Capitolo
3
In
fine l'alba venne, con i suoi perché e le sue ombre. Emilie
aprì gli
occhi lentamente, tentò di distendere i muscoli, anche se lo
sforzo le provocò
una smorfia: era ancora indolenzita. In un attimo i ricordi della
giornata
precedente le riaffiorarono come un fiume in piena. Quegli occhi ...
quella
voce, il gelo del suo tocco. Tentò di togliersi di dosso
quei pensieri, ma la
mente la riportò verso le mani candide e leggere della sua
compagna, il suo
dolce profumo, le sue labbra così dolci. A quei pensieri
ebbe l'istinto di
cercarla, di cercare le sue braccia, ma non c'era nessuno accanto a
lei.
Cominciò allora a porsi mille domande, ad avere paura. Si
guardò attorno in
cerca di lei ... ma niente. Poi la sua attenzione venne catturata dalle
macchie
sulle lenzuola. Lunghe strisce color porpora, che davano l'idea di un
corpo
lacerato. In un attimo il terrore s'impossessò del suo
animo,si ritrovò a
girare per la stanza in preda al panico, cercando segni della presenza
di
Viktoria, ma niente.
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*Freddo*
Fù
il primo pensiero che affiorò nella mente di Viktoria. Il
contatto
con quel pavimento gelido, le faceva venire i brividi. Dove si trovava?
Con non
poca fatica tentò di aprire gli occhi e mettere a fuoco
ciò che la circondava.
Una stanza pallidamente illuminata da un'unica luce posta in alto ,
affianco a
lei una parete apparentemente di vetro scuro.
Tentò
di mettersi a sedere, e, quando la schiena sfiorò il muro
dietro
di lei, delle fitte lancinanti le attraversarono il corpo.
*Fuoco*
Le
ferite le bruciavano come tizzoni ardenti. Dovette trattenersi per
non gridare dal dolore.
Chiuse
gli occhi, per tentare di alleviare la sofferenza, o almeno per
tentare di non pensarci.
*Fuoco
e ghiaccio*
Una
mano gelida si posò su quei profondi graffi. Viktoria
aprì di scatto
gli occhi blu, per incontrare quelli smeraldo del suo soccorritore. Era
,
probabilmente, la creatura più bella che avesse mai visto.
Lunghi capelli neri
gli incorniciavano il viso dai tratti delicati; occhi di un verde
meraviglioso,
quasi surreale; labbra sottili che sembravano nascondere ogni tipo di
segreto.
Il sorriso dell'uomo le mozzò il fiato per un istante , per
poi costringerla ad
arrossire ed abbassare lo sguardo.
"Ben
svegliata mia cara" disse l'uomo con voce suadente.
"Chi
sei ? E dove sono?" rispose Vik, sorpresa di scoprire che
anche la voce era melodiosa e accogliente.
"Una
cosa alla volta, mia diletta. Permettimi di presentarmi."
Viktoria
lo vide alzarsi con infinita grazia e lo sentì pronunciare
quel
nome come in un sogno, forse perché non poteva crederci .
"Io
sono Loki , e tu , mia cara Viktoria, sei stata portata qui da
me. Tutto quello che sei lo devi a me" annunciò il signore
degli inganni.
Viktoria
non aveva la minima idea di cosa fare o dire: quell'uomo poteva
essere davvero Loki, o forse solo un pazzo fanatico che credeva di
esserlo.
Cosa voleva dire con ‘tutto quello che sei lo devi a
me’ ? E perché si trovava
in quel luogo?
"Loki?"
riuscì a sussurrare confusa, con gli occhi persi nei
suoi.
"Oh
non preoccuparti Viktoria , non mi aspetto che tu mi creda ora,
ma lo farai a breve. A proposito , sai che il tuo nome l'ho scelto io?
Potresti
considerarmi una specie di padrino." Affermò compiaciuto,
come se la
situazione lo esaltasse, e non poco.
"Padrino?
Ma cosa-?"
Vik
era sempre più confusa, aveva mille domande da porre a
quell'uomo e
nessuna risposta. Fingeva di chiedersi se fosse davvero al cospetto di
un personaggio
di cui aveva sentito parlare solo nei libri che studiava o in qualche
film.
Tuttavia sapeva benissimo che quello che aveva davanti era davvero un
Dio.
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La
giovane studentessa bionda tentò di calmarsi: quelle macchie
non la
convincevano affatto, ma, del resto, Viky poteva essere andata da
qualche parte
a schiarirsi le idee, forse aveva ripreso a graffiarsi la schiena a
causa dello
stress.
La
giornata precedente era stata gravida di emozioni forti e
contrastanti, era comprensibile che volesse rilassarsi un momento,
magari
lontana da lei. Lei che l'aveva baciata improvvisamente, dopo tanti
anni di
amicizia; poco importava se le fosse piaciuto o meno, rappresentava
comunque un
cambiamento radicale nella sua vita. Decise, allora, di riprendere le
sue
normali attività, attendendo la compagna con trepidante
impazienza. Non sarebbe
stato facile, ma aveva bisogno di quel chiarimento; entrambe ne avevano
bisogno.
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"Per
ora basta con le spiegazioni, non abbiamo tempo da perdere! Un
mio fedele servitore ti aiuterà a prepararti .." disse prima
di sparire
dalla vista della fanciulla ignara.
"No
aspetta! Prepararmi per cosa?" tentò di domandare, ma
quelle parole furono accolte solamente dalle fredde mura che la
circondavano.
Dopo
poco, un'altra figura maschile entrò nella stanza. Solo
allora
Viktoria si rese conto di essere nuda e sporca di sangue. Non riusciva
a ricordare
come fosse arrivata lì. L'ultima immagine che le era rimasta
impressa era
Emilie.
L'immagine
di quella ragazza catturò i suoi pensieri in un attimo. Il
terrore la sorprese di nuovo, insinuandosi nel suo cuore come un
viscido
serpente. Era anche lei in quel posto? Probabilmente aveva freddo, era
sola,
aveva bisogno di lei.
Viktoria
si alzò con una velocità sorprendente , incurante
della stanchezza
e delle ferite, doveva andare da lei.
Quando
stava per raggiungere la porta, l'uomo, il fedele servitore di
Loki , la bloccò per un braccio. Si sarebbe aspettata di
tutto , tranne le
parole che le rivolse.
"Tranquilla,
è al sicuro. La fanciulla con i capelli color del
grano non è qui." disse porgendole la giacca .
Vi
l'osservò confusa. Non aveva idea di come facesse a sapere
di Emilie;
un altro mistero irrisolto.
"Io
sono Alexander, tu devi essere l'arma segreta" disse con
un sorrisetto compiaciuto sul volto.
La
rossa non era sicura di quello che aveva appena sentito.
"Arma
segreta ..?" , fù l'unica cosa che riuscì a
sussurrare ,
con aria interrogativa.
"Tutto
a tempo debito Viktoria."
"Come
conosci il mio nome?"
"Ah
questa e facile! Me l'ha detto il mio signore, ovviamente"
annunciò con un sorriso radioso, compiaciuto del fatto che
Loki lo avesse reso
partecipe dei suoi piani.
La
ragazza l'osservò molto attentamente. Aveva i capelli
castani, ricci
, lunghi fino alle
spalle; occhi di
ghiaccio, incredibilmente alto , fisico ben allenato. Nell'insieme era
un
ragazzo stupendo, ma c'era qualcosa che ancora non la convinceva. Stava
ancora
cercando di capire cosa, quando Alexander le prese una mano e la fece
entrare
in un'altra stanza. Sembrava quasi un infermeria, c'erano medicinali di
tutti i
tipi, e, chiaramente un lettino.
Il
giovane la aiutò a sedersi , e le chiese di scoprirsi le
spalle. Vik
si spogliò nuovamente, con un po’ d'imbarazzo. Il
ragazzo, vedendola arrossire,
sorrise e tentò di metterla a suo agio.
"Non
devi vergognarti, sono stato medico per tanto tempo, non devi
sentirti in imbarazzo."
La
rossa si sentì poco rincuorata da quelle parole, ma non
poteva fare
altro che tentare di rilassarsi. Il giovane prese degli strumenti
portandosi
dietro di lei, e cominciò a medicarla.
Quando
Alex iniziò a disinfettarle i graffi, due piccole lacrime
scivolarono sul viso della fanciulla, che non poté
trattenersi, di tanto in
tanto, dall'emettere qualche gemito.
"Resisti
ancora un po’, abbiamo quasi finito Vik".
Viktoria
annuì lentamente e a denti stretti. Una volta finita
quell'operazione, capì subito quale fosse il particolare che
l'aveva
insospettita. Alexander aveva gli occhi completamente rossi e quando
aprì bocca
per comunicarle che sarebbero venute delle persone per accompagnarla
nella sua ‘stanza’
, notò quelle che, inequivocabilmente , erano delle zanne.
L'uomo
affianco a lei si rese conto della sua scoperta e si scusò.
Stranamente la rossa non era molto spaventata, forse perché
era stato molto
cortese con lei.
"Oh
cavolo! Mi sono trasformato vero? Mi dispiace ... il sangue mi
fa ancora un certo effetto, ma ci sto lavorando" disse con una nota di
amarezza nella voce.
"Non
sapevo esistessero i vampiri ... cioè tu non hai avuto
voglia
di mordermi o cose del genere?"
"Certo
Vik.." disse avvicinandosi velocemente , fino a
trovarsi a pochi centimetri di distanza dal viso di lei.
"Proprio
ora avrei voglia di ..." ma dovette trattenersi; il
desiderio di prenderla, farla sua e poi ucciderla, era irresistibile.
Ma aveva
imparato a controllarsi con il tempo; certo , non prima di aver
lasciato una
scia infinita di cadaveri dietro di sé , dagli anni '20 in
poi. Tuttavia , ad
un certo punto, alla fine degli anni ottanta, aveva incontrato Loki.
Era stato
grazie a lui che aveva cominciato a trattenersi ... grazie a lui ...
*Dicembre
1989, Parigi*
Le
strade di Parigi erano fredde ma questo non impediva a decine e
decine di persone di riversarsi per le strade. Mancavano pochi giorni
alla
vigilia di Natale, e tutti ne approfittavano per fare regali ai propri
cari. Le
caffetterie sulle rive della Senna erano gremite di coppiette che si
scambiavano parole dolci , davanti ad un caffè o un
tè bollente.
Tutto
era luminoso in quella città e la Tour Eiffel costituiva uno
spettacolo meraviglioso per i turisti che venivano a passare le vacanze
natalizie nella città dell'amore.
Tutto
splendido nel cuore della capitale, ma non ai confini di essa.
In
uno di quei quartieri, popolati per la maggior parte da topi,
prostitute,
con i loro protettori, e malviventi, succedevano cose che andavano
oltre la
gioia di quel periodo. In uno di quei squallidi appartamenti si stava
consumando
un atto di passione. A dire il vero in molti di quegli appartamenti, ma
questo
era diverso. La porta di quel tugurio, spalancata poche ore prima con
un
calcio, seguito da risatine sommesse, ora era chiusa a chiave; unica
testimone
dei gemiti della donna distesa tra quelle lenzuola apparentemente
pulite.
La
donna si chiamava Antoinette, una ragazza di 30 anni rimasta vedova
da poco. Il marito era morto a lavoro , e lei era rimasta sola, in una
vecchia
casa malandata ,senza nemmeno un figlio. Aveva incontrato Jaques quella
sera
stessa in un piccolo bar. Inizialmente, quando quello splendido uomo le
si era
avvicinato e le aveva rivolto gentilmente le sue proposte, si era detta
che non
era il caso di ‘spassarsela’ con uno sconosciuto, a
sole due settimane dalla
morte di Adrien. Tuttavia quegli occhi color del ghiaccio l'avevano
incantata e
si era ritrovata in una stanza squallida a sussultare e tremare sotto
ogni
tocco di quel ragazzo, come un'adolescente alle prese con la sua prima
volta.
Sembrava tutto meraviglioso, ma , al culmine della passione, il ragazzo
aveva cambiato
aspetto. Avrebbe giurato di vedere nell'oscurità , i suoi
occhi tingersi di un
rosso sangue, e i suoi canini allungarsi e diventare affilati. Pochi
minuti
erano bastati a "Jaques" per
dissanguare la povera vittima. Si era rivestito fischiettando e prima
di
coprire il corpo di Antoinette, ormai già sfiorato dal
gelido tocco della
morte, con un
lenzuolo, le aveva
sussurrato il suo vero nome.
Uscito
in fretta da quel posto, si ritrovò a girovagare tra i
vicoli
della periferia , senza meta. D'un tratto il suo cammino venne
intralciato da
un'altra figura maschile. All'inizio tentò di far finta di
niente, ma l'uomo lo
bloccò e cominciò a parlargli.
"Tu!
stupido essere inferiore! Dopo quello che Odino ha fatto alla
tua specie, nonostante tu sia uno degli ultimi rimasti, continui a
nutrirti
allo scoperto, senza nemmeno coprire le tue tracce??"
"Chi
sei tu?" domandò Alexander, scoprendosi spaventato da
quelle affermazioni.
"
Io sono colui davanti al quale dovresti inchinarti. Sono
Loki" annunciò scandendo bene ogni sillaba , portando il
viso in alto, e
allargando solennemente le braccia.
Il
vampiro non sapeva come comportarsi in seguito a quell'affermazione,
ad un certo punto della sua ‘non-vita’ aveva
cominciato a pensare che fossero
tutte leggende quelle secondo le quali i vampiri sarebbero stati
sterminati dal
potente Odino. Ed ora eccolo lì, di fronte a Loki ...
"Alexander?
" gridò Viktoria stizzita.
Il
vampiro venne tirato fuori dal proprio ricordo in un batter d'occhio,
ritrovandosi davanti una ragazza seminuda e quasi spaventata.
"Scusami
ancora, ti prego. Ho ... io ... ho bisogno di riposare, è
giorno ormai." disse prima di dileguarsi davanti allo sguardo stupito
della studentessa.
Viktoria
non poté fare a meno di chiedersi dove riposasse quel
ragazzo.
Immaginò una bara internamente rivestita di seta color
porpora, ma
probabilmente dormiva in un letto normale, magari in una stanza
sotterranea.
Mentre
fantasticava su come potesse essere la ‘tana’ di un
vampiro,
sentì le ferite riaprirsi dolorosamente. Le larghe fasce che
le ricoprivano la
schiena si macchiarono nuovamente di sangue, gli occhi cominciarono a
bruciarle
e sentì una fitta di dolore perfino alle gengive.
Disperata
cadde dal lettino, tentò di avvicinarsi al lavabo poco
distante da lei, per rinfrescarsi il viso. Aggrappandosi ai bordi di
quest'ultimo , riuscì a sollevarsi, ma quello che vide nello
specchio la
terrorizzò più di ogni altra cosa.
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Un'immensa
stanza luminosa, un corridoio stretto incorniciato da grandi
vetrate, la stanza 211.
Queste
erano le prime cose che Vik e Emy videro all'inizio della loro
permanenza in quel college.
Erano
entrate in quell'enorme edificio con la gioia in volto e un
po’ di
timore nel cuore. Si erano prese per mano e si erano incamminate
lentamente
verso il dormitorio, facendo attenzione a captare ogni particolare di
quel
luogo.
Una
volta entrate in stanza, la rossa era scattata verso il letto
accanto alla finestra annunciando "questo è mio!".
Avevano
sistemato piano i loro affetti personali: Emilie aveva impilato
la propria collezione interminabile di film sullo scaffale di fronte al
letto,
Viktoria aveva messo i propri libri dell'orrore in ordine di
pubblicazione
sulla mensola affianco alla porta. Tutto sembrava perfetto in quel
momento. Si
erano guardate per un minuto, ed insieme erano uscite in cerca di nuove
amicizie, nuove emozioni.
Era
così che la bionda ricordava il loro primo giorno, era
così che
ricordava la propria compagna: con un sorriso radioso in volto, le
dolci
fossette agli angoli della bocca, gli occhi illuminati
dall'eccitazione. Aveva
sempre avuto paura di perderla, ed ora i suoi timori cominciavano a
farsi
strada negli angoli del suo cuore. Si sentiva sola, disarmata, sognava
solo il
suo ritorno.
Angolo dell’autrice
Salve
a tutti! Finalmente posto il terzo capitolo , la sessione estiva
mi uccide T.T
Come
avrete notato è un bel pò più lungo di
quelli precedenti, ci sono
tanti ricordi e tante sorprese. Ho introdotto finalmente il nostro
amato Loki!!
*spara fuochi d'artificio* e
in più c'è
un nuovo personaggio maschile (ci voleva) , è un bel ragazzo
, per giunta uno
dei pochi vampiri rimasti (sì amo il genere vampiresco).
Spero
vi sia piaciuto un bacio!