Il giorno dopo perciò io e i miei genitori ci recammo all’ aeroporto di Brindisi a prendere mio fratello: appena lo vidi corsi ad abbracciarlo: cavolo, erano due mesi che non ci vedevamo! Nel tragitto verso il nostro residence ci raccontò tutto ciò che aveva fatta nei mesi precedenti e, arrivati a casa, ci cambiammo per festeggiare in pizzeria il suo ritorno, invitando anche la sua fidanzata con la famiglia.


L’indomani era il 19 Giugno, il giorno dell’uscita di Believe, il primo CD di Justin che avrei comprato. Appena sveglia andai a controllare il profilo di twitter di Justin, che aveva tappezzato con tweet riguardanti l’uscita del suo nuovo album, seguito dal suo personale “countdown”: si, così l’aveva definito, “personale”, giorni prima aveva scritto che fare il countdown fino al giorno dell’uscita di Believe era una cosa sua, una cosa che avrebbe fatto al passare delle ore.
Perciò la mia eccitazione non fece che salire, e non vedevo l’ora di avere quel CD tra le MIE mani; ma sapevo che non l’avrei comprato il giorno stesso, perché ero convinta che sarebbe stato impossibile trovarlo già nei negozi.


Fortunatamente nel primo pomeriggio Emma, sempre la mia salvatrice, mi mandò un messaggio, dicendomi che uno dei negozi di musica del Centro aveva già Believe, e che lei ci sarebbe andata verso le 5 e mezza.
Dopo averlo detto a mia madre, che ovviamente si offrì (o forse la obbligai?) di accompagnarmi, iniziai a prepararmi, non facendo altro che pensare che quella sera avrei avuto tra le mani QUEL CD!


Alle 5 partii di casa e mezz’ora dopo ero davanti al negozio a mandare messaggi ad Emma che ancora non si era fatta viva. Mi rispose dicendomi che sarebbe arrivata in ritardo, allora io e mia madre iniziammo a girare per i negozi. La grande impazienza che provavo stava per prendere il sopravvento, e mi fece pensare di andare a comprare il CD prima dell’arrivo di Emma, ma fortunatamente tornai subito in me e mi raccomandai di essere paziente.

Finalmente, dopo una lunghissima mezz’ora di attesa Emma arrivò e corsi al negozio. Mi sentivo quasi morire per la felicità e, entrate nel negozio, non riuscivamo neanche a chiedere al commesso cosa volevamo, e prima di calmarci dovemmo fare un lungo giro all’interno del negozio.
Ci decidemmo quindi a chiedere al cassiere ciò che stavamo cercando, e quando ci porse i CD… WOW! Non sapevo che fare, così pagai, lo ringraziai e uscii dal negozio con le lacrime agli occhi. Ero… non lo so… provavo una sensazione indescrivibile, e ogni volta che guardavo Emma sapevo che poteva capirmi, sapevo che provava le stesse cose che provavo io! Mi sentivo emozionata e felice, ma allo stesso tempo ero impaziente di ascoltare quelle canzoni.
Mia madre non si spiegava il perché della mia reazione, in fondo non capiva e ancora non capisce che grande famiglia è quella delle Belieber, non sa che l’amore per Justin e per tutto ciò che lo riguarda è immenso.


Tornata a casa mi appropriai del computer portatile, del cuffione di mio fratello e mi rinchiusi in camera mia per ascoltare quei 16 capolavori. Ogni canzone era completamente differente dall’altra… ogni canzone mi portava a provare emozioni diverse. E da quel giorno gli “haters” erano quasi del tutto scomparsi, i “followers” di Justin su twitter aumentarono a dismisura e lo stesso Justin iniziò a ritweettare (condividere) tutti i commenti positivi delle persone che lo odiavano, ed ero felicissima che grazie a questo album molte persone hanno iniziato a giudicare Bieber per la sua musica e non si soffermavano più all’apparenza.

Tuttavia ero un po’ demoralizzata: si, questo album aveva rivoluzionato il modo di pensare di milioni di persone, però Justin aveva ritweettato degli (come li chiamava lui) “haters”, quando ci sono più di 24 milioni di Belieber che lo sostengono dall’inizio e che non sono mai state notate da lui.
Ma so per certo che tutte quelle fan (compresa me) saranno ricompensate, e lo sono anche adesso, cominciando dall’amore che quel “ragazzo dalla voce d’oro” dimostra per noi, e dalla canzone che ci ha dedicato, “Believe”.