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Autore: Misuzu    04/07/2012    1 recensioni
Fra tutte le isole, le cinque grandi terre sono quelle praticamente impossibili da trovare. Sono abitate da mercenari e vivono in un apparente stato di pace. Ben presto, però, una minaccia incombe su di loro.
L'unico modo di salvarsi è di affidarsi ai pirati... ma sarà davvero la soluzione migliore?
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Barba bianca, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Shanks il rosso, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattinata Misaki la passò a sgobbare. Nel vero senso della parola: anche se era una ragazza, le veniva affidato un lavoro che sarebbe stato difficile da compiere persino per un ragazzo da una forza bruta, ma che, oltre ogni prospettiva dei suoi nuovi compagni di viaggio, riuscì a fare in una maniera velocissima. Dato che nessuno, però, era riuscita a vederla all’opera, un certo Mugiwara che era sulla nave, decise di dimostrare che quello che diceva di aver fatto era falso: ance lui era stato una matricola e quei lavori li aveva compiuti in una settimana e non in una mattinata. No, non avrebbe mai accettato di essere più debole di una ragazza.
Arrivata l’ora di pranzo sfidò apertamente Misaki in una gara a braccio di ferro, dicendo che avrebbe messo in palio il suo orgoglio. La ragazza, ingenuamente accettò, prima di ritrovarsi accerchiata dall’intera ciurma che era curiosa di assistere a quell’incontro; ovviamente, tutti davano Misaki per vinta.
La gara iniziò e sin da subito Mugiwara sembrò essere in vantaggio “Scusa... ma devo cercare di far sbattere la tua mano dall’altro lato da dove stai spingendo, vero?” chiese la ragazza “Ovviamente, ragazzina, ma a quanto pare non ne hai la forza” disse l’uomo pregustando la vittoria. Peccato per lui, che appena finito di pronunciare quella frase si ritrovò messo K.O. dalla ragazza.
COOOOOOSA?!” urlarono in coro tutti quelli che stavano assistendo, stupiti dal clamoroso capovolgimento della situazione nell’arco di un secondo.
Mi hai ingannato! Facciamone un'altra e questa volta userò tutta la mia forza!” disse Mugiwara; forse avrebbe fatto meglio ad evitare di dire quelle parole, dato che non riuscì a fare muovere il braccio della ragazza nemmeno di un millimetro, se non nel momento in cui lo mise nuovamente K.O.
Non è possibile” “Non ci credo!” “Ma siamo sicuri che sia una ragazza?” “Avrà mangiato qualche frutto del mare” “Voglio provarci anche io!” disse infine un altro membro della ciurma.
Uno dopo l’altro, i membri della ciurma iniziarono ad essere sconfitti al gioco dove avrebbero potuto mostrare la loro superiorità al gentil sesso. “Cavoli è fortissima!” “Il capitano deve averci visto lungo facendola entrare a far parte della nostra ciurma” iniziarono a dire gli sconfitti. “Quando anche voi dovrete scalare un burrone senza appigli alto duecento metri, in un giorno di pioggia e con solo una mano, allora è probabile che sarete in grado di battermi” pensò la ragazza, ricordando i terribili momenti del suo addestramento. “Va bene, io vado un po’ fuori. Se qualcuno mi dovesse cercare sono sul ponte” disse lei dopo che nessun volle più sfidarla. Odiava i posti chiusi, perché le ricordavano sempre la sua solitudine, nascosta in  una stanza per evitare di essere trafitta dagli sguardi di disprezzo di coloro che la consideravano un mostro.
Quando si sedette sulle scale, le parve improvvisamente che le forze andassero via. Guardò la mano, la stessa morsa dal serpente, e la vide ancora sanguinare nonostante non l’avesse usata per nulla; sbuffò, in fondo complimentandosi con l’ingegno di colui che aveva creato un veleno alla quale lei non ne era ancora immune; ma ebbe la volontà per riprendere quelle forze che se ne erano andate, pronta ad un’altra sfida a braccio di ferro.
 “Hai sbaragliato metà della ciurma in qualche minuto... Sai mi hanno raccontato tutto. Non sapevo fossi davvero fortissima anche a braccio di ferro!” si complimentò Shanks, sorridendo come sempre.
Mi avevano sfidato e ho accettato, tutto qui. A proposito... lei che ci fa qui? Non dovrebbe stare con gli altri a mangiare?” chiese Misaki notando il totale deserto sul ponte
Sono venuto a vedere se stai bene... quel serpente doveva avere un veleno letale se doveva uccidermi, e dato che l’hai preso tu...”
“Sto bene, e non c’è bisogno che lei si preoccupi per me. E poi, sono una Uzumaki e non è facile mettermi al tappeto tanto in fretta!”
rispose Misaki sorridendo.
Sei tale e quale a tua madre! Mi disse le stesse parole, una volta... sembra ieri che l’ho incontrata, invece sono passati più di vent’anni!” rispose Shanks  “Cosa? Davvero?! E cosa accadde?” chiese Misaki incuriosita, sentendo parlare per la prima volta di una persona che non aveva mai avuto il piacere di conoscere “A dir la verità era in una situazione molto simile... tua madre fu inviata dal villaggio per controllare che gli equilibri fra marina e pirati fossero stabili, specialmente dato che il re dei pirati era morto da poco. Ero appena diventato capitano e, durante uno scontro, fui troppo impulsivo. Lei mi salvò, ma alla fine rimase ferita al braccio e quando le chiesi come stava, mi rispose esattamente come hai fatto tu. Inoltre, le assomigli tantissimo come aspetto fisico... l’unica differenza sono gli occhi: lei li aveva azzurri, tu verdi. Ora che ci penso... vuoi andare da Barbabianca per parlargli, giusto? Io dovrei consegnarli una lettera... vorresti andarci tu?” chiese mostrando la lettera già imbustata e pronta per essere consegnata
Volentieri!” rispose la ragazza entusiasta; Shanks l’accompagnò prima nella sua stanza (che era anche il suo studio) e le mostrò la posizione nella quale era situata la nave di Barbabianca, le disse come doveva comportarsi e di scappare nel caso si fosse trovata in difficoltà, senza importarsi del suo nome su quella nave.  La ragazza gli disse di non preoccuparsi “Ah! E se qualcuno volesse la rivincita, gli dica di aspettare il mio ritorno! Voglio riuscire a batterli ancora!” disse sorridendo per poi uscire a tutta velocità; decise innanzi tutto di cambiarsi, indossando i classici abiti degli Ambu, ovvero quelli che indossava il giorno prima. Era più che altro un vizio: in ogni missione ufficiale lei si presentava con quell’abbigliamento. Inoltre indossò anche il copri fronte del suo villaggio: lo aveva odiato con tutto il suo cuore perché lì aveva vissuto i momenti più terribili e tristi della sua vita, perché quella era stata la sua prigione per anni, ma ora non poteva fare altro che sentire la mancanza di quel luogo nel quale i suoi genitori erano cresciuti e che loro stessi avevano protetto a costo della vita. Dopo essersi cambiata e, sicura che in giro non ci fosse nessuno, si recò sul ponte e scese dalla nave. Iniziò a correre il più velocemente possibile verso la nave di uno dei quattro imperatori. Erano molte le voci che giravano su di lui, quali quella che fosse un spietato verso i nemici, ma al contempo, un abile alleato verso chi si dimostrava degno della sua stima. In pratica, era una lama a doppio taglio. Giunta molto lontano, Misaki si fermò nel bel mezzo dell’oceano.





Cavolo, cavolo, cavolo! Ora come faccio? Non posso crederci di essere partita così!L’ho rifatto! Sono una zucca vuota!” si disse, ricordando l’immensa fortuna che aveva avuto con Shanks; una fortuna che capita solo una volta ogni mille anni. Questa volta, probabilmente, non sarebbe stata la stessa cosa.
Ma, poco dopo,si lasciò alle spalle quegli strani pensieri che la tormentavano: era inutile pensare a migliaia di probabili soluzioni per altrettanti problemi, quando ancora non esistevano.
Riprese quindi il viaggio e dopo un intero giorno e un intera notte, quando il sole segnava ormai mezzogiorno del giorno successivo, iniziò a stagliarsi all’orizzonte un’immensa nave. Arrivata praticamente sotto di essa le parve di essere una formica confrontata con un gigante.





Prese tutto il coraggio che aveva e vi salì sopra; a dir la verità non sapeva cosa fare e fece la prima cosa che le venne d’istinto. Ma, probabilmente, il suo istinto aveva sbagliato, e di gran lunga, perché si ritrovò contro centinaia di spade e tutti gli uomini della ciurma presenti sulla nave.
Chi sei?!” disse un uomo possente e alto, l’unico apparentemente disarmato, facendosi largo nel mare di spade e trovandosi di fronte la ragazza.
Ecco... mi chiamo Misaki. Il capitano Shanks mi ha inviato qui in quanto vuole che consegni una lettera al signor Barbabianca” rispose la ragazza, cercando di sembrare più calma possibile, anche se la situazione suggeriva totalmente il contrario.
Cosa?! Shanks il rosso?” “L’acerrimo nemico di babbo?” “Come ha osato lui inviare un messaggero quando siamo sul piede di guerra?” “Non abbiamo altra scelta! Eliminiamola!” . Dato che tutti quelli che avevano sguainato la spada erano d’accordo con l’ultima affermazione, si fiondarono immediatamente sulla ragazza.
Ah! Quanto baccano per un nonnulla!” disse un ragazzo biondo con un tatuaggio sul petto scoperto per via della camicia sbottonata. Egli si trovava in piedi vicino ad un uomo che gigantesco era dire poco; l’uomo era attaccato a varie flebo, aveva una barba bianca a forma di mezza luna e osservava la scena quasi divertito, molto probabilmente perché si era accorto di qualcosa che i suoi sottoposti non erano stati in grado di cogliere.
Ti do assolutamente ragione... tanto baccano per niente! E pensare che sono venuta anche disarmata per non creare scompigli... uffa! Il mondo dei pirati rimarrà un enigma per me!” disse una voce estranea praticamente al fianco del ragazzo biondo, che si voltò quasi spaventandosi.
Che ci fai qui? Fino ad un momento fa eri lì e ora...” chiese lui stupito. Insomma la ragazza era riuscita a fuggire da un branco di pirati inferociti sotto gli occhi di tutti ma senza che nessuno se ne accorgesse.
Ve l’ho detto! Sono venuta qui per consegnare una lettera al signor Barbabianca da parte del capitano Shanks. E, possibilmente, vorrei farlo senza ritrovarmi infilzata peggio di uno spiedino o ridotta ad un colabrodo... sai quelle lame non mi sembrano molto amiche, specialmente nei miei confronti” rispose la povera Misaki, che osservava ancora gli stessi pirati di prima cercare di infilzare qualcosa che era del tutto inesistente. Se la cosa da una parte la divertisse, dall’altra la preoccupava e non poco, dato che appena se ne fossero accorti sarebbero stati cavoli amari per la ragazza.
A sentire quelle parole  Barbabianca iniziò a ridere, attirando l’attenzione della sua ciurma che, a sua volta, vide la ragazza. Tutti si guardarono basiti, finalmente accorgendosi del fatto che il loro nemico era scomparso dal punto che stavano infilzando, e pronti ad una nuova carica. Ma fu proprio Barbabianca, contro ogni previsione e cogliendo tutti di sorpresa, a fermarli “Fermi. Lasciate che questa ragazza mi parli... non mi sembra che abbia cattive intenzioni anche se la manda Shanks” disse lui. Se avesse potuto Misaki gli avrebbe fatto una statua, pur di ringraziarlo, dato che l’aveva salvata da una situazione disperata.








Angolo dell'autrice: Salve a tutti! Ringrazio le persone che hanno letto questa mia fan fiction e che leggono anche questo capitolo...
Non ho avuto recensioni se non al primo... TT_TT Qualcuno sarebbe così gentile da recensire?
Cavolate a parte, spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Allora devo ricordare che i ninja sanno camminare sull'acqua, quindi Ayame non ha bisogno di una barca.
E per ora non è ancora stato detto nulla sulla protagonista o su quello che fece la madre anni prima, quindi spero che la curiosità sia un buon motivo per continuare a leggere questa storia!
La parte che mi è piaciuta di più è senza dubbio quella finale... è divertente vedere la storia con un velo di ironia anche in situazioni disperate (immaginace centinaia di uomini pronti a rendertvi uno scolapasta in un momento... sarebbe leggermente doloroso)
Grazie a chiunque abbia la pazienza di leggere.
Per chiunque voglia recensire, a me vanno bene sia critiche che commenti, quindi non mi offendo, anzi mi farebbe piacere!
A presto!

  
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