho lezione e tu?”
“No non intendevo questo!” Rispose lei con un brusco movimento del capo: “Come hai fatto ad essere così veloce?” La domanda le apparve più come un’affermazione. Ma comunque non era umanamente possibile… anzi lo era visto che c’era riuscito, ma lei non capiva come.
Scosse la testa come se la potesse liberare e tornò a concentrarsi su Cam; rimase quasi spaventata quando lo rimise a fuoco. Certo, non per le mani che lui teneva incrociate davanti a se ma lo sguardo, uno sguardo penetrante ma celato… era come se il colore dei suoi occhi si fosse scurito e la incitasse a non andare oltre.
Il respiro le si mozzò ancora una volta ma questa volta per il timore: “C-Cam?” Lo chiamò titubante.
Le palpebre di lui si abbassarono lentamente come le mani e assunse una posizione che lo faceva mostrare concentrato finchè sulle sue labbra non si dipinse un ghigno divertito. Riaprì gli occhi lasciando vedere il verde brillante che li caratterizzava.
“Guarda sotto.” Disse indicando sotto il banco. Belle si chinò lentamente ma si sentì vuota quando vide che non c’era nulla di strano.
“Che c’è?” Chiese lievemente scocciata.
“Ho le gambe decisamente più lunghe delle tue, è normale.” Rispose ridendo.
“Mi stai prendendo in giro…” Mormorò lei irritata. Non era possibile che fosse quella la spiegazione.
Improvvisamente Cam scatto in avanti paralizzandola e affiancò le labbra al suo orecchio: “Aspettami questa notte, passerò a darti un salutino”
Riprese subito la sua posizione iniziale quando Arianne raggiunse Belle: “Non badarlo.” Disse la ragazza afferrandole il polso e trascinandola lontano.
Nonostante ciò gli occhi di Cam non si staccarono dai suoi fino a quando non iniziò la lezione.  
“Che ti ha detto?” La voce squillante di Arianne le suonò nell’orecchio quando finalmente stava per alozare il sedere da quell’irritante sedia scricchiolante.
Belle le rivolse un’ occhiata perplessa poi sorrise come per banalizzare: “Nulla.”
“Nulla? Avete parlato un bel po’ per non aver detto nulla.”
“Non riuscivo a capire come avesse fatto ad arrivare prima di noi, tutto qui.”
“E lui te lo ha detto?” Sembrava agitata
“Ha detto… che è perché ha le gambe più lunghe… ma a me sembra stra…”
“Anche a me” La interruppe  l’amica afferrando i libri “Ma a noi che ce ne frega?” Chiese sorridendo.
Belle sorrise a sua volta e raggiunse Gabbe che amicò.
“Ehi…” Il sussurro di Arianne le raggiunse il timpano “… cerca di tenerti distante da Cam… lui è… molto pericoloso.”
Quelle parole le fecero vibrare le vene: Cam pericoloso? No, impossibile.
Come poteva essere pericoloso?
Era vero che il suo aspetto da duro potesse dare quell’impressione… però… volse lo sguardo al banco dove era seduto il ragazzo.
Vuoto.
Era uscito… ma se lei era davanti alla porta…
“Non avere paura di Cam.” Suggerì Gabbe attenta a non farsi sentire da Arianne.
“Come?” Belle si riscosse da quella sensazione di inquietudine che iniziava a pervaderla.
“Non avere paura di lui, fidati.” Ripetè prendendola per mano.
Fidarsi di Cam.
Ma chi era davvero quel ragazzo?
  
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