“NON E’ UNO SCHERZO!, sbottò Brad,
E’ la verità, anche la storia che ti ho detto prima, quella della mareggiata,
non è uno scherzo!
Sentendo quella
voce forte ed autoritaria nella propria testa, Christine si fermò ad ascoltare
ciò che quella presenza misteriosa voleva dirle. Certamente era sconvolta per
quanto le stava accadendo, non era da tutti i giorni sentire voci nella propria
testa, soprattutto se autonome ed indipendenti. Ma se reclamava così tanto la
verità… perché non concedergli un’occasione?
Ti ascolto.
Brad tirò un
sospiro di sollievo, per quanto potesse fare in quel corpo. Questo era il più
grande passo avanti in cui avesse mai potuto sperare.”
P.D.R.
– Problemi di Reincarnazione
John Collins
posò le chiavi della macchina sulla ciotola svuota-tasche nell’ingresso, si
tolse l’impermeabile beige e tirò un respiro profondo. Poi chiamò a gran voce
la figlia, dirigendosi verso la sua camera, illuminandosi subito dopo averla
raggiunta.
- Ah, già,
che stupido! – si portò una mano alla fronte, come uno schiaffo- Diane mi ha
detto che l’ha svegliata, quindi sarà già a scuola!
Era rimasto
molto colpito dalla ‘stramba’ reazione della figlia al suo matrimonio, ma non
potevano farci entrambi niente: era meglio per tutti. Beh, forse non per lei.
John non riusciva a spiegarsi come mai la polizia l’avesse trovata ridotta in
quello stato e, contando sulla sua buona salute ritrovata, aveva deciso di
prendersi un permesso per parlare faccia a faccia con lei. Ma non era in casa.
– Sono un po’ sbadato ultimamente…
- Ma no,
‘Mister’ – disse una voce maschile mentre entrava in cucina – E’ che è un
periodaccio per tutti. Non si preoccupi più di tanto, passerà. Quello che non
passa è che ero affezionato a questo barattolo dei biscotti, e ora è un insieme
confuso di vetri misti a briciole...
L’uomo fissò
il ragazzo: Nikolas, il figlio primogenito di Diane, stava brandendo una scopa
per raccogliere su una paletta il barattolo dei biscotti.
- Devo
dedurre che Christine ha fatto colazione? – chiese John, salutando il
figliastro che, in cambio, lo chiamava “mister” per via del suo vecchio ruolo
nella squadra di football maschile del college. A Nikolas piaceva quella
presenza maschile in famiglia, un po’ perché non ce n’erano altre e un po’
perché era un uomo di politica e lui, da grande, sognava di diventare
Presidente degli Stati Uniti. – Non capirò mai cosa passa per la testa di
quella ragazzina!
- Beh, in
effetti… prima finisce in pericolo di morte, poi ha reazioni convulse e
distrugge il mio barattolo dei biscotti – Nik fece un cenno di diniego con la
testa – Però può essere un periodaccio anche per lei.
- Ouff! –
uscì dalla cucina per farsi seguire dal moro – Tu e il tuo ottimismo! Sei un
Presidente perfetto!
Raggiunsero
lo studio del senatore. A Nikolas piaceva un mondo fare le cose da grandi anche
se, quando ci pensava, si sentiva più piccolo di quel che era. Aveva vent’anni
giusti giusti, compiuti appena un mese prima. Era molto intelligente e pure
carino, a scuola era stato classificato come il quarto ragazzo più bello di
tutte le sezioni. Non era chissà che cosa, ma ne andava comunque orgoglioso,
visto che era una frana con gli appuntamenti con le ragazze e che, in questo
modo, doveva acquisire molto più fascino. Purtroppo il suo carattere non era compatibile
con quello di nessuna ragazza del college che gli andasse dietro. C’era una
fata, la sua, ma non lo filava manco di striscio. Per lui, il matrimonio di sua
mamma era un’ottima occasione per impratichirsi e comprendere meglio come ci si
comporta col gentil sesso, ma ancora una volta il destino aveva deciso di
giocare solo con lui: Christine, infatti, non si era ancora dimostrata essere
una ragazza facile, ma Nikolas non si dava per vinto e si era gettato in
quest’impresa impossibile.
- Tu sai
qualcosa? – interruppe i suoi pensieri John, sedendosi dietro la sua scrivania
mentre osservava noioso le carte che gliela riempivano.
- Riguardo
a..?
- A mia
figlia! Non c’è politica che mi possa interessare più del bene di Chris,
soprattutto adesso!
Annuì, ma portò
lo sguardo alle sue scarpe da ginnastica. – Oggi non ho scuola, la rimozione
dei pannelli d’amianto nel corridoio ha bloccato tutto il piano e ci faranno
entrare nel pomeriggio – l’uomo lo guardò storto ma interrogativo – Se vuole
posso andare a vedere come sta.
- A scuola?
- Beh, sì, ma
non penso sia lì..
- In base a
cosa lo dici, scusa?
-
Semplicemente per il fatto che è stata ridotta in fin di vita appena due giorni
fa e giusto oggi si è ripresa. Io, fossi in lei, non andrei a scuola come prima
cosa.
- Ti
vendicheresti?
- .. forse,
ma non credo che lei lo stia facendo..
non c’è molto da vendicarsi, secondo me.
Sospirò un
paio di volte. Era una follia, non poteva credere che fosse reale, ma questo
non lo doveva pensare, non in quel momento.
Prima avevi detto che ti
chiamavi.. Louis, giusto? Brad , corresse lui, Brad
Louis. Non chiamarmi per cognome visto che abbiamo la stessa età… Davvero?
Christine
sentì qualcosa scivolargli giù per lo stomaco, uno strano groppone. Si sentiva
a disagio. Ma non doveva, doveva dare a quel Brad un’occasione. Non poteva
essere vero, ma lo era. Sentì di nuovo la sua voce maschile, decisa ma al tempo
stesso timorosa, e dovette abbandonarsi all’idea di dover utilizzare la sua
testa in un modo diverso dal solito juke-box musicale. E anche informatico,
naturalmente.
Brad iniziò
di nuovo la sua spiegazione dei fatti, e il ‘qualcosa’ che scivolò nello
stomaco di Christine si fece sempre più pesante. Stava parlando della loro
comune età.
Il.. il tuo Angelo della
Morte.. lo stava segnando su un blocchetto poco prima di.. prendermi? Sì, beh… eri
ancora viva… E poi? Che è successo, dimmi. Beh, non potevo starmene lì con le mani in mano! E mi hai salvata. Proprio
così. Ora tocca a te spiegarmi come eri finita lì in quella situazione.
No, non
voleva parlarne ancora… guardò l’ora segnata sul display dell’ orologino
digitale che aveva al polso: erano le 9. Aveva bigiato un’ora di scuola.
Non era la
prima, e non sarebbe stata nemmeno l’ultima.
S’incantò su un taglio profondo sul braccio sinistro, proprio sotto
l’orologio. E’ un motivo strettamente
personale, non c’è molto da aggiungere. Sì,
ma…Ehi, se la vuoi proprio tanto sapere la
mia storia.. ma non scaldarti tanto! Mah,
sai, visto che io ti ho raccontato la mia per ben due volte, sarebbe opportuno
che tu faccia lo stesso con.. E’ già molto che sto cercando di far finta di
niente col fatto che sto parlando nella mia testa ad uno sconosciuto! Ma subito dopo si accorse della cattiveria della
sua affermazione e si scusò, raccontando la sua storia. Volevo
farla pagare a mio padre, ma i ragazzi ai quali mi sono rivolta hanno preso la
cosa da un punto di vista.. che non mi andava proprio a genio! Beh, devo dire che hanno scelto un metodo sicuro. Come, scusa? Sì, insomma…
se tu fossi morta, avresti raggiunto il tuo obbiettivo! Sì, ma io
volevo mio papà tutto per me, se fossi morta che ne avrei ricavato? Solo dolore
per lui!
Si alzò dalla
panchina e cominciò a passeggiare. Nessuno dei due parlò ancora della
questione, ma Christine sentì i suoi pensieri più vuoti che mai. Era come se
fosse incapace di pensare o di ragionare senza elaborare una frase come se
stesse parlando con qualcuno. E qualunque cosa pensasse, Brad la sentiva.
- Ragazzina!
– gridò qualcuno dietro di lei, non molto distante – Ehi, tu! Tu con lo zaino!
Christine si
voltò piano, sentendo i movimenti come distratti, come in un sogno troppo
reale. – Dice a me?
Quella che
sbraitava era un’anziana signora, apparentemente a modo. Brandiva il suo
bastone come una bacchetta e la borsetta sembrava potesse trasformarsi in una
famigerata arma da guerra. – Sì, proprio tu, ragazzina! Dove credi di andare,
eh?
- Non lo so,
facevo due passi…
- E perché
non li fai verso scuola!
Chris sospirò. Era destino che avesse incontrato
una vecchietta con le idee troppo a posto per non pensare a..
- Stai
bigiando la scuola, non è vero? E che razza di aspetto hai, con tutti questi
tagli… - il suo sguardo divenne più arcigno – Sei forse una bulletta?
- Ma no,
signora, cosa va a pensare…
- Allora chi
sei!
- Ma cosa le
importa!
- Ahhh,
brutta impertinente!
La ragazza
cominciò ad allontanarsi, prima di alcuni passetti, poi molto più rapidamente.
Con tutto quel che le era capitato, non aveva certo voglia di star lì a subire
un vecchietta rognosa! Indica un poliziotto
dietro di lei e scappa, le suggerì Brad tra le risate che non riusciva a trattenere. – Un
poliziotto! – gridò Christine indicando dietro la signora e, mentre quella si
voltava per chiamarlo e far arrestare quella giovane delinquente, se la diede a
gambe, fra le urla e gli insulti dell’amabile vecchietta del parco.
Corse per
qualche centinaio di metri, poi si fermò, sicura che non sarebbe riuscita a
raggiungerla. – Strano – disse guardandosi le gambe riflesse in una vetrina –
Non ho sentito male…con tutte le mie ferite!
Continuò a
fissare la vetrina come in una specie di trance, poi si accorse di ciò che
stava dietro il vetro: un televisore. Trasmetteva il telegiornale di zona. Il
vedere le immagini che trasmetteva le mise addosso un strana angoscia, senza
sapere il perché: c’era una spiaggia affollata, un mare agitato, un’ambulanza…
..no… non può essere…
Sentì nella
sua testa un rantolio sconcertato, e comprese il motivo di quell’angoscia. Si
catapultò dentro al negozio di elettrodomestici e si appiccicò di fronte al
primo schermo che trasmetteva il notiziario.
Era la
rassegna di un decesso anomalo e prematuro. La voce del giornalista era diffusa
in tutto il negozio, emessa da ogni televisore acceso. “E’ stato accertato il
nome della giovane vittima della mareggiata di domenica, sulla spiaggia di Long
Beach, durante la rinomata gara di surf; si tratta di Brad Louis, 16 anni,
indiscusso campione in carica in questa disciplina. L’altro concorrente, Jake
Pelvinton, è stato ricoverato all’ospedale di zona St. Jimmy con gravi ferite sparse, ma non è in pericolo di
morte…”
…
Shock… o
trance? La sensazione che provavano entrambi, come due gemelli, era
probabilmente la seconda, ma non era un dato certo. Brad non riusciva a credere
a quel che aveva sentito e rimase imbambolato senza proferir pensiero;
Christine si sentiva pari a lui, in conseguenza al loro legame. Inoltre stava
vedendo la prova tangibile della verità della storia di Brad. Non poteva essere
vero, eh?
– Posso
esservi utile?
In un secondo
che sembrò durare un minuto intero, la testa di Christine si voltò verso il
commesso del negozio. – Come dice?
- Posso
esservi utile?
- Oh! –
esclamò lei, ricordandosi di essere in un negozio – Oh, mi dispiace, è che..
fuori, dalla vetrina, avevo visto che trasmettevano il notiziario e volevo
sentire la notizia.. mi spiace..
- Beh,
l’avevo intuito – rispose l’altro, sistemando il cartellino del prezzo
dell’apparecchio – Non pensavo fossi interessata ad acquistare un televisore
così vecchio e, per di più, da sola..
Lei si limitò
ad annuire in silenzio e tornò a fissare il televisore. Stavano trasmettendo le
previsioni del meteo. “Da sola..”– Mi scusi per il disturbo… - e uscì
dal negozio, senza degnare di uno sguardo il commesso.
Mi... mi dispiace…
Di cosa?
Di te…
Beh, almeno sarà l’unico
essere umano in grado di vedersi seppellito nella propria tomba!
Già…
… già..
Si rifugiò in
un bar e ordinò un the al limone. Brad lo beveva sempre quando era giù e le sue
emozioni indussero Christine a richiedere al bancone quella bevanda. Lo
sorseggiò lentamente, notando quanta poca clientela c’era attorno a lei. La signorina che le aveva portato la
bibita sintonizzò il vecchio apparecchio televisivo sullo stesso canale del
negozio di prima. Sembrava li volesse perseguitare, c’erano ancora le
previsioni meteorologiche. “ ..e per
domani una lieve perturbazione si abbatterà a sud del paese. Passiamo alle
previsioni specifiche della California…”
Un
particolare della grafica colpì Christine. – Mi scusi – chiese – Che giorno è
oggi?
- Uhm.. il
28.
- Intendo,
della settimana.
- Giovedì.
Christine
sputacchiò un po’ di the, finendo quasi per strozzarsi. – Giovedì? Sicura?
- Certo! –
indicò un calendario alle sue spalle – Qualche problema?
- No… no… -
prese un fazzoletto e si lentamente si pulì gli angoli della bocca, con gran
cura. In realtà la sua mente viaggiava veloce su molti binari di pensiero. Ma che ti è preso!?
Come, non capisci? Oggi è
giovedì! L’ho sentito anch’io, grazie, e
allora? I funerali delle vittime di
incidenti naturali vengono fatti dopo due giorni dal ritrovamento del corpo. Ti
dice niente?
Brad
s’ammutolì. Non c’è più possibilità di
tornare normali…sono già stato sepolto…Sì,
infatti.
- Tutto a
posto?
La barista
aveva un volto preoccupato. – Sicura di star bene?
- Sì, beh…
non proprio sicurissima.. Quanto le
devo?
Passare
attraverso quelle porte e sentire sopra di se un odioso scampanellio stava
diventando una tortura. Quella mattina, uscire da quelle porte comportava un
morale sempre più basso. Due porte su due.
Erano appena
le 9.30 e i due ragazzi, due spiriti uniti in un solo corpo, non sapevano dove
andare e cosa fare. In realtà c’erano molte opzioni possibili, eliminando a
priori il ritorno a casa e l’entrata a scuola. Fu l’incontro con Nikolas a dare
una svolta alla giornata, anche se Christine non aveva minimamente voglia di
vedere qualcuno della sua famiglia.
Comparve dopo
un ampio scampanellio della bicicletta. Il primo impulso fu un atroce attacco
d’ira verso quel suono.
- Dove stai
andando?
- Uhm… - non
alzò lo sguardo, si limitò a fissare i pedali del mezzo – Da nessuna parte…
faccio una passeggiata, un po’ lì, un po’ qui..
- Tuo padre è
molto preoccupato, lo sai?
Annuì.
Nikolas scese dalla bici e le mise una mano sulla spalla. – Non va bene che una
bella ragazza come te se ne vada in girò così, tutta sola, dopo quella brutta
esperienza…
Chris prese
la mano del fratellastro e la gettò giù, quasi sprezzante. Non era da lei
cercar conforto negli altri, o farsi commiserare, soprattutto se estranei.
Nik lo
comprese subito, ancor prima che il suo discorso venisse rifiutato. – Allora…
dopo che ti ho ritrovata e che ho constatato come stai… hai bisogno di
qualcosa?
Sì, rispose subito Brad, approfittando dell’occasione
e cogliendo la palla al balzo, Dì di sì!
- Ehm… veramente
sì.. – Perché??
- Bene, dimmi
pure!
Chiedi la bici! E perché,
scusa, dove vuoi… Poi ti spiego, chiedi la
bicicletta!
Il ragazzo la
stava guardando stranito. – Allora?
- Mi
presteresti la tua bici, per favore?
Di tutte le
cose che si aspettava, quella era l’ultima possibile. Anzi, non rientrava
nemmeno nella lunga lista. – La.. la mia bici?
- Sì, esatto…
- E dove vuoi
andare?
Bella domanda! Non trovi? Sì, ma adesso
rispondi!
- Ehm, beh,
dove vuoi che vada.. mica scappo! Faccio solo un giretto, nulla di che! – ed
espose un gran sorriso a 32 denti.
Nikolas
sembrò essere un po’ dubbioso, ma alla fine cedette. In fondo, pensò, erano
poco distanti da casa, era anche stato molto fortunato a trovarla così in
fretta!
- Sarò uno
scemo, ma va bene.. ecco, tieni! Ho appena aggiustato la catena, quindi per un
po’ non dovrebbe dare problemi- disse porgendole il mezzo – Mi raccomando –
aggiunse poi, bloccandola poco prima che potesse sparire dalla sua vista – Non
ti cacciare in altri guai, okay?
Christine
sbuffò. – E per chi mi hai presa?
- Non lo so.
Tu promettimelo e basta, così siamo a posto!
- Lo sai che
non te lo prometterò mai, Nik. Soprattutto oggi.
E posizionato
bene il piede sul pedale, partì a tutta velocità, lasciando nel fratellastro un
enorme stato di preoccupazione. “Speriamo non le succeda niente.. ma perché ‘soprattutto
oggi’?!?”
Ora ho diritto a sapere
dove stiamo andando, non trovi? Anzi, dove sto andando, perché sono io l’unica
che fa fatica qui! Tsk, fatica.. una piccola
pedalata.. ecco, gira a destra! Dove stiamo andando, Brad! A Long Beach,
che domande… Long Beach? A cinque miglia da
qui?? Sì. Ma tu sei scemo! E perché dovremmo andarci? Perché se andiamo nel cimitero dove si trova il mio
corpo, forse c’è ancora una possibilità di vedere un Angelo della Morte o
qualcuno che ci può aiutare!
- E se accade
il contrario?- La bici si fermò senza
preavviso, in mezzo ad un campo sterrato. -
Dimmi un po’, se non c’è nessuno? Se invece c’è qualcuno che vuole
riportarci allo stato in cui dovremmo trovarci?
Cosa?! E perché! Hai presente
un rapinatore che sfugge alla polizia? E che poi si fa ritrovare sul luogo del
misfatto? Sì, ma non… Noi siamo esattamente come quel
rapinatore. Stiamo sfuggendo ad una legge più grande di noi, probabilmente
siamo ricercati da chissà quali forze dell’aldilà!
In effetti.. i nostri due
Angeli stavano dicendo una cosa simile, ma non sapevano cosa sarebbe potuto
succedere… Considerando che sei sfuggito ad uno di loro, non
dovevano essere i migliori in circolazione! Allora cosa suggerisci di fare,
eh? Sentiamo un po’!
Christine si fermò a riflettere, ascoltando il vento. Era davvero una
situazione bizzarra, e lo sarebbe stata ancora di più se avessero realmente
incontrato qualcuno al cimitero. Ma se invece aveva ragione Brad, se ci fosse
stato qualcuno che li avrebbe aiutati? Se avesse avuto ragione lui, e lei, per
testardaggine, avesse insistito per tornare indietro, perdendo quell’occasione
preziosa?
Però continuava a tornarle in mente quell’altra ipotesi, la sua:
probabilmente, come dei fuori legge, qualcuno li stava cercando e, in un batter
d’occhio, sarebbero diventati due spiritelli, morti stecchiti. Magari pure con
un viaggio di sola andata per l’Inferno, come punizione per la loro bravata…
Scosse la testa. – E’ un’idea troppo strampalata, la mia, per poter
avverarsi. E poi l’Inferno non esiste…
Quindi? Rimise il piede sul pedale. Si riparte. Long Beach, stiamo arrivando!
Il cartello di marmo diceva semplicemente “Graveyard” , quel cimitero non
aveva un nome o quest’ultimo era stato staccato dalla lastra. Probabilmente,
però, era un cimitero anonimo. Solitamente nei film si vede un cimitero
spettrale, buio ed oscuro, con grida ululanti dei vecchi spiriti intrappolati
nel vento, mentre un gatto dagli occhi a faro segue il protagonista aumentando
l’ansia della scena. Solitamente poi, è notte in quelle occasioni. Non quasi le
undici del mattino.
Così il cimitero era, sì, anonimo, ma non era ne spettrale ne buio ne
oscuro. Le lapidi erano in un bel marmo grigio, scolpite a macchina e le
lettere riempite di una pasta nera o bianca, per renderle più evidenti a
seconda del tipo di marmo utilizzato. Alcune avevano delle foto sorridenti e
altre dei motivi angelici; altre avevano a lato delle miniature vere e proprie
di angeli o Madonne, come statue di piccola o media statura che vegliavano sul
defunto; altre non avevano nulla, ne una scritta, ne una data, ne un motivo
decorativo; altre ancora, infine, non avevano nulla, se non un nome scritto
malamente a mano con un pennarello indelebile.
Christine passava fra tutte quelle tombe come un fantasma, e ce n’erano
molte, senza dedicare troppa attenzione ai vari nomi e dediche: li scorgeva
semplicemente per trovare il nome che stavano cercando.
- Sicuro di
essere qui, Brad Louis? – chiese facendo scivolare le dita sulle ali di un
angelo. Aveva deciso che era troppo faticoso pensare di parlare con qualcuno; e
poi nel cimitero non c’era nessuno tranne loro due. Avrebbe parlato a voce,
senza gridare, ovviamente.
Certo che sono qui, non mi
senti? Uhuuuu… - Ah ah ah. Molto spiritoso... Cos’era,
una battuta?
- Ah, eccoti!
– esclamò lei, senza rispondergli.
LOUIS JEREMY BRAD
15-3-1989
24-09-2005
Il motivo
decorativo era un’onda galoppante in basso a destra. Non c’erano dediche, o
frasi di devozione: con una vita così breve, non si poteva scrivere ne “marito
fedele”, ne “padre affettuoso” o simili. Qualcuno, però, con una piccola
scrittura femminile, aveva aggiunto, in basso con un pennarello “Splendido
surfista, rimarrai sempre nei nostri cuori”, scrivendo quell’ultima parola con
un cuoricino. Dev’essere una ragazza del
mio fan-club, si affrettò
ad aggiungere non appena gli occhi di Chris la scorsero. Mi spiace per loro…in effetti, quando si muore, per me la
cosa più brutta è sapere che provocherai dolore a molta gente. Non tanto la
morte in sé, visto che ora ho la certezza materiale che c’è qualcosa,
nell’aldilà….
L’emozione
era forte. Dopo aver visto il suo corpo lacerato dalle ferite mortali, dopo
aver visto ed udito il pianto straziato di sua madre, dopo aver sentito la
conferma della sua morte al telegiornale, fu solo dopo aver visto la sua tomba
che Brad realizzò seriamente la gravità della situazione. Prima sembrava tutto
un brutto gioco, un brutto scherzo, il più brutto degli incubi. Dopo tutto
questo, non poteva nascondersi ancora. Era morto. Punto e basta, doveva
prenderne atto. Jeremy era mio padre, si limitò invece a dire.
Christine si
sedette su un sasso abbastanza grande per sembrare un solido appoggio.
- Bene, la
situazione ormai è chiara, non trovi? E ora, Brad?
E ora cosa, scusa, cosa
vuoi fare.. torniamo indietro? Non intendevo ora come adesso. Ora
come giorni, settimane, ora come tempo generale futuro! Ora che facciamo?
Continuiamo tutta la vita così?
.. Vorrei tanto poter dire
di no.. e avere la certezza di quello che dico.
- Sì,
anch’io… sai perché te lo chiedo? Perché non ho la benché minima idea di che
cosa fare. Tu ne hai alcune?
Speravo succedesse
qualcosa, una volta arrivati qui, ma.. a quanto pare il nostro destino è diverso. Diverso da
cosa? Da una vita normale! Speravo arrivasse qualche Angelo a
portarmi indietro e a lasciarti vivere la tua vita, ma.. Come, come?
Ho sentito bene?
Dipende. Cos’hai sentito? Che vorresti
morire e lasciarmi qui da sola! Certo, non voglio ritrovarmi
addossata la colpa che rimani zitella perché ci sono io qui o.. o che ne so,
magari ti renderei la vita molto imbarazzante, per esempio per andare in bagno!
E per cambiarti la mattina! Io sono un ragazzo, ricordi? Sì, in
effetti… ma mi sa che non ci sono molte altre soluzioni, sai mio caro? Oltre a
quale, scusa?
Chris si alzò
e passò le mani sul sedere per pulire i jeans. – Quella che prevede la continua
convivenza!
Non appena
vennero pronunciate quelle parole, il campanile della piccola chiesetta responsabile
del cimitero iniziò a suonare i suoi rintocchi.
Era
mezzogiorno. Dal primo al dodicesimo rintocco, mentre Brad era preoccupato fino
a perdere il controllo, senza riuscire a contenere l’ansia e a mettere in
funzione il suo famoso sangue freddo, Christine sentì fitte profondissime
dritte nel cuore, chinandosi per il dolore e non riuscendo a trattenere lacrime
e gemiti di dolore. Se non fosse stato un momento già di per se molto critico,
avrebbe certamente affermato che il cuore le stava per scoppiare, le fitte
sembravano essere molto vicine al farlo esplodere.
Si appoggiò
ad una lapide per non cadere a terra, mentre la testa girava e i rintocchi del
campanile rimbombavano in tutto il corpo provocando fremiti e ansia maggiore a
Brad, che non capiva cosa stesse succedendo. Poi, con un’ultima fitta più
potente delle altre, il corpo di Christine scivolò a terra, privo di sensi.
Brad temeva fosse privo di vita, come nelle ipotesi che avevano formulato nel
campo sterrato, molto prima di arrivare al cimitero.
Si sentiva
confuso e dolorante, perché anche lui aveva sofferto quanto la ragazza che, di
conseguenza, aveva percepito anch’essa il suo stato d’ansia. Probabilmente era
svenuta per un eccesso di sentimenti e di emozioni.
Al tempo
stesso, però, Brad Louis si sentiva meglio, più fresco e libero nei movimenti.
Riuscì ad aprire gli occhi e a rialzarsi da terra. Sentendo che una mano gli
faceva male e che le gambe erano stanche, come dopo una lunga pedalata,
comprese: era tornato nel corpo di Christine, come quella fatidica sera sul
bordo del burrone.
Per
confermare quell’idea balzana, si guardò attorno. Poi agitò le braccia. Quindi
esalò un lieve “wow” sommosso e si convinse dell’accaduto.
- Non è possibile… cos’è successo? – si chiese, fissando la sua lapide. Sentì un
rantolio provenire dalla sua mente. Chris? , chiese. E
chi vuoi che sia! Ehi, ma… Brad percepì una sensazione di preoccupazione, mista a smarrimento. Che
sta succedendo?!? Perché…
Dev’essere che ci siamo..
scambiati! Scambiati??? E che cosa!?!? I ruoli! ..eh? Sì, adesso sono io a governare il corpo, e tu sei la
vocina nella mente! E la cosa ti rallegra? Beh,un pochino, ora ho un ruolo migliore… Idiota! Non capisci? La situazione sta peggiorando, ed è
tutta colpa di quel campanile…
- Un momento.. ma certo! – esclamò Brad dal corpo della ragazza, mentre si dirigeva a grandi passi verso l’ingresso della chiesetta. Ehi, ehi, che vuoi fare? Tutto questo è successo durante i rintocchi della campana, quindi ci dev’essere un collegamento! Già, ci deve essere assolutamente…
Arrivò di fronte al portone. Era di legno massiccio, tipico delle chiese europee. Le vedeva spesso nei film d’oltreoceano, anche se non guardava molto quel genere di pellicole. Deglutì con forza e, espirando profondamente, si fece coraggio e tirò uno dei due battenti aprendo la porta. Poi, spinto dalla curiosità doppia, sua e di Christine, cominciò a fare i primi passi nella chiesa. L’unica fonte di luce era il sole che trapassava le piccole vetrate colorate, ma era sufficiente per illuminare abbastanza bene tutto l’interno. Almeno quel che bastava per vedere una figura vestita di nero seduta il prima fila, al centro.
- Benvenuti… - esclamò questa, non appena Brad lo scorse. Un cubetto di ghiaccio immaginario scivolò giù per la schiena, dando questa spiacevole sensazione ad entrambi contemporaneamente.
“Benvenuti” era un’espressione utilizzata al plurale, constatarono entrambi. Poteva essere anche questa una coincidenza?
- Ah.. ehm.. grazie ma.. si sta sbagliando! – rispose Brad, cercando di fare il finto tonto per scoprire la verità – Io.. sono da solo…
No! Si morse la lingua.
- Non mi sbaglio mai, Brad Louis – rispose l’altro, uscendo dalla penombra – Tu, piuttosto. Ne hai di cose da imparare… la prima? Subito. Ricorda che ti trovi nel corpo di una ragazza.
Appunto. E io che ho detto di male? Che sei da solo! Parlando al maschile! Dannazione…
- No, non c’è bisogno.. – proseguì l’uomo col giubbotto di pelle nero, alzandosi in piedi e mettendosi al centro della navata - .. di un’altra dannazione, sei già nei guai fino al collo. Anzi, siete..
- Ma tu come fai a..
- Prova a indovinare! Eppure hai incontrato anche due miei colleghi, ragazzo! – spiegò le sue ali nere in un gesto teatrale, oscurando ancora di più l’interno della chiesa – Sono colui che vi riporterà sulla retta via... è stato bello, è stato divertente, ma deve finire.
Brad deglutì, mentre Chris assunse un atteggiamento
battagliero, fiero e deciso, infondendo un enorme dose di coraggio al ragazzo. Muoviti, usciamo di qua!
Subito si diresse verso la porta, l’aprì e se la richiuse
alle spalle una volta fuori. - E adesso? Oh, adesso
che si fa!? Io l’avevo detto che non era
una buona idea.. – Non è il momento Chris! La predica me la fai dopo!
- Nell’aldilà! – esclamò l’Angelo della Morte comparendo alle loro spalle. Stava cercando di scappare attraverso il cimitero per recuperare la bici, ma la creatura volante era stata molto più veloce di loro. Brad lo vide impugnare una spada estraendola dal terreno, lo vide avvicinarsi a passi lenti e pesanti. Poi lo vide fermarsi e porgergli l’arma.
– Lotta fra pari. MI sembra il modo più giusto per morire, visto che entrambi non siete riusciti a guadagnarvi una morte decente.
- Co..come, scusa? – chiese titubante il ragazzo, stupefatto dalla situazione.
- Senti, sono stato incaricati di prelevarvi e di portarvi ai vostri luoghi predestinati perché avete creato già abbastanza problemi con questa simpatica bravata… vedi di non scocciare, sto cercando di darti un’ultima possibilità, ma se non t’interessa… - lanciò la spada dietro di se, facendola cadere ad una decina di metri da loro.
No! , gridarono all’unisono i due ragazzi vedendo svanire la loro ultima possibilità di salvezza; No! , esalarono in un soffio lungo in battito di ciglia mentre il loro avversario allungava un braccio per afferrarli; No! , gridarono a squarciagola, mentre l’unione dei loro animi prendeva forma e si trasformava in coraggio e in ardimento.
Brad allora si slanciò senza pensarci troppo in direzione della spada, ma quando era riuscito ad evitare il contatto con l’Angelo si accorse con grande sconforto che l’oggetto desiderato non era più dove era stato lanciato: era svanito nel nulla.
- Avevo offerto un duello, ma l’hai rifiutato. Ora non c’è possibilità di tornare indietro, giovanotto: arrenditi, e sottomettiti al tuo destino
- Ah! Mai! – gridò
l’altro, mettendosi sulla difensiva come gli stava suggerendo lo spirito di
Christine – Fatti sotto, se ne hai il coraggio! Anche perché in realtà non abbiamo rifiutato l’offerta
del duello, è lui che ha fatto tutto da solo!
- Ma non farmi ridere, moccioso! – l’espressione sul volto dell’Angelo mutò radicalmente, da dura e assassina, irosa, ad una più rilassata, quasi divertita. – Non riuscirai mai ad assestarmi un cazzotto come si deve, neanche fra un migliaio di anni! Ora smettila di scappare, razza di codardo, che fai solo brutta figura!
- Farei una figura ben più brutta se mi arrendessi senza provare a lottare. – La sua espressione si fece più seria, anche se non avrebbe mai raggiunto il livello intimidatorio che voleva, nel corpo di una ragazza.
- Dunque vuoi affrontarmi? Non vuoi scappare… ancora?
Ancora? Che vuol dire? Brad vide rosso. – No
– rispose secco – Non sono mai scappato e non scapperò ora !
L’Angelo si fermò. Aprì la bocca e poi la richiuse. Poi, in contemporanea con l’ulular del vento fra le fredde lapidi di marmo, alzò lo sguardo al cielo e mosse la mano come si fa generalmente per indicare un “aspetta un attimo”.
- Ma che..?
La scena si bloccò in quella posizione per un paio di minuti; sembrava che stesse ascoltando qualcosa nel vento. Anche Brad e chris tesero la loro attenzione per ‘captare’ qualche voce, ma non sentirono null’altro che il vento.
Ma che fa, tu lo sai? No, non .. non capisco…
- Ah… - ammise l’Angelo – Cambio di programma, a quanto pare – si rivolse ai ragazzi – Non so dire se siete fortunati o sfortunati, sapete?
Io direi sfortunati, e
anche molto! – Perché?
- Perché per adesso vi lascio andare – i loro animi si sollevarono enormemente – ma solo per rimettere a posto il guaio che avete combinato.
Visto che ci avrebbe dato
una mano? Sì, certo.. e tu non
l’avevi messo in dubbio nemmeno per un istante…
- Ma.. un momento! –
il volto s’illuminò - Di che guaio parla?
L’uomo rise forte. – Hai voglia di scherzare, ragazzo!
No, non capisco proprio
che sta succedendo…
- Ora ti spiego, Christine: quando il tuo amico ha fatto la sua bravata di salvarti la vita, ha creato uno sbalzo nella normalità degli eventi – si mise a spiegare con tranquillità, quasi come se un minuto prima non avesse avuto intenzione di ucciderli e come se non fosse brad ad avere il controllo del corpo comune – E ora dovete rimettere a posto il tutto! Chiaro?
No! Innanzitutto, come fa
lei a sentire quello che dico e poi perché dobbiamo rimetterlo a posto noi,
insomma.. non sappiamo cos’è, perché, dov’è, com’è… e soprattutto come fare!
Anche se in due, siamo solo due ragazzini! Anzi, già che ci siamo, ci spiega il
cambio di ruolo che è avvenuto prima? Io non ci capisco più nulla!
- Ehi, ehi, non ti scaldare… uhm..- portò una mano sotto al mento, pensieroso – No, non ti posso spiegare molto perché sono cose che scoprirete da soli, ma ti posso parlare del cambio di ruolo.
- Oh, buona idea!
- Ogni mezzogiorno esatto fate cambio! Contenti?
La reazione, non era proprio quella desiderata. Christine si sentì svenire e il suo stato d’animo stava per avere il sopravvento sul corpo se l’incredulità di Brad non avesse opposto resistenza.
L’Angelo spiegò le sue grandi ali di piume nere e salutò i due con un sorrisetto beffardo e con un “Buona fortuna” che i due gli avrebbero volentieri conficcato in un posto non molto gradevole.
- Ehi, aspetta! –
gridò a pieni polmoni Brad, cercando di seguirlo correndo nella sua traiettoria
di volo – Se risolviamo il guaio, torneremo
normali? Cosa succederà…?
Chiese senza ricevere risposta.
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Ormai è prassi che debba utilizzare questo spazio post-capitolo per scusarmi dei miei sempre più enormi ritardi… ma pensate che in teoria, non ero assolutamente in grado di aggiornare nemmeno stavolta! ^^ Era un capitolo ancora molto campato per aria, solo la scena del padre e del fratellastro di Christine era sicura! XD
Beh, ora ho aggiornato. Contenti???? Lo so che siete contenti, anche perché ora si entra nel vero vivo della storia! Spero di avervi fatto capire la condizione dei due protagonisti e del loro condividere il corpo, anche se non sono sicura che la scena dell’angelo sia venuta un capolavoro… bah, al massimo mi rifarò al prossimo capitolo, e aggiornando più in fretta! ^^
Nel frattempo, ringrazio i miei fedeli recensori, anzi, recensitici!
In primis, abbiamo Ombra, fedele come un’ombr… no, scherzo! Però mi ha fatto davvero molto piacere leggere la tua recensione, anche perché mi sembra che avessi postato il capitolo da un po’ prima di vedere che stavo racimolando qualche commento…inoltre sei una new entry del capitolo e la cosa mi rende molto, ma molto più felice! Grazie infinite! ^^ Soprattutto per i complimenti, vedrò di fare sempre del mio meglio!
Poi vediamo chi c’è, vediamo chi c’è… ah, certo! Ghen cara! La mia super fanatica di Jake! Hai visto, l’ho messo nel tg.. è ancora vivo, sì! (puoi tirare un sospiro di sollievo!) E forse ricomparirà.. mah, non sapendo come andrà avanti questa fic è un po’ difficile dire se il nostro caro amico infortunato avrà occasione di uscire dall’ospedale e di farsi rivedere in giro… visto però che adesso anche lui ha un fan club coma Brad (che sei tu!) si potrebbe anche fare, sai? Non è escluso! Comprendo benissimo, invece, i tuoi giubili per l’aggiornamento e non mi stupirei di rileggerli anche con questo capitolo… mi spiace di essere lenta, ma adesso mi velocizzerò! Promesso! ^^ Ah, rileggendo la tua recensione.. anche Brad è un personaggio molto misterioso, forse all’apparenza meno di Christine, ma ci saranno strani risvolti anche per la sua “secret story”.. a partire dal suo secondo nome, derivato dal padre…
In seguito abbiamo Lally, altra grande recensitice! Ho.. ehm, notato che ti è piaciuto il capitolo precedente! Bene, molto bene! Davvero, quando ho letto l tua recensione sono arrossita! ^^ Speriamo che questo ti abbia fatto lo stesso effetto! Ribadisco che anche la tua fic mi piace molto, se tu poi aggiornassi più spesso.. ehi! Da che pulpito… ah ah… ^^””
Ringrazio inoltre lemonade, che ha ffondato le radici nella storia e che non sembra intenzionata a scrollarsi di dosso! Meglio così, sono felice come un re! Okay, battuta idiota… chiedo venia…^^”” le cose si stanno mettendo abbastanza in moto? Dimmi che ne pensi! Ciao!
E ultima ma non ultima, last but not least… Karen! Scusa, non volevo affatto offenderti con la mia pseudobattuta… non era affatto mia intenzione! Comunque, vedo che dopo un po’ di tempo in assenza, alla fine hai recensito anche tu! Beh, grazie di cuore! ^^
Alla prossima, ciao a tutti! ^^
Shark Attack