CAPITOLO 5:
Sono rimasta seduta sul
pavimento per qualche ora. La mia testa è di nuovo affollata terribilmente da
pensieri che riguardano quello che ho fatto ad Alejandro.
Invadono ogni altro mio
pensiero eliminandolo del tutto e queste vocine sono quasi sempre presenti ogni
volta che mi ribello a lui.
Una mi dice che sono stata
una scema a mordergli il labbro e che non è ciò che volevo realmente.
Ma per favore! Se c’è una
cosa che non è vera, è proprio questa!
Un’altra mi dice che ho fatto
bene: una piccola ma saporita vendetta per lo schiaffone che mi ha dato.
Questa vocina sì che ragiona!
Sono completamente d’accordo con lei!
L’ultima invece, sembra non
essere né dalla parte della prima, né dalla parte della seconda. Sembra essere
neutra. Infatti mi sussurra: “Da una parte hai assecondato il volere del tuo
orgoglio, ma dall’altra tu VOLEVI disperatamente quel bacio. Volevi averlo ed
ora lui ha riempito il vuoto. Era questo che ti mancava: il tuo cuore infatti,
prima pieno di ragnatele e oscurità, ha ripreso a battere veloce come una
volta.
Ed è questo ciò che conta.”
A quest’ultima non so che
cosa dire.
Sono d’accordo sul fatto che
l’ho morso per assecondare il volere del mio orgoglio, ma non ammetterò mai che
il bacio mi è piaciuto disperatamente! Proprio perché non è affatto vero!
Il mio cuore non ha nemmeno
battuto e MAI batterà, questo è quanto.
TUM TUM. TUM TUM.
-Non è possibile! No no, sarà
solo un attimo di… di… non so di cosa! Ma non batte certo per lui! Questo mai!-
Ah… ma da quanto tempo sarò
sveglia?
Controllo l’ora e sono… LE
SETTE DI MATTINA!? Perfetto! Ci mancava solo questa… quell’idiota non mi ha fatto
dormire! Facciamo così: mi addormento per qualche oretta e poi finalmente
scapperò di casa.
Mmh, indosso ancora il mio
pigiama estivo per fortuna. Prima di tutto chiudo a chiave la porta. Mi alzo,
raggiungo il letto e senza dar sfogo ad uno solo dei miei altri pensieri, mi
abbandono al sonno e mi addormento.
………………………………..
Mmh… Che ore sono adesso?
Le nove di mattina… Bene. Ho
dormito esattamente due ore, ora è il momento di fuggire.
Scendo avendo ancora un
leggero senso di stanchezza, ma d’altronde non mi sorprende. Quel testardo di
uno spagnolo mi ha “trattenuta” tutta la notte tra le sue braccia!
Uh? Ma dov’è la mia valigia?
Oh no! Me ne sono completamente dimenticata! E’ vicino alla porta di Alejandro.
Non mi sono ricordata di prenderla.
Argh, spero solo di non dover
rivivere due volte quel fantastic… bruttissimo momento con lui!
Esco dalla mia stanza e
cammino verso la porta socchiusa di Alejandro.
Mi abbasso per prendere la
valigia ma poi rialzandomi il mio sguardo non riesce a non guardare dentro la
sua camera. Vedo la metà di lui visto che per l’altra metà si vede solo la
porta. Sta dormendo di nuovo e questa volta con un sorriso soddisfatto. Sembra
quasi… un angelo quando dorme… e non il diavolo com’è solito essere durante il
giorno.
Scuoto leggermente il capo
per tornare alla realtà. No. Non devo farmi stupide illusioni. Lui NON è un
angelo, ma un diavolo. E basta.
Ma lui si sveglia di nuovo.
-Heather!-
Io mi spavento, prendendo con
me la valigia e scappo fuori da casa mia, ma girandomi vedo che Alejandro mi
insegue.
Corro per un po’ di metri volgendo
quasi sempre lo sguardo dietro di me quando finalmente riesco a seminarlo.
Finisco in mezzo alla folla riunita nella città e nella confusione qualcuno mi
versa addosso il drink che aveva in mano.
-State più attento! Che
gente…!- Dico.
-Mi scusi signorin… Heather?-
Dice quell’uomo. Ma come fa a conoscermi? Magari mi ha vista in televisione… Lo
guardo. No… Mi viene come un attacco di cuore in quel momento. Non è possibile!
Non lui! Chiunque, persino Alejandro, ma MAI lui.
-Ora… devo andare- dico in
tutta fretta cercando di scappare in tempo ma purtroppo quello che volevo io,
per lui non andava bene.
Mi prese stretta per un
braccio e mi tappò la bocca con la sua mano schifosa.
Tra le mie urla e grida
soffocate, mi trascinò lontano da tutta quella folla.
-Lasciami! Noi due non stiamo
più insieme e io non ti ho mai amato!- Dico liberandomi dalla sua presa.
Temevo che quell’idiota mi
avrebbe portata via... Con lui ho passato i peggiori momenti della mia vita.
-LASCIAMI, LASCIAMI! AIUTO!-
-Sta zitta!- lui soffoca i
miei urli baciandomi. Alejandro, dove sei?
Perché non ci sei adesso qui
con me?
Perché quando non ti voglio
ci sei sempre, mentre nel momento del bisogno non ci sei mai?
Ho BISOGNO di te… Ma solo ora
ovviamente!
E’ lui! Lo vedo! Sta
gironzolando per vedere dove sono in mezzo alla strada. Meno male…
-ALEJANDRO AIUTO! SONO QUI!-
Urlo e attiro la sua attenzione.
-HEATHER! LASCIALA SUBITO SE
NON VUOI SFIDARE L’URAGANO ALEJANDRO!- Urla all’uomo.
Lui corre verso di me con
l’ira negli occhi ed io sorrido sollevata. Ovviamente non perché sia arrivato,
ma perché così gli potrà dare una bella lezioncina in mio onore! Purtroppo i
miei attimi di felicità durano ben poco. O per colpa del fato, o per colpa di
qualcuno.
Preso dalla rabbia, l’uomo
che mi ha aggredita mi da uno schiaffo in faccia facendomi cadere a terra dal
dolore.
-E’ il tuo uomo eh? Mi hai
tradito brutta oca!- Io sono spaventata come non lo sono mai stata nella mia
vita e non riesco né a farlo ragionare, né a muovere un solo muscolo. Tutto
questo è successo perché mi sono fidanzata con lui! Ma che avevo per la testa
quando ho detto di sì?
Lui in quello stesso preciso
momento alza il braccio e con lo sguardo omicida, sta per farmi del male.
-NOOOOOOOOOOO!- Alejandro si
butta sopra di lui facendolo cadere a terra.
Lui… mi ha salvata! Nessun
uomo l’ha mai fatto per me…
Cominciano a picchiarsi a
morte: Alejandro si mette sopra di lui sferrando potenti pugni a quel viscido. Devo
fare qualcosa ma non posso competere con quell’uomo crudele! Mmh… se è per
questo nemmeno ricordo come si chiama…
Da quella dura lotta quello
uscito peggio è stato Alejandro. Dalla faccia si potevano notare bene dei graffi
sanguinanti e dei lividi talmente rossi da confondersi quasi con la sua
maglietta. Ma nonostante questo, sta per dargli il colpo di grazia.
Non ce la farà mai!
-Alejandro no!- Intervengo
appena in tempo.
Lui sembra fermarsi e dando
un ultimo potente spintone all’uomo, si alza barcollando un po’ e mi raggiunge
lentamente... ad ogni singolo passo che faceva, Alejandro perdeva l’equilibrio
e cadeva.
Io lo aiuto tenendolo per un
braccio in modo da non farlo cadere.
Giro accidentalmente lo
sguardo per vedere l’altro uomo ma vedo che si rialza faticosamente e gli tira
un ultimo, decisivo pugno.
Io mi metto in mezzo appena
in tempo e prendo il pugno al posto di Alejandro cadendo a terra sanguinante e
svenuta.
-HEATHER!.... CI VEDIAMO
ALL’INFERNO, IDIOTA!- Alejandro gli tira un pugno molto più forte degli altri
facendo cadere a terra l’uomo. E’ svenuto.
(POV ALEJANDRO)
Dopo avergli tirato l’ultimo
pugno, cado a terra distrutto. Sto perdendo molto sangue da ogni parte della
faccia: dalla fronte fino al mento ma di questo non mi importa. Mi importa di
Heather adesso.
-Ah… è… finita finalmente…
H-Heather stai bene?-
Fatico molto a parlare visto
che anche la mandibola è stata messa in mezzo alla lotta. La mia Heather non mi
risponde. Sta perdendo molto sangue dalla guancia a causa del pugno di quel
grandissimo figlio di... Non importa. E’ svenuta ormai.
-AIUTO! C’E’ QUALCUNO?
AIUTATECI!- Tento di richiamare l’attenzione di qualcuno ma purtroppo sono
fuggiti tutti vedendo la scena.
Brutti codardi!!
Mi faccio coraggio e tento di
alzarmi anche se fatico molto. Raggiungo il corpo del mio raggio di sole… è
solo un modo di dire, chiaro!?
Comunque, io la raggiungo e
la prendo in braccio. Vedo il suo collo che casca all’indietro e le braccia
deboli… Cammino per un po’ prima di arrivare finalmente a casa. Appena
l’appoggio sul letto, lei prende un grosso respiro e si sveglia.
-Che è successo!? Ah!- Mi
chiede portandosi direttamente la mano verso la guancia. Le fa male ancora.
-Lascia che ti guarisca- Le
dico prendendo uno straccio bagnato e tamponando la sua guancia.
-Ah! Fai piano!- Mi grida
appena lo straccio viene in contatto con la sua pelle.
-Chi era quello che ti ha
aggredita, Heather?-
-Ecco…- Sembra non volermi
rispondere e si alza girandomi le spalle. Lo so che è stato uno shock per lei
ma deve dirmi chi è!
-Heather… ti prego! Devo
sapere. Non fare l’orgogliosa anche in questi momenti-
E’ così testarda in fondo, ma
anche dannatamente bella in ogni circostanza… questo lo devo ammettere.
-Va bene allora. All’età di
quattordici anni, io e lui ci incontrammo fuori da una pizzeria.
Ci innamorammo profondamente
e per alcune settimane dopo quel giorno, eravamo già fidanzati ed eravamo
soprattutto molto felici insieme. In quegli anni io non ero mai stata così
orgogliosa come lo sono tutt’ora e infatti è stato lui la causa del mio
cambiamento.
Un giorno una mia ex amica
mi venne a riferire che lui, visto che ogni notte andava fuori senza dirmi
dove, si faceva quattro donne alle mie spalle e mi disse anche che quella
stessa notte sarebbe toccato a me.
Io scappai immediatamente
prima che potesse ritornare a casa… ma invece ritornò più presto del previsto,
completamente ubriaco.
Lui non mi permise mai di
scappare da quel giorno fino a quelli seguenti e mi proibì di uscire di casa.
Se mi avrebbe visto uscire, anche solo divertirmi o parlare con un uomo, mi
avrebbe picchiata.
Io però tentai parecchie
volte di scappare ma lui ogni volta mi scoprì.
Da quel momento mi picchiò
tutte le notti e tutte le notti piangevo disperata… era un inferno… fino a
quando non decisi di non aprire più il mio cuore a nessun uomo sulla faccia
della terra e di diventare spietata proprio come lui aveva fatto con me.
Riuscii a scappare solo
quando, un giorno, stufa di lui non gli diedi un calcio nelle parti basse. E da
lì… cambiò la mia vita- Concluse.
-Heather, io so di averti
dato questa impressione di me…- Mi alzo e le accarezzo il viso – ma sappi che
era il mio orgoglio che parlava. Non io… Non io…-