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Autore: Melabanana_    02/07/2012    5 recensioni
Eccomi, stavolta, con una long-fic *^* Spero possa piacervi ùwù
[scritta da Camy]
Dal Prologo:
 XXXX
- Come ti chiami? – la voce del bambino è tranquilla e amichevole. Ma l’altro continua a non rispondere.
Volge lo sguardo al pavimento. Si sente così in colpa.
Hiroto Kiyama. Hiroto Kiyama non è lui … O si?
Il bambino di fronte a lui lo è.
E allora perché suo padre e tutti i sui amici lo chiamavano così?
Non capiva.
- Mi chiamo Hiroto Kiyama – risponde il bambino seduto sulle scale che portano all’entrata dell’orfanotrofio.
- Anche io – risponde l’altro sorridendo.
Poi una folata di vento avvolge i due bambini. Quando quello seduto apre gli occhi,l’altro è sparito.
Chi era lui allora? Lui non era Hiroto Kiyama.
 XXXX
Pairings: HiroMido, BanGaze, accenni DiaMaki e SaginumaHitomiko.
Genere: Commedia, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Jordan/Ryuuji, Xavier/Hiroto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9 Truth



Midorikawa e Hiroto scesero una lunga scala. Sembrava che il tempo si fosse improvvisamente fermato, tutto era immobile.
Dov’era il sole? Gli mancava terribilmente il tepore dei suoi raggi.
Le scale finirono. Era il capolinea.
Davanti a loro si apriva un’immensa stanza dai pavimenti di metallo. C’erano grandi capsule con strani liquidi azzurrognoli all’interno.
Quel posto era terribile, faceva venire la pelle d’oca.
Midorikawa si mise una mano alla testa: ancora quella voce, stavolta più forte.
Hiroto lo afferrò prima che potesse cadere, lo guardò preoccupato ma non disse nulla.
Midorikawa.
- Mi chiama! – esclamò Midorikawa – Continua a chiamarmi!
Hiroto gli mise una mano sulle labbra e gli fece segno di non urlare.
Dei passi, due persone che andavano in quella direzione.
Prese il ragazzo tra le braccia e si nascose dietro uno dei contenitori, quello doveva essere stato un laboratorio.
Doveva essere stato perché adesso non lo era più, molti oggetti erano rotti e c’erano tantissime schegge di vetro a terra.
Hiroto si sporse solo un po’ per vedere le due figure.
Rimase interdetto, stupito, e per un attimo credette di essere impazzito.
C’era un ragazzo con i capelli rossi, era simile a lui, aveva solo i capelli rialzati verso l’alto. Doveva essere la persona che aveva fatto del male a Gazel, doveva essere lui.
- Quello lì… - mormorò Midorikawa – E’ il cattivo.
Il ragazzo affianco invece era simile al ragazzo con i capelli verdi, solo che anche lui aveva i capelli rivolti verso l’alto.
- Reize. – mormorò Midorikawa – Lui è quello che si è finto morto.
Hiroto guardò il ragazzo che se ne stava ancora fra le sue braccia, come faceva a sapere queste cose? L’aveva già vista questa storia?
Il rosso sorrise – Che dite se uscite di lì?
I due ragazzi si alzarono.
- Sei stato tu a uccidere le persone di sopra? – urlò Hiroto.
Gran annuì – E se vuoi saperlo ho anche picchiato il vostro amico con gli occhi di ghiaccio, è stato divertente.
Midorikawa scuoteva la testa, il suo sguardo si posò sugli occhi cenere del suo sosia, lui lo stava chiamando, si, era proprio lui.
- Reize. – sussurrò Midorikawa, l’altro annuì debolmente. Uno sguardo di gesti e sussurri che Gran e Hiroto non percepirono.
- Adesso ti ucciderò, così vedremo chi è quello vero.
Quello vero? Adesso sapeva chi era il ragazzo nei suoi incubi, quello che lo fissava con dei penetranti occhi verdi.
Era sé stesso, più o meno.
- Siamo stati creati tempo fa, per rimpiazzare le deboli menti di voi umani. – disse Gran sorridendo beffardo – Quindi adesso dovete morire.
Creati? Quale pazzo avrebbe fatto una cosa del genere?
- Chi vi ha creati? – chiese Midorikawa, il suo respiro era poco regolare, ansimava.
- Non abbiamo mai visto il suo viso. – rispose Reize – Mai.
- Non ho voglia di giocare. – mormorò Gran – Facciamola subito finita.
Posò lo sguardo su Midorikawa, era a terra e non riusciva a reagire. Stava male, incredibilmente male.
- Iniziamo da lui.
Hiroto guardò l’amico preso di mira, non l’avrebbe lasciato morire, non ora che si era innamorato.
Gran alzò lentamente il braccio – Muori.- ordinò.
Immediatamente tutte le schegge di vetro a terra si alzarono e andarono ad accerchiare Gran che sorrise.
Poi serrò il pugno – Game Over.
Midorikawa chiuse gli occhi ancora una volta. Adesso sarebbe morto.
Ma ancora una volta non sentì niente, vide solo alcuni vetri cadere a terra insieme a del sangue.
Hiroto aveva le braccia aperte ed era davanti a lui.
Midorikawa vide la maglietta del rosso macchiarsi di sangue, lo vide cadere sotto i suoi occhi, impotente.
Gran che sembrava piuttosto deluso – Avrei voluto parlare un po’ con te, Kiyama.
L’altro tentò di ridacchiare – Parla allora.
L’altro divenne incredibilmente serio, gli diede un calcio nello stomaco – Io.Non.Sono.Una.Copia. – sibilò.
Reize era fermo. Si morse un labbro. Alla fine era andata così?
Non c’era via d’uscita? Era diventato un assassino senza scrupoli. Non era più Gran, non era più la persona che aveva visto per la prima volta in quel laboratorio.
Quel sorriso felice sul volto.
Quei giorni erano davvero conclusi, conclusi nel peggiore dei modi.
 
********
 
- Copie? Creati? Davvero? – chiese Maki confusa.
Hitomiko annuì – Sono stati creati tempo fa, da mio padre.
- Perché? – chiese Saginuma – Perché fare una cosa del genere?
- Perché il mio fratellino era stato ucciso.
Scese il silenzio. Reina si teneva una mano sulle labbra, aveva gli occhi lucidi.
Anche Hitomiko li aveva, parlare del fratello le metteva un’enorme tristezza.
Saginuma le porse un fazzoletto – Non pianga.
Lei lo prese e sorrise debolmente.
- DOBBIAMO ENTRARE LI’! – Burn diede un calcio al cancello – Non lo lascerò vincere!
Gazel gli mise una mano sulla spalla – Calmati. – mormorò.
- No! – esclamò.
Mentre i due discutevano Diam si era seduto davanti al cancello, guardava ancora una volta le rovine di quel Luna Park.
- Midorikawa.
Maki gli si avvicinò – Vedrai che lo salveremo. – lei provò a sorridere, ma era spaventata. Anche lei aveva paura per i suoi amici.
Reina si affianco alla ragazza – Piangi anche tu, Maki?
Lei annuì – Si, ho paura. – singhiozzò. L’amica l’abbraccio e dopo anche Diam.
 
- La deve pagare per quello che ti ha fatto! – esclamò Nagumo infuriato.
Gazel gli diede uno schiaffo – Basta Haruya.
L’aveva chiamato per nome. Burn rimase in silenzio, sorpreso più per aver sentito il suo nome uscire dalle labbra perfette di Fuusuke che non per lo schiaffo.
- Sai perché voglio fargliela pagare? – chiese Burn.
I suoi occhi miele adesso fissavano il terreno arido e bruciacchiato.
Gazel scosse la testa – Non me lo ricordo.
- Non lo devi ricordare. – mormorò il rosso.
Prese il viso di Fuusuke tra le mani e lo baciò dolcemente – Non puoi ricordarlo – mormorò ancora.
Perché non l’aveva mai detto.
Maki si asciugò le lacrime – Burn ce ne hai messo! – urlò, contenta per i suoi amici.
Reina rise.
- Ragazzi…- mormorò Hitomiko – Entriamo anche noi.
I ragazzi annuirono.
Pronti per la prossima sfida. 

******

 
- Perché li hai creati? – la ragazza non sapeva cosa era passato per la testa del padre.
Lui non si degnò nemmeno di voltarsi – Hiroto è tornato e aveva bisogno di un amico.
 
Così facendo li aveva portati alla rovina. Perché alla fine, c’è qualcuno di davvero cattivo?

*AngolodiCamy*
SeraH - wow oggi ho aggiornato due fic **
Scusate il capitolo corto ç uuuuu ç I'm so sorry - e scusate anche eventuali errori, ma sono sono davvero stanca.
Però avevo voglia di scrivere e aggiornare.
Mancano tre capitoli e l'epilogo .u.
Riusciranno Hiroto e Midorichan ad uscire di lì? E se lo daranno un maledetto bacio - come Burn e Gazel -?
Hiroto: Speriamo di si **
Grazie a tutti quelli che seguono la fic e la leggono.
Un ringraziamento davvero speciale a Lù, che segue sempre questa fic çuuuu ç Grazie <3
Camy


   
 
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