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Autore: Hotaru_Tomoe    03/07/2012    9 recensioni
Raccolta di oneshot ispirate dalle fanart o prompt che ho trovato in rete su questa bellissima serie. Per lo più Johnlock centriche, con probabile presenza di slash.
Aggiunta la storia I'll be home for Christmas:Sherlock è lontano da casa per una missione, ma durante questo periodo il legame con John si rinforza. John gli chiede di tornare a casa per Natale, riuscirà Sherlock ad accontentarlo?
Questa storia, in versione inglese, partecipa alla H.I.A.T.U.S. Johnlock challenge di dicembre.
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio Loredana per aver postato l'immagine che ha ispirato la storia.



 

 

THE EMPTY HOUSE

Quando le manette di Lestrade si chiusero con un secco click attorno ai polsi di Sebastian Moran, qualcosa scattò anche nella mente di John.
Il colonnello alzò gli occhi verso Sherlock, schiaffeggiandolo con uno sguardo feroce e assassino, che nulla aveva di umano.
"Se gli sguardi potessero uccidere, ora sarebbe morto." gli era sempre sembrata così banale quell'espressione, adatta solo ai romanzieri da quattro soldi che vivevano di frasi ad effetto. Ma quello sguardo carico d'odio stava letteralmente squarciando il detective che gli aveva portato via la persona più importante della sua vita e, sì, sembrava poter uccidere. Poi gli occhi di Moran si spostarono su di lui "Avrei dovuto disobbedirgli e ammazzarti lo stesso, tre anni fa."
John comprese. Comprese il pericolo che aveva corso quel dannato giorno, pericolo dal quale Sherlock lo aveva protetto per tutto quel tempo.
Fu più che sollevato quando due poliziotti presero di peso il prigioniero trascinandolo fuori da quella casa vuota.
Restatono solo loro due, avvolti dal silenzio e dal buio in quel salottino anonimo e sconosciuto. La luce dei lampioni che penetrava dalla finestra gettava ombre severe sul viso di Sherlock, immobile al centro della sua stanza. Il livido sotto l'occhio sinistra, lasciato dal suo pugno, si andava gonfiando.
Fino a qualche ora fa, quando il defunto consulente investigativo gli era riapparso davanti, pensava che non fosse minimamente abbastanza, che il bastardo se ne meritasse altri cento di quei pugni. Ora voleva solo portarlo a casa, applicare del ghiaccio e della pomata sull'ecchimosi e chiedergli scusa.

"Lo perdoni? Lo perdoni così dopo gli anni di inferno che hai passato a causa sua?" una parte di lui ci provò anche a protestare, ma John aveva già preso la sua decisione.
Deglutì, scoprendo che quel boccone era meno amaro di quanto pensasse.
Un finto suicidio, tre anni di latitanza chissà dove e tutto per tenerlo lontano dalla furia di Moran.
Qualcosa nella sua espressione dovette tradire i suoi pensieri, perché la posa rigida di Sherlock si sciolse ed il detective mosse un passo verso di lui. Aveva già capito, senza bisogno che John si profondesse in inutili spiegazioni.
Si avvicinò di un altro passo. Ah no, stavolta era stato lui a muoversi.
Lentamente, senza parlare, senza fare rumore, quasi senza respirare, i due si avvicinarono l'uno all'altro, finché il detective gli fu così vicino che John non riusciva più a mettere a fuoco il suo viso, chino su di lui, i riccioli morbidi che gli solleticavano la fronte.
John inclinò leggermente la testa, sfiorando col naso lo zigomo offeso, l'ultima cosa che vide prima di chiudere gli occhi ed abbandonarsi al calore delle labbra di Sherlock sulle sue.
"Bentornato a casa, idiota." sussurrò, staccandosi da lui solo per un istante, prima che Sherlock gli imponesse nuovamente il silenzio, sigillando la sua bocca con un nuovo bacio.

   
 
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