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Autore: LadyBlake    19/01/2007    8 recensioni
Primo di settembre. King’s Cross. Una ragazza che spinge un carrello stracolmo di stranezze si fa largo, a fatica, tra la moltitudine di pendolari che affollano le banchine della stazione. Guardiamo l’orologio, sono quasi le undici. È in ritardo. Ovviamente. Attenta a non attirare l’attenzione su di sè, eccola avviarsi tra il binario 9 e il 10, scomparendo alla vista di tutti. Il suo nome è Isabella. Ma nessuno la chiama così. È la signorina Bothwell per i professori. È Stellina per la mamma e Bells per suo fratello maggiore. Il resto del mondo la conosce da sempre come Bella. Oh, sì…sì, certo. Dimenticavo. C’è poi un ragazzo che l’ha ribattezzata ‘Torta alla Vaniglia’. Già. Proprio così. È accaduto precisamente oggi. Oggi, un anno fa.
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Una piccola nota: sapete all’inizio della storia? Dove c’era il prologo? Ecco, per vari motivi, l’ho eliminato e al suo posto ho messo un’introduzione e un breve, brevissimo Capitolo 1, nuovo di pacca. Non ci credete? Andate, andate a leggerlo.

 

Un ringraziamento e un bacione a tutti i fedelissimi che si sono affezionati a Bella e a Draco e che seguono la loro storia!!

Aggiornamento veloce, questo, ma non abituatevici, mi raccomando!

Il capitolo 20 sarà la continuazione di questo. La diretta continuazione di questo, intendo….ne vedremo delle belle, mi sa. Già.

Vi anticipo il titolo?

No.

No, io sono cattivissima.

Non anticipo mai.

Niente.

Lo so, lo so.

 

Lo so.

 

Buona lettura!!

Tess

 

Capitolo 20

Tu non hai fame?

(e non è pubblicità occulta)

 

Faceva veramente uno strano effetto vedere Draco in piedi nel caotico salotto di casa sua, con i capelli biondi ben curati, pettinati all’indietro, gli abiti scuri all’ultima moda (i dettami di Vanity Magic erano legge) e sul volto il suo cipiglio così fieramente…Malfoy.

Se ne stava lì, coi piedi ben piantati sul tappeto persiano, guardandosi intorno con l’aria di chi si stava chiedendo, in tutta onestà e senza nasconderlo, che cavolo ci stesse a fare in quel posto.

Bella fece appena in tempo a nascondersi, per fare poi capolino dalla porta della cucina. Nervosamente, ancora in preda allo shock, tentò di sistemarsi il cespuglio indomabile di capelli alla bell’e meglio, solo per sentire lo specchio dirimpetto a lei borbottare poche lapidarie parole di disapprovazione. Non gli prestò attenzione, ma  scorse il suo riflesso sulla superficie lucida della pentola di rame posata sul mobile lì accanto.

Un mostro.

-Maledizione!- mormorò.

Non poteva assolutamente presentarsi di là conciata in quel modo.

Non doveva per nessun motivo al mondo farsi vedere in quelle condizioni pietose.

Non davanti a Draco.

Una serie di ‘non’ da far accapponare la pelle.

Come avevano potuto? COME? Dannatissimi ficcanaso!!

Neanche avesse annunciato un imminente matrimonio!

-Ciao, tu devi essere Draco Malfoy. Io sono Will. – sentì dire dal diabolico essere che proclamava al mondo di essere suo fratello.

Suo fratello?

Che il mondo si prepari a piangere la sua dipartita. Sissignore. Non la passerà liscia.

-Sì.Ciao.

La voce di Draco!

Non traboccava di entusiasmo.

Bella, pensa in fretta, pensa Bella…avanti…pensa.

Più facile a dirsi che a farsi.

Come poteva, dalla cucina, arrivare alle scale senza farsi vedere?

Un bel problema.

Poteva sempre tentare uno scatto e, più veloce della luce, intrufolarsi nell’anticamera che dava sulle scale.

Smaterializzarsi?

Non se ne parlava proprio.

Il tempo stringeva e Bella sapeva che era questione di pochi attimi prima della catastrofe.

-Edgar Bothwell, piacere di conoscerti, ragazzo – tuonò il vocione di suo padre.

Piacere di conoscerti…ragazzo?! Ossantomerlino. Pa’! Ma come ti vengono?

Bella non udì la risposta di Draco, soffocata dai gridolini di sua madre che era volata fuori dal forno e dalla cucina in men che non si dica.

-Drrrrraaaaaaco!!!!!!

Ma perché non poteva avere una madre normale? Composta, aggraziata, sulle sue.

No, sua madre era …una che i babbani avrebbero potuto definire ‘figlia delle fogl-’…no… ‘dei fiori’. Una generazione di maghi altolocati che viaggiavano controcorrente. Quelli che avevano picchettato il Ministero dopo le leggi restrittive sul matrimonio tra purosangue e babbani. Quando in babbanologia aveva trovato quella definizione gli si era subito affacciata alla mente l’immagine della cara, vecchia Sophia.

Certo, donna pratica, energica, ma…come dire…un po’ tocca?

Ecco da chi aveva preso!

Udì la risata di suo padre. ‘OhOhOh!’

Ma cos’avranno da ridere?

Bella era ormai in preda al panico.

Meglio non pensarci.

Spiò dal suo nascondiglio.

In quel momento Draco le dava le spalle.

Era la sua occasione, ma non sapeva quanto sarebbe potuta durare.

O la va o la spacca.

Contò fino a… uno! e si lanciò letteralmente dalla cucina all’anticamera e in men che non si dica si trovò fuori portata dalle iridi d’argento del Serpeverde, giusto in tempo per sentire:

-Beeeella!Tesoro! Dove ti sei cacciata? Mah! Era qui un momento fa!

Eh beh, ceeerto mamma. Per te sarò sempre uno splendore, ma col cavolo che mi faccio vedere da Draco Malfoy in queste condizioni.

Salì le scale a tre a tre e si chiuse in camera.

Doveva sbrigarsi. Non poteva lasciare quel povero ragazzo nelle grinfie del ‘trio’ ancora per molto. Rischiava di vederlo scappare a gambe levate per non tornare mai più.

Si buttò sotto la doccia, dimenticandosi anche di togliere il reggiseno. Per la fretta si rovesciò addosso una quantità spropositata di bagnoschiuma alla vaniglia firmato ‘nonna’, che rischiò anche di accecarla. Con gli occhi arrossati si precipitò a svuotare l’armadio, in cerca di qualche vestito decente che non fosse l’usuale mise indossata a scuola. Un incantesimo asciugante le servì per dare una forma decente ai capelli, che poi raccolse in una coda alta. Si stava giusto mettendo un filo di trucco quando udì dietro di sé qualcuno tossicchiare per attirare la sua attenzione.

-Ehm-ehm.

Col cuore in gola, si voltò di scatto, per vedere suo fratello appoggiato allo stipite della porta, le braccia conserte e un’espressione che la diceva lunga sulla gioia perversa che provava in quel momento. Preoccupante, a dirla tutta. Che avessero dei secondi fini le sue macchinazioni? Bella gli puntò contro il famoso dito indice assassino e sentenziò, minacciosa:

-Me la pagherai. Altro che idolo delle folle. Nessuno si immagina quale oscuro demone si cela dietro la tua facciata di bravo ragazzo di buona famiglia. Ohssemelapagherai!

-Sì, sì, tu metti in conto.- rispose lui, ridacchiando e sedendosi con nochalance sul letto della sorella, spostando la montagna di vestiti che lei ci aveva buttato sopra, analizzandoli.

-Bells, ma che roba è questa? Ti vesti come il cugino Bob.

-E tu ti vesti come un becchino.

-Io non seguo la moda. Io la faccio.

-Ma per favore.

Lo fissò per qualche secondo attraverso lo specchio, cercando di catalizzare in un unico flusso tutta l’energia negativa che aveva in corpo, poi un pensiero, tanto improvviso quanto terrificante, parve attraversarle la mente, mummificandola con il burrocacao in una mano e la cipria nell’altra.

-Ma non l’avrai mica lasciato giù solo con mamma e papà, vero?

 

***

 

-Un’altra tartina, tesoro?

Tesoro.

Era la quarta volta che lo chiamava ‘tesoro’.

No, tesoro, grazie, tesoro, non la voglio un’altra tartina. Tesoro.

Si trovava in quella casa da poco meno di venti minuti e avrebbe già voluto commettere due omicidi. Ma far fuori due Auror non era una propriamente una mossa saggia. Sua madre non ne sarebbe stata affatto contenta.

Il fratello bello e dannato s’era volatilizzato. (Cosa ci trovassero poi schiere di streghe in quello lì, dovevano ancora spiegarglielo… con quella notizia, però, avrebbe fatto morire tutti d’invidia. Pansy per prima).

Comunque, dove diavolo s’era cacciata B.B.? Aveva intenzione di lasciarlo nelle grinfie di quei due pazzi ancora per molto? Una congiura ordita alle sue spalle? Forse l’aveva offesa in qualche modo. E quella era la sua perversa vendetta. Un’altra paranoia femminile?

Le donne rimanevano un mistero.

Ma lui si sarebbe fatto forza. Avrebbe sopportato con stoico coraggio.

Non per niente, aveva accettato di recarsi a casa Bothwell a pranzare per un unico motivo.

E non se ne sarebbe andato senza aver centrato l’obiettivo che si era prefisso.

L’invito di B.B. gli aveva lasciato chiaramente intendere che erano arrivati infine al ‘dunque’.

Molto bene, aveva pensato estasiato, era ora di arrivare a questo ‘dunque’.

Non c’era nemmeno la più remota possibilità che si fosse sbagliato.

La metafora era stata ovvia. E l’aveva paralizzato sul posto almeno per due minuti buoni, prima di sentire l’urgente necessità di ritirarsi nelle sue stanze.

Un’abitudine, quella, che lo stava rendendo incapace di qualsiasi autonomia.

Dov’era finito il suo autocontrollo? La sua freddezza?

E il biglietto era stato ancor più ovvio. L’aveva letto e riletto.

Mossa astuta da parte di B.B. Non se lo sarebbe aspettato da lei.

Tutti quei riferimenti…beh.

Più chiari di così si diventa trasparenti.

Insomma. Era pur sempre fatto di carne e sangue anche lui. E certe necessità non potevano essere ignorate troppo a lungo.

Andavano bene le romanticherie, certo.

Le ‘coccole’, come le chiamava lei. I ‘contentini’ come li definiva lui.

Ma dopo i baci appassionati, che li lasciavano rossi come due gamberi, completamente senza fiato e coi capelli arruffati…le mani che correvano ovunque, insinuandosi sopra i vestiti, sotto i vestiti e in ogni luogo...gli agguati dietro alle colonne nei corridoi…i grattini durante lo studio…gli sguardi infuocati…rimaneva, con il passare del tempo, un senso di insoddisfazione crescente.

E per ‘crescente’, intendeva dire proprio ‘crescente’.

La cara B.B. scatenava in lui una libido che non riusciva veramente a spiegarsi.

Blaise ormai lo dava per spacciato.

Diceva che anni e anni di astinenza (diciassette per la precisione) l’avevano ‘retrocesso’ a uno stadio primitivo.

In sostanza, a detta dei suoi amici, si era rimbecillito.

Draco aveva sempre tenuto in gran conto il giudizio degli altri.

Era pure arrivato a tentare di autoconvincersi di essere un manipolatore eccezionale, che B.B. fosse solo un diversivo, un intrattenimento.

‘Posso fermarmi quando voglio’ aveva detto altezzoso.

‘Sono in grado di scaricarla quando più mi aggrada’ aveva ribadito tronfio.

Ma la sua voce interiore aveva sempre tentato di dissuaderlo dal compiere atti autolesionisti e gli aveva suggerito di non fare mosse avventate.

La crisi di gelosia pre-natalizia gli aveva aperto un po’ gli occhi. Giusto un po’.

Un secondo e la sua parte razionale e pensante si era Smaterializzata. Puf!

All’insaputa di Bella, la rissa con Roberts si era protratta anche oltre il semplice tafferuglio nel cortile della scuola. Non lo sopportava.

Non sopportava nessuno di quella cerchia, a dirla tutta.

Ma odiare Mcblady e i suoi quattro amichetti odiosi (Colin sono-orrendo-e-me-ne-vanto e Adam ci-provo-ma-non-me-ne-va-bene-una, in testa) perché si erano convinti di poter tiranneggiare Hogwarts al posto dei Serpeverde era un conto. E su quel fronte, le cose avevano già cominciato a cambiare. Blaise l’aveva presa molto sul serio tutta quella faccenda della supremazia. Non che a lui non importasse, beninteso. Persino dare fastidio a Potter e ai suoi amici sfigati era tornato un passatempo divertente. Quando Bella non era fra gli amici ‘sfigati’, ovviamente. Ci aveva provato, una volta sola, alla presenza di lei. Ma il piagnisteo della tapina gli era risuonato nelle orecchie come un eco fastidioso per almeno mezz’ora, causandogli un mal di testa infernale.

Roberts non era che uno in più.

Ma aveva commesso l’errore di alzare la zampa e di fare i suoi bisognini su un albero già marchiato.

Da Draco Malfoy.

Che doveva far la guardia a quell’albero.

Questione di principio.

Un improvviso rumore di passi dietro di lui lo riportò alla realtà.

-Stellina! Finalmente! Cominciavamo tutti a chiederci dove fossi finita!

Già, B.B., cominciavamo a chiederci dove foss-

Il pensiero di Draco non arrivò alla sua conclusione.

-Ciao, Dr…ehm…Dra…ehm…ciao!

Bella si era buttata  sul divano, sedendosi di fianco a lui, le gote arrossate dalla corsa, dall’imbarazzo, o chissà che altro.

La scollatura a V della maglia lasciava intravedere la catenina che lui gli aveva regalato per Natale, ma della preparazione di Bella, gli abiti inusuali, la coda, il trucco…, Draco non notò praticamente nulla.

L’unico particolare che riuscì a registrare fu l’ondata spropositata di profumo che aleggiava attorno a B.B.

Ne fu travolto.

La sua mente andò in black-out per qualche secondo, tanto da non accorgersi che la famigliola si era spostata in sala da pranzo. Fu richiamato nel mondo dei vivi proprio da Bella, ormai sulla porta del salotto, intenta a guardarlo, stranita da quel silenzio.

-Draco?

Draco Malfoy tornò in sé, riacquistando tutte le sue facoltà mentali.

-Sì?

-Beh…

-Ragazzi, forza, che si fredda! – giunse il richiamo di Sophia.

-Che c’è? Non hai fame? – gli chiese premurosa e leggermente preoccupata B.B.

-Oh, no. No, no. Ho una fame da lupi, B.B.

Rassicurata, lei gli sorrise, prima di voltarsi per fargli strada in sala da pranzo.

Lui la osservò camminare oltre la porta, e inclinò leggermente il capo, pensieroso.

Un ghigno si fece strada sulle sue labbra.

-E tu non sai quanta, piccola B.B., tu non sai quanta –mormorò, prima di seguirla.

 

 

***

 

Una piccola nota per dire a The Fly e a Carmilla1324: notato niente di strano in questo chapter? Ogni promessa è debito!! Sono cattiva, lo so.

Bacioni!!

Tess

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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