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Autore: 48crash    03/07/2012    1 recensioni
Premetto che il mondo del rock mi ha sempre affascinato. Ho sempre trovato figure particolarmente interessanti le groupie, e ho sempre desiderato diventare una di esse. Ma documentandomi un po' sull'argomento, ho scoperto che non era affatto semplice reggere la vita della groupie. Forse qualcuno che aveva la mia stessa idea leggendo la mia ff cambierà idea.
NON è tratto da una storia vera, ma cercherò di rendere il tutto il più realistico possibile. E' la storia di una ragazza, groupie, che conoscerete andando avanti. Parla della sua vita al fianco degli Arosmith, all'inizio della loro carriera, nel periodo tra Get Your Wings e Toys In The Attic, quando la loro vita era davvero tutta "sesso, droga e rock 'n' roll", quando io avrei dato l'anima per essere lì in mezzo. Però sono qui, e non mi resta che parlare di questa ragazza, alla quale con lo scorrere del tempo mi sono affezionata, a lei e a tutti i suoi problemi, alle sue follie, alle sue passioni.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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22 ottobre 1974, 18:20
Un'altra strada, un'altra città. Un'altra campagna tutta uguale che si perde dietro i finestrini lerci del nostro pullman. Siamo in New Jersey, bella. Il mio New Jersey.
Le portiere si aprono sulla stradina grigia dell'ennesima cittadina anonima del Jersey, e i ragazzi scendono, barcollanti per le piste che si sono fatti durante il viaggio, per sgranchirsi le gambe. Io resto dentro, raggomitolata in fondo al bus, terrorizzata. Siamo vicini. Troppo vicini.
Ieri sera eravamo già nel Jersey, a qualche chilometro di distanza, in un posto dove mi sentivo ancora sicura. Abbiamo fatto sold out in un locale in zona, e credevo che tutto il fottuto Jersey fosse venuto a vedere gli Aerosmith. Ma di certo non mi aspettavo di vedere quello che ho visto: nelle prime file, Lily, la mia migliore amica del liceo, con mia sorella Amy. Erano troppo lontane da casa, mia madre non avrebbe mai lasciato Amanda venire fin lì per un concerto, nonostante abbia tre anni più di me, non se non avesse avuto uno scopo preciso. E la faccia di Lily diceva tutto su quello scopo. Era chiaro che l'avevano obbligata ad accompagnare mia sorella in un posto dove io avrei potuto essere. Non dico con questo che Lily mi abbia tradita, solo che l'abbiano in qualche modo costretta a dichiarare dove sospettava che io fossi. E lei sperava di non incontrarmi.
Quando ho visto Lily, il mio primo impulso è stato quello di correre fuori da dietro le quinte e volare ad abbracciarla. Era l'unica cosa buona che ci fosse, nel mio paese. Per fortuna non l'ho fatto. Mi era parso strano vederla, sola, così lontano da casa, ma nulla mi pareva troppo assurdo per poter parlare di nuovo con la mia amica. L'unica cosa che mi sconvolgeva era il suo viso sbattuto, con quell'espressione come di terrore dipinta negli occhi. Come se temesse di vedere qualcuno che non voleva vedere, o temesse per qualcuno. Un minuto dopo ho visto mia sorella al suo fianco. E allora ho capito che temeva per me.
Alla vista di Amanda, l'alcool e un milione di ricordi mi sono scoppiati in testa, costringendomi a sedermi sul pavimento freddo con la testa fra le mani. Non appena mi sono sentita meglio sono scappata in un angolo remoto del camerino di Steven. Ho passato lì tutto il concerto, perdendomelo, e mi sono sorbita anche l'incontro sessuale di Steven con un'altra groupie del nostro gruppo, ma di lì non mi sarei mossa nemmeno per tutto l'oro del mondo. Alla fine, mentre stavano sbaraccando, è stato Joe a trovarmi lì. Sì, proprio lui. Quanto avrei desiderato che fosse Kathie.
Joe aveva lasciato la sua Elyssa di là da qualche parte, e aveva smesso di fare sesso o di farsi qualche pista con qualcun altro da qualsiasi altra parte, e stava aiutando gli altri a sbaraccare. Quando mi ha visto, terrorizzata, rincantucciata dietro i costumi di scena di Steven, si è precipitato al mio fianco, e quando ha visto che non mi muovevo nemmeno con le suppliche ha insistito per sapere come mai fossi nascosta lì. Lui temeva per le allucinazioni troppo forti, ma a quello sono abituata. Raccontandogli di mia sorella e Lily mi sono risparmiata l'ennesima predica su alcool e droga. Anche perché, ora come ora, ho un immenso bisogno di entrambe.
E ora sono qui, rannicchiata in posizione fetale sul fondo del bus, ubriaca marcia ma ancora in grado di ragionare. Se loro due erano lì ieri, oggi, che siamo così maledettamente vicini alla mia città d'origine, arriveranno nei backstage. E io non voglio che loro mi portino a casa.
Fottutissimo New Jersey! Lo odiavo allora e lo odio ora, e non ci voglio mai più rimettere piede. Gli Aerosmith cominciano a ricevere recensioni positive, fanno concerti da tutto pieno, aprono per i Black Sabbath. E io, in questo maledetto posto, non posso nemmeno mettere piede a quei concerti. Di notte resterò qui sola, sul bus, ma non credo che riuscirò a dormire. Da quando siamo entrati in New Jersey i miei sogni si riempiono di terrore, anche prima che le vedessi.
Guardo fuori dal finestrino e rabbrividisco. Amanda potrebbe essere lì. Mio fratello Jackson potrebbe essere lì. Mia madre e mio padre potrebbero essere qui fuori. Ovunque.
<< Jay, vuoi un po' di...? >>
<< AAAAAAAHHH! >> L'urlo che lancio fa quasi cadere Joe fuori dall'autobus, rischiando di rovesciare tutto quello che aveva in mano. Quando mi rendo conto che era lui, mi alzo e mi precipito a vedere come sta.
<< Non preoccuparti, Jay, non è niente... Volevo piuttosto vedere come stai tu, e offrirti da mangiare...ho preso una pizza... >>mi spiega gesticolando col cartone del Pizza Hut.
<< Ah. Oddio, scusami, è che ho i nervi a fior di pelle in questi giorni...Grazie! >>mi affretto a dirgli mentre afferro il cartone e lo apro sedendomi su uno dei sedili. Devo aver passato un bel po' lì a rimuginare, visto che lui ha avuto il tempo di andare a prendere una pizza, e i ragazzi chissà dove sono. << Ne vuoi un po' anche tu? >>gli chiedo sollevandone un pezzo. In effetti stavo morendo di fame.
Joe viene a sedersi di fronte a me, allungando le braccia sul tavolino traballante che ci separa. << Grazie, ho già mangiato >>risponde scuotendo la testa. << E tu hai bisogno di forze >>.
<< Non finirò mai di ringraziarti, Joe. Sai che ti amo, vero? >>gli dico riempiendomi la bocca.
<< Sì, ma non puoi vivere così. Non puoi passare i tuoi giorni chiusa qui. Sei distrutta, Jay. Non è meglio se scendi a vedere le prove e ti fai una doccia? Nessuno che conosci entrerà lì dentro >>mi dice lui cercando di convincermi a lasciare il pullman.
Scuoto la testa. << Joe, non posso. Se hanno capito dove suonavate ieri sera, allora non è impossibile che siano in zona oggi, e che mi vedano, o che mi stiano già tenendo sotto controllo, o che siano addirittura già dentro la sala prove! Magari hanno già visto in che stato gira Steven >>.
Joe fa una mezza risata alla battuta su Steven. << Jay, i tuoi genitori non sono la CIA >>cerca di farmi ragionare.
<< No, sono solo peggio >>ribatto sarcastica roteando gli occhi. << E poi tu non dovresti essere qui, che ne è di Elyssa? >>chiedo cercando di cambiare discorso.
Stavolta è lui a scuotere la testa. << È tornata a Boston, non poteva seguirci in eterno. Voleva solo stare un po' con me oltre il poco tempo in cui siamo stati assieme a settembre. Adesso aspetterà il nostro ritorno a fine dicembre >>.
<< È tanto tempo >>commento.
<< Mi aspetterà. Lo fa sempre >>replica lui.
Lei sa che la amo, sembra sul punto di dire.
Già, lo sappiamo tutti. E non nego che tutti, chi più chi meno, ne siamo gelosi. Anche se lo stavamo cercando, nessuno di noi nella vita ha trovato quello che Joe ha trovato in Elyssa, o almeno così pare. Io no di certo. E a Steven Joe manca tantissimo, e l'attenzione che lui dedica ad Elyssa, oltre che avere il sapore dell'abbandono, è per lui un irrimediabile ferita nell'orgoglio.
<< Ehy, Jay >>aggiunge Joe allungando una mano a scompigliarmi i capelli. << Non ti deprimere così, che hai? >>chiede osservando con aria scherzosa il mio sguardo ombroso.
Ah, si notava.
<< No, niente >>rispondo sorridendo per dissimulare.
<< Ancora preoccupata per la storia dei tuoi? >>
<< Sì >>mento. Non posso dirgli che in verità sono preoccupata anche per Steven. Potrei solo farlo infuriare. Non capisce quanto lui ci soffra, oppure non lo vuole vedere. Sono entrambi troppo orgogliosi e testardi per venirsi incontro. A volte la realtà è vicina, ma difficile da vedere per chi ci è troppo dentro. Loro non riescono a mettere a fuoco la loro, di realtà, come io probabilmente non riesco a mettere a fuoco la mia, e Larissa, che quando Kathie riesce a contattarla le dice che ama quell'uomo sposato con cui ha una storia e che vuole scappare con lui, non riesce a mettere a fuoco la sua. Ma la realtà va afferrata con le proprie mani, non te la può mettere in mano qualcun altro.



































Oddio, non mi pare vero. Sono riuscita, dopo mesi (che sembrano anni) di pausa, ad arrivare sana e salva alla stesura del decimo capitolo!
Non credevo che mi sarei rimessa a scriverla ora, sotto maturità, però sono fatta così, devo aspettare l'ispirazione, e oggi, tra una pagina della tesina e l'altra,  l'ispirazione è arrivata! Così ho buttato giù tutto, ed ecco qui. Non è stato un parto particolarmente difficile. E non so nemmeno io molto bene cos'ho scritto. Credo, tra l'altro, di aver fatto un sacco di imprecisioni.
In ogni caso, è vero che gli Aerosmith passarono gran parte del 1974 in tour per gli States, e, anche se non so esattamente quando, credo che siano passati dal New Jersey. Che abbiano aperto per  band all'epoca già rinominate, tra cui i Black Sabbath, è un dato di fatto. Che le recensioni dopo un po' siano migliorate pure. Che Joe stesse con Elyssa e Steven ne fosse geloso anche. Jay invece è una mia creatura, e mi sta particolarmente a cuore.
Non finirò mai di ripetere che gli Aerosmith, anche se mi piacerebbe, non mi appartengono, e questa cosa la faccio a tempo perso. Mi scuso per eventuali errori biografici e non.
Grazie di aver letto.
Lucy

 

  
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