Criminale
non per mia volontà
Erano le quattro del pomeriggio, le macchine affollavano le
strade, la gente camminava velocemente diretta verso i metrò
e nell’orfanotrofio della periferia di New York, un bambino sedeva sugli
scalini del primo piano. Il suo nome era Vegeta, un
orfano di padre e madre, morti in strane circostanze. Aveva 10 anni e già
conosceva la sofferenza che un bambino innocente non dovrebbe
mai provare, per questo si isolava dal mondo intero stando seduto su quelle
scale tutto il tempo che gli veniva concesso che era praticamente tutto il
giorno visto che per i tutori lui era un bambino difficile, non ubbidiva mai e
si ribellava sempre tanto valeva lasciarlo perdere ma nessuno poteva comunicare
con lui questa era la sua punizione, ma a Vegeta andava bene così non voleva
che gli altri lo seccassero. Era già un mese che era lì, non poteva crederci
solo un mese fa era a Central Park a divertirsi con i suoi ed era felice ma il mondo è crudele, la vita è crudele e tutto ciò
che aveva gli era stato tolto ingiustamente, non aveva mai fatto niente di male.
Questi pensieri lo accompagnavano ogni giorno e cercava di scacciarli via ma non ci riusciva, ripensava a quando sua madre per
gioco lo chiamava principino, gli piaceva moltissimo quel soprannome,
soprattutto se era lei a chiamarlo così. Quel pomeriggio però accadde qualcosa di imprevisto: un bambino stava correndo a tutta velocità su
per le scale e inciampò su Vegeta provocando la sua ira “Stai attento a dove
metti i piedi,stupido!” “Sei tu che non dovevi stare sulle scale!” e gli fece
la linguaccia poi il bambino incominciò a guardarlo “Che strano, non ti ho mai
visto prima. Sei nuovo?” “ E a te cosa importa?” gli rispose sgarbato “Nulla è
solo che io conosco tutti qua quindi siccome non ti conosco devi essere nuovo,
giusto?” disse con molta semplicità, a Vegeta dava fastidio il modo in cui
parlava, sembrava che per lui niente fosse importante “Sì, hai indovinato e ora
sparisci immediatamente”
il bambino divenne triste “Non voglio, mi stai simpatico a
proposito qual è il tuo nome?” Vegeta strabuzzò gli occhi, aveva detto che era
simpatico e gli chiedeva pure il nome, che tipo ma decise di accontentarlo “Il
mio nome è Vegeta” “Piacere Vegeta, io sono Goku. Vuoi giocare con me a
nascondino? Ci divertiremo” Vegeta era sempre più incredulo
però pensandoci bene era da un po’ che non giocava a nascondino e non
gli sarebbe dispiaciuto affatto giocarci con Goku ma non doveva darlo a vedere
e così accettò, senza trapelare entusiasmo. Quello fu l’inizio di una grande amicizia, passarono 4 anni ormai erano due
adolescenti e progettarono di evadere da quella “prigione”. Ci riuscirono, ma
non avevano soldi né un posto in cui stare dovevano
trovarsi un lavoro, come però? Sfortuna volle che incappassero in uno dei
peggiori criminali della city, Freezer. Ebbero il loro primo lavoro, rapinare
un negozio non che per Freezer ci fosse del guadagno
ma voleva metterli alla prova. Successe tutto in pochi attimi, Vegeta e Goku
entrarono armati ,tutti e due tremavano dalla paura.
Il primo riuscì a minacciare il commesso e a prendere i soldi dandone la metà
al compagno poi l’imprevisto, la polizia. Scapparono, Goku non ce la fece ma
prima che lo prendessero, Vegeta riuscì a togliergli la maschera e a prendere i
soldi così che risultasse innocente ed avere un futuro
migliore. Vegeta si alzò di soprassalto,
era il giorno del grande colpo e lui sognava Goku,
roba da matti. Si vestì e svegliò la donna che dormiva sul divano “E’ già ora?”
gli chiese sbadigliando “Sì e vedi di muoverti, Freezer non accetta ritardi lo
sai.”
CONTINUA……….
Allora, che ne pensate? Spero vi piaccia un bacio e a presto