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Autore: pikaendpichu98    03/07/2012    1 recensioni
Ciao a tutti , sono tornata con il 1 cappy di una nuova f.f (pokèshipping). E se due dei nostri amici fossero i prescelti di una leggenda? E se entrasse in scena un altro nemico? Ho destato la vostra curiosità? spero proprio di si, se vi và leggete e recensite!
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tutto intorno a lui era rosso, come il bagliore del fuoco nella notte più oscura.
Ash era a terra, piegato dal dolore che gli procuravano quelle ritmiche pulsazioni alle tempie.
Quando anche il suo cuore cominciò a battere più forte, troppo forte.
Con uno sforzo immane riuscì ad aprire gli occhi.
Davanti a sé vide una piccola fiammella.
Un boato gli riempì la mente mentre vedeva il Fuoco ingigantirsi fino all’inverosimile.
La materia incandescente si plasmò fino a formare un essere mostruoso, dagli occhi fiammeggianti di un colore giallo accecante, gli artigli ricurvi e i canini aguzzi messi in mostra da un sorriso malefico.
E si avvicinava lento, ma inesorabile ad Ash, che si contorceva a terra cercando in tutti i modi di alzarsi.
L’essere si accovacciò davanti ad Ash e gli prese il mento tra gli artigli, compiacendosi del terrore nei  suoi occhi.
La sua voce acuta e stridente riempì ogni angolo  
–Io ti possiedo…-
L’essere si allontanò di pochi passi da Ash, che lo guardava atterrito.
La sua materia incominciò a tremolare mentre tornava lentamente alla sua forma originale.
Il ragazzo era come incantato dal tremore di quelle fiamme, quando all’improvviso si avventarono su di lui e lo inghiottirono.
Ora si trovava sospeso in aria nell’oscurità.
Non riusciva a muovere nemmeno un muscolo, aveva la vista annebbiata e difficoltà a respirare.
I suoi occhi vagavano nel vuoto, fin quando il buio tremò e Ash vide formarsi davanti a lui una figura dagli occhi splendenti.
Lo riconobbe subito quel volto, nonostante non gli fosse concesso di sapere a chi appartenesse.
La figura oscillava incessantemente, quasi fosse composta da milioni di venti turbinanti.
–Ash…-
La sua voce cristallina risuonò nelle tenebre, liberandolo da quell’incantesimo che lo costringeva a non muoversi.
Come una goccia d’acqua nel deserto più arido.
Lui allungò un braccio nella sua direzione.
La vide sorridere e sfiorargli la mano con la sua.
-Ash… aiutami…-
Il suo aspetto cominciò  a disfarsi mentre il rumore impetuoso delle Onde cominciava a riempire quel luogo soggiogato dalle tenebre, e Ash sentiva che il suo corpo ricominciava gradualmente ad irrigidirsi.
Ma prima che quella creatura angelica potesse sparire una massa d’Acqua  gigantesca  la avvolse, con  un boato simile a una risata malvagia
-No….. NO FERMATI!!-
 
 
 
Ash si svegliò di soprassalto, accaldato e agitato.
Prese a guardarsi in torno in preda al panico, ma constatando che era nella sua camera il suo respiro affannato si placò.
Si mise a sedere.
Il sogno lo aveva scosso non poco e non riuscivaa smettere di pensare a quella frase
-Ash…  aiutami…-.
Cosa significava? E perché non riusciva mai a vedere il viso di quella ragazza?
Sentiva l’ansia martellargli il petto, tutto d’un tratto lo scontro imminente lo terrorizzava, sentiva che non doveva combattere contro quella persona, e il non saperne il motivo non lo tranquillizzava affatto.
-…io… non voglio combattere…-  una fitta alle tempie lo fece quasi gridare.
Il Fuoco non gli avrebbe mai permesso di tirarsi in dietro, lo avrebbe costretto anche a costo di smettere di giocare con lui.
Ma Ash non aveva perso il suo carattere.
Non sarebbe ceduto tanto facilmente, avrebbe fatto il possibile per ribellarsi.
Un forte bussare alla porta lo riscosse–Ash svegliati! Tra poco saremo arrivati!-
 
 
 
 
 
 
 
-……. Non mi avrai mai…..-
 
 
 
 
 
 
 
 
Misty si trovava immersa nelle profondità del mare, che era di un blu innaturalmente scuro.
Sentiva nelle orecchie la voce spietata dell’Oceano farsi sempre più acuta e insistente, più insostenibile.
Attorno a lei l’acqua si stava muovendo vorticosamente, due correnti sibilanti la avvolgevano da entrambi i lati scorrendo una sopra l’altra in versi opposti.
Ad un tratto le correnti si scontrarono davanti a lei.
Da quello scontro si generò una creatura dagli occhi bianchissimi e gelidi,  e artigli taglienti come scogli.
Misty guardava quell’essere atterrita, mentre più si avvicinava più sentiva le correnti marine intorno a lei girare vorticosamente.
La creatura era faccia a faccia con lei, i suoi occhi verdi ancorati a quelli scintillanti e impassibili dell’essere.
Questo le posò una mano sulla spalla, in quell’istante il cuore di Misty scoppiò in un battito decisamente troppo forte.
Ora era avvolta dall’oscurità più profonda.
Davanti a lei però, scintillava un puntino di luce.
Corse veloce e lo raggiunse, la luce fluttuante nel buio sembrava una stella.
La toccò esitante con la punta delle dita e quella in un attimo si espanse fino a illuminare ogni centimetro di oscurità.
Si coprì gli occhi per non rimanerne accecata.
Quando li riaprì si trovava in una spiaggia dalla sabbia quasi bianca, senza mare.
Si guardò intorno per qualche secondo, fin che non si vide davanti, lui.
Gli corse istintivamente in contro, quando vide che era pieno di bruciature sui vestiti e ferite sulle braccia e sul viso, che non poteva vedere.
-….Ti prego Misty…… aiutami- disse il ragazzo col fiato grosso e gli occhi di una preda.
Dietro di lui comparvero delle Fiamme enormi.
Una risata acuta e malvagia la fece sussultare.
Misty corse verso il ragazzo, doveva proteggerlo, voleva proteggerlo, ma quando stava per sfiorarlo le Fiamme lo travolsero.
-NO ASPETTA!!!-
 
 
Misty scattò in avanti.
Rimase immobile e in silenzio tendendo le orecchie, ma dopo qualche secondo un respiro di sollievo le scivolò dalle labbra e si lasciò cadere di nuovo sul letto.
Non riusciva a spiegarsi il suo sogno, e soprattutto chi era il ragazzo che compariva in tutti e perché non poteva mai vederne il viso.
In più avvertiva una strana sensazione, come se solo per pochi istanti le sue emozioni umane e i suoi pensieri avessero distrutto lo scudo di ghiaccio in cui la Sfera Blu li aveva imprigionati, e avessero ripreso il loro legittimo posto dentro di lei.
Sentiva un forte disagio, improvvisamente tutte le certezze sulla lotta con il suo avversario inculcatele dalla Sfera si erano frantumate in mille pezzi, ora era incerta su quello scontro, anzi sentiva di non voler combattere affatto, proprio come all’inizio di quell’assurda situazione.
Ma appena l’Acqua fiutò i suoi pensieri un rumore assordante riempì le orecchie di Misty.
La ragazza soffocò appena un grido.
Non si sarebbe sottomessa ancora, avrebbe resistito con tutte le forze di cui disponeva.
Il rumore cresceva di intensità ogni secondo che passava, tanto che dalle sue orecchie sgorgavano dei rigagnoli di sangue.
-No, non voglio combattere!- sussurrò a denti stretti.
Misty era al limite, sentiva il suo elemento sovrastarla inesorabilmente, il suono sempre più insopportabile.
Un rumore di passi la distrasse per un attimo, e bastò un attimo perché l’Acqua riprese il controllo su di lei.
Di nuovo il gelo nei suoi occhi, e la sua anima di nuovo segregata in un angolo di ghiaccio.
Qualcuno bussò alla porta.
-Misty, preparati ad uscire, siamo atterrati.-
 
 
 
 
 
Tre grandi Pidgeot atterrarono silenziosi sulla vetta del Monte Corona.
Una volta che gli Eroi e il Professor Oak smontarono dai Pokemon i ragazzi lo guardarono dubbiosi e intimoriti.
Oak si fermò a guardarli un momento.
Improvvisamente gli Eroi gli apparivano per ciò che erano veramente, dei normali ragazzi catapultati in un istante in un mondo completamente nuovo, con un’enorme responsabilità sulle spalle.
L’uomo gli lanciò un’occhiata rassicurante e li precedette attraverso una boscaglia.
I ragazzi però non erano tanto rassicurati, si scambiarono degli sguardi prima di seguire il Professore.
Non dovettero camminare a lungo.
Dietro dei folti cespugli si stendeva uno spiazzo di forma ovale,  al centro la navetta del Team Galassia, a destra quella del Team Magma e a sinistra quella del Team Idro.
Il cuore degli Eroi cominciò a battere più veloce.
Lucinda fissava intensamente la navicella del Team Galassia.
Sbarrò gli occhi, una familiare fitta alle tempie la colse alla sprovvista.
Istintivamente volse l’attenzione alla navetta del Team Magma, dove qualcosa nell’ombra scintillò di una luce violacea.
I suoi occhi.
Una voce si fece strada nella sua mente  “Ti dirò io il momento per attaccare”.
La ragazza annuì meccanicamente.
Gli occhi smisero di brillare.
Paul uscì allo scoperto e si voltò per qualche attimo nella loro direzione.
Sentì Gary vicino a lei agitarsi lievemente, pregò mentalmente che non facesse niente di avventato.
Mentre lei restava immobile, catturata da quei misteriosi occhi viola.
Poi Paul si voltò ed entrò nella navetta del Team Magma.
-Nonno pensi che dovremmo attaccare subito?-
Prima che il Professore potesse rispondere Lucinda parlò –No Gary, non è questo il momento. Dobbiamo aspettare che lo scontro tra Ash e Misty sia cominciato, attaccare ora potrebbe significare perdere l’unica speranza che abbiamo di salvarli-   -Lucinda…- mormorò il moro.
Ma la ragazza non si voltò, i suoi occhi catturati dalla Luna nascente, che pareva sorridere diabolica.
 
 
Paul camminava per i corridoi della navetta in cerca del prescelto del Fuoco, doveva verificare lo stato della sua aura.
Non ci volle molto per trovarlo, era a pochi metri dall’uscita della nave, Max vicino a lui gridava gli ultimi ordini con un ghigno soddisfatto stampato in faccia, se fosse andato tutto bene lui e Ivan avrebbero avuto una bella promozione.
Ash era in piedi, la mano stretta convulsamente in un pugno, gli occhi smarriti e impauriti fissi sull’uscita luminosa  e  il corpo tremante, talvolta scosso da sussulti più forti, complici sicuramente fitte più dolorose delle altre.
Non era necessario usare il potere psichico per capire che la battaglia tra Ash e la Sfera Rossa si era fatta più incandescente, e che Ash si stava opponendo con tutte le forze a quella possessione.
Ma non era neanche difficile capire che fosse terrorizzato all’idea di varcare la porta che lo avrebbe condotto alla lotta contro il suo avversario, un avversario con cui non voleva assolutamente combattere.
 
 
“IO TI POSSIEDO!”
 
 
Una fitta di una potenza indescrivibile gli fece serrare le palpebre.
Trattenne appena appena un grido, gli sembrava che il terreno scomparisse sotto i suoi piedi.
Le gambe cedettero e Ash cadde a terra.
Appoggiò la schiena al muro e si portò le mani sul capo a stringere le ciocche corvine un poco impiastricciate di sudore.
Dall’occhio sinistro, quello color nocciola, scendevano copiose delle lacrime.
Come accorgendosi in quel momento della sua presenza, alzò faticosamente la testa verso Paul.
Negli occhi liquidi del Prescelto una muta richiesta d’aiuto.
Paul si sentiva piuttosto infastidito da quella situazione, e non ne capiva il motivo.
Possibile che provasse…. Compassione?
No, non era possibile.
Non doveva importargli niente degli altri, doveva pensare solo a se stesso, e questo significava assicurarsi lo scontro con i Prescelti.
Scosse la testa come a scacciare quelle strane sensazioni e si inginocchiò vicino al ragazzo.
Tutto ciò che doveva fare era aiutare la Sfera Rossa a riacquistare il controllo su Ash.
Gli prese la mano destra con la sua, chiuse gli occhi e si concentrò affondo.
Li riaprì di scatto, e Ash si sentì come stretto in una morsa d’acciaio, come avvolto dalle spire di un serpente invisibile, e intanto la Sfera Rossa aveva intensificato la potenza delle pulsazioni.
Ash strinse fino all’inverosimile la mano di Paul, liberando un grido più simile a un ruggito.
Le fiamme lo avvolsero e si stagliarono in alto, fino a fondere il soffitto della navetta.
Paul le evitò saltando agilmente all’indietro, ma sul suo braccio destro era apparsa una bruciatura.
Ash si alzò, tagliò le fiamme con un gesto della mano e con un altro le estinse.
Paul fissò gli occhi rosso rubino del Prescelto : non una traccia di disperazione, frustrazione o paura, ma rabbia, follia, gli occhi di un demone.
Il ragazzo si avviò senza dire nulla verso un corridoio, si voltò verso Paul sorridendo malignamente, e sparì dietro la parete.
 
 
 
Paul entrò nella navicella del Team Idro.
Nei corridoi reclute e ufficiali si muovevano con passo felpato, nonostante il gran via vai di persone un silenzio subdolo incombeva sulla navetta.
Il ragazzo vide Ivan impegnato negli ultimi preparativi. Il capo del Team Idro si accorse della sua presenza, e con un cenno gli indicò distrattamente una stanza con la porta socchiusa.
Paul vi entrò.
La stanza era immersa nel buio, il rumore del silenzio era quasi assordante.
All’improvviso Paul avvertì una glaciale presenza alle spalle e si girò.
Si trovò faccia a faccia con Misty.
Il ragazzo osservò attentamente gli occhi blu notte della prescelta, freddi, distaccati, segno che la Sfera Blu era più avanti nella possessione rispetto a quella Rossa.
Eppure quegli occhi ogni tanto erano scossi da un fremito, ogni tanto la ragazza stringeva forte i pugni.
Misty stava ancora lottando.
Ma stavolta Paul non ritenne necessario aiutare ulteriormente la Sfera.
Il ragazzo la superò, gli occhi fissi su di lei fino all’ultimo, e uscì dalla stanza.
La lastra ghiacciata che imprigionava l’anima della prescelta era troppo spessa perché potesse essere consumata dalla sua forza di volontà.
….O almeno così credeva.
 
 
 
Paul uscì dalla navetta del Team Idro ed entrò in quella del Team Galassia.
Il ragazzo svicolò per i corridoi sotto le occhiatacce degli altri, lui era il più forte, il preferito da Cyrus, per ciò era il più invidiato, il più odiato dai suoi “compagni”, soprattutto dagli ufficiali più anziani, che non potevano sopportare di prendere ordini da un ragazzino.
Si trovò davanti una grande porta blu con una C dorata sopra.
Ogni volta che si trovava davanti a quella porta non poteva fare a meno di pensare che Cyrus era davvero un tipo egocentrico.
Posò la mano sulla maniglia e aprì lentamente la porta, che cigolò rumorosamente.
La stanza era immersa nel buio, ad illuminarla solo un fievole spiraglio di luce proveniente da qualche buco di una serranda, e lo scintillio degli occhi malvagi di Cyrus.
Paul si avvicinò un poco a lui
-I prescelti sono pronti, Cyrus-
Il ragazzo udì dei fruscii e poi un rumore di passi che gli si avvicinavano.
-Bene…-  sussurrò l’uomo.
Una carezza gli percorse lentamente il viso fino ad arrivare alla spalla, mentre il ragazzo tratteneva il fiato.
-Eccellente lavoro, Paul…-
Lui si sottrasse al tocco di Cyrus con un movimento deciso e si diresse verso l’uscita, sbattendosi la porta alle spalle.
Un ghigno compiaciuto risplendette nelle tenebre.
Paul si diresse a passo spedito verso la sua stanza.
Mentre attraversava i corridoi sentiva le risatine crudeli dei presenti risuonare alle sue spalle.
Entrò  nella sua camera sbattendo la porta.
Una volta dentro restò in piedi, avvolto dal buio confortevole, aspettando che il respiro gli si calmasse.
Infilò una mano sotto la maglietta e si sfiorò il petto, sfregiato da una ferita ancora aperta che bruciava terribilmente.
Maledisse il suo corpo, che aveva iniziato a tremare convulsamente, gli occhi si inumidivano e pizzicavano sempre di più.
Tirò un pugno al muro, che si crepò un poco, mentre una stretta alla gola lo opprimeva e agli angoli dei suoi occhi si raccoglievano le prime prepotenti lacrime.
-Bas… bastardo…-
 
 
 
 
La notte era già calata sul Monte Corona quando un certo movimento aveva spezzato il torpore che aveva avvolto gli Eroi.
-Ragazzi, svegliatevi, ci siamo quasi- sussurrò il Professore.
I componenti dei Team stavano uscendo dalle loro navette, le reclute accendevano lanterne e si disponevano a cerchio lungo il perimetro dello spiazzo.
Paul uscì dalla navicella e si sistemò al fianco di essa, ogni tanto qualche recluta gli chiedeva indicazioni e lui rispondeva con precisione, ma senza mai staccare i suoi occhi da quelli blu che lo fissavano insicuri e impauriti.
Il perché, non lo sapeva neppure lui.
Quando tutto fu pronto Cyrus uscì dalla navetta e fermò la sua camminata al centro dello spiazzo, un sorriso di vittoria stampato sul viso.
-Uomini, oggi vedremo compiersi la profezia. Vedremo la nascita di un nuovo mondo, un mondo puro e incontaminato, privo della malvagità di cui l’umanità è capace.-
Lanciò uno sguardo complice ai capi dei due Team
-Max, Ivan…. Aprite i portelli-
I due uomini si avvicinarono alle porte delle rispettive navette e posarono le mani sulle maniglie.
Insieme le abbassarono lentamente.
Click.
Istantaneamente il portello della navetta azzurra fu spazzato via da un potentissimo getto d’acqua, e avrebbe colpito in pieno gli Eroi, acquattati tra i cespugli, se Paul non lo avesse bloccato e ridotto in polvere con il potere psichico, servendosi di un unico gesto della mano.
Contemporaneamente il portello della navetta rossa era stato completamente fuso, in una frazione di secondo, provocando un’esplosione, e cenere e lingue di fuoco aleggiavano nell’aria.
E loro erano lì, al centro dell’arena che avrebbe visto la salvezza della Terra o la sua distruzione.
Ritti in piedi,
l’una negli occhi dell’altro,
dominatore del fuoco contro dominatrice dell’acqua.
Sfera Rossa contro Sfera Blu.
 



ed eccomi di nuovo in ritardo, con un altro cap!!
eh.... quanto adoro lasciarvi in sospeso XD
scusate se aggiorno lentamente ma anche essendo estate mi ritrovo impegnatissima, e per fiction come questa ci vuole l'ispirazione, non posso mica scrivere a casaccio u.u
per le recensioni ringrazio :

DZ13
ryoko96
Tsuri_chan

la prossima storia che aggiornerò sarà "Pokemon vs Dragon Ball: la guerra"  (non interessa a nessunooo!! nd tutti; sigh ... nd me)
ciao e alla proxima!!



p.s se non si era capito per il titolo mi sono ispirata alla canzone del film "Spirit  cavallo selvaggio", con cui mi sto chiudendo molto in questi giorni!
  
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