La
rivincita
ovvero:
come
le ragazze dai capelli corti si fanno valere
Capitolo
VII
– Finalmente insieme…
“Great
Sayaman.” mormorò il ragazzo verso
l’orologio.
“Gohan,
volevo dire, Great Sayaman, c’è un problema nel
distretto nove. Un edificio ha
preso fuoco, e non riusciamo a spegnere l’incendio. Abbiamo
bisogno di te, si
pensa che ci siano ancora persone all’interno.” si
sentì chiara e forte la voce
del commissario, che chiedeva aiuto all’eroe della
città.
“Arrivo
subito.” concluse Gohan alzandosi in piedi chiedendo al
professore se poteva
uscire d’urgenza, e dopo aver ricevuto il permesso, corse
fuori dalla classe,
velocissimo.
Videl
lo
seguì a ruota. Quanto diavolo erano scomode le ballerine che
indossava!
“Gohan!”
lo
chiamò da lontano, ma lui non la sentì,
perché era troppo concentrato sulla sua
missione e stava già salendo le scale due a due per arrivare
al tetto, dove la
ragazza lo raggiunse poco dopo. Gohan aveva già indosso il
suo costume da
supereroe (che molti avevano paragonato a un revival dei Power Rangers)
e
avrebbe spiccato di lì a poco il volo, se Videl non
l’avesse fermato
stringendogli il bordo del mantello.
“Ehi,
eroe!
Ti sei forse dimenticato che siamo una squadra?” gli disse
risentita la
ragazza.
“Videl!”
Gohan toccò subito terra quando la vide e si
avvicinò a lei.
“Videl,
lo
sai che non voglio che tu venga con me quando ci sono delle situazioni
troppo
pericolose.” spiegò il mezzo sayan guardandola,
preoccupato.
“Gohan,
vestito elegante o meno, io sono sempre io. Lo sai che ti
seguirò comunque, per
qualsiasi motivo, dal più banale al più
rischioso.” allargò le braccia la
ragazza, con la sua solita schiettezza, per niente spaventata da
qualsiasi
situazione avrebbero dovuto affrontare, insieme.
Il
ragazzo
sospirò. “… Temevo me lo ricordassi.
Dai allora, trasformati e andiamo. Hanno
bisogno di noi.” Videl fu contenta di quel
noi.
La
ragazza
fece per spingere il bottone del suo orologio per diventare Great
Sayagirl,
quando si accorse che l’orologio, ovviamente, non era
riapparso magicamente da
prima.
“Oh
no, non
ho con me l’orologio!” si lamentò.
“Allora
vieni
così come sei, tanto chiunque in questa città sa
chi siamo.” sbuffò il mezzo
sayan. La sua copertura di Great Sayaman ormai era più una
forma estetica che
un requisito…
“Ok.”
I
due
spiccarono il volo, ma Videl, imbarazzata, si bloccò subito.
“Gohan!”
chiamò.
Il
ragazzo si
girò. “Che c’è? Oh.” Gohan notò che
il vestito di Videl non andava esattamente d’accordo con la
forza del vento,
che lo spostava avanti e indietro. Di sicuro, non poteva volare in
quelle
condizioni.
“Non
stare
lì impalato! Aiut- ehi!” Gohan la prese in braccio
a mo’ di sposa e lei fu
davvero stupita dell’intraprendenza del giovane. Da quando
era diventato così
audace?
“Sbrighiamoci,
dobbiamo arrivare il più presto possibile, abbiamo
già perso un sacco di tempo!
Tieniti forte!” disse partendo alla massima
velocità.
La
ragazza
si sentì davvero in colpa. Come ho
potuto
essere così stupida? Se non avessi indossato questo dannato
vestito tutto
questo non sarebbe successo.
°^°
Che
imbarazzo!
pensò Gohan, voglio solo arrivare
il più presto possibile nel luogo dell’incendio.
Non che mi dia fastidio tenerla in braccio, per
carità…
Che
imbarazzo! si
disse la ragazza solo
che arriviamo al più presto al palazzo in fiamme. Non che mi
dispiaccia essere
tenuta in braccio da lui…
Nessuno
dei
due parlava, ma se si fossero letti nella mente, di sicuro avrebbero
risolto
subito i loro problemi. Nel frattempo la ragazza si godeva quel dolce
contatto
con il giovane. Perché riuscivano a stare insieme, da soli, solo quando il ladro di turno
voleva rapinare una banca, o il
solito idiota andava in giro contromano ai duecento all’ora?
Videl non poté far
a meno di sospirare e pensare che bisognava aver pazienza, e che presto
il
lieto fine sarebbe arrivato anche per loro due. O almeno, lo sperava! E
quante
prove avrebbero dovuto superare
insieme
ancora!
“Eccoci!”
annunciò Gohan, interrompendo i pensieri della giovane, vedendo il fumo partire da
un’alta
costruzione. Scesero a terra dove li aspettavano trepidanti il
commissario di
polizia e il capo dei vigili del fuoco.
“Qual
è la
situazione?” Videl chiese subito, pragmatica, non notando che
tutti i presenti
stavano fissando il suo bizzarro nuovo look. Non
le si addice, pensò il commissario.
“Il
fuoco
non riesce ad essere domato facilmente, per colpa del vento proveniente
da Est.
Inoltre oggi era il giorno della famiglia, quindi vi erano molte
più persone
del solito negli uffici, siamo riusciti a salvare diverse persone, ma
non
sappiamo con esattezza se sia rimasto qualcuno dentr-“ il
capo dei vigili del
fuoco fu bruscamente interrotto da un uomo con la giacca elegante
spiegazzata e
la cravatta bruciacchiata, evidentemente un impiegato di
quell’azienda, che era
stato da poco salvato, che si parò davanti al duo di eroi.
“Vi
prego
fate presto! Tommy è ancora lì dentro!”
urlò con le lacrime agli occhi l’uomo.
“Chi
è
Tommy?” chiese preoccupato Gohan.
“È
mio
figlio! Dovete fare presto! Se ne stava a gironzolare per il mio
ufficio,
quando l’ ho inavvertitamente perso di vista! Oh povero me,
il mio bambino…”
continuò a piangere l’impiegato.
Senza
dire
nulla di più Gohan si alzò in volo prontamente, e
si concentrò al massimo per
sentire se era rimasta ancora l’energia vitale di qualche
persona ancora
intrappolata nel palazzo.
…Sì!
Una
flebile lucina stava ad indicare che vi era ancora qualcuno. Era vivo,
ma la
sua esistenza era appesa a un filo, perché la luce stava
diventando man mano
sempre più fioca.
L’eroe
si
bagnò con un secchio d’acqua prima di entrare in
quella fornace e si tolse il
mantello, perché poteva prendere fuoco, e si diresse
immediatamente verso il
piano in cui il bambino era rimasto intrappolato. Ruppe una finestra ed
entrò.
La temperatura era insopportabile e si faceva fatica a tenere gli occhi
aperti,
tuttavia Gohan non si fece per niente intimidire e corse verso il luogo
in cui
era custodita la preziosa luce di vita del bambino. Corse per tutto il
corridoio e arrivò davanti a una porta sbarrata da una trave
che era caduta a
causa del fuoco.
Dietro
quella porta c’era una persona da salvare, quindi il ragazzo
non perse tempo.
Usò entrambe le mani per spostare la trave che era
incastrata tra il tetto e il
pavimento, quando una voce lo fermò.
“Gohan,
fermo!” Videl gli urlò contro. “Non
farlo! La trave è attaccata al tetto e lo
sostiene. Se la sposti rischi di far crollare tutto!”
Eh
già.
Videl durante tutto questo tempo aveva seguito silenziosamente il
giovane, che
non si era accorto di nulla se non quando l’amica
l’aveva chiamato. Il suo
vestito era visibilmente rovinato, e l’orlo era completamente
distrutto. Beh,
dite quel che volete ma salvare la città in ballerine non
doveva essere così
semplice!
“Devo
farlo.
Sosterrò io stesso il tetto, mentre tu vai a prendere il
bambino. Non ci resta
molto tempo.” spiegò Gohan velocemente.
Si
può dire
che Videl fosse la mente del duo di eroi. Certo, anche a lei piaceva
agire
nelle situazioni nelle quali non si vedeva alcuna via
d’uscita, ma era
preoccupata che il tetto non avrebbe retto in tutta la sua interezza,
seppur
sostenuto da Gohan, e poteva
ulteriormente ferire il piccolo intrappolato. La sua mente ragionava
alla
velocità della luce per trovare una soluzione sicura e in
poco tempo. A un
certo punto la ragazza notò una bocchetta
dell’aria che arrivava direttamente aldilà
del bagno dove era rimasto Tommy. Non era molto larga ma lei era sicura
che
sarebbe stata in grado di passarci attraverso.
“Aspetta,
Gohan!”
lo chiamò “ penso di riuscire ad introdurmi nel
bagno tramite quella bocchetta
laggiù” disse mentre gliela indicava, “
così non rischiamo che il tetto crolli.
“ concluse.
“Mi
stai
prendendo in giro? La temperatura è insopportabile qui
dentro, e quel passaggio
sarà rovente. Non ti permetterò di passarci
attraverso.” gli rispose il ragazzo
in modo autoritario, tentando di sollevare la trave caduta, non
prendendo
minimamente in considerazione la proposta di Videl.
Qui
stiamo perdendo troppo tempo,
pensò la ragazza, è ora
di agire per conto mio.
E
prima che
Gohan se ne potesse accorgere, la giovane dai capelli corti tolse la
copertura
dalla bocchetta e vi si infilò dentro.
“Videl,
torna qui, subito!” gridò Gohan furibondo.
Troppo
tardi,
rispose mentalmente lei.
Controvoglia
Videl ammise che faceva davvero
caldo. Le mani le bruciavano così come le ginocchia che
erano a contatto con il
metallo rovente della bocchetta, ma non si lamentò per
questo. Aveva passato
delle situazioni peggiori di questa. Rimpiangeva però il suo
solito costume da
Great Sayagirl.
“Ehi,
Tommy!” gridò “ Tommy, riesci a
sentirmi?”.
Nessuno
gli
rispose quando uscì dalla bocchetta respirando
affannosamente. La ragazza notò
subito il piccolo sdraiato per terra. Era incosciente, ma vivo.
Devo
subito portarlo fuori di qui,
questo bambino ha bisogno di cure.
Fece per prenderlo in braccio, quando la porta del
bagno si aprì con violenza. Da fuori, un Gohan decisamente
arrabbiato la
guardava serissimo, e le faceva segno di uscire.
“Come
hai
fatto…?” gli chiese stupefatta.
“Ho
rimesso la
trave al suo posto. Ora non cadrà più. Usciamo,
presto. Ho molto di cui
parlarti.” Il tono di Gohan era quello che usava (raramente)
per dare degli
ordini che dovevano essere eseguiti immediatamente. Videl
pensò a quanto Gohan
fosse potente per riuscire ad alzare una trave in fiamme e rincastrarla
al suo
posto e che quando usava quel tono con lei sembrava quasi un adulto .
La
ragazza si sentiva un po’ in colpa per avergli disubbidito,
ma il bambino era
in salvo, no? Videl l’aveva passato alla forti braccia di
Gohan , e ora ,
insieme, correvano verso l’uscita da quel rogo.
Quando
successe l’impensabile.
Il
vestito
di Videl era ormai malandato e, mentre correva, un suo lembo si era
impigliato
a una sporgenza nel muro. Videl strattonò forte, ma non
riuscì a tirarlo fuori.
Vide che Gohan era già lontano, stava correndo fuori con il
bambino, e non
pensò neanche per un secondo a chiamarlo, dato che le era
parsa un’inezia il
fatto di essere rimasta incastrata lì. Forse non avrebbe
dovuto sottovalutare
ciò, e il fatto di essere rimasta da sola.
Il
tetto,
come lei temeva, non era abbastanza solido, e la ragazza
sentì solo uno
scricchiolio inquietante prima di vederlo cadere lentamente su di
sé.
Fece
in
tempo solo ad urlare un nome, disperatamente.
“Gohan!”
Il
ragazzo
si girò, ma non vide nient’altro che macerie.
***
Angolo
dell’autrice
Ok,
sono
pronta! *si mette in posizione da martire pronta a ricevere pietre e/o
ortaggi
marci*
Cavoli,
lo
so che mi vorrete tanto male adesso! (Anche se morirei per vedere le vostre facce dal
“Quando successe
l’impensabile” in poi)
Beh,
come
avrete certamente notato, quando parlavo di un colpo di scena intendevo
IL
colpo di scena per eccellenza, quello che (spero) vi lasci con il fiato
sospeso
fino al prossimo capitolo!
Che
ne
dite, siete sulle
spine di una rosa o di
un cactus adesso? xD
Spero
che
continuerete a seguire questa storia anche se ha preso questa piega un
po’ inaspettata
di azione/dramma. (Varierà questa piega nel corso della
storia? Non ve lo dico.
U.u”) Ma in fondo, bisogna lottare per raggiungere i propri
sogni e l’amore,
non credete?
Grazie
davvero per i complimenti per lo scorso capitolo e per i suggerimenti
per i
nomi del gattino (sono tutti adorabili! :3) e un sacco pieno di
“VI ADORO” ai
seguenti recensori: Ethel00, amy99, Seele, ScandalousLaRabiosa, Sah96,
SweetNemy, mikchan,
normina e Darma!
Siete
tutti
fantastici! (anche voi che leggete solo, ma come faccio a darvi un nome
se non
recensite? ;) )
Ringrazio
anche chi non mi lancerà oggetti appuntiti o materiale
radioattivo. (sto
parlando seriamente. u.u)
Alla
prossima!^^
Frulallas
…
In molti
mi dicono che le mie anticipazioni fanno venire un po’ di
ansia e di
apprensione per il capitolo successivo, ma sarei davvero una iena se
non vi anticipassi
qualcosa del prossimo! (poi mi piacerebbe sapere secondo voi come
continuerà la
storia!) tuttavia, non rinuncerò alle mie anticipazioni
super bastarde! ;) Mi
odierete…
sob…
Ecco a voi
quella del capitolo VIII : “… e già
separati.” (per capire il senso del nome
del capitolo dovete collegarlo con il nome del VII)
‘
“Io… io non ce la f-faccio
più…”
la vista le si annebbiò per un istante, mentre i suoi
polmoni richiedevano aria
fresca e pulita e ricevevano solo quantità enormi di fumo
sporco e denso.
Da
sola, non ce la faccio. , pensò
Videl ormai sconfitta dalla stanchezza, mentre finalmente chiudeva gli
occhi e
si distendeva sul pavimento.’