CAPITOLO 6:
Non avevo mai visto Alejandro
in questo stato. Si era ridotto così per salvarmi e per rimediare allo sbaglio
che ho fatto molti anni or sono.
E sinceramente, anche io non
mi ero mai vista così da quel momento.
Erano anni ormai che non mi
mostravo così debole e non orgogliosa com’è successo oggi.
Ma non posso nemmeno
sciogliere ciò che ho fatto in quegli anni. Essere orgogliosa e non permettere
mai ad un uomo di mettersi con me, se non per strategia… ma non devono MAI
entrare in gioco i sentimenti.
Mi dispiace ma devo mostrarmi
forte anche adesso perché c’è un piccolo ma importante dettaglio che non gli ho
ancora detto: ho fatto una promessa e la promessa era che non mi sarei mai più
invaghita di un uomo e non posso scioglierla adesso.
Lui mi sta ancora
accarezzando il viso con tocco davvero delicato, ma mi faccio forza e ritorno
-E mollami le mani di dosso!
E’ finito il momento della tenerezza, mio caro- Schiaffeggio la mano di
Alejandro e mi allontano.
-Mi era mancata la vecchia
Heather, anche se per mezz’ora…- Ammette lui.
-Beh, goditi questi bei
momenti perché da questo momento in poi non sarò più una stupida sentimentale
che racconta il proprio passato ad uno spagnolo palestrato da strapazzo! Chiuso
il discorso- Senza poter permettere ad Alejandro di spiccicare una parola,
corro in cucina.
Se gli dicessi la verità sul
fatto della promessa, probabilmente mi prenderebbe per scema.
Vedo che lui mi raggiunge con
stampato in faccia uno stupidissimo e odiato sorrisetto.
-E va bene, Heather. Ti avevo
proposto, anche se non direttamente, di poter cambiare per te e soprattutto per
ciò che hai passato ma vedo che sei rimasta ancora la solita Heather orgogliosa
e prepotente…- Lui si avvicina per dire l’ultima parola mentre io indietreggio
con la schiena attaccata alla lavastoviglie. -… che amo-
Chiudo gli occhi per qualche
secondo e rivolgo lo sguardo verso il basso.
-Ma io non ti amo…- Lui ride
e si prende gioco di me con lo sguardo, si avvicina e mi sussurra chiaramente:
-Mia piccola Heather, io so benissimo che non è così- Dopo aver detto quella
frase, lui si allontana a una distanza meno “affiatata” e imbarazzante. Ad una
distanza fra amici insomma! E ovviamente noi non lo siamo!
-Ma visto che preferisci che
noi due rimaniamo gli stessi egoisti di sempre- Continua lui –Resterò il solito
odioso Alejandro che ami- Detto questo se ne va.
L’unico mio pensiero per
adesso è che sono molto stanca ma devo mangiare.
Non faccio nemmeno molto caso
a quello che ha detto Alejandro.
-Andrò in pizzeria, non ho la
benché minima voglia di mettermi a cucinare!-
Prendo la giacca appesa al
manichino ed esco sbattendo la porta come mi è solito fare.
Mi accorgo che c’è un
atmosfera diversa ma non capisco che cosa sia. Magari è la gente che non
diffonde un chiacchiericcio troppo fastidioso come nelle altre giornate oppure…
ehi, ma qui in giro non c’è quasi nessuno.
Che strano. Per adesso però
non mi importa molto.
Arrivo finalmente alla
pizzeria più buona della città e mi metto seduta ad un tavolo libero mentre
aspetto che un dannato cameriere si accorga di me.
Comincio a leggere il menu di
oggi. Leggo nella pagina “le nostre pizze” e c’è una vasta scelta e sembrano
persino molto invitanti anche se non le ho nemmeno viste o mangiate. Wow, c’è
da leccarsi i baffi!
Abbasso la lista, sono pronta
a ordinare.
-Ciao, Chica- Mi giro di
scatto, Alejandro!?
-Che ci fai qui?- Gli chiedo
senza molto disprezzo nei suoi confronti, dopotutto mi ha salvata dal mio ex.
-Sembri contenta di vedermi-
Mi dice in tutta risposta.
-No, ci sono due motivi per
cui io non ti rispondo così fredda: uno. Perché
siamo in un ambiente pubblico e non voglio fare una brutta figura. Due.
Perché riconosco quello che hai fatto per me in città, ma non ti ci abituare!-
-Interessante, se continuo
così magari riesco a ottenere la tua fiducia ma, ovviamente, non c’è fretta- Mi
risponde lui.
-VAI AL DIAVOLO!- Urlo.
Un’atmosfera imbarazzante si cela in tutta la pizzeria mentre il cameriere
rompe il silenzio della gente richiamando la mia attenzione.
-Volete ordinare, signori?-
Sto per rispondere quando
Alejandro mi interrompe. Maleducato!
-Parlo io adesso. Sì, io
ordino una pizza alle quattro stagioni e una birra media mentre lei prende una
speck e zola con una coca cola-
-Bene. Mi potreste passare i
menu, per favore?-
-Certo.-
Il camerieri prende in mano i
menu e si allontana con le nostre ordinazioni.
-Non era quello che volevo
io!- Dico rompendo il silenzio.
-Lo so ma non potevo
permettere che urlassi un’altra volta, mia cara- Mi risponde lui. Uff… è
diventato lo stesso odioso Alejandro di sempre!
-Allora…- Continua lui –che
ne dici se dopo aver finito di mangiare, ci facessimo un giretto?-
-Un… giretto?- Domando io.
-Sì! Un giretto! Sai, quando
due persone vanno in giro per la città magari anche divertendosi un po’…-
Idiota, so cos’è un giretto! Non sono stupida!
-Mi prendi in giro, Al?- Dico
io piuttosto adirata.
-Non chiamarmi Al!- Sbraita
lui.
-Signori, ecco le vostre
pizze. Volete un caffè?-
-Sì-
-No-
Diciamo insieme due risposte
diverse mentre il cameriere si annota l’ordinazione di Alejandro mentre si
allontana dal nostro tavolo.
Secondo me adesso sta
pensando: “sono strani quei clienti”.
-Vedo che ci intendiamo
perfettamente- Dice Alejandro prima di scoppiare a ridere.
-Non mi seccare-
-Non hai ancora risposto alla
domanda- Mi fa ricordare lui.
-Oh sì, il giretto-
-Allora, dopo ci andiamo?-
Insiste lui.
-E che cosa ci guadagno io?-
Dico mostrando un sorrisetto piuttosto cattivo.
-Facciamo così: se vieni
fuori insieme a me io farò il bravo appena saremo tornati a casa mentre se non
accetti non ti permetterò nemmeno di andare in bagno senza di me!- Conclude
finalmente Alejandro.
-Beh, già lo fai!-
-Ma in bagno ti faccio andare
da sola, no?- Dice mentre comincia di nuovo a ridere.
-Non per molto secondo me!-
Sbuffo. –E va bene, Alejandro. Andremo… insieme al… giretto- Dico con disgusto.
-Vittoria! Sapevo che ti
avrebbe fatto piacere- Mi dice malizioso.
-Toglitelo dalla testa!
Piuttosto, dobbiamo ancora mangiare!- Dico mentre taglio e mangio la pizza
velocemente. Ho una fame da lupi!
-Wow, la bella Heather ha
molta fame a quanto vedo! Sembri un maiale- Si mette a ridere come un idiota e
io mi accorgo che… effettivamente ha ragione. Ho dei pezzi di pomodoro sulla
faccia che cascano sul piatto e sembro che mangio come un vagabondo! Subito mi
correggo e mi pulisco la faccia con il tovagliolo.
-Molto spiritoso Alejandro!-
Dico con tono acido.
-Sì e poi sarei io quello
spiritoso- Si mette di nuovo a ridere. –Parla quella con dei pezzi di pomodoro
in faccia-
-Mi scusi, il suo caffè-
Alejandro appena vede il cameriere smette immediatamente di ridere. Anche se
qualche risata gli scappa lo stesso.
-Sì, grazie. Eccole 20 euro e
si tenga il resto. Siamo di fretta- Dice mentre finisce di bere per poi alzarsi
e prendendomi per mano.
-Buona giornata allora-
Usciamo dalla pizzeria sempre
per mano per poi staccarla da quella di Alejandro.
-Mi era sembrato che ti facesse
piacere tenermi per mano-
-Sbagliato ancora una volta…
era per…-
-Sì, sì lo so. Era per non
fare una brutta impressione- Dice completando la mia frase.
-Non mi interrompere, Al!-
-Ti ho detto di non chiamarmi
Al!- Urla lui.
-Non ti pare che ci sia
un’altra atmosfera in giro?- Dico cambiando discorso.
-Ora che mi ci fai pensare,
no- Dice lui prendendomi in giro.
-Sii serio diamine! La gente
oggi non è in giro per le strade ed è molto strano secondo me. Non è mai
successo-
-Beh se ti interessa tanto
entra e chiedi se sanno qualcosa- Dice Alejandro.
-Hai ragione-
-Ancora?- Dice lui.
-PIANTALA!- Dico entrando
ancora nella pizzeria e dirigendomi al bancone per chiedere se sanno qualcosa
di quello che sta succedendo.
-Heather? Non chiederai mica
vero? Io scherzavo!- Urla Alejandro da fuori ma faccio finta di niente.
-Mi scusi, sa perché in giro
c’è un clima diverso…? In fatto di rumore intendo!-
-Sì, oggi è arrivato un circo
in città e sembra aver attirato l’attenzione di tutti! E’ proprio dietro
l’angolo. Basta girare a destr…- Io la interrompo.
-Sì non mi interessa, grazie
comunque. Buona giornata- Dico girandole le spalle e dirigendomi verso
l’uscita.
-Buona… aem… giornata allora-
Dice la ragazza del bancone.
Esco dalla porta e vedo
Alejandro appoggiato al muro e senza guardarmi mi domanda:
-Allora? Hai scoperto
qualcosa della tua stupida teoria?-
-Spiritoso. Sì, ho trovato la
risposta che cercavo comunque- Rispondo con aria di superiorità.
-Cosa!?- Si gira verso di me
e mi guarda –vuoi dire che c’è una ragione vera e propria!?-
-Certo che c’è! Di che ti
stupisci?- Dico io soddisfatta
-C’è un circo comunque e a
quanto pare deve aver attirato l’attenzione della maggior parte della città-
Dico senza aspettare la risposta di Alejandro.
-Magari possiamo dare
un’occhiata- Dice lui.
-… Non mi interessa uno
stupido circo! Piuttosto, affrettiamoci per fare un “giretto” e cerca di stare
zitto!-
-Certamente, Chica. Ma sappi
che non c’è guerra senza combattere!-
Ciao a tutti!
Eccovi il sesto capitolo J
Vi piace? Nel prossimo farò
la giornata che passeranno loro due.
Oh, lo so che faccio anche
dei titoli schifosi però non ho molte idee L
Spero comunque che vi
piaccia.
Alla prossima!
Ele.