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Autore: Simple_    03/07/2012    1 recensioni
"Sii la mia Ofelia, Molly Hooper"
Affetta/o da Shipping compulsivo, partecipo all'iniziativa del forum « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest
Genere: Angst, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jim Moriarty , Molly Hooper
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo: Ophelia
Fandom: Sherlock BBC

Personaggi: Jim Moriarty/Molly Hooper
Rating: Giallo, ma non lo so. Forse è più verde molto intenso.
Avvertimenti: One-sided, Spoiler del terzo episodio della seconda stagione alla fine.

Note: Jim Moriarty mi ucciderà. Lo so. Prima o poi lo farà. Comunque tornato a noi: Questa cosa è in risposta alla sfida di Mushroom che voleva "una Moriarty/Molly con il prompt "Saggi d'inglese" in cui sia presente qualcosa di rotto (e deve essere necessariamente un oggetto)"
L'unica premessa che posso e voglio fare è che la poesia all'interno della storia non è mia ( se scrivessi così sarei qui in questo momeno?) ma è del buon vecchio signor rimbaud. La trovate completa qui: http://roadwarrior.giovani.it/diari/147824/ofelia-rimbaud.html ( ed è la traduzione migliore che ho trovato online)
Detto ciò... Bè naturalmente niente è mio, nemmeno Ofelia no, e quindi non ci guadagno nulla ç_ç lo faccio solo per sfogarmi.
Ho parlato anche troppo.





Ophelia



Molly Hooper cammina a passo svelto, portandosi dietro tutto il peso di una giornata anche troppo lunga.

Cadaveri, poliziotti , Sherlock Holmes. Troppe cose nella stessa stanza allo stesso momento.

Il cielo londinese promette pioggia, e probabilmente rimarrà di quel colore indefinito, un grigio sfumato nel bianco, per un altro paio di giorni.

La piccola Molly sospira, mentre con una mano annaspa alla ricerca delle chiavi nella propria borsa, a pochi passi dalla porta della sua casa. Quando le trova è veloce a infilarle nella toppa e a lasciarsi cullare dall'aria calda dell'atrio del piccolo palazzo.

Prima di salire le scale si poggia alla balaustra, chiude gli occhi, si passa una mano sul viso.

La piccola Molly Hooper è stanca. Sono due intere notti che non dorme, e davvero non sa da dove è riuscita a prendere la forza per correre per tutta Londra fino a casa sua.

Si fa coraggio con un borbottio che sembra più un sussurro, imprecisioni da narratore distratto, perdono, e pian piano i suoi passi risuonano nel palazzo uno dopo l'altro.

Quando arriva davanti alla porta di casa si ferma.

Ai suoi piedi un pacchetto, piccolo e rettangolare, avvolto in una carta scura.

Sopra, direttamente sulla carta, il suo nome è scritto a lettere storte e oblique, in un grafia complicata che le ricorda i suoi professori all'università. Una grafia strana, tormentata direbbe lei cercando di descriverla. La tentazione di passare una mano sulle lettere, seguire il corso di quella strana grafia, cercare il punto in cui la penna si è posata e quello in cui ha lasciato la carta è forte.

Si china e lo raccoglie senza pensare, rigirandoselo tra le mani. Ma non c'è niente, solo il suo nome e quella grafia strana, che sembra quasi un mondo a parte.

Entra in casa, posa la borsa e si siede in cucina, posando sul tavolo quel piccolo cimelio, e senza perdere tempo si fa guidare dalla curiosità.

Lo apre con un gesto, e si ritrova fra le mani quello che sembra uno dei vecchi libri che suo padre custodiva gelosamente nell'ultimo scaffale della libreria, con la carta un po' ingiallita e la copertina marrone scuro, col titolo dorato sul dorso.

Lo apre, e la prima pagina la fa tremare.

La legge, e il dubbio le scivola sulla pelle vorace, la punge. Sente che dovrebbe scappare, che è l'unico modo. Ma rimane inchiodata a quella sedia, con le labbra serrate e il cuore che le galoppa nel petto. Una paura primordiale, un presentimento direbbe qualcuno.

"Ophelia" è l'unica parola stampata.

Quella grafia spigolosa e irregolare percorre la pagina, la macchia, e l'inchiostro nero sembra quasi ricalcare il percorso della trama stessa della carta spessa. Sono riccioli, decorazioni indegne e parole che si susseguono, veloci, troppo vicine.

La piccola Molly segue a fatica quelle lettere incollate le une alle altre,scritte velocemente.

Ma quando le legge sente la paura. Paura e basta.

 






"Sull'onda calma e nera dove dormono le stelle

La bianca Ofelia ondeggia come un grande giglio,

Ondeggia molto piano, stesa nei suoi lunghi veli...

Si sentono dai boschi lontani grida di caccia.

Sono più di mille anni che la triste Ofelia

Passa, bianco fantasma, sul lungo fiume nero;

Sono più di mille anni che la sua dolce follia

Mormora una romanza alla brezza della sera.

Il vento le bacia il seno e distende a corolla

I suoi grandi veli, teneramente cullati dalle acque;

I salici fruscianti piangono sulla sua spalla,

Sulla sua grande fronte sognante s'inclinano i fuscelli.

Le ninfee sfiorate le sospirano attorno;

A volte lei risveglia, in un ontano che dorme,

Un nido da cui sfugge un piccolo fremer d'ali:

Un canto misterioso scende dagli astri d'oro.

O pallida Ofelia! Bella come la neve!

Tu moristi bambina, rapita da un fiume!

I venti piombati dai grandi monti di Norvegia

Ti avevano parlato dell'aspra libertà;

E un soffio, torcendoti la gran capigliatura,

Al tuo animo sognante portava strani fruscii;

Il tuo cuore ascoltava il canto della Natura

Nei gemiti dell'albero e nei sospiri della notte;

L'urlo dei mari folli, immenso rantolo,

Frantumava il tuo seno fanciullo, troppo dolce e umano;

E un mattino d'aprile, un bel cavaliere pallido,

Un povero pazzo, si sedette muto ai tuoi ginocchi.

 

Cielo! Amore! Libertà! Quale sogno, o povera Folle!

Ti scioglievi per lui come la neve al fuoco:

Le tue grandi visioni ti strozzavan le parole

E il terribile Infinito sconvolse il tuo sguardo azzurro!

 

 

 

Sii Ofelia Molly Hooper"


 

Chiude il libro, e nel silenzio la casa sembra rabbuiarsi.

Alza gli occhi. Il sole, dietro alla finestra sta calando.

Poi sobbalza.

Un passo.

Due.

C'è qualcuno in casa.

Si alza di scatto, e il libro cade a terra, un tonfo nel vuoto.

I suoi occhi corrono nel crepuscolo, la luce che scompare ogni istante. Il buio della casa è l'unica cosa che le punge gli occhi, mentre sente la voce morirle in gola.

Rimane immobile, e il silenzio è ancora l'unico suono che sente. Per un attimo crede ad una allucinazione, uno scherzo di quella calligrafia spigolosa e di quelle parole.

Dentro di sé lo sente, il seme del dubbio che si deposita, l'indecisione, la paura stessa di muoversi, e le luci della sera che scompaiono, il buio della prima ora della notte.

Trattiene il respiro.

Non un suono.

Ritrova coraggio dopo quelli che nella sua testa sembrano anni, e si avvicina alla porta della stanza.

La casa sembra non ricordarla: non è il luogo dove ha passato buona parte della sua esistenza, non vede gli scaffali nell'ingresso, o quelle chincaglierie regalo della vecchia nonna che non ha mai avuto il coraggio di buttar via. Si muove a tentoni.

Arriva nel piccolo salotto, con il grande specchio che riflette anche nel buio. Vede la sua silhouette sulla superficie, e sembra che il suo corpo galleggi , sulla superficie dello specchio, come se fosse bagnata e la corrente volesse trasportarla via.

Come Ofelia… mormora qualcuno nella sua testa.

"è solo pazzia" vorrebbe dire.

Accende la luce e un grido le more in gola.

Non trova la voce.

Lui la guarda, poggiato accanto allo specchio.

Ha gli occhi neri, ed è vestito elegante. Come l'ultima volta.

Non sa quando lui ha cominciato a farsi vedere, solo che da un momento all'altro non era più quell'informatico che l'aveva ingannato mesi prima, ma l'uomo all'angolo della strada, vestito elegante, fin troppo fuori luogo quando lei passava. Sherlock lo descrive come "Un ragno al centro di una ragnatela di criminalità". Un uomo che non esiste e che tutti conoscono.

James Moriarty è simile alla parola che sai, ma che rimane ancorata alla punta della tua lingua, alla sensazione che sai sarà realtà ma che alla fine ignori. Ti striscia addosso e ti oscura. Ti brucia. Molly Hooper ha sempre avuto paura di lui e di quei suoi sguardi, quelli che continuava a lanciarle, nascosti e irreali, nell'ombra di un vicolo.

"Ti è piaciuto il mio regalo, Molly?"

La sua voce echeggia nella stanza, mentre si allontana da muro e fa qualche passo verso di lei.

"è un ottimo saggio. L'ho letto tutto d'un fiato sai? Sarà che Ofelia mi è sempre stata simpatica: è sprecata per uno stupido come Amleto"

Molly sente il cuore batterle veloce, l'adrenalina salirà.

Ha paura e sa che lui lo sente, come un'animale.

Prova a ricordare quelle poche parole che Sherlock le ha detto, su quel James Moriarty, tra un paio di cadaveri e un sospiro. Ma la sua mente inciampa su se stessa, nella sua paura, nella follia nella voce dell'uomo.

"Andiamo cara: il gatto ti ha mangiato l lingua per caso?"

La sua voce è una cantilena costante, sembra uscita da qualche vecchia cassetta di fiabe. La voce di un narratore matto, un menestrello, un buffone.

Eppure davanti a lei c'è una delle menti più geniali che il mondo abbia mai conosciuto.

"C…"

Il battito stesso del suo cuore le impedisce di parlare. corre, veloce, troppo. Lui è sempre più vicino, e Molly si sente in gabbia.

"Cosa vuoi da me?" sussurra, mentre lui le posa una mano sul collo.

Alza gli occhi e la trafigge.

Lui ghigna, e la guarda.

"Te lo ho scritto, Molly Hooper"

Lei non capisce. Ci sono sole le iridi nere che la fissano.

"Sii la mia piccola…."

la mano scendo sul collo, in quella che sembra una carezza, mentre gli occhi dell'uomo la fissano, troppo vicini.

"Dolce…."

Molly è completamente succube.

Tutto intorno a lei è Moriarty. Il cielo, il soffitto, lo specchio che assiste alla scena. Improvvisamente sente tutto il calore di quel corpo, oltre il sorriso disegnato sulle labbra. Lo sente intorno a sé, a un passo dalle labbra, negli occhi, nel cuore.

Tutto è Moriarty e lei non può farci nulla.

"Innocente…."

Lei prova ad allontanarlo, ma la sua presa è salda e una risata interrompe il movimento delle sue mani sul collo.

Si dimena, e prova a gridare, a divincolarsi.

Ma lui si avvicina, e posa le labbra sul suo orecchio.

Molly rimane tra lui e la parete la testa intrappolata sopra la sua spalla.

Il suo riflesso la guarda dallo specchio, e ancora sembra acqua.il suo viso sofferente, pallido, è bagnato. Il corpo coperto di veli. le guance bagnate. Moriarty la corrente che la trascina via.

"Ofelia"

Ed è un sussurro.

Sente le labbra di lui scivolarle addosso e le sue mani toccarle le spalle.

Tutto come è iniziato finisce, e Molly si ritrova in ginocchio davanti a lui, contro il muro, lacrime che non ricordava di aver versato lungo le guance.

Lui si china davanti a lei.

Le prende una mano.

"Non aver paura. Consideralo il mio addio, Molly Hooper."

Si avvicina ancora, la guarda negli occhi, e le bacia le labbra, senza irruenza.

Impalpabile come il vento di Norvegia.

Come Ofelia che muore.

Molly tiene gli occhi spalancati, e non vede niente.

Lui si allontana.

"Devo andare. Una caduta, un brutto affare sai? Promettimi solo una cosa, Molly Hooper: aspetta a cadere dal Salice. Lascia che sia io ad aprirti la strada"

Si alza e poi senza guardarla esce dalla stanza.

Lo sente fischiettare, e solo quando la porta si chiude, Molly comincia a singhiozzare.

Alza gli occhi. Lo specchio la fissa.

Acqua, ninfee, correnti.

Le vede ma non ci sono.

"è solo pazzia" vorrebbe dire.

Si alza, e si avvicina allo specchio.

Eccola lì, Ofelia con la pelle bianca, gli occhi scuri spalancati.

Paura.

Lo specchio poco dopo è in pezzi.

La mano di Molly sanguina sul tappeto.

Alla fine non è successo niente. Nulla di importante, nulla di grave. Come nell'Amleto, ricorda Molly con una risata.

I frammenti dello specchio la guardano dal pavimento, e Ofelia è scomparsa.

Molly Hooper piange in cento riflessi.

 

**

Quando Molly Hooper rivede Jim Moriarty lui ha lo stesso sorriso di quella sera.

La guarda con gli occhi spalancati, e Sherlock Holmes accanto la scruta.

Non dice nulla. Lui non è tipo da chieder "Va tutto bene?" No, lui ha già capito.

I tagli sulla mano fanno ancora male.

Moriarty sorride. Per l'ultima volta. Per sempre.

 

 

***
 

Sinceramente non sono convinta. Credo di poter fare di meglio, ma ve la do in pasto comunque, sono autolesionista!




Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome?
GOD SAVE THE SHIP!
I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »

  
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