Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Inucchan    18/01/2007    1 recensioni
Due vite. Due stili diversi. Due modi d'essere diversi. Un passato in comune forse... Il Mondo Visto da Lei. Il Mondo Visto da Lui. A volte non è il fato a far si che due persone s'incontrino...sono loro che si cercano...si trovano... e a volte...
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Simply Mine

Simply Mine

 

 

 

Atto VII : ...Chi gioca col fuoco...

 

 

 

Amicizia. Una parola, un significato, un'emozione, un sentimento.

Tanti sono gli aggettivi che la descrivono, eppure, nessuno è mai riuscito

a definirne realmente il contenuto.

A tratti, in superficie, carezzandola nei contorni, l'amicizia è qualcosa di

tangibile.Un amico è colui che ti sta accanto.

Non solo, l'amicizia è qualcosa che va scoperto, non ha definizione alcuna.

Non si può scoprire cosa contenga, di una sola cosa, probabilmente siamo certi.

Un'amicizia vera non ha bisogno di conferme.

Osservò soddisfatta il proprio operato.Perfetto. Curato tutto nei minimi dettagli,

il 'piccolo' Kouga se lo meritava, infondo s'era dimenticata del suo compleanno.

Sorrise maliziosa, soffermandosi sulla porta del corridoio con lo sguardo.

Chissà come ci sarebbe rimasto quando sarebbe uscita da quella porta.

Squadrò il locale da cima a fondo, per una volta nella sua vita Sango aveva avuto

una buona idea.Affittare un locale.

Il costo non era risultato particolarmente esoso, con poche telefonate avevano raccolto

la somma adeguata ed in ancor meno tempo avevano organizzato qualcosa che l'amico non

si sarebbe scordato presto.

Un ambiente sobrio. Dall'entrata, si potevano scorgere due fila di colonne, disparate all'interno

della spaziosa stanza, partendo dal centro in prospettiva con i pilastri s'estendeva un corridoio,

ai lati, sui muri, spiccavano due grandi finestroni a vetrata che davano sul giardino esteriore.

Il riverbero della luce che, si specchiava sulla piscina di fuori, creando gioghi di luci bluastre

all'interno del locale ancora ottenebrato.

Al centro spiccava il bar ad isola, caratteristico del Shirenai di Tokyo.  Sopra d'esso, adagiati

v'erano alcolici d'ogni sorta, dalla grappa alla vodka, dai vini ai cocktails.

Le labbra s'incresparono in una piccola smorfia. Inarcò appena le sopracciglia incrociando le braccia

sotto il seno.

Mancava qualcosa. Non se l'era sentita di riempire lo stanzone con addobbi e roba simile,

ormai Kouga non aveva più l'età per permettersi tali fronzoli.

Rimase immobile ad osservare un punto indecifrabile del locale, la mano s'abbassò leggermente

verso la tasca destra, in modo d'estrarre il pacchetto di Marlboro da quest'ultima.

Ne estrasse una sigaretta, la portò alle labbra metodica, mordicchiando appena i bordi del filtro.

Cos'era che mancava?

La sinistra si spostò verso il taschino della camicetta, fregando con l'indice in cima alla bocchetta

in modo d'alimentare la fiamma.

Tirò una boccata rapida, giusto per infiammare la cicca.

Ripose il pacchetto e l'accendino nella medesima tasca, riportando la destra a cingere la vita nel

mentre poggiava il gomito lungo il braccio disposto attorno al ventre.

Riprese l'opera di danneggiamento dei polmoni, rimanendo nello stesso punto.

"'Sera bella stuatuina..." la voce di Sango irruppe nel silenzio della stanza, lasciando distrarre

Kagome dalle sue considerazioni sull'arredamento.La mora sobbalzò appena, non essendosi minimamente

accorta dell'arrivo dell'amica. Quella tipa aveva il passo d'un felino.

La bruna protese il piede destro in avanti, tacchettando col tallone sul terreno, in attesa d'una risposta.

"'Ao..." promosse l'altra, quasi stizzita dell'esser stata interrotta bruscamente, con indifferenza.

Sango alzò un sopracciglio, surclassando i motivi di tale responso.

"Bel lavoro Troietta...hai chiamato Kouga?" questionò incrociando le braccia al petto, sorniona.

Sapeva che Kagome non l'aveva ancora fatto.

La mora si immobilizzò. Ecco cosa mancava, cazzo.

Alzò le braccia al cielo, borbottando qualcosa, dirigendosi infine verso l'unica stanzetta che v'era

oltre il salone ed il bagno.

Aprì la porta, varcando la soglia di questa a passo vigile, pareva un soldato diretto in guerra.

Tastò per circa un quarto d'ora al buio per ritrovare l'interruttore.

"Dove diamine s'è cacciata la mia borsa?" sbottò ancora più indemoniata. Nel frattempo Sango che,

dalla fine del corridoio aveva assistito a tutta la scena, se la rideva sotto i baffi.

"...Prima fa le cose...poi avverte il diretto interessato...questa è tutta scema" commentò

tra sè.Inarcò appena un sopracciglio, portando la destra a tastare all'interno della giacca.

Vibrazione.Una chiamata.

"Pronto...ah sei tu...che palle...che vuoi... Come?...Ti dovrei fare un cosa?..."

la mascella di Sango per poco non sfiorò il terreno all'udire il commento dell'interlocutore dall'altra

parte dell'apparecchio. Inorridita riattaccò la chiamata, fregando il display del cellulare contro

la mini che, fungeva più da sciarpa che da gonna, tanto era corta.

"Se scopro chi è questo porco...lo ammazzo di botte..." da un mese a quella parte, puntualmente,

riceveva una di quelle chiamate 'osè' dove veniva invitata da una sensualissima quanto arrapata voce

a svolgere lavoretti più o meno puliti alle parti basse del soggetto in questione.

"Che schifo..." borbottò eliminando dalla mente tali pensieri osceni.

 

"Trovata" dopo numerosi tentativi falliti e zuccate contro il muro, Kagome riuscì finalmente ad impossessarsi

dell'agoniata borsa e ad impugnare il cellulare vittoriosa.

Compose il numero dell'amico in fretta e furia, spiegandogli nei minimi dettagli il suo ingegnoso

piano d'organizzazione pre-party.

 

 

"Si...ok...va bene...alle nove...Shi-re-nai..." il demone lupo sillabò il nome del locale nel mentre

tratteneva poggiato sulla spalla il ricevitore e si prodigava di segnarlo su d'un post-it.

Riattaccò la chiamata.Sorrise.

Che carina, gli aveva organizzato il compleanno nel locale dove s'erano conosciuti.

Discostò le iridi dal foglietto, scrutando soddisfatto la sua immagine allo specchio.

"Che figo che sono..." si complimentò schiaffeggiandosi appena le guance.

Un sorrisetto di malizia gli scivolò sulle labbra.Appagamento.

Dopo ore e ore di completa dedizione alla sua figura, poteva ritenersi soddisfatto del suo operato.

Lasciò scivolare l'accappatoio dalle spalle, vagando come mamma l'aveva lasciato alla nascita per

la casa (ste manie di nudismo sono molto in voga da quelle parti a quanto pare Nda).

Si diresse in camera, squadrando il vestiario disposto ordinatamente sul letto. Mamma Kodoka aveva

fatto proprio un bel lavoro, eh si, era proprio un bravo ometto di casa, lui.

Nessuna gli avrebbe resistito. Alzò lo sguardo verso il soffitto, mentre un'espressione depravata

cominciò ad impossessarsi del volto, solitamente quieto.

"Stasera si scopa" ghignò tra alimentando quell'idea verso le parti basse che cominciavano a scalpitare

già come cavalli impazziti.

"Calmo Schizzo...stasera papà ti da da mangiare..." tutto contento, si diresse nuovamente in bagno

fantasticando sull'esito della serata.

 

 

 

"E che cazzo..." ennesima bruciatura di sigaretta sulla maglia nuova. Ennesimo santo reclamato dalle

alture sconfinate del Nirvana.

Il mezzo demone cominciò a stiracchiare con l'indice la 'ciocca deturpata', come la chiamava Miroku,

nervoso. Quel continuo gesto a volte lo faceva somigliare ad un finocchio, però era più forte di lui.

Se era teso doveva toccarsi i capelli.

Cominciò a scavare una profonda fossa nel corridoio principale, tanto era il tempo che andava avanti

e indietro attraverso l'androne della casa.

Non c'era verso, la serata era già cominciata male. Da quando Kouga aveva nominato quelle magiche parole

assieme, ovvero : 'festa' e 'ragazze' , la mente aveva cominciato a selezionare ogni possibile ed inimmaginabile

tipo di abbigliamento 'adatto'.

Si sa che per far colpo bisogna avere tre cose fondamentali:

1) L'abito giusto. Chi cazzo ha detto che l'abito non fa il monaco?

2) La giusta dose di ormoni in fermento. Meglio non esagerare con la foga.

3) Il giusto tipo di armamentario. No preservativo? No party.

Festa era anche sinonimo di 'sesso', quindi, per lui, di conseguente abbandono

di quel peso insostenibile qual era la sua verginità.

Spostò pochi passi in direzione dell'armadio, aprendolo nuovamente.Portò una mano a fregare

il mento, inarcando appena un sopracciglio scuro.

"...Bene..." sorrise beffardo estraendo quella che definiva la sua 'mise da rimorchio'.

S'osservò allo specchio, poggiando il capo a ridosso del torso. Perfetto.

Il ticchettio insistente dell'orologio lo distrasse dalla contemplazione. Le venti e trentadue.

"Porcaccia di quella..." Solamente mezz'ora?

Un fulmine. Diede uno 'schiaffo' alle ante dell'armadio che si richiusero con un sonoro tonfo.

Si gettò sul letto, recuperando il telecomando dello stereo che s'accese con un click.

Adorava ascoltare le sue creazioni quando dava sfogo alla sua 'moda personale'.

Quel cd, da quanto tempo era che non l'ascoltava? Era il suo primo cd, un mezzo sorriso comparve

a saggiargli le labbra, amaro.

Da quando ‘era successo’, l'aveva recluso tra le cose da dimenticare, le note progressive e

cicliche della musica gli riportarono alla mente un episodio del suo passato, si soffermò

nel fissare le casse dello stereo, quasi incatenato da quel flashback...

 

"Hai un talento non indifferente" l'aveva pronunciato così, semplicemente, pareva un sospiro

tra quelle labbra rosse. Il fumo grigiastro aveva accompagnato quella sentenza, lasciandolo

'piacevolmente sorpreso'.

"Devo considerarlo un complimento?" aveva bofonchiato lui, sarcastico, scrutandola negli occhi

scuri, per cogliere cosa poi? Nulla. Era questo il bello di Kikyou, lei non mostrava niente, solamente

il vuoto sapeva trapelare da quel volto candido.

Lei era rimasta immobile, ad osservarlo. La stanza silenziosa diffondeva solamente quella musica, triste.

Aveva notato una cosa che l'aveva lasciato perplesso. Lei sorrideva solamente in presenza di Naraku.

Questo, aveva cominciato ad infastidirlo.

"...Dimmi una cosa, Inuyasha..." lo aveva ripreso, quasi malinconica nel timbro. Lui aveva continuato

ad osservarla, questa volta quasi sorpreso.

"Cosa..." aveva risposto senza mezzi termini, reclinando appena il capo di lato incuriosito.

"...Dovrei chiederti di aiutarmi..." lei, che gli chiedeva 'aiuto'?

Aveva sgranato appena gli occhi, lui, rimanendo in uno stato di trance temporanea.

"Non sono solito farlo...ma...dato che sei un'amica..." in realtà, forse, stava divenendo qualcosa

di diverso. Solamente nel suo cuore, qualcosa stava cambiando.

Lo sapeva, doveva ammetterlo anche a se stesso, Kikyou provava qualcosa per Kane, alias Naraku.

Lui, non poteva far altro che rimanere chiuso in se stesso.Un mezzo demone non ammette mai i propri

sentimenti dinanzi a qualcuno. Una regola stupida, eppure, lui la pensava così.

Kikyou l'aveva ringraziato con un simil sorriso, qualcosa che concedeva solamente 'all'altro'.

Da quel giorno, erano cominciati i guai...

 

 

Scosse la testa, tentando d'eliminare quel pensiero. Inutile ripensare al passato, infondo la vita

sarebbe continuata ugualmente.

Diede uno sguardo all'orologio da polso. Le nove. Si sbrigò nel vestirsi, come al solito sarebbe

arrivato in ritardo. Rifuggì i suoi tormenti ancora una volta, come era uso fare.

Non un pensiero era capace di scivolargli all'interno per più d'un minuto. Aveva imparato a castigare

le preoccupazioni in un angolo remoto della mente.

Si alzò in piedi, inarcando appena un sopracciglio.

S'era dimenticato del regalo per Kouga.

"Accidenti...ormai è tardi..." un lampo, un'idea. Sorrise.

Estrasse il cd dal lettore, riponendolo dentro la custodia apposita. Kouga adorava quel piccolo

contenitore di suoni...

 

 

 

Le casse, producevano una cadenzata melodia, quella d'inizio serata.

Kagome era seduta all'interno dello stanzino ove si sarebbe dovuta cambiare, chissà che faccia

avrebbe fatto Kouga-kun.

Rimase dinanzi allo specchio a fissare la sua immagine, mentre Sango, silenziosa le pettinava

gli scuri crini con gesti metodici e precisi.

"A Kouga prenderà un infarto..." ridacchiò la brunetta soffermando le sue movenze qualche istante.

Kagome sorrise, afferrando un flaconcino che risiedeva sopra il piccolo ripiano alla sua destra.

"Ne sono sicura" mormorò maliziosa, lanciando un'occhiatina furtiva alla migliore amica.

La bruna le sollevò la chioma, spostando con le labbra l'elastico che teneva stretto al polso destro,

verso la mano.

In pochi passaggi fece passare i capelli dell'amica tra un cappio e l'altro, innalzandoli in una

graziosa coda alta.

"Non mi piacciono i capelli legati Sango-chan..." borbottò lei, incrociando le braccia al petto.

"Lascia fare a me..." le sorrise, voltandola con un gesto verso di . S'abbasso sulle ginocchia,

piegandosi appena all'altezza di Kagome, seduta.

Prese la le mani l'occorrente. "Ora ti mostro la tecnica del trucco che c'è...ma non si vede..."

ridacchiò, cominciando ad operare sul volto dell'amica.

 

Kouga era rimasto seduto su una delle seggiole girevoli del bar, ormai da una buona mezz'ora si stava

gustando quella grappetta che tanto adorava.

Solamente che la bibita, seppur versata in un bicchiere piccolissimo, era ancora a metà, giacchè

il demone ne imbeveva solamente le labbra da tempo, tanto per passare il tempo, rigirandolo tra le mani

talvolta, snervato dall'attesa.

Gli invitati che, s'apprestavano a giungere numerosi, s'erano accalcati in gruppetti, ciarlando

tra di loro, dopo aver salutato il festeggiato.

Era solo.

Dov'erano finite quelle due sceme? Kagome e Sango assieme non gli piacevano per nulla.

Osservò l'orologio posto su una delle pareti del locale, dov'era Inuyasha?

In quel momento era la persona più attesa dal demone.

Poggiò entrambi i gomiti sopra il tavolo ad isola, dove la graziosa barista, dinanzi a lui

gli lanciava occhiatine seducenti da quando s'era seduto.

"Tesoro non hai nessuno con cui passare la serata?" l'aveva incitato la bionda, strizzandogli

l'occhio destro.

Kouga aveva sorriso, continuando poi ad osservare il contenuto del bicchiere. Il suo pensiero

al momento, era rivolto solamente al mezzo demone. L'attesa era snervante.

"Aspetti qualcuno?" lo rimbeccò la voce sarcastica di chi conosceva bene.

Si volse di scatto, lasciandosi trasportare dal movimento circolare della seggiola ben fissata sul terreno.

Un sorrisetto rodomonte gli piegò le labbra, rimasero ad osservarsi per qualche istante, silenti.

"Erez!" latrò il demone lupo alzandosi dalla sua postazione repentino. Inuyasha, smorzò il sorrisetto

sarcastico in una smorfia, odiava quel soprannome.

"Schizzo!" ridacchiò incrociando le braccia al petto, correndo con le iridi giallastre in corrispondenza

della figura del demone.

Non era cambiato affatto, sempre il solito atteggiamento, le solite battute.Era Kouga.

"Hai incontrato qualche altra bambinetta?" lo rimbeccò subito, ricordandogli il brutto

episodio che gli aveva affibbiato il nome di 'Erez'.

 

Spiaggia.

Agosto. Solito gruppetto, disteso a crogiolarsi sotto il torrido sole d'agosto.

Inuyasha s'era voltato ad osservare in faccia il rosso disco, per prendere un'abbronzatura

più evidente sul torace.

Kikyou e Naraku, dormivano della grossa. Il secondo, abbandonato al sole con la rivista

dei cruciverba in faccia.

Solamente Kouga e il mezzo demone erano svegli al momento.

In quel momento, una ragazza dalle forme generose, era corsa in corrispondenza dell'ombrellone

dei quattro, passando proprio accanto al mezzo demone che con sguardo lungimirante, s'era

'affacciato' per osservarla meglio.

Sbaglio.

Assieme alla giovane, una bimba, di poco più di quattro anni, rincorreva affaticata un palloncino

frignando assordante.

La reazione delle parti 'basse' del mezzo demone, nell'aver osservato la bella giovane in costume

aveva creato una sana incomprensione in Kouga che in quel momento, proprio quando era passata la

piccola, s'era volto in direzione dell'amico.

Quasi a non farlo apposta, aveva cominciato a ridere come un pazzo, suscitando la curiosità del mezzo.

"Ma che ti ridi?" Inuyasha l'aveva osservato di sbiego, confuso.

"...La verginità fa brutti scherzi...è solo una bambina Inuyasha" l'aveva canzonato il demone.

Il mezzo era divenuto d'un tenue porpora, sgranando gli occhi all'affermazione del lupo.

"Ma che cazzo stai..." quando analizzò la situazione, ovvero, la reazione dei suoi 'gioielli',

la ragazza e la bambina...ormai era tardi.

"...Sei un pedofilo....Erez...".

 

 

La mano destra del mezzo cominciò a fremere nevrotica lungo il fianco corrispondente.Odiava che gli

si ricordasse quella figuraccia.

"Senti chi parla...comunque...auguri..." borbottò 'schiaffandogli' tra le mani il cd che aveva

preparato per lui.

"Questo è..." Inuyasha annuì senza dargli tempo di continuare la frase.Silenzio.

Le iridi oltremare del lupo, andarono a scrutare quelle dell'hanyou, adombrate appena sotto

la frangia inargentata.

Non disse altro, poggiando il regalo accanto agli altri. S'avvicinò ulteriormente ad Inuyasha,

dandogli una pacca sulla spalla che lo scansò di qualche passo.

"Ma sei scemo?" ringhiò lanciandogli una brutta occhiataccia.

"Sempre il solito..." concluse il lupo, muovendo appena la lunga coda bruna dietro la schiena in un bieco

oscillare.

La fermò a mezz'aria, avvolgendola celermente attorno alla vita, ove era uso portarla.

Il mezzo s'osservò attorno, ce n'erano si di ragazze.

Abbassò lo sguardo, pensoso, Miroku avrebbe fatto salti mortali per essere con lui.Cazzi suoi.

La mano dell'ex migliore amico, posatasi sulla di lui spalla, lo risvegliò dal torpore della

sua temporanea trans mentale.

"Ah, volevo presentarti una persona...ma..." si guardò attorno, in cerca della migliore amica,

non notandone, con delusione, nemmeno l'ombra.

Rivolse una risatina nevrotica in direzione del mezzo demone.

Imbarazzo.

Inuyasha lo stava osservando perplesso, muovendo ritmicamente le orecchie avanti ed indietro

curioso.

"Ahem..." lo youkai si schiarì la voce. "Bevi qualcosa?" gli mormorò appena, da quando

il mezzo demone era entrato nella stanza, mille pensieri avevano cominciato ad irrompere nella

mente di Kouga. Doveva smettere di porsi tante domande e comportarsi normalmente, era il suo

compleanno.

Divertimento.

"Per chi mi hai preso? Certo che bevo..." alzò un sopracciglio il mezzo, sostenendo lo sguardo

dell'amico che pareva alquanto nervoso.

"Prima però devo trovare un bagno...sai...non ho avuto il tempo..." tossicchiò tentando di far capire

al demone il suo 'bisogno primario'.

Kouga sorrise ironico, incrociando le braccia al petto "Non mi spiacerebbe vedere la tua faccia

se non ti dicessi dove si trova..." ghignò maligno.

"Io credo che non ti piacerebbe invece vedere la tua faccia dopo che ti avrò pestato, se non me lo dici..."

rispose l'altro a tono.

Il lupo scosse la testa, indicando con l'indice il corridoio.

"Classico...infondo a destra..." rispose quieto.

 

 

Kagome era soddisfatta. Si rimirò allo specchio per svariati minuti.

Perfetta.

L'abito nero, scendeva lungo le forme, contenendole a dovere ed accentuandole maggiormente.

Si stringeva sui fianchi sino a ricadere spaccato di lato a partire dalla coscia superiore sino

al ginocchio.

Sulla schiena, una scollatura vertiginosa, lasciava ben poca immaginazione sul come si disegnasse

il fondo.

Il decolletè era lasciato completamente a nudo, sulle spalle, traversato solamente dalla stoffa che

giocava sul 'vedo non vedo' dei veli.

Scosse appena il capo, permettendo ad un romito filo d'ebano di ricaderle dinanzi al volto pulito,

scoperto dalla frangia e dagli impedimenti della folta chioma.

Inarcò un sopracciglio "La collana però..." portò entrambe le mani dietro la nuca, a sfilare

l'oggetto dal collo.

Sango sorrise "Vado ad intrattenere Kouga...altrimenti avrà sospetti..." ridacchiò scomparendo

dietro la porta.

Rimase qualche istante dinanzi allo specchio che rifulgeva del lume dei mini riflettori della stanza

utilizzati come illuminazione sobria di questa.

L'immagine riflessa era d'una donna ormai, non più d'una bambina. Sospirò, immaginando la faccia

di Kouga quando l'avrebbe vista finalmente come avrebbe dovuto.

Una donna.

Tale pensiero la accompagnò lungo il corridoio, finché s'arrestò dinanzi alla porta dei bagni.

[Meglio darmi una rinfrescata prima...]

Girò la maniglia della porta, lasciando che la porta fremesse d'un cigolio appena accennato.

Lasciò che si richiudesse dietro di lei, poggiandovi contro le spalle.

Un altro sospiro.

Si stava facendo troppo bella per il suo migliore amico.

Già, troppo.

Scartò quel pensiero dalla mente, aprendo di scatto il getto d'acqua del lavabo. Lasciò correre

il liquido incolore tra le mani, fregandole più d'una volta tra di loro.

Alzò lo sguardo in direzione dello specchio, di sfuggita, giusto per controllare il suo stato

ancora una volta.

Questa volta, qualcosa di nuovo, oltre lei v'era riflesso.

Rimase nella sua posizione, osservando quell' immagine poco distante. Un brivido le percorse

la schiena repentino.

"Oh mio..." cazzo, era finita nel bagno degli uomini?

Il mezzo demone, prima poggiato contro il muro di schiena, si distaccò appena, permanendo ad osservare

la ningen che gli donava le spalle.

"Non credevo che al compleanno di Kouga venissero pure i trans..." commentò tagliente. Quell'esclamazione

fece letteralmente innervosire la mora che intaccò la punta degli stivali sul pavimento, voltandosi

inviperita verso il suo interlocutore.

Per qualche istante permase silenzio, quasi si stesse svolgendo il classico 'mezzogiorno di fuoco'

tra i due.

"Non credevo ci fossero nemmeno i frogi..." rispose lei sarcastica, incrociando le braccia sotto

il seno.

L'hanyou, si limitò ad allargare ulteriormente il sogghigno sfacciato che quel momento gli

increspava le labbra.

"Visto? Si fanno ogni giorno scoperte interessanti..." rimase a sostenerle lo sguardo, avvicinandosi

solo di qualche passo.

Doveva ammettere che quel 'trans' non era proprio male, forse da scopare. Ovviamente, era tutto

tranne quello, date le prominenti forme che generose s'intravedevano dalle trasparenze del vestito.

Maliziosa, seguì lo stesso esempio.

Un uomo non doveva mai aver l'ultima parola, né tanto meno pensare lontanamente d'averla vinta.

La tecnica vincente era quella di far finta di starci, tutto qua, per poi lasciarlo come

un salame.

Parevano due leoni all'ora del pasto che, attorno alla preda cominciavano a preparare i rispettivi

attacchi.

Lei smosse appena la coda con l'indice, un gesto, sensuale nella sua semplicità.

Lui si limitò ad osservarne le movenze, se credeva d'infinocchiare proprio lui, si sbagliava di

grosso.

Conosceva ogni singola mossa femminile e quella, presagiva solamente una cosa.

Su scemo, cadici, così ti do il ben servito per ciò che mi hai detto. Si come no.

Falsità, il suo secondo nome.

Mosse le orecchie bianche dietro la testa, correndo con le iridi d'ambra sul corpo della

giovane, come ferro rovente.

Si squadravano smaliziati, quasi stessero attendendo entrambi la medesima cosa l'uno dall'altra.

"...Non sei in compagnia?" mormorò lei audace, ancheggiando provocante come solamente lei sapeva.

Il mezzo inarcò appena le labbra all'angolo destro della bocca.

Divertimento.

"...Lo sono..." rispose indolente.

Lo sentiva, poteva sentire quell'oro sul corpo, quasi la stesse carezzando con le mani. Quel timbro,

strafottente quando incisivo, sensualmente roco.

Sapeva giocare bene il mezzo demone.

[Non sarai mai in grado di tenermi testa...] sorrise con malizia a tale pensiero, senza scomporsi.

"Peccato...io no..." guaì fingendosi dispiaciuta.

Se fosse stato Miroku ci sarebbe caduto con tutte le scarpe. Era brava, brava davvero.

"Ce ne sono tanti di idiot...di ragazzi alla festa..." rispose malleabile lui, intrepido nelle movenze

del corpo.

Lei continuò ad osservarlo.

Non era male, per niente. Forse per una notte...

Le piaceva il suo gioco, nessuno le aveva mai tenuto così testa prima d'ora. Bene.

"Già...però non sono idioti che mi interessano..." profuse languida, ritrovandosi ora col passo

alle spalle di lui.

Continuavano a girarsi attorno come avvoltoi.

"Questo significa che ti interesso io?" .Scacco.

Kagome rimase spiazzata per un istante, sfacciato oltre che maleducato. Interessante.

Arrestò il suo passo, felina.

"Io non l'ho detto...sei tu che lo hai pensato..." Sagace e misteriosa. Scacco al re.

Anch'egli fermò il passo, in corrispondenza degli specchi disposti a file pari sopra i lavabi.

Osservò la sua immagine riflessa che giocava con quella della femmina in lontananza, la solita espressione.

Falso.Falso.Falso.

"...E' vero l'ho pensato...ma l'hai fatto anche tu...sei lo hai detto a me..." .Scacco matto.

Cazzo, era davvero bravo. Questo qua come se lo schiodava ora?

Doveva escogitare qualcosa, al più presto, si sarebbe dileguata con una scusa banale però ben

congegnata.

"Ma che bravo...direi che ora potrei anche tornarmene alla festa allora..." rispose sarcastica

come per fargli intuire d'aver detto qualcosa di sbagliato.

Inuyasha malizioso, attese che questa poggiasse la mano sul pomolo della porta.

Ops.

"Do...dov'è finito?" balbettò lei tastando sull'uscio bianco, senza trovare il bottone d'ottone.

Il mezzo demone tossicchiò appena, attirando l'attenzione di lei.

Basita.

"Cercavi questa?...Cazzo...temo mi sia rimasta tra le mani per sbaglio..." smorzò tranquillamente,

con una nota sarcastica nel timbro.

[Bastardo l'ha fatto apposta...e ora?]

Inuyasha ridacchiò con malizia, nessuno.

Nessuno la faceva in barba ad un Taisho, soprattutto se era Inuyasha.

[...Hai voluto competere con me?......chi gioca col fuoco prima o poi si scotta...]

 

 

 

 

 

  
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