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Autore: Sunny_Blue    04/07/2012    3 recensioni
Ciao a tutti! Questa raccolta vi accompagnerà, spero, fino ad ottobre 2012. Ogni mese posterò una storia, secondo il prompt datomi nell'ambito del contest "12 mesi di fanfiction" di BS.
Il titolo l'ho preso ispirandomi ad un'opera di Pirandello.
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1) HALLOWEEN - Una macabra ricorrenza
2) HALLOWEEN - Chi ha paura della casa infestata?
3) NATALE - Senza famiglia
4) "HO VISTO TANTE PERSONE CHE SE NE ANDAVANO" "E MAI NESSUNO è TORNATO INDIETRO?" - Coniglietti assassini e affinità elettive
5) PROPOSTA FINITA MALE - Una proposta per dire di... no
6) IN UN GIORNO DI PIOGGIA - Lacrime di pioggia
7) POTRANNO TAGLIARE TUTTI I FIORI, MA NON FERMERANNO MAI LA PRIMAVERA [NERUDA] - La principessa reclusa
8) INCONTRO - La promessa del domani
9) COMPLEANNO - Happy birthday, Mr. Weasley
10) "QUESTO CALDO MI STA SCIOGLIENDO IL CERVELLO" - Frammenti di una vita fa
11) HO SEMPRE AMMIRATO LE PERSONE CHE PARLANO CON GLI OCCHI PERCHé MI PAIONO PIù SVELTE A CAPIRE IL MONDO [CHABON] - L'innocenza del condannato
12) "NON HO VOGLIA DI PENSARE AL FUTURO. NON POTREMMO SEMPLICEMENTE GODERCI IL PRESENTE?" - Colpa del whisky
13) KISS THE RAIN [song] - Il destino nel nome
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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10 - Frammenti di una vita fa

La storia è stata scritta per il 12 mesi di FF
Il prompt di luglio è:
“Questo caldo mi sta sciogliendo il cervello”




Personaggi: Bellatrix Lestrange
Rating: giallo
Genere:
introspettivo, dark


Introduzione: Prigioniera in una cella fredda come solo l'inferno dovrebbe essere. Prigioniera di mura spesse e di sé stessa. Prigioniera da quella che sembra una vita intera.
Nei brevi momenti in cui torna padrona della sua mente sconvolta, quella che una volta era conosciuta come Bellatrix Black vede cose... desidera cose... Soprattutto, sogna il calore.



NdA: Per il 2° mese consecutivo quella che state per leggere non è la storia che avevo immaginato di scrivere quando ho letto il prompt. Avevo pensato a una storia leggera e divertente sul 36° compleanno di Harry, visto con gli occhi di Lily. Sono finita a scrivere di Bellatrix, della sua pazzia e della sua prigionia ad Azkaban. Che salti può fare la mente umana, vero?! ^^

Bellatrix non è un personaggio semplice su cui scrivere. Soprattutto perché è difficile parlarne senza pensare a quello che ci ha raccontato di lei zia Row. Non si può pensare Bellatrix scissa dai suoi delitti, dalla sua cattiveria. Non si può immaginarla troppo diversa dalla pazza assassina che diventerà. Quando io scrivo di lei, però, senza dimenticare il futuro e il passato, cerco sempre di non farmi condizionare. Per scrivere di qualcuno bisogna in un certo modo sentirlo, anche affezionarcisi un po'. Con lei non è semplice, lo ammetto, però in qualche modo ci riesco. Me la immagino sempre contorta e malvagia, attraversata da questa vena di ossessione per il male e di crudeltà fin da bambina, ma anche profonda, sfaccettata, femminile. Be', questa è la mia versione.

La storia è ambientata durante la reclusione ad Azkaban. Ho situato la prigionia di Bellatrix tra il 1982 (i Potter sono morti nel luglio 1981, quindi è plausibile) e il 1996 (quando Harry è al 5° anno, se non sbaglio), circa 14 anni. 5110 giorni.

Le frasi in corsivo sono parole dette tra sé, voci immaginate, ricordi.




Frammenti di una vita fa


Giorno 1634


Fa freddo qui dentro, tanto freddo.
Tutto quello che riesco a percepire con chiarezza è gelo.

Non so da quanto tempo la mia mente fosse lontana da questo ammasso di ossa che ancora mi ostino a definire corpo.
Non so quanto tempo sia passato dall'ultima volta che ho ripreso una sorta di coscienza di me.
Giorni, mesi, anni.
Potrei esserei rinchiusa qui da pochi minuti, o da tutta una vita.
Farebbe differenza?
Per il mondo che continua a girare, ignaro persino della nostra esistenza – noi esseri rinchiusi e rinnegati?
Per le persone che ci hanno intrappolati, sicure e felici, ora che il Male sembra sconfitto?
Per me, patetica specie di relitto umano, senza più un nome, senza più un futuro?

Una risata sinistra e isterica sale dalle profondità delle mie viscere.
La sento risuonare per un attimo tra le pareti vuote, prima di tapparmi la bocca a forza, terrorizzata e attonita da questo mio gesto.
Loro potrebbero arrivare...
Il silenzio torna a prendere il sopravvento su tutto.
Forse nessuno mi ha sentita. Forse ho solo immaginato di ridere.
Ma dopo un attimo in cui il mio cuore ritrova il battito, sento qualcosa che striscia nel buio.
Si fa più vicino, sempre più vicino.
Loro sono qui.
Un attimo prima che il gelo mi attanagli, prima che quelle cose mi sfiorino con i loro aliti che sanno di morte e putrefazione, mi copro la testa con le braccia, in un patetico quanto vano tentativo di difesa.

* * * * * *


Giorno 1659

Apro gli occhi all'improvviso.
Per un attimo mi sento pervasa da una strana quanto folle lucidità.
So dove mi trovo. So chi sono.
Bellatrix Black, così mi chiamavano le mie sorelle.
Dopo, Madama Lestrange. Quella è una parte della mia identità che nessuno mai mi permetterà di dimenticare.
Bellatrix.
Bella.
Mi sembra di sentire una voce che mi chiama così dall'oscurità. Credo davvero di sentirla.
Accesa da questa folle fiammella di speranza cerco di orientarmi nel buio fitto che mi circonda. I sensi all'erta, cerco di localizzare la fonte del suono.
Brancolo come una cieca nello spazio angusto della cella. Sbatto contro il muro di pietra.
Sola, sono sola.
Sfiancata dallo sforzo fatto, mi accuccio a terra e mi lascio di nuovo avvolgere dall'oblio.
Oblio insidioso e avvolgente come un manto; oblio vuoto come la peggiore delle maledizioni.

* * * * * * *

Giorno 1699


Luce, ecco cosa desidero.
Luce e calore.
Ero una donna potente, prima di finire qui.
Non ricordo con esattezza, i contorni della mia vita passata si fanno ogni giorno più sfocati. Non ricordo tutto, ma di questo fatto sono certa.
Ero potente, temuta, rispetta. Avevo tutto. Ho perso tutto. Adesso non mi resta niente.
Eppure se mi venisse chiesto quale è il mio desiderio più grande in questo momento la risposta sorprenderebbe il mondo. Risponderei subito, senza esitare. Né potere, né gloria. Direi: luce, calore, bruciare.

Ho sempre saputo che quello era il mio destino, ho sempre saputo che solo nel fuoco avrei realizzato a pieno la mia natura più intima.
Mi definiscono una creatura delle tenebre, lo so bene. Non posso dire di non essermi adattata a questo ruolo. 
Ho indossato il manto nero come una seconda pelle. Ho indossato la maschera. 
Ho seguito l'Oscuro Signore fino a perdermi nell'ombra. Senza rimorsi, senza rimpianti.
Ma non posso dire di essermi sentita viva come quella volta che ho brillato in pieno sole.

Non ne sono sicura, eppure per un attimo il ricordo si fa cosa viva davanti a me...


* * * * * * * * * *

Ho compiuto da poco 9 anni.
L'estate è arrivata torrida come mai prima, quest'anno in Inghilterra.
Un giorno, nell'ora di massima luce, esco fuori per mettermi alla prova.
So che sono fatta per questo. Per il fuoco.

Dopo un paio di ore sento delle voci che mi chiamano, allarmate.
Le mie sorelle mi stanno cercando nel parco immenso.
Io me ne sto sotto il sole cocente, incurante della mia pelle diafana che lentamente prende fuoco. Incurante del calore di mezzogiorno, incurante del dolore.
Immobile.
E così che mi trovano.

Bella, andiamo”, la voce impaziente di Narcissa, “questo caldo mi sta sciogliendo il cervello.”
Povera, piccola sorella mia. Così bella, così... debole.
Rivolgo a lei i miei occhi spiritati. Le soffio contro: “Io sono fatta per bruciare”, con un filo di voce prima di cadere a terra, consumata dal calore e dalla potenza del sole.

* * * * * * * * * * * * *


Allungo la mano per toccare mia sorella. Afferro il nulla.
Resto stupita.
Dove ti sei nascosta, Narcissa?
Non può essere un sogno.
Sento il calore del sole cocente sulla mia pelle, la fiamma che mi brucia le membra.
Sento... credo di sentire la vita che scorre nelle mie vene.
Allora dove sei?

Illusione, follia, inganno.

La consapevolezza mi colpisce come un fulmine.
Nell'ultimo attimo di lucidità che mi resta prima di scivolare nell'oblio realizzo che qui intorno c'è solo umido e freddo. Nessun calore, nessuna luce. 
Mai.

* * * * * * * *

   
 
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