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Autore: Verena    04/07/2012    1 recensioni
Tokyo, 2024.
Una città oppressa dalla dittatura di un sindaco corrotto.
Un gruppo di giovani ribelli armati di pattini a rotelle e vernice spray.
Una ragazza senza passato.
Ma con una missione da compiere.
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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THE CITY’S BURNING



“Dove sono andati quei bastardi?” Ringhiò Dark, inserendo il caricatore.

Al Terminal Shibuya regnava un silenzio irreale. I GG erano radunati ad un’estremità dell’enorme piazza, e si guardavano intorno studiando la zona nei minimi dettagli.

Ad un tratto, Cube allungò una mano e, indicando un punto verso il centro della piazza, esclamò: “E quella che diavolo è??”

Dark seguì la direzione indicata dal suo dito e si sentì mancare: era una torre, alta e sottile, forse troppo sottile per contenere delle persone. Sembrava in effetti più una bizzarra scultura. Era nera e lucida, liscia come se fosse rivestita di vetro. In cima aveva una forma appuntita e aveva due anelli dorati, uno che la sormontava come ad imitare un’aureola, ma da cui partivano degli spuntoni lunghissimi, e l’altro che continuava a ruotare incessantemente più in basso, a circa metà altezza, senza che sembrasse fissato in alcun modo al corpo centrale della torre. Ma quello che terrorizzava Dark era il fatto che lei, quella torre, l’aveva già vista. Era la stessa che le era apparsa in quella visione, quella che aveva avuto a Skyscraper District. L’istinto le diceva che quella torre era maledetta, che avrebbe portato solo sciagure. E che per questo andava distrutta. Si avvicinò, come spinta da una forza invisibile, con Beat che la seguiva da vicino. Arrivata a pochi metri dalla torre, alzò lo sguardo e ciò che vide la face rabbrividire, non di paura ma di puro disgusto. In cima alla torre, su una specie di piccola terrazza che aveva tutta l’aria di essere una postazione di comando, stava Gouji Rokkaku, sindaco e dittatore della città di Tokyo. Quando vide i GG, esplose in una risata stridula.

“E così siete arrivati, pezzenti!! Avevate così tanta fretta di morire che mi siete venuti incontro? Che gentili… Ma non pensate che vi risparmierò per questo!! Anzi, l’unico vantaggio che vi darò sarà quello di farvi morire più in fretta!! Hahahahahahahahahaaaaa!!!”

Detto questo, con un balzo disumano saltò giù dalla propria posizione e atterrò ai piedi della torre, senza il minimo sforzo. Era un uomo imponente, alto quasi due metri e decisamente robusto, ma non grasso; anzi, a vederlo sembrava fatto di pietra, dettaglio acuito dalla durezza dei lineamenti e dello sguardo, che emanava una malvagità nuda e cruda senza paragoni.

L’uomo squadrò tutti i ragazzi del gruppo, che nel frattempo si erano radunati attorno ai due compagni, e disse: “Dark… Io ti ho dato la vita. Io sono come un padre per te. È così che una figlia si rivolta contro il genitore?”

La risposta della ragazza sembrò uno sputo di veleno. “Tu non sei mio padre, Rokkaku. Non lo sei mai stato. Non mi hai dato la vita, me l’hai strappata. E io ora mi riprenderò quello che mi spetta prendendomi la tua di vita, e restituendone una dignitosa a questa città.”

L’altro scoppiò di nuovo a ridere.

“Questa città? Questo buco merita solo di bruciare fino alle fondamenta, e voi non riuscirete a fermarmi.”

Improvvisamente alzò le braccia e la testa, e la terra prese a tremare. I GG misero mano alle bombolette spray, mentre Dark, l’unica a non avere una di quelle speciali bombolette che solo i GG possedevano, strinse ancora di più la sua pistola, che le era stata data in dotazione proprio dagli uomini di Rokkaku. La terra sembrò aprirsi mentre decine e decine di soldati e poliziotti apparivano alle spalle del sindaco. Questi gli rivolsero un saluto militare portandosi la mano alla fronte, per poi correre contro i GG per fermarli. Ma loro non si fecero trovare impreparati: si scagliarono a loro volta verso i soldati e scoppiò una violenta colluttazione, coi soldati che cercavano di immobilizzare i ribelli puntando sulla superiorità numerica e i ragazzi che rispondevano a suon di spruzzate di vernice. La vernice usata dai GG però non era una vernice qualsiasi: non appena toccava le casacche bianche della divisa dei poliziotti queste venivano letteralmente corrose e i poliziotti cadevano a terra urlando come se fossero stati ustionati. Quando un soldato cadeva a terra e veniva completamente ricoperto dalla vernice, svaniva in un lampo di luce bianca.

 
Anche Rokkaku stesso partecipava attivamente alla battaglia, anche se finora si era tenuto ai margini degli scontri più violenti, impartendo ordini ai suoi uomini. Però lo scontro si stava volgendo a suo sfavore, e questo non poteva accettarlo. Decise che era arrivato il momento di intervenire seriamente. Avvicinò le mani, e una sfera bianca e densa di energia iniziò a formarsi. Quando fu grande come una palla da bowling, Rokkaku decise che era sufficiente. Si guardò intorno, in cerca di un bersaglio adatto. Quando lo trovò, non riuscì a trattenere un sorriso malefico. Quel ragazzo coi capelli rossi e le cuffie sembrava un membro abbastanza importante del gruppo, nonostante non sembrasse esserne il capo. Ma sarebbe andato bene lo stesso per infliggere una sonora punizione ai quei teppisti. Prese rapidamente la mira e lanciò la sfera. Beat non riusciva a vederlo, perché era girato di profilo. Ma Dark, al suo fianco, lo vide benissimo: Rokkaku che caricava e che lanciava, e la sfera che rapidissima si dirigeva verso Beat. No. Beat no. Nononononononono. Dark non perse tempo a riflettere sul da farsi: si lanciò verso Beat, spingendolo via. E la sfera la colpì in piena schiena, esplodendo con una violenza inimmaginabile. Per Beat il tempo sembrò fermarsi in quell’istante. Non esisteva più la battaglia e il suo clamore: davanti a lui c’era solo l’immagine di Dark, ferita per aver ricevuto quel colpo al posto suo, e si precipitò a soccorrerla. La fece adagiare a terra, mentre una chiazza rossa di sangue si allargava sul suo petto. Tremava, e aveva il respiro molto debole.

“Dark… Ti prego, guardami.” Le disse lui, con voce rotta.

Lei sbatté le palpebre un paio di volte prima di aprirle, con uno sforzo enorme. Aveva la vista annebbiata e si sentiva il corpo pesante.

“Beat…” sussurrò.

“Sono qui.” Rispose lui.  “Ti prego, guardami. Mi senti? Ti porto subito al Garage, là potremo curarti. Gli altri non si offenderanno se abbandono lo scontro. Io…”

Ma Dark allungò una mano, tremante, e la posò sulle labbra del ragazzo per farlo tacere. Lui le prese il polso e si tenne la mano contro la guancia.

“È inutile. Mi sento scivolare sempre più… Temo di doverti lasciare stanotte, Beat.”

“No. Non andare. Ti prego. Non…”

Ma Dark chiuse gli occhi e la mano che Beat ancora stringeva divenne improvvisamente pesantissima.

 
Rokkaku osservò la scena con un sorriso malefico e soddisfatto.
“Non avrò ucciso un GG, ma almeno mi sono liberato di una traditrice. Possiamo andarcene. Qui il lavoro può dirsi finito… Per ora.”

In un lampo di luce svanì e con lui i suoi uomini. Un solo suono accompagnò la fine della battaglia: l’urlo straziato di rabbia e dolore di Beat che ancora stringeva la sua Dark tra le braccia, chiamandola invano.

“Dark!!! Dark… DAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARK!!!!!!!!!!!!!”








L'Angolo di Verena
Ma buonasera!! Da quanto non aggiornavo la storia... Chiedo scusa a chi fosse interessato, ma purtroppo gli impegni di studio mi hanno tenuta lontana dal sito per parecchio tempo.
E così, siamo giunti al climax, il culmine della vicenda. La tanto attesa battaglia finale, col suo esito a dir poco tragico.
E ora? Davvero è tutto perduto? La guerra è stata definitivamente persa dai GG? O sarà solo l'inizio di ben altro?
Le risposte nel prossimo capitolo!!
A presto!!
  
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