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Autore: eltanininfire    04/07/2012    4 recensioni
E se a Mystic Falls arrivassero cinque misteriosi quanto affascinanti ragazzi, amici degli Originari? E se due di loro fossero sorelle e si chiamassero Salvatore? Elena ha deciso di completare la Transizione per stare con Stefan. Cosa accadrà a Damon? Attenzione, Post terza stagione!
Dal capitolo 18:
POV NIKLAUS
[...]
Ci avrebbe messo del tempo, un bel po’ di tempo, ma lo avrebbe capito. Che amava Talia come lei amava lui, che loro erano quello che tutti cercano e sognano, che il loro petto quasi esplodeva quando si guardavano, si toccavano. Che senza l’altro non potevano più vivere. Che per loro poteva scomparire l’Universo intero tranne loro e non se ne sarebbero accorti.
ATTENZIONE! STORIA SOSPESA PERCHÈ IN REVISIONE. MI SCUSO CON I NUOVI E I VECCHI LETTORI.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Katherine Pierce, Nuovo personaggio, Originari, Un po' tutti | Coppie: Caroline/Tyler, Elena/Stefan
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'We are sisters forever'
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MYSTIC FALLS, UN TUFFO DOVE IL MARE È PIÚ BLU
 
POV TALIA
 
Correvo con la mia Porshe nera, accanto a me mia sorella si era addormentata, così come Lucas, Cassandra e Simon sui sedili posteriori.
“Certo che siete molto di compagnia…” pensai.
Alcuni nostri amici ci avevano invitato a trascorrere un po’ di tempo con loro e noi avevamo accettato.
Così ci siamo ritrovati a dover partire dalla nostra amatissima e assolata Miami per raggiungere quel buco di cittadina chiamata Mystic Falls.
Mentre pensavo queste cose attraversai il confine della città, segnalato dal cartello “Benvenuti a Mystic Falls”.
Sapendo che mia sorella Annabeth e i miei amici non si sarebbero svegliati tanto facilmente, afferrai il mio Samsung e misi su la musica al massimo volume senza nemmeno scegliere la canzone.
Sorrisi appena sentii le familiari note di Firework – sia benedetta Katy Perry! – invadere l’abitacolo.
I miei passeggeri si svegliarono all’improvviso e io risi della loro espressione spaesata ed assonnata, mooooolto assonnata.
-Siamo arrivati?-
-Sì, Cassie, siamo appena entrati in città, ora dobbiamo solo trovare casa nostra-
Annabeth prese la cartina della cittadina e mi indicò dove dovevo andare. Appena arrivammo rimanemmo a bocca aperta.
“casa” non era il termine giusto. Quella che avevamo davanti era una reggia in stile inglese ottocentesco.
Poi qualcuno mi fece “Buh!” e io feci un triplo salto mortale sul sedile.
Ero già pronta ad insultare chi aveva interrotto quel momento magico quando vidi una chioma dorata riempire la mia visuale e sentii una risata cristallina risuonare nelle mie orecchie.
-Rebekah!- saltai addosso alla mia amica vampira Originale e la strinsi in un abbraccio da piovra.
Appena ci staccammo, indicò un punto alla mia destra.
-La nostra casa è lì. Potete entrare quando volete, Kol ed Elijah sono appena tornati-
-Appena tornati? E dove erano andati?-
-Oh, lunga storia. Poi vi racconterò. Adesso andiamo a scoprire la vostra nuova casa-
Annuimmo e prendemmo i nostri bagagli.
Appena entrammo rimanemmo di stucco.
L’arredamento rispecchiava per intero i nostri gusti. I mobili erano di legno chiaro, semplici ed eleganti. Dalle grandi finestre entrava tanta luce che rischiarava il posto. Enormi lampadari pendevano dal soffitto come gigantesche ragnatele illuminate.
Ci spostammo nel salone, dove ci accolsero delle poltroncine color pastello, ognuna diversa. I muri erano coperti da scaffali che aspettavano solo noi per essere riempiti.
Esplorammo il resto della casa e mia sorella scoprì sul retro un piccolo patio in stile spagnolo e un giardino sconfinato, dominato da una collinetta su cui sorgeva un grazioso, e romantico, gazebo bianco.
Mentre ci dividevamo le camere, che erano tante di più del nostro numero, Rebekah era rimasta sulla soglia della porta e ogni minuto che passava s’imbronciava sempre di più.
Stava per perdere la pazienza quando Cassandra la invitò ad entrare, solo allora si calmò.
-Allora, vi piace?- ci chiese.
Noi ci guardammo scotendo la testa.
-Di più?- sperò.
-Sì- rispose solamente Annabeth.
L’Originaria ci fece un gran sorriso e battè le mani, eccitata.
-Bene! Allora vi porto a fare un giro della città. Forza!-
Noi non ci opponemmo, anche se sapevamo come sarebbe andata a finire: lei a fare shopping a modo suo, e noi a reggerle gli infiniti pacchetti e pacchettini che comprava come tanti appendini ambulanti.
 
Uscimmo dall’ennesimo negozio con l’ennesimo vestito che Rebekah avrebbe indossato solo tra mille anni, “sempre che lei sia ancora viva e non dentro ad una bara” pensai.
Ero stanca, mi facevano male i piedi e anche i miei amici e mia sorella erano nelle stesse condizioni. L’unica ancora pimpante e fresca come una rosa era l’Originaria che si era appena fermata davanti ad una vetrina e saltellava indicandoci un paio di scarpe tacco 14. Inutile dire che ci trascinò dentro al negozio con la forza.
Appena entrammo capii subito che ci avrebbe messo una vita solo per trovare il colore giusto per le scarpe, così posai i sacchetti a terra che avevo in mano.
-Ragazzi, io sono stanca. Vado a prendere qualcosa al bar qui di fronte. Come si chiama? Ah, sì, il Grill. Ci vediamo dopo-.
Me ne andai prima che i miei interlocutori potessero dire una sola parola contro di me.
Entrai al Grill, che a quell’ora del pomeriggio era pieno di giovani liceali, e raggiunsi ancheggiando il bancone, sedendomi accanto ad un ragazzo moro con in mano un bicchiere di liquido ambrato.
Ordinai un whisky al bel ragazzo biondo che faceva da barista, e lui me lo servì subito.
Non feci in tempo a berlo che qualcuno me lo prese dalla mano.
-Le ragazzine non dovrebbero bere alcolici a quest’ora del pomeriggio-
A parlare era stato proprio il ragazzo cui mi ero seduta vicino.
Lo guardai di sottecchi.
-Potrei riavere la mia ordinazione?- chiesi, gentilmente.
Lui fece un mezzo sorriso e scosse la testa.
-Te l’ho già detto perché l’ho fatto- mi rispose.
-Sì, ma io so quello che faccio. Per favore, posso bere in santa pace il mio whisky?-
-Lo dicono tutte, sai?- temporeggiò.
A quel punto mi arrabbiai sul serio.
-Rubi a tutte l’ordinazione per fare colpo? No, sai, perché con me non attacca, e non lo farà mai- sputai acida. Ero consapevole che i miei occhi blu elettrico lo stavano fulminando, ma non me ne preoccupai. Dopotutto, se l’era cercata lui, mica io.
Mossi la mano per cercare di riacchiappare il bicchiere, ma lui fu più veloce. Scostò la mano e con quella libera mi afferrò il polso sinistro. Fu in quel momento che notai che era mancino. Difatti teneva il mio whisky con la sinistra.
Scesi dallo sgabello e feci per andarmene ma lui bloccò la mia fuga, trattenendomi.
-Dove credi di andarmene?- sussurrò malizioso. Avvicinò così tanto il suo viso al mio che potei vedere per bene i suoi occhi.
-Non sono affari tuoi- tentai di rispondergli duramente, ma mi stava destabilizzando, e ciò mi faceva paura. Non mi era mai successo prima.
Lui trangugiò il mio whisky e ripose il bicchiere sul bancone prima di afferrarmi anche l’altro polso.
-Ti vieni via con me- mi disse fissandomi negli occhi.
Io mi divincolai ma la sua presa era forte e non accennava a lasciarmi andare.
-Damon, lasciala! Subito!- Rebekah era entrata nel locale e stava guardando irata il ragazzo, Damon.
Lui mi mollò come se scottassi, così mi potei massaggiare i polsi arrossati.
-Chi sei? Come conosci Rebekah?- mi sussurrò, facendo lo stesso giochetto con la pupilla di poco prima.
-Non credo siano affari tuoi- rispose lei prima che potessi farlo io.
-Andiamo- mi esortò gentilmente. -Non rispondergli, gli faresti solo un favore- mi sussurrò con un tono di voce non udibile ad orecchio umano.
Io annuii impercettibilmente, poi girai la testa per non far vedere il turbamento che gli occhi di Damon mi avevano causato. Dicevano che i miei occhi incantavano le persone, ma quelli di Damon mi avevano completamente stregato. Guardandoli avevo fatto un tuffo dove il mare era più blu.
 
 
POV DAMON
 
Ero frustrato. Non ero riuscito a soggiogarla. Dato che era con la BarbieOriginal, doveva avere per forza la verbena da qualche parte. Forse la indossava, o era in circolo. No, la prima opzione era da escludere, non avevo avvertito minimamente l’odore di quella maledetta pianta; quindi doveva averla bevuta, magari non intenzionalmente. Forse l’Originaria voleva proteggerla senza dirle cos’era veramente. Sì, doveva essere così.
Ero talmente immerso nei miei pensieri che non sentii arrivare mio fratello fino a quando non mi posò la mano sulla spalla. Trasalii, ma cercai di non darlo a vedere.
Però purtroppo aveva visto tutta la scena con la ragazza di cui non sapevo il nome. Lo capii dal sorriso di scherno che mi stava rivolgendo.
-Allora, fratellone, hai fatto cilecca questa volta?-
Dio, quanto avrei voluto strappargli quel sorrisino derisorio dalla faccia!
Decisi di cambiare leggermente argomento.
-Hai visto con chi era quella ragazza?-
-Sì, era con Rebekah, e allora?-
E allora??? Sono arrivati degli umani che non conosciamo, e lui mi dice “e allora?”
-Nulla, solo mi era sembrato strano il fatto che la BarbieOriginal si sia relazionata con degli umani-
-Forse li aveva soggiogati per farsi trasportare le borse-
-Forse- gli concessi -ma era troppo gentile con loro. Sembravano quasi amici-
Stefan mi guardò come se fossi un alieno e scosse la testa. Forse pensava che stessi dando di matto. Probabilmente sarei diventato veramente pazzo se avessi continuato in questo modo. Più ci pensavo, meno avevo risposte.
Dovevo muovermi se non volevo ammuffire dietro a quella ragazza che era andata via con Rebekah.
Ma la vedevo ancora davanti a me con i suoi magnifici occhi blu come il mare in tempesta spalancati dalla paura quando avevo tentato di soggiogarla; rivedevo il movimento del vento che causava nei suoi corti capelli neri, come i miei; avevo impressa nella mia mente la sinuosità dei suoi passi mentre si allontanava da me; avevo marchiato a fuoco nella memoria il suo profumo di mandarino e bergamotto italiano che mi aveva colpito con la sua misteriosa potenza.
L’amore per Elena mi aveva rammollito, ma mi aveva anche reso capace di provare qualcosa che non fosse l’odio verso mio fratello. Grazie a lei avevo riscoperto cosa significasse amare, dopo il disastro con Katherine. Devo tutto a lei, la mia piccola Elena.
Ma allora perché continuavo a pensare a quella misteriosa ragazza?
Mi alzai di scatto e imboccai la porta del Grill, deciso a scoprirlo.
 
 
Angolino della scrittrice:
Salve a tutti!!!
Mi chiamo Laura e questo è il mio primo tentativo di fanfic, anche se chi ha già visto la mia pagina, sa che sto provando a scrivere un libro. Perciò, siate clementi!!! Non mi aspetto granchè, ma mi farebbe molto piacere se recensiste. Non chiedo tanto, anche solo qualche parola di incoraggiamento o di critica a me vanno bene, mi aiuteranno a migliorare!
Chi saranno i nostri misteriosi ragazzi? E come mai conoscono gli Originari? Sarà tutto spiegato dopo, non immediatamente, ma dopo…
Più in basso vi ho messo la foto di Talia. Non l’ho messa anche degli altri ragazzi perché altrimenti non riuscivo a pubblicare. Sorry!
Tanti bacetti.
 
 
Talia
   
 
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