Fumetti/Cartoni europei > W.i.t.c.h.
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Autore: MaxT    01/07/2012    3 recensioni
Una Elyon esuberante e sorprendente torna a cercare le sue vecchie amiche, che si troveranno presto coinvolte in avvenimenti più grandi di loro. Che spaventosa profezia ha pronunciato la Luce di Meridian? Vera è…vera? Dove sono andate le gocce astrali delle W.I.T.C.H.? E’ una storia dove i personaggi assumono diversi ruoli contrastanti, si muovono nel segreto e nell’invisibilità, e le loro motivazioni autentiche si delineano a mano a mano che la storia si avvicina alla conclusione. Note: qualcuno potrebbe considerare OOC Elyon e le gocce astrali. Da parte mia, penso che siano una evoluzione plausibile dei personaggi visti nel fumetto. Aggiornamento: I primi sei capitoli sono stati riscritti nell'ottobre 2008.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le profezie di Meridian'
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Ad personam

Ciao Scarlettheart, grazie per la tua recensione, sulla quale conto molto. Per quanto riguarda le nuove Nemesis, non credo che sia stata troppo egoista pensando di crearle;
chiunque vinca, queste si possono integrare con le vecchie, ed evidentemente ho già idee sul loro futuro.
Immagino che Orube si sia fatta una ragione per la morte di Cedric,
dopo due anni o più. Probabilmente avrà sempre evitato il discorso con tutti a Kandrakar, stufa di sentirsi dire che non era l'uomo per lei, che avevano visioni della vita opposte eccetera.

Ciao We are the champions, grazie, sei stata veramente gentile a farmi sapere di avere apprezzato l'inizio di questa storia. E' lunga, lo so. Spero tanto che continui a piacerti fin alla fine.

Cara Silvia Gi, sono proprio contento di leggere la tua recensione. Le distrazioni di Elyon sono una necessità di trama: se lei avesse potuto disporre del potere della corona, per il confronto finale non ci sarebbe stata storia.
Dei vari interlocutori in gioco, nessuno ha completamente torto, anche se la figura ridicola la sta facendo Elyon. Il suo piano riflette il fatto che l'alleanza con Kandrakar
è molto incerta, e lei vorrebbe chiudere la faccenda con un contro-golpe 'in famiglia' piuttosto che rischiare che il confronto degeneri in modo violento o che la congrega tenti di instaurare una specie di protettorato.
Anche il punto di vista di Endarno non è del tutto sbagliato: in caso di sconfitta, rischiano veramente di perdere il Cuore di Kandrakar. Purtroppo, i suoi piani d'azione
violano i principi prudenziali dellla sua stessa congrega, che dipendono dalla vaghezza della profezia: non si sa quale mondo provocherà la fine di un altro, nè quando o come, e non si sa neppure veramente cosa significhi 'provocare la fine di un mondo': l'interpretazione più immediata è immaginarsi un pianeta fatto a pezzettini, ma potrebbe riferirsi anche a sconvolgimenti culturali, politici o biologici.

Ciao Sweet Witch, grazie per la recensione. Penso che le motivazioni di Elyon siano abbastanza spiegate nell'arco di tutta la storia, e degli ultimi capitoli in particolare. Ora sapremo quali saranno le sue prossime mosse.

Un ringraziamento anche a Shu per la sua bella recensione a 'Alla fine del millennio', una mia vecchia storia 'missing moment' con le riflessioni di Cedric la sera prima di iniziare la storia di W.I.T.C.H. n.1. E' una storia che amo molto perchè fornisce la mia ricostruzione dei retroscena dell'inizio della saga.

Qualche parola su questo capitolo? Ma no. Se non immaginate già cosa farà Elyon, non vi voglio rovinare la sorpresa.

Buona lettura
MaxT

 


PROFEZIE

 


Riassunto delle puntate precedenti

Dopo un incontro misterioso con la Luce di Meridian, Vera ha convinto le Gocce a sostituirsi a Elyon a Meridian, impersonando la regina e le guardiane.
La controfigura di Elyon e le finte guardiane esiliano Miriadel e Alborn, mentre Caleb sfugge alla cattura; pur avendo assunto il potere, si rendono conto di non essere
convincenti, e inventano la storia che le guardiane sono a palazzo per proteggere la Luce di Meridian da un complotto.
A Heatherfield, Elyon spiega che quella che si sta realizzando è una sua profezia, che prevede che la tirannia duri un anno, che a Meridian dura diciotto mesi. Elyon è decisa
a non tentare niente prima di questa scadenza.
Il nuovo piano di Vera prende rapidamente forma, basandosi sull'ambiguità del termine di un anno: prima simuleranno che Elyon diventi sempre più tirannica, screditandola, poi
Vera la spodesterà dopo un anno terrestre di dodici mesi, facendo finire apparentemente la tirannia e realizzare la profezia; poi, dopo aver guadagnato il consenso della gente, si prepareranno per affrontare Elyon e le Guardiane al loro ritorno dopo diciotto mesi, un anno di Meridian.
Vera crea venti copie di Wanda, dette Nemesis, che avranno l'incarico di impersonare le guardiane e di sorvegliare la città restando invisibili o sotto falsa identità, o con
l'aspetto di aquile.
Come dal piano di Vera, le false Guardiane imprigionano Galgheitha e altri personaggi importanti, che potrebbero rendersi conto che la sempre più tirannica Regina e le
Guardiane sono state impersonate da controfigure; la principessa Vera fa la parte della buona, facendo fuggire questi prigionieri dalla città.
Infine, si arriva allo scadere dei dodici mesi dall'arrivo delle Gocce e da quello che a molti appare come l'inizio della tirannia. La montatura arriva al suo culmine: Vera
parla in consiglio criticando Elyon, poi affronta le false guardiane e infine la falsa Elyon, sconfiggendoli tutti e venendo proclamata Regina.
Informata da Caleb, la vera Elyon decide di proseguire col piano iniziale, aspettando altri sei mesi per intervenire; inoltre preannuncia alle guardiane che intende farlo da
sola. Queste, preoccupate, si chiedono se dovranno intervenire in qualche modo per aiutarla.
Nel frattempo Vera fa sperimentare nuove armi segrete, come fruste capaci di iniettare narcotici e sistemi per materializzare armi pesanti in vista del confronto finale.
Cinque mesi dopo, la situazione precipita improvvisamente per un casuale ma burrascoso incontro di Taranee con le gocce a Midgale. L'Oracolo acconsente a chiudere la muraglia
per precauzione e ne fa dare preavviso a Elyon, che però decide di dover assolutamente parlare con Vera al più presto.
Elyon, quindi, decide di teletrasportarsi immediatamente nel suo mondo. Preoccupato per la sua sorte, L'Oracolo convoca immediatamente le Guardiane, inviandole a recuperarla.
Queste intervengono in tempo per sottrarla a due Nemesis che stavano cercando di catturarla. Ma nel trasportarla a Kandrakar, inaspettatamente trascinano con loro una delle due, Dora.
A Kandrakar, Elyon viene costretta a rivelare che il colpo di stato di Vera era stato frutto di un loro accordo per far realizzare la profezia della tirannide nel modo meno
dannoso possibile. Vera aveva assunto una pozione per dimenticare questo accordo, ma la sua memoria sarà ripristinata pronunciando in sua presenza  una frase concordata, che comunica a Dora che viene rimandata a Meridian come messaggera.
Dora ritorna e ripristina i ricordi di Vera, aggiungendo che Elyon vuole parlarle, ma riferisce anche che a Kandrakar sia lei che la ex-regina sono state minacciate.
Quando Elyon viene condotta al cospetto di Vera, questa rifiuta di tirarsi in disparte e ammettere pubblicamente la montatura, con la scusa che Elyon non ha mantenuto una
vecchia promessa, e che non può comunque garantirle dalle vendette di Kandrakar; tuttavia mantiene la promessa di riportarla a casa, libera, in attesa del confronto finale.
Le WITCH apprendono da Cornelia l'esito di questa missione. Taranee è fortemente risentita sia verso Cornelia, che ha sempre spalleggiato Elyon pur avendo intuito i suoi
piani, sia verso Will, accusata di essere sempre più simile all'Oracolo. Pochi giorni dopo, però, Will si confida con Matt in un locale pubblico, e casualmente Taranee e Hay Lin sentono questo sfogo; mentre Taranee si rabbonisce, Hay Lin è in preda ai dubbi sul suo ruolo e il suo futuro, e si mette in contatto con la nonna Yan Lin che la rassicura, senza però poterle rivelare il segreto dell'Antica Profezia sulla quale si fonda Kandrakar.
Nel frattempo, a Meridian Vera e le sue fedeli si preparano a modificare il loro sistema difensivo, dopo che la temporanea cattura di Nemesis 1 aveva rivelato all'Oracolo fin
troppe informazioni su di esso.
Elyon scopre tragicamente di aver portato con sè la Corona di luce fasulla. Informato, l'Oracolo disapprova il suo piano di creare delle Nemesis a lei fedeli, e impone di
concordare un piano con le Guardiane. Endarno, sfiducioso, incarica Orube di preparare una seconda squadra d'intervento. 

 

Capitolo 75
Lo scantinato delle bambole



Heatherfield, Ye Olde Bookshop

Quando la superficie dello specchio smette di ondulare, vi si può riconoscere la panoramica di un’antica città dai tetti d’ardesia incassata in un vallone. Il grande palazzo che la domina dall’alto di una scarpata identifica inequivocabilmente il luogo.
“Ecco Meridian”, commenta con soddisfazione Cornelia accanto al portale, in piedi come una maestrina davanti alle sue amiche che siedono attente attorno al tavolone del
seminterrato.
Irma brontola, allungando il collo verso lo specchio: “Se andassimo su quel balcone a Kandrakar, potremmo vederla molto meglio!”.
“Un altro giorno, magari”, le risponde riluttante Elyon, che ormai associa quel luogo, da alcuni detto di serenità, ai più sgradevoli strapazzamenti.
“Continua, Cornelia”, la incoraggia Will, “Volevi esporci una tua idea”.
“Siamo tutt’orecchie”, le fa eco Hay Lin, ma varie occhiate fugaci dirette ai suoi padiglioni a sventola la fanno subito pentire dell'autogol.
“Sì, ragazze”, riprende Cornelia sicura, “Allora, cosa ci aspettiamo di trovare a Meridian?”. Indica   una piazza gremita di bancarelle. “Anche se ora non li vediamo, al
momento prefissato le vie della città saranno certamente piene di soldati con lunghe bacchette che ci renderebbero difficile muoverci anche se siamo invisibili”.

L'inquadratura cambia, sprofondando nel terreno fino a stabilizzarsi in una galleria contornata di archi, illuminata solo da una tetra fosforescenza verdolina. “Il sotterraneo sarà sorvegliatissimo; lì, ogni scarafaggio è diventato un sensore dal quale il nemico ci potrebbe spiare”.
“Scarafaggi”, ripete Taranee ritraendosi con un brivido di disgusto.
“E ragni, topi, scorpioni…”, rincara Irma divertita, “Tutti per te, Tara!”.
“FINISCILA!!!”, salta su lei inorridita.
Cornelia dirige un’occhiata imperiosa verso chi ha osato interromperla, poi si schiarisce la voce e riprende: “Il teletrasporto è ostacolato da una ragnatela… pardon, una rete
di trappole, che probabilmente si estende anche nel sotterraneo”. Squadra le altre con intenzione. “Cosa ci manca?”.
“Che si metta a piovere?” chiede Irma con un sorrisino ingenuo.
La Guardiana della Terra rotea gli occhi e sembra sul punto di sbottare, ma Will la previene: “Diccelo tu, Cornelia”, e nel mentre dirige un’amichevole gomitata dissuasiva
sulle coste ben imbottite di Irma.
La bionda fa una pausa a effetto, godendosi il raro momento di assoluta attenzione collettiva, poi scandisce: “Manca lo spessore del terreno. Della roccia. Dei muri”.
“Cosa?”. “Spiegati meglio”.
“Terreno e muri”, ripete Cornelia convinta. “Con il Potere della Terra, sono in grado di aprire e chiudere tunnel”. Indica, nello specchio, una zona nella lontana periferia.
“Possiamo arrivare fuori città, in un luogo chiuso non sorvegliato, e iniziare una galleria in direzione del palazzo. Una volta lì, continueremo il tunnel stretto stretto, nello spessore dei muri portanti. Da lì individueremo Vera, e poi…. Scacco alla regina! La sorprenderemo e la teletrasporteremo via!”.

Will torna a osservare l’immagine allo specchio. “Ma… dalla zona che hai indicato fino al palazzo, ci saranno un paio di chilometri! E tu riusciresti a fare questo?”.
“Beh… è ancora da dimostrare”, ammette lei, “Ma ci posso provare”.
“Proveremo in anticipo. Dobbiamo assolutamente chiarire prima quali sono i limiti dei nostri poteri”.
“Non mi piace”, obietta Taranee scuotendo il capo. “Tanto per cominciare, quel tunnel è una trappola: se ci prendono alle spalle, saremo costrette a combattere”.
“Meglio di no”, interviene Elyon, “Credetemi, in un corpo a corpo le Nemesis sono molto forti. Ci farebbero nere…. Oops, scusa, Taranee, non volevo!”.
“Di niente”, risponde gelida la Guardiana del Fuoco. Qualcuno si è coalizzato contro di lei, quest’oggi?
“E se ci chiudono l’uscita, cosa facciamo?”, chiede ansiosa Hay Lin portandosi la mano al colletto della camiciola, quasi annaspasse; per la Guardiana dell’Aria, l'idea di
trovarsi vincolata in qualunque spazio ristretto risulta sgradevolissima, come se le mancasse il suo elemento.
“Saremo noi stesse a chiuderci il tunnel alle spalle”, risponde convinta Cornelia. “Ovviamente, potremo riaprirlo dove più ci aggrada”, aggiunge, notando l’espressione sempre
più claustrofobica della cinesina.
“E come faremo a individuare Vera e scegliere il momento per sorprenderla?”, continua scettica Taranee, “Non rischiamo invece di sbucare in mezzo a venti Nemesis e finire…
come dicevi tu, Elyon, tutte nere?”.
“Qui posso essere d’aiuto per una ricognizione”, interviene la ex-regina, “Sono capace di fare voli extracorporei”.
“Come?”, chiede meravigliata Hay Lin, “Voli…”.
“Ma sì, Hay Hey”, la interrompe Irma, “Ce l’aveva già raccontato, che aveva fatto il fantasmino a Meridian. Però l’altra volta lo aveva chiamato corpo spaziale”.
“Corpo astrale”, puntualizza Elyon.
“Quel che è”.
“Ah, sì”, si ricorda la cinesina, “Ma se non sbaglio, l’ultimo non è stato un grande successo, no?”.
“Già, hai trovato altri fantasmini e sei scappata con la coda fra le gambe…”, ridacchia Irma, “A proposito: i fantasmi, pardon i corpi astrali, hanno le gambe?”.
“Pura iella”, risponde risentita Elyon ignorando la domanda. “Comunque l’interno dei muri resta il posto in cui è meno probabile essere scoperti”.
“A meno che Irma non continui a chiacchierare anche lì, ovviamente”, puntualizza Cornelia inarcando allusivamente un sopracciglio in direzione della compagna, poi continua:
“Comunque, farò in modo che la galleria si richiuda subiti dietro di noi. Sarà così corta e stretta che sarà difficilissimo per loro attraversarla per caso. Anzi, gli spazi saranno così stretti che, anche se fossimo scoperte, le Nemesis non ne troverebbero abbastanza per materializzarsi all’interno”.
“Oddio”, geme Hay Lin, tentando di scacciare dalla sua immaginazione il senso opprimente di essere imprigionata in un guscio di roccia dalla fosforescenza verdina. “Io... io
non so se ce la farò, ragazze!”.
“Claustrofobia?”. Elyon sorride sicura. “Non preoccuparti, lo studio psicologico Luce di Meridian la può risolvere nel tempo che staresti a dire: ‘Dottore, ho un problema’ !”.
Will la guarda con mal celata diffidenza. “Vedremo…”. Non è entusiasta dell'idea che la loro amica troppo intraprendente possa entrare nella loro mente.
Medita un attimo, poi decide: “Al momento attuale, questo è l’unico piano che abbiamo, al di fuori di andare lì, tirare fuori il Cuore di Kandrakar e sperare che faccia tutto
lui”. Dicendo ciò, materializza il suo talismano sul palmo, e scandisce: “Guardiane, unitevi!”.
In uno spettacolare gioco di luci, le cinque liceali assumono il magnifico aspetto delle Guardiane di Kandrakar, in calzamaglia a righe e alette da fata.
“Oh, beh”, brontola Elyon con un po’ d’invidia, “A quanto pare, sono rimasta l’unica piccoletta, qui!”.

“Cominciamo a fare qualche prova”, dice Will. “Cornelia, facci vedere quanto a lungo puoi aprire gallerie”. Le indica uno dei muri del seminterrato, tra due scaffali di vecchi libri ingialliti.
“Non chiedo di meglio!”, risponde questa con un sogghigno sicuro, e tende le braccia verso il punto indicato.
Sulla nuda parete appare dapprima un alone dalla fosforescenza color clorofilla, poi il materiale inizia a squagliarsi come polistirolo al passaggio di una lama rovente,
aprendo un passaggio che si fa via via più profondo. “Ammira, Irma. Tu che…”.
La sua vanteria s’interrompe in un silenzio costernato, quando il fondo del tunnel si apre su una cavità inaspettata. Nella penombra al di là, si intravedono scatoloni di
cartone impilati e un paio di biciclette impolverate.
“Brava”, le concede Irma con un applauso sarcastico.
“Oh, no! La cantina dei vicini!”, geme Will.
“Io… io ho fatto solo quello che mi hai detto tu”, risponde Cornelia con un gesto di discolpa.
“Presto, chiudilo, e speriamo che non si accorgano di niente!”.
Ad un gesto della Guardiana, l’apertura riprende la sua fosforescenza e si restringe fino a svanire.

Pochi secondi dopo, Cornelia indica con rinnovata sicurezza la parete nuovamente intatta. “Visto?”.
Will si avvicina e passa il dito sui mattoni. “Nessuna traccia”, ammette sollevata.
“Brava, Corny”, si complimenta Elyon, rimasta seduta al tavolo durante tutta la dimostrazione.
“Dobbiamo cambiare strategia”, suggerisce Taranee senza tentare di dissimulare il suo scetticismo.
Will comincia a spostare le sedie. “Proviamo sul pavimento. Passeremo sotto gli altri scantinati”.

Appena un buon tratto di pavimento è stato liberato, Cornelia tende nuovamente le mani, e una zona ai suoi piedi assume la caratteristica luminescenza, per poi aprirsi lentamente in un tunnel obliquo che si addentra nel terreno.
La guardiana scende nella cavità, sempre a braccia protese. A contatto con i suoi piedi, il terreno riprende la sua luminescenza, deformandosi in una sorta di gradinata,
finché il tunnel assume andamento orizzontale qualche metro più sotto.
“Ce la fai?”, chiede Will, che la segue da presso.
“Tranquilla”, le risponde Cornelia voltandosi indietro senz’abbassare le braccia, “Potrei andare avanti per…”.
D’improvviso, da un’apertura nel terreno smaterializzato sgorga un fiotto d’acqua torbida. Tutta la galleria si riempie rapidamente di un odore quanto mai sgradevole.
“Oh, no!”.
“Cos’è?”, fanno eco le altre.  “Vuoi vedere che…”. “Un tubo della fogna!”. “Fermatelo!”.
“Ci penso io!”, grida Irma da dietro di loro, tendendo le braccia al disopra delle loro spalle.
Per un momento, l’acqua lurida risale le pareti, rientrando nel tubo. “Visto?”, si compiace lei tributando un largo sorriso all'accigliatissima Cornelia.
Poi, di colpo, qualcosa cede: accolto con strilli di panico, il liquame irrompe di forza nella galleria con grandi schizzi scuri.

Qualche istante dopo, Cornelia è l’ultima a uscire dalla cavità, lorda e quasi in lacrime. “Irma! L’hai fatto apposta, vero?”.
“No, no… scusami… io volevo solo…”.
“Ma che Guardiana dell’Acqua! La guardiana delle fogne, sei!”, strilla guardando l’acqua fetida sgocciolare dai suoi bei capelli lunghi.
“Sai… fa uno strano effetto sentirtelo dire, conciata così”, ribatte l’altra.
“Ti odio!!!”.
“Senti, signora delle mosche, ti ho detto che è stato un incidente. Ti ho già chiesto…”.
“BASTA!”, interrompe Will, anche lei ornata da diverse macchie sulla calzamaglia a righe e gli stivali. “Cornelia, chiudi quel tunnel. Irma, chiudi la bocca. Hay Lin, apri le
finestre e ventila!”.
“Subito…” rantola la guardiana dell’Aria, il cui colorito sta virando al verdino.
Intanto l’espressione nauseata di Elyon, appoggiata con una mano al muro, lascia presagire altri disastri imminenti.

Qualche minuto dopo, il peggio sembra passato. L’aria è tornata quasi respirabile, il mefitico tunnel si è richiuso con tutto il suo carico di lordura, e le luride macchie sono scomparse assieme ai costumi variopinti. Per il momento.
Taranee fa presente: “Forse sarete di nuovo sporche, quando tornerete a trasformarvi. Non vi conviene usare la doccia nel bagnetto del negozio?”.
“No”, risponde Cornelia nera in viso. “Lavarmi in quel bugigattolo cragnoso? Lo farò a casa mia, con la porta del bagno chiusa a chiave e tutti i miei shampoo”.
“Avrai bisogno di aiuto”, insiste Taranee. “Come farai a sfilarti il top, con le alette sulla schiena?”.
“Non preoccuparti, Corny”, si offre allegramente Irma con un sorrisino fin troppo divertito, “Posso aiutarti a dirigere il getto dove …”.
L'altra le risponde con un ringhio a denti stretti: “Stai lontana da me, disgrazia vivente!”.
“BASTA!”, le interrompe Will spazientita, poi si fa apparire in mano il Cuore di Kandrakar e si trasforma in Guardiana con nuovi lampetti pirotecnici. 
Esamina con cipiglio la calzamaglia e gli stivali. “Ora sono perfettamente puliti”, constata con soddisfazione.
Anche Cornelia torna a trasformarsi in Guardiana, e controlla con ansia la gonna lunga e gli stivali. “Vedete niente?”.
“Tutto a posto”, la rassicura Hay Lin sfiorandole i capelli puliti e luminosi. “E’ come se tornassimo nuove ogni volta!”.
“Chissà se funzionerebbe anche per delle ferite?”, si chiede Will toccandosi il mento pensierosa,  “Sarebbe da provare…”.
“Brava, prova tu, poi ce lo racconti”, la incoraggia Irma. “A proposito, hai bisogno di una mano per ferirti, o combini da sola?”.

Elyon, che è rimasta mogia in disparte seduta al tavolo, chiede: “E allora, l’idea del tunnel è affogata nella fogna?”.
“Perché mai, Ellie?”, le risponde Cornelia, “Ho commesso un errore, può capitare a tutti. Ma la prossima volta non lo ripeterò”. Appoggiando le mani al muro, si propone: “Mi
fermerò ogni tanto per interrogare il mio elemento”.
“Benissimo. Ci contavo molto”, risponde lei allargandole un sorriso sollevato.
“Quindi ti senti di riprovare”, constata Will sollevata, “Al momento, è l’unico piano che abbiamo”.
Cornelia annuisce e fa il gesto di guardare l’orologio da polso… niente, non c’è più, scompare ogni volta che si trasforma.
“Cinque e mezza”, suggerisce Taranee. “Ora di andare a studiare”.


Heatherfield, casa Portrait

“Ciao, Ellie!”, la saluta Eleanor aprendole la porta di casa. “Com’è andata?”.
“Bene, mà”, risponde lei entrando e sfilandosi la giacchetta azzurra, “Anche se in qualche momento avrei detto che eravamo infognate”. Con un sorriso storto, aggiunge:
“Soprattutto Corny”.
“Allora, la sua idea del tunnel è stata accettata?”, chiede facendole strada verso il soggiorno ormai in penombra.
“Sembra di sì, se riusciamo a risolvere un po’ di problemini. Spero proprio che questo piano verrà seguito. Sai qual è uno dei suoi più grandi pregi, mà?”.
Questa ci pensa un attimo. “Forse… che non essendo un’idea tua, è difficile che Vera possa prevederla?”.
Elyon ci riflette mentre appende la giacca all’attaccapanni. “Anche. Ma intendevo un’altra cosa. Intendevo che richiederà molte ore di lavoro. E quindi, le terrà fuori dai
pericoli finché tutto sarà finito”.
Eleanor fa un grosso sospiro d’ansia. “Sei sempre dell’idea che il tuo piano originale fosse meglio?”.
“Sì, mà. Purtroppo, senza l’aiuto dell’Oracolo, lo dovrò ridimensionare drasticamente. Avrò solo quattro carte da giocare, e dovrò farlo senza lasciare niente al caso”. Si
dirige verso la porta della cantina, al disotto della scala per le camere.

Discende la lunga rampa di scale fino allo scantinato; nei lontani anni ’70, l’epoca in cui la casa fu costruita, questo era stato concepito come un rifugio antiatomico, ed è costituito principalmente da un grande salone cilindrico di cemento armato, profondamente interrato.
Al centro dello stanzone, Thomas sta finendo di sistemare tutt’attorno gli stessi otto grandi specchi che avevano tentato di utilizzare nel bosco, due sere prima.
“E’ tutto pronto, papà?”, chiede osservando con occhio critico l'ellisse di specchi dalla scalinata.
“Quasi”. Si porta al centro di uno di due cerchi disegnati col gesso sul pavimento di cemento grezzo, e controlla che, da lì, tutti gli specchi riflettano l’altro cerchio a
pochi passi da lui.
Dopo un ultimo aggiustamento all’inclinazione, conferma: “Sì, ora è tutto a posto”.
“Grazie, pà”, e scende a prendere posto all'interno dell'ovale, soddisfatta.
“Prego. Se non avete bisogno di me, vado di sopra a far la guardia. Sai, non mi sento molto a mio agio con la str… con la magia”.
“Va bene. Ma lascia aperta la porta e un paio di finestre, qui avremo bisogno di molta aria”.

Appena Thomas è sparito in cima alla scala, Elyon butta un’occhiata alla madre rimasta in disparte un po’ in apprensione, poi si concentra, protendendo le braccia verso l’altro fuoco dell’ellisse.
Come due notti prima nel bosco, gli specchi prendono a scintillare, e tre tenui aloni luminosi appaiono entro l’altro cerchio. Mentre un risucchio trascina l’aria nello
stanzone e la fa convergere al centro, tre sagome alte mezzo metro prendono sempre più definizione. Gli scintillii si intensificano, gli specchi vibrano dapprima leggermente, poi sempre più forte. Sferzati dalla corrente d'aria, i capelli di Elyon turbinano come se avessero vita propria, e le sue trecce si muovono come tentacoli impegnati a rafforzare l'incantesimo delle braccia.
D’improvviso, tutto ciò cessa. Al centro del cerchio si trovano, incredule, tre Nemesis grandi quanto grosse bambole.

Si guardano attorno, sperdute e spaventate. Tutt’attorno, nell’immenso locale, vedono otto specchi giganteschi che riflettono una titanica Elyon da tutti i lati.
“Ma dove…”. “Perché è tutto così…”, chiedono con le loro vocine, comiche e patetiche.
“Benvenute, ragazze!”, le accoglie la gigantessa, stremata ma gioiosa, andando loro incontro.
“Elyon!”. “Ma perché così…”. “Così enorme?”.
“Non preoccupatevi, ragazze. Venite, mettetevi comode…”.
“Hai… hai voglia di scherzare?”, chiede una delle tre, incerta e spaventata.
“Aspettate”, dice premurosa Eleanor rassettandosi alla meglio i capelli, “Vi porto una bella poltrona, e qualcosa da mangiucchiare. Thomas…”.

Poco dopo, la ex regina e le tre bambolone animate sono sedute faccia a faccia su due comode poltroncine coi braccioli, attorno a uno sgabello sul quale sono appoggiati alcuni bicchierini d’aranciata e un piatto di biscotti spezzettati.
“Ma che carine!”, continua a ripetere Eleanor, appollaiata come suo uso sullo schienale dietro a Elyon, mentre lo sbigottito Thomas, appoggiato di spalle al muro, preferisce
astenersi dal commentare.
“Allora, ragazze”, esordisce Elyon, “Io vi ho create per aiutarmi a riprendere il mio trono senza fare del male a nessuno. Aiutatemi, e sarete ricompensate”.
Le tre si stringono ancora di più tra loro. “Speriamo che non ti attenda un aiuto troppo grande da noi”. “A meno che tu non ci faccia crescere”. “Perché ci hai create così
piccole?”.
“Ve lo spiego subito. Purtroppo non ho con me né la Corona di Luce, né un conversore psicoenergetico. Così, creare tutto in una volta anche un solo corpo da sessanta o
settanta chili è al disopra delle mie possibilità attuali”.
“Non sono settanta!”. “Beh, con l'equipaggiamento…”.  “Zitte, fatela continuare”.
“Grazie. Dunque, non preoccupatevi se siete così piccole: è uno stato temporaneo. Vi farò crescere un poco al giorno, a mano a mano che il mio metabolismo genererà l’energia
necessaria”.
“Quanto tempo ci vorrà?”. “ Speriamo poco”. “Se credi che sia bello sentirsi come lillipuziani...”.
“Meno di un mese, ragazze. In tempo per accompagnarmi a Meridian. Nel frattempo vi addestrerò accuratamente. Il vostro compito sarà di infiltrarvi tra le Nemesis di Vera,
sostituendovi a tre di loro”.
Le tre piccole reagiscono con smorfie di scetticismo. “Mi sembra un po’ scontato”.  “Molto scontato!”. “Vera si aspetta certo qualcosa di simile, da te!”.
Elyon sorride rassicurante. “Non si aspetterà la maestria con cui lo faremo. Vi addestrerò a tecniche molto al di là della preparazione di tutte le sue collaboratrici. Con il
mio potere, voi lancerete contemporaneamente tutta una sequenza automatica di incantesimi. Assumerete l’aspetto, la memoria e l’impronta mentale di tre di loro, e le teletrasporterete via molto lontano, scambiando vestiti, posizioni ed equipaggiamenti con loro prima che possano pensare un ‘et’!”.
Le tre accolgono l'idea con tre uguali occhiate scettiche. “No, non funzionerà”. “Cioè, non passerà inosservato”. “E se fossero in contatto mentale con altre?”.
“Non preoccupatevi, io interromperò tutti i contatti mentali”, afferma Elyon, e dal suo palmo aperto sboccano alcuni mosconi veloci, oltre ad alcuni insetti diafani e lenti
meno vistosi, simili a grosse zanzare, e altri piccolissimi e silenziosi. “Questi piccoli amici emettono disturbi che interrompono ogni tipo di contatto telepatico. Tranne i nostri, beninteso”. Appena ha finito di parlare, gli insetti rientrano nel palmo, dove svaniscono alla vista.
Dopo un istante di perplessità, le tre riprendono: “Credi che Vera sia così ingenua?”. “Sospetterà subito una trappola”. “Farà ogni tipo di controlli, prima di farci rientrare
a palazzo!”.
“E voi li passerete, ragazze! Siete geneticamente identiche alle vostre controparti, e avrete le loro memorie recenti e i loro equipaggiamenti. Da cosa potrebbe
riconoscervi?”.
“E’ semplice”. “Capirà che non siamo loro perché noi sappiamo di non esserlo”. “Pensi che potremmo sfuggire alla sua capacità di sonda mentale?”.
La ex regina sorride serafica. “Qui c’è un’altra tessera del mio capolavoro: nel momento in cui vi sostituirete, scatterà un’autosuggestione, per cui voi sarete realmente
convinte di essere loro. Durerà per un’ora, in modo da passare tutti i controlli possibili. Poi vi ricorderete chi siete realmente, e di cosa siete lì a fare: aspettare il momento buono per sorprendere Vera e teletrasportarla sulla Terra. Fatto questo, tutte le vostre avversarie saranno senza poteri mentali, mentre voi continuerete a riceverli da me, che non sarò troppo lontana.  Quando capiranno che Vera non può più tornare indietro, le altre riconosceranno la sconfitta. Semplice, no?”.
Le tre piccole Nemesis ci pensano un po’ cercando punti deboli nel piano. “Ma perché sei così sicura che Vera ci farà rientrare a palazzo prima di un’ora?”. “Non potrebbe
lasciarci a pattugliare i sotterranei per tutto il giorno?”. “Soprattutto se l’interruzione dei contatti l’ha insospettita”.
“Ragazze, vi farà rientrare subito perché voi le porterete un bel trofeo. Una prigioniera che avrete sorpreso mentre provocava l’interruzione dei contatti spargendo bestiacce
varie”.
“Che prigioniera?”, chiedono le tre a una sola voce.
“Che prigioniera?”, fa eco Eleanor, guardando perplessa la figlia dall’alto dello schienale.
“Adesso ve la presento”, dice Elyon alzandosi e portandosi nuovamente all’interno del circolo di specchi.
Le tre restano a guardare mute e si stringono tra loro sulla poltroncina, impressionate dalle vibrazioni, dagli scintillii, e dalla corrente d’aria che scompiglia i capelli e
rovescia i bicchierini d’aranciata.
Dopo un ultimo lampo, tutto finisce in un silenzio assurdo.
Al centro del secondo cerchio di gesso sul pavimento, una piccola Elyon si guarda attorno, confusa e spaventata.

“Ma…” . “Ma cosa…”. “Ma tu…”.
E’ lo strillo di Eleanor a far gelare il sangue a tutti. “ELYON! COS’HAI FATTO!?!”.
Lei resta confusa e intimidita dallo sguardo che non ha mai visto a sua madre: non avrebbe mai creduto che i suoi occhi riuscissero a spalancarsi tanto. “Io… io ho solo creato
la prigioniera”.
“Tu hai creato un’altra te stessa! Una goccia identica!”.
“Io… io…”.
“E’ uguale a te! Non ti è bastato quando hai creato Vera, l’unica che avrebbe potuto sottrarti il trono, e che lo ha puntualmente fatto? E ora, crei perfino una goccia
identica? Come spiegherai…”.
“Ma… ma è solo una sosia senza poteri, mamma. Non…”.
“Waaaaaaah!!!”.  Un sottile strillo d’angoscia della piccola Elyon, che prende a piangere sconsolata, interrompe il confronto tra madre e figlia.
“Oh, no!”, si preoccupa Eleanor, correndo a prenderla su.  “No, non piangere, tesoro innocente!”, le dice sollevandola al petto. “Io gridavo a quella lì, grande e stupida!”.
“Stupida, io?”.
“Zitta! Speravo che avessi imparato qualcosa dai tuoi errori, e invece…”. Poi si rivolge di nuovo alla piccoletta in lacrime. “No, non piangere, tesoro! Aspetta, andiamo su a
prendere l’orsetto…”, e sale per le scale, passando davanti allo sbalordito Thomas che non ha osato fiatare.

“Oh, beh…”. Elyon, quella grande, resta in piedi come una scema, senza più sapere cosa dire. Poi si riscuote. “Le passerà”.  Torna a rivolgersi alle tre piccole Nemesis, rimaste mute e imbarazzate sulla poltroncina. “Ragazze, torniamo al nostro piano!”.
“Al tuo piano, prego”. “La nostra prigioniera ha i nervi un po’ fragili, pare”. “Però sappiamo bene che i sedativi possono fare miracoli”.
Elyon, piccata, risponde: “La mia goccia non si tradirà. Si è solo spaventata sentendo urlare mia mamma”.
“Anche tu!”, ridacchia una di loro. “Comunque c’è un grosso problema”. “Come faremo a teletrasportare via le altre tre Nemesis senza che la rete a nodi registri il loro
passaggio?”.
“Tutto qui il problema?”, chiede Elyon sollevata, “Le faremo passare al di sotto”. Con un dito, traccia a mezz’aria una specie di L. “Faremo un teletrasporto in due fasi: una
prima verso il basso, nel terreno, e una seconda quasi in orizzontale, fino ad emergere in un luogo designato in aperta campagna. Un posto abbastanza sicuro, ma anche abbastanza lontano da far perdere loro il contatto con Vera, e quindi ogni possibilità di usare i poteri mentali”.
Le tre ci pensano un momento, come seccate di aver finito le obiezioni.  Poi, con soddisfazione, una di loro trova un’altra perplessità: “Ma aspetta, Vera ci crederà se vede
tornare tre di noi dai sotterranei, con te… sì, con quella Elyon?”. “Già, tu sei sempre stata considerata un obiettivo molto difficile”.  “Non si insospettirà se ti avremo catturata così facilmente?”.
Lei sorride: “Beh, piccole mie, noi faremo un po’ di messinscena per far sembrare che sia stato difficile. Che ci vuole? L’interruzione dei contatti, una visiera rotta…”.
“Aspetta aspetta, la visiera!”. “Come facciamo a copiare loro la memoria e l’impronta mentale, se avranno il caschetto con la visiera abbassata?”. “E’ una protezione
fortissima contro ipnosi, lettura del pensiero e tante altre cose”.
Elyon ci pensa un attimo. “Dobbiamo organizzare una bella messinscena, tutto qui. Abbiamo un mese per pensare ai dettagli”.
“E se trovassimo , che so, quattro delle sue Nemesis, anziché tre?”. “O cinque?”. “O sei?”.
“Splendido: le spedirete via tutte. Potrete farlo senza neppure un gesto, purché siate a meno di due metri di distanza. Quelle non si renderanno neppure conto di cosa le ha
colpite”.
Una delle piccole annuisce, già più convinta. “Delle perdite, pur incruente…”. Un’altra completa: “…Renderebbero più credibile la scena agli occhi di Vera”. “E se saranno di
meno?”, obietta la terza.
“Semplice, si chiameranno dei rinforzi! E comunque, abbiamo quasi un mese per prevedere ogni … ogni imprevisto prevedibile”.

“Sei ancora qui, grande stratega?”, le chiede Eleanor scendendo le scale con la piccola abbracciata al suo collo. “Adesso dille qualcosa di carino, figlia scriteriata!”.
“Sì, mà”. Elyon osserva la sua piccola copia dagli occhi ancora gonfi di pianto, che continua a stringere con un braccio il collo della grande mamma, e con l’altro l’orsetto

di peluche che era a guardia del suo cuscino. Le si avvicina un po’ imbarazzata, e le carezza la testolina con un dito. “Piccola, ascolta… vuoi metterti a sedere? Mi sento più a mio agio se mi ascolti seduta”.
La piccola tira su di naso e risponde con un timido assenso del capo.
Eleanor l’appoggia sulla poltroncina, dove le tre Nemesis si stringono per farle posto; solo ora la padrona di casa nota la chiazza di bibite sul
pavimento e, mugugnando al disastro, riempie nuovi bicchieri d’aranciata.
“Bene, Elyon”, dice Elyon, “Posso chiamarti così?”.
La piccola fa un altro cenno di assenso imbronciato.
“Mi dispiace che ti sei sentita così mal accolta, non volevamo certo farti star male. Mi credi?”.
Altro assenso.
“Non preoccuparti se ora sei così piccola, anche perché sei in buona compagnia. Ma crescerai presto anche tu. Ti prometto, vi prometto a tutte, che impiegherò ogni mia
briciola d’energia per farvi crescere, e tra qualche settimana sarete a grandezza naturale”.
La piccola annuisce, visibilmente rassicurata.
Elyon riprende: “Come ho detto alle tue amiche – spero che diventerete amiche – io ho bisogno di voi per riprendermi il mio trono. Per ora non posso darti né un nome, né un
aspetto tuo, perché ho paura che lascino tracce che Vera potrebbe riconoscere leggendoti i ricordi. Però ti prometto questo: quando questa storia sarà finita, tu sarai ricompensata. Entrerai a far parte a pieno diritto della famiglia Escanor, e potrai scegliere l’aspetto e il nome che preferirai”.


 

  
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