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Autore: FlyChick    03/07/2012    5 recensioni
..."Non puoi sempre ottenere tutto quello che vuoi Shannon."
"Cos'è? Sei diventata una fan dei Rolling Stones? You can't always get what you want..." si mise a canticchiare.
"Lo sono sempre stata e lo sai. Non cambiare discorso."
Shannon prese una sigaretta. Un'altra.
"Perché fai tutto questo?" chiese lei osservandolo mentre la portava alla bocca.
"Questo cosa?"
"Questo. Fumare, bere... e tutto il resto."
"Il resto?"
"Si, portarti a letto ogni ragazza che incontri. O quasi."
"Perché? Perché lo faccio, mi chiedi? Perché é una tortura. E' una tortura Evelyn."
"Cosa?"
La guardò, meravigliato e deluso da quell'ennesima domanda di ovvia risposta...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Shannon Leto, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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52.'Heart'quake
Vi devo mille scuse mie care lettrici. Sono sparita per troppo troppo tempo.
Ho avuto un periodo molto 'pieno', ma ora finalmente mi posso dedicare alle mie storie. :)
Spero che questo capitolo possa ripagare la vostra lunghissima attesa.
Non ci saranno più attese così chilometriche. Ve l'assicuro.
Un bacione, Flychick



-I'm A Selfish Bastard. But At Least I'm Not Alone.-

'Heart'quake


Los Angeles,
quella sera...

Silenzio. Silenzio e nient'altro fra lei e Natalia. Sguardi rapidi e tanto imbarazzo; come ogni sera.
Natalia se ne andò nella sua stanza, dato che toccava ad Evelyn riordinare la cucina.
Una volta sola cominciò a sparecchiare la tavola.
Era stanca, i suoi occhi spenti ne erano la prova; era sovrappensiero, era maldestra, voleva soltanto rinchiudersi nella sua stanza al buio, con il solo rumore della Westwood notturna a disturbarla.
Suonò il campanello.
-Ma chi sarà mai?- si chiese, dato che quello che aveva appena sentito era il suono del campanello del loro appartamento e non della porta principale al piano terra.
Ma soprattutto, chi poteva essere a quell'ora? Forse Sarah? Ogni tanto aveva di queste idee. Forse un Adam arrabbiato? Probabile.
Girò la chiave ed abbassò la maniglia. Aprì lentamente la porta, non avendo la più pallida idea di chi altri le si sarebbe potuto presentare di fronte. Ma quando lo vide fu lui stesso a farsi spazio verso di lei e a richiudersi la porta alle spalle.
Evelyn sgranò gli occhi stupita ed incredula, indietreggiando.
"Tu cosa...?!"
Rimasero l'uno di fronte all'altra. Osservandosi. Lui, sicuro di sé, con il suo solito sorrisetto sul viso. Lei, confusa e senza parole.
"Cosa... Cosa fai..."
"Cosa faccio qui, Eve?"
"Cosa... Cosa c'è Shannon? Smettila di giocare. Cosa c'è?"
"C'è che è vero Eve."
"Vero?! Ma di che diavolo stai parlando??" gli chiese mentre lui estraeva dalla tasca i lembi dei test HIV che lei stessa aveva strappato.
Ecco che cos'era 'vero'. Non se ne stupì. Lei ne era già consapevole. Forse.
Shannon le mise i pezzi di carta proprio davanti, strappandoli ulteriormente e lasciandoli cadere a terra. Evelyn non seppe come reagire. Cosa stava facendo? Che cosa voleva dimostrarle?
"E' proprio vero Evelyn Jones. Io l'ho sempre detto. Sei veramente unica nel tuo genere." avanzò verso di lei.
"Ma cosa stai...?!" cercò di replicare, sempre più confusa.
"Sono entrambi negaviti. Non hai assolutamente niente. Sei sana."
I suoi passi verso di lei sempre più veloci.
"Cosa? Ma... Non è possibile, io..."
Evelyn sentiva il cuore scoppiare per il battito troppo rapido.
"No non può essere, io ho..." fece continuando a camminare all'indietro per sfuggirgli, "No, non può essere...".
Era certa che Shannon stesse scherzando. Doveva essere così per forza. Non era assolutamente possibile che lei fosse sana. Non poteva essere possibile.
"No, non è vero..."
I centimetri fra di loro continuavano a diminuire, nonostante Evelyn cercasse di mantenere le distanze tentando di scappare dalle sue grinfie. Ma alle sue spalle c'era il muro che separava l'entrata dalla cucina. E che ora era contro la sua schiena.
Non aveva scampo.
Un'occasione che lui non si lasciò scappare.
"Shannon cosa stai facen..."
Evelyn, premuta contro la parete, non riuscì a finire di parlare che lui l'aveva già intrappolata; facendo ciò che avrebbe dovuto fare molto, molto tempo prima.
Le mani sui suoi fianchi.
Le distanze annullate.
Un bacio nervoso, arrabbiato, quasi violento; ma nonostante questo infinitamente dolce. Premeva contro le sue labbra come per toglierle le parole di bocca; perché ormai le parole non contavano più, ce n'erano state sempre troppe ed erano state tutte quante inutili e sbagliate.
Evelyn finalmente rilassò i muscoli, portando timidamente le mani sulle spalle di Shannon. Gli occhi chiusi; mentre lui intrecciava la lingua con la sua e lei lo lasciava fare. Un momento che aveva atteso ma allo stesso tempo evitato sin dalla prima volta che aveva incrociato il suo sguardo felino.
Ripensò a tutte le volte che le sue amiche, sua sorella e chiunque altro l'avevano spronata a lasciarsi andare, a dare una possibilità a Shannon. Non era forse ciò che stava accadendo proprio in quel momento? Non era forse questo quello che intendevano? E se tutti quanti avessero avuto ragione sin dall'inizio?
Ma furono le mani di lui, che si stavano insinuando sotto i suoi vestiti, a riportarla alla realtà. Evelyn aprì improvvisamente gli occhi, allontanandolo da sé con una forte spinta. Si premette una mano sulle labbra. Shannon cercò di interpretare la sua reazione, anche perché nei suoi occhi non vedeva altro che paura.
"Via." gli disse.
"Cosa?"
"Vai via."
"Ma..."
"Vai via Shannon!" e lo spinse verso la porta.
"Ma Eve..." cercò di protestare lui, senza però opporre resistenza.
"Niente 'ma', vai. Vai via!" e lo chiuse fuori, appoggiando la schiena alla porta ed accasciandosi a terra.
Le mani ancora sulle labbra, per stupore o per qualunque altro motivo.
"E' proprio vero Evelyn Jones. Io l'ho sempre detto. Sei veramente unica nel tuo genere. Sono entrambi negaviti. Non hai assolutamente niente. Sei sana."
Scosse la testa, ancora sicura che fosse soltanto uno dei suoi trucchetti, uno dei suoi giochi per riuscire nel suo intento; ma proprio accanto a lei c'erano i lembi strappati dei suoi test HIV. Li ricompose, pezzo per pezzo; forse temendo o forse sperando ciò che stava per leggere.

NEG - A - TIVE
NE - GAT - IVE

Nero su bianco.
Shannon aveva detto la verità.
Un terremoto che aveva scombussolato tutte le sue convinzioni. Un uragano che aveva spazzato via ognuna delle sue certezze.
Una lacrima scese sulla sua guancia, seguita da altre; molte altre. E da rimpianti. E da ricordi. E da rimorsi. Ma oltre a tutto ciò un lieve sorriso cominciava a comparire sulle sue labbra. Un sorriso nuovo. Un sorriso vero.

'Cause tonight's the night the world begins again...

Spero di essermi fatta perdonare e di avervi riacceso la fiamma della curiosità :) Un bacione e al prossimo capitolo! Vi chiedo ancora scusa per l'attesa!
Flychick.

  
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