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Autore: BloodyRose92    04/07/2012    4 recensioni
Viktoria Miles e Emilie Prince sono due semplici studentesse universitarie, ma in una splendida giornata di giugno , alcuni avvenimenti stravolgeranno la loro vita per sempre. Sogni , deliri e intrighi faranno da compagni di viaggio alle nostre protagoniste in lotta per la sopravvivenza e la salvezza dell'intero pianeta . Riusciranno le ragazze ad eliminare l'oscurità? O sarà l'oscurità ad impossessarsi di loro?
Genere: Dark, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash, Slash | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3

In fine l'alba venne, con i suoi perché e le sue ombre. Emilie aprì gli occhi lentamente, tentò di distendere i muscoli, anche se lo sforzo le provocò una smorfia: era ancora indolenzita. In un attimo i ricordi della giornata precedente le riaffiorarono come un fiume in piena. Quegli occhi ... quella voce, il gelo del suo tocco. Tentò di togliersi di dosso quei pensieri, ma la mente la riportò verso le mani candide e leggere della sua compagna, il suo dolce profumo, le sue labbra così dolci. A quei pensieri ebbe l'istinto di cercarla, di cercare le sue braccia, ma non c'era nessuno accanto a lei. Cominciò allora a porsi mille domande, ad avere paura. Si guardò attorno in cerca di lei ... ma niente. Poi la sua attenzione venne catturata dalle macchie sulle lenzuola. Lunghe strisce color porpora, che davano l'idea di un corpo lacerato. In un attimo il terrore s'impossessò del suo animo,si ritrovò a girare per la stanza in preda al panico, cercando segni della presenza di Viktoria, ma niente.

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*Freddo*

Fù il primo pensiero che affiorò nella mente di Viktoria. Il contatto con quel pavimento gelido, le faceva venire i brividi. Dove si trovava? Con non poca fatica tentò di aprire gli occhi e mettere a fuoco ciò che la circondava. Una stanza pallidamente illuminata da un'unica luce posta in alto , affianco a lei una parete apparentemente di vetro scuro.

Tentò di mettersi a sedere, e, quando la schiena sfiorò il muro dietro di lei, delle fitte lancinanti le attraversarono il corpo.

*Fuoco*

Le ferite le bruciavano come tizzoni ardenti. Dovette trattenersi per non gridare dal dolore.

Chiuse gli occhi, per tentare di alleviare la sofferenza, o almeno per tentare di non pensarci.

*Fuoco e ghiaccio*

Una mano gelida si posò su quei profondi graffi. Viktoria aprì di scatto gli occhi blu, per incontrare quelli smeraldo del suo soccorritore. Era , probabilmente, la creatura più bella che avesse mai visto. Lunghi capelli neri gli incorniciavano il viso dai tratti delicati; occhi di un verde meraviglioso, quasi surreale; labbra sottili che sembravano nascondere ogni tipo di segreto. Il sorriso dell'uomo le mozzò il fiato per un istante , per poi costringerla ad arrossire ed abbassare lo sguardo.

"Ben svegliata mia cara" disse l'uomo con voce suadente.

"Chi sei ? E dove sono?" rispose Vik, sorpresa di scoprire che anche la voce era melodiosa e accogliente.

"Una cosa alla volta, mia diletta. Permettimi di presentarmi."

Viktoria lo vide alzarsi con infinita grazia e lo sentì pronunciare quel nome come in un sogno, forse perché non poteva crederci .

"Io sono Loki , e tu , mia cara Viktoria, sei stata portata qui da me. Tutto quello che sei lo devi a me" annunciò il signore degli inganni.

Viktoria non aveva la minima idea di cosa fare o dire: quell'uomo poteva essere davvero Loki, o forse solo un pazzo fanatico che credeva di esserlo. Cosa voleva dire con ‘tutto quello che sei lo devi a me’ ? E perché si trovava in quel luogo?

"Loki?" riuscì a sussurrare confusa, con gli occhi persi nei suoi.

"Oh non preoccuparti Viktoria , non mi aspetto che tu mi creda ora, ma lo farai a breve. A proposito , sai che il tuo nome l'ho scelto io? Potresti considerarmi una specie di padrino." Affermò compiaciuto, come se la situazione lo esaltasse, e non poco.

"Padrino? Ma cosa-?"

Vik era sempre più confusa, aveva mille domande da porre a quell'uomo e nessuna risposta. Fingeva di chiedersi se fosse davvero al cospetto di un personaggio di cui aveva sentito parlare solo nei libri che studiava o in qualche film. Tuttavia sapeva benissimo che quello che aveva davanti era davvero un Dio.

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La giovane studentessa bionda tentò di calmarsi: quelle macchie non la convincevano affatto, ma, del resto, Viky poteva essere andata da qualche parte a schiarirsi le idee, forse aveva ripreso a graffiarsi la schiena a causa dello stress.

La giornata precedente era stata gravida di emozioni forti e contrastanti, era comprensibile che volesse rilassarsi un momento, magari lontana da lei. Lei che l'aveva baciata improvvisamente, dopo tanti anni di amicizia; poco importava se le fosse piaciuto o meno, rappresentava comunque un cambiamento radicale nella sua vita. Decise, allora, di riprendere le sue normali attività, attendendo la compagna con trepidante impazienza. Non sarebbe stato facile, ma aveva bisogno di quel chiarimento; entrambe ne avevano bisogno.

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"Per ora basta con le spiegazioni, non abbiamo tempo da perdere! Un mio fedele servitore ti aiuterà a prepararti .." disse prima di sparire dalla vista della fanciulla ignara.

"No aspetta! Prepararmi per cosa?" tentò di domandare, ma quelle parole furono accolte solamente dalle fredde mura che la circondavano.

Dopo poco, un'altra figura maschile entrò nella stanza. Solo allora Viktoria si rese conto di essere nuda e sporca di sangue. Non riusciva a ricordare come fosse arrivata lì. L'ultima immagine che le era rimasta impressa era Emilie.

L'immagine di quella ragazza catturò i suoi pensieri in un attimo. Il terrore la sorprese di nuovo, insinuandosi nel suo cuore come un viscido serpente. Era anche lei in quel posto? Probabilmente aveva freddo, era sola, aveva bisogno di lei.

Viktoria si alzò con una velocità sorprendente , incurante della stanchezza e delle ferite, doveva andare da lei.

Quando stava per raggiungere la porta, l'uomo, il fedele servitore di Loki , la bloccò per un braccio. Si sarebbe aspettata di tutto , tranne le parole che le rivolse.

"Tranquilla, è al sicuro. La fanciulla con i capelli color del grano non è qui." disse porgendole la giacca .

Vi l'osservò confusa. Non aveva idea di come facesse a sapere di Emilie; un altro mistero irrisolto.

"Io sono Alexander, tu devi essere l'arma segreta" disse con un sorrisetto compiaciuto sul volto.

La rossa non era sicura di quello che aveva appena sentito.

"Arma segreta ..?" , fù l'unica cosa che riuscì a sussurrare , con aria interrogativa.

"Tutto a tempo debito Viktoria."

"Come conosci il mio nome?"

"Ah questa e facile! Me l'ha detto il mio signore, ovviamente" annunciò con un sorriso radioso, compiaciuto del fatto che Loki lo avesse reso partecipe dei suoi piani.

La ragazza l'osservò molto attentamente. Aveva i capelli castani, ricci ,  lunghi fino alle spalle; occhi di ghiaccio, incredibilmente alto , fisico ben allenato. Nell'insieme era un ragazzo stupendo, ma c'era qualcosa che ancora non la convinceva. Stava ancora cercando di capire cosa, quando Alexander le prese una mano e la fece entrare in un'altra stanza. Sembrava quasi un infermeria, c'erano medicinali di tutti i tipi, e, chiaramente un lettino.

Il giovane la aiutò a sedersi , e le chiese di scoprirsi le spalle. Vik si spogliò nuovamente, con un po’ d'imbarazzo. Il ragazzo, vedendola arrossire, sorrise e tentò di metterla a suo agio.

"Non devi vergognarti, sono stato medico per tanto tempo, non devi sentirti in imbarazzo."

La rossa si sentì poco rincuorata da quelle parole, ma non poteva fare altro che tentare di rilassarsi. Il giovane prese degli strumenti portandosi dietro di lei, e cominciò a medicarla.

Quando Alex iniziò a disinfettarle i graffi, due piccole lacrime scivolarono sul viso della fanciulla, che non poté trattenersi, di tanto in tanto, dall'emettere qualche gemito.

"Resisti ancora un po’, abbiamo quasi finito Vik".

Viktoria annuì lentamente e a denti stretti. Una volta finita quell'operazione, capì subito quale fosse il particolare che l'aveva insospettita. Alexander aveva gli occhi completamente rossi e quando aprì bocca per comunicarle che sarebbero venute delle persone per accompagnarla nella sua ‘stanza’ , notò quelle che, inequivocabilmente , erano delle zanne.

L'uomo affianco a lei si rese conto della sua scoperta e si scusò. Stranamente la rossa non era molto spaventata, forse perché era stato molto cortese con lei.

"Oh cavolo! Mi sono trasformato vero? Mi dispiace ... il sangue mi fa ancora un certo effetto, ma ci sto lavorando" disse con una nota di amarezza nella voce.

"Non sapevo esistessero i vampiri ... cioè tu non hai avuto voglia di mordermi o cose del genere?"

"Certo Vik.." disse avvicinandosi velocemente , fino a trovarsi a pochi centimetri di distanza dal viso di lei.

"Proprio ora avrei voglia di ..." ma dovette trattenersi; il desiderio di prenderla, farla sua e poi ucciderla, era irresistibile. Ma aveva imparato a controllarsi con il tempo; certo , non prima di aver lasciato una scia infinita di cadaveri dietro di sé , dagli anni '20 in poi. Tuttavia , ad un certo punto, alla fine degli anni ottanta, aveva incontrato Loki. Era stato grazie a lui che aveva cominciato a trattenersi ... grazie a lui ...

*Dicembre 1989, Parigi*

Le strade di Parigi erano fredde ma questo non impediva a decine e decine di persone di riversarsi per le strade. Mancavano pochi giorni alla vigilia di Natale, e tutti ne approfittavano per fare regali ai propri cari. Le caffetterie sulle rive della Senna erano gremite di coppiette che si scambiavano parole dolci , davanti ad un caffè o un tè bollente.

Tutto era luminoso in quella città e la Tour Eiffel costituiva uno spettacolo meraviglioso per i turisti che venivano a passare le vacanze natalizie nella città dell'amore.

Tutto splendido nel cuore della capitale, ma non ai confini di essa.

In uno di quei quartieri, popolati per la maggior parte da topi, prostitute, con i loro protettori, e malviventi, succedevano cose che andavano oltre la gioia di quel periodo. In uno di quei squallidi appartamenti si stava consumando un atto di passione. A dire il vero in molti di quegli appartamenti, ma questo era diverso. La porta di quel tugurio, spalancata poche ore prima con un calcio, seguito da risatine sommesse, ora era chiusa a chiave; unica testimone dei gemiti della donna distesa tra quelle lenzuola apparentemente pulite.

La donna si chiamava Antoinette, una ragazza di 30 anni rimasta vedova da poco. Il marito era morto a lavoro , e lei era rimasta sola, in una vecchia casa malandata ,senza nemmeno un figlio. Aveva incontrato Jaques quella sera stessa in un piccolo bar. Inizialmente, quando quello splendido uomo le si era avvicinato e le aveva rivolto gentilmente le sue proposte, si era detta che non era il caso di ‘spassarsela’ con uno sconosciuto, a sole due settimane dalla morte di Adrien. Tuttavia quegli occhi color del ghiaccio l'avevano incantata e si era ritrovata in una stanza squallida a sussultare e tremare sotto ogni tocco di quel ragazzo, come un'adolescente alle prese con la sua prima volta. Sembrava tutto meraviglioso, ma , al culmine della passione, il ragazzo aveva cambiato aspetto. Avrebbe giurato di vedere nell'oscurità , i suoi occhi tingersi di un rosso sangue, e i suoi canini allungarsi e diventare affilati. Pochi minuti erano bastati a "Jaques"  per dissanguare la povera vittima. Si era rivestito fischiettando e prima di coprire il corpo di Antoinette, ormai già sfiorato dal gelido tocco della morte,  con un lenzuolo, le aveva sussurrato il suo vero nome.

Uscito in fretta da quel posto, si ritrovò a girovagare tra i vicoli della periferia , senza meta. D'un tratto il suo cammino venne intralciato da un'altra figura maschile. All'inizio tentò di far finta di niente, ma l'uomo lo bloccò e cominciò a parlargli.

"Tu! stupido essere inferiore! Dopo quello che Odino ha fatto alla tua specie, nonostante tu sia uno degli ultimi rimasti, continui a nutrirti allo scoperto, senza nemmeno coprire le tue tracce??"

"Chi sei tu?" domandò Alexander, scoprendosi spaventato da quelle affermazioni.

" Io sono colui davanti al quale dovresti inchinarti. Sono Loki" annunciò scandendo bene ogni sillaba , portando il viso in alto, e allargando solennemente le braccia.

Il vampiro non sapeva come comportarsi in seguito a quell'affermazione, ad un certo punto della sua ‘non-vita’ aveva cominciato a pensare che fossero tutte leggende quelle secondo le quali i vampiri sarebbero stati sterminati dal potente Odino. Ed ora eccolo lì, di fronte a Loki ...

"Alexander? " gridò Viktoria stizzita.

Il vampiro venne tirato fuori dal proprio ricordo in un batter d'occhio, ritrovandosi davanti una ragazza seminuda e quasi spaventata.

"Scusami ancora, ti prego. Ho ... io ... ho bisogno di riposare, è giorno ormai." disse prima di dileguarsi davanti allo sguardo stupito della studentessa.

Viktoria non poté fare a meno di chiedersi dove riposasse quel ragazzo. Immaginò una bara internamente rivestita di seta color porpora, ma probabilmente dormiva in un letto normale, magari in una stanza sotterranea.

Mentre fantasticava su come potesse essere la ‘tana’ di un vampiro, sentì le ferite riaprirsi dolorosamente. Le larghe fasce che le ricoprivano la schiena si macchiarono nuovamente di sangue, gli occhi cominciarono a bruciarle e sentì una fitta di dolore perfino alle gengive.

Disperata cadde dal lettino, tentò di avvicinarsi al lavabo poco distante da lei, per rinfrescarsi il viso. Aggrappandosi ai bordi di quest'ultimo , riuscì a sollevarsi, ma quello che vide nello specchio la terrorizzò più di ogni altra cosa.

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Un'immensa stanza luminosa, un corridoio stretto incorniciato da grandi vetrate, la stanza 211.

Queste erano le prime cose che Vik e Emy videro all'inizio della loro permanenza in quel college.

Erano entrate in quell'enorme edificio con la gioia in volto e un po’ di timore nel cuore. Si erano prese per mano e si erano incamminate lentamente verso il dormitorio, facendo attenzione a captare ogni particolare di quel luogo.

Una volta entrate in stanza, la rossa era scattata verso il letto accanto alla finestra annunciando "questo è mio!".

Avevano sistemato piano i loro affetti personali: Emilie aveva impilato la propria collezione interminabile di film sullo scaffale di fronte al letto, Viktoria aveva messo i propri libri dell'orrore in ordine di pubblicazione sulla mensola affianco alla porta. Tutto sembrava perfetto in quel momento. Si erano guardate per un minuto, ed insieme erano uscite in cerca di nuove amicizie, nuove emozioni.

Era così che la bionda ricordava il loro primo giorno, era così che ricordava la propria compagna: con un sorriso radioso in volto, le dolci fossette agli angoli della bocca, gli occhi illuminati dall'eccitazione. Aveva sempre avuto paura di perderla, ed ora i suoi timori cominciavano a farsi strada negli angoli del suo cuore. Si sentiva sola, disarmata, sognava solo il suo ritorno.

Angolo dell’autrice

Salve a tutti! Finalmente posto il terzo capitolo , la sessione estiva mi uccide T.T

Come avrete notato è un bel pò più lungo di quelli precedenti, ci sono tanti ricordi e tante sorprese. Ho introdotto finalmente il nostro amato Loki!! *spara fuochi d'artificio*  e in più c'è un nuovo personaggio maschile (ci voleva) , è un bel ragazzo , per giunta uno dei pochi vampiri rimasti (sì amo il genere vampiresco).

Spero vi sia piaciuto un bacio!

  
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