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Autore: Lulu_Herm    05/07/2012    2 recensioni
dal pomeriggio dopo i G.U.F.O. al 31 ottobre 1980, tredici storie sui pensieri di Lily Evans, James Potter e Severus Piton in altrettante occasioni:
-Dopo i G.U.F.O
-A casa, d'estate
-Banchetto d'inizio
-Lezione di Pozioni
-Hogsmeade
-Binario 9 3/4, per la settima volta
-Ronda dei Capiscuola
-Quidditch
-Studiando in biblioteca
-Addio, Hogwarts
-Il matrimonio
-Harry
-31 Ottobre 1980
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'inizio'
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La ronda dei Capiscuola-Lily

Lily si guardò nello specchio, sorridente. Controllò che la gonna della divisa fosse ben stirata e si passò un’ultima volta la spazzola tra i lunghi capelli sciolti sulle spalle. Si annodò con precisione la cravatta rossa e oro intorno al collo candido, e sistemò il colletto immacolato della camicetta. Si girò verso Alice, che le sorrise sorniona.
-Come mai tutta questa cura dei dettagli? Devi solo uscire per…Ah Ah!-
Lily arrossì perplessa. La infastidiva che i suoi sentimenti fossero stati scoperti sul nascere. Nemmeno lei era così sicura di ciò che provava. Aveva bisogno di riflettere. Prese la bacchetta posata sul comodino e uscì.
James l’aspettava seduto su una delle migliori poltrone della Sala Comune. Non sembrava che avesse prestato la stessa attenzione di Lily alla cura dei dettagli. Aveva la cravatta leggermente storta e la camicia gli usciva dai pantaloni.
-Sei Caposcuola, James. Dovresti dare il buon esempio con un abbigliamento consono al tuo ruolo- Osservò Lily, sorridente. Lui la guardò perplesso per un attimo, per poi scoppiare a ridere.
-Sicuro Evans, perché l’abbigliamento è senz’altro il peggiore dei miei problemi. Dovresti essere più obbiettiva- Lily si sentì fremere, come ogni volta che lo sentiva chiamarla per cognome. S’impose di non arrossire.
Lo trascinò in corridoio per spiegargli come si svolgeva una ronda. Era un po’ preoccupata, perché non aveva mai fatto ronde lunghe un’intera notte, e temeva che non sarebbe riuscita a dormire abbastanza quell’anno.
-Ecco, partiremo dal piano terra, controllando tutti i corridoi fino a metà del terzo. Dovremo essere lì per l’una di notte, perché dobbiamo incontrare i due professori di turno che ci daranno il  cambio con i piani inferiori, e fino alle quattro e mezzo saremo ai piani superiori. Alle quattro e mezzo potremo andare a dormire- Si aspettava qualche lamentela, era un programma durissimo, ma James non batté ciglio.
Accesero le bacchette e in silenzio scesero nella Sala d’Ingresso per cominciare. Incontrarono Gazza che si preparava per il giro esterno del castello, un lavoro ancora peggiore delle ronde interne che a loro, in quanto studenti, sarebbe stato risparmiato. Si fecero dare una lampada e videro arrivare la professoressa Mc Granitt.
-Buonasera Potter, Evans. Come già sapete, fino all’una di stanotte dovrete rimanere ai piani inferiori, e poi incontrerete il professor Silente con la professoressa Sinistra che si occupano dei piani superiori, i quali vi daranno il cambio. Io rimarrò qui con il signor Gazza ad attendere il professor Lumacorno e la professoressa Vector che ci accompagneranno nel giro esterno. Se troverete degli studenti fuori dalle camerate, toglierete loro cinquanta punti ciascuno, e in base a ciò che li sorprenderete a fare ne potrete togliere ancora. Può succedere che troviate Creature Magiche in libertà, perché spesso il professor Kettleburn ha bisogno di aprire le loro gabbie di notte, e queste ne approfittano per entrare nel castello. Evitate di occuparvene voi, Hagrid fa ogni notte il giro del castello per controllare che questo non accada.-
La professoressa trasse un profondo respiro e continuò:
- Infine, siete entrambi consapevoli che siamo in un tempo molto pericoloso per la stirpe magica. Non possiamo essere sicuri che Hogwarts non verrà attaccata, anche se finora non è mai successo. Colui Che Non Deve Essere Nominato nutre ancora un certo timore nei confronti del nostro preside, ma non abbiamo certezze. Sta guadagnando troppo potere. È per questo motivo che siete stati scelti voi. Il professor Silente ha ritenuto che foste i più adatti a questa carica tra tutti gli allievi del settimo anno, perché  avete intelligenza, coraggio e motivazione. Spero che perseveriate nella vostra scelta di diventare Auror, perché credo che sarà la strada giusta per entrambi. Voglio che sappiate che questa scelta da parte del preside mi ha riempito di orgoglio. Date un motivo al preside di essere felice della scelta compiuta, e  cominciate a seguire il cammino che vi siete prefissati.-
Lily sorrise felice a quelle parole. Amava molto la professoressa McGranitt, secondo Alice era perché si assomigliavano. Entrambe erano metodiche, precise e ordinate, amanti dello studio e del sapere. Le dava un piacere immenso sapere di essere stata scelta per quel particolare motivo, e si sentiva fiera di sé stessa per aver raggiunto quel risultato. E il fatto che anche James fosse stato scelto per la stessa causa testimoniava  che il suo cambiamento era reale.
I due cominciarono concentrati a controllare i piani di loro competenza, in silenzio. Lily era presa dai suoi pensieri sul discorso della Mc Granitt. Si sentiva fiera di sé stessa,  perché finalmente aveva avuto la conferma che tanti anni di studio e impegno erano stati ricompensati, che finalmente aveva raggiunto il suo obbiettivo, aveva davanti la vita che aveva scelto e non le restava che viverla.
Non incontrarono nessuno fino all’una, e quando arrivarono sul luogo dell’appuntamento erano piuttosto annoiati. Il professor Silente e la professoressa Sinistra non erano ancora arrivati. Lily si appoggiò al muro assonnata, e James la guardò intenerito.
-Hai molto sonno?-
lei annuì sorridente, e lui si appoggiò accanto a lei.
-Mi è parso  che nell’ultimo anno la tua opinione di me sia cambiata molto, non è vero?-
Lily arrossì.
-Sei tu che sei cambiato molto James. Non credevo di riconoscerti quando ci siamo rivisti l’anno scorso. Ti confesso che sei riuscito a sorprendermi. E poi sono riuscita a conoscerti e sono stata contenta di essere diventata tua amica-
Sul volto di James si allargò un sorriso luminoso.
-Penso che tu sappia perché è avvenuto questo cambiamento in me. Ma non hai mai dato a vedere nulla. Davvero non hai capito perché ho deciso di cambiare?  O hai solo fatto finta di nulla?-
Lily si fece paonazza. Non riusciva a rispondere.
-Beh…ecco…è solo che ho avuto molti dubbi. Non capivo, e ho avuto un momento di crisi molto grave. Diciamo che tu mi hai dato molto a cui pensare in momenti in cui avevo tanto per la testa. Erano appena morti i miei e…” scoppiò in lacrime.
James, istintivamente, l’abbracciò, e le permise di bagnare di lacrime salate la sua cravatta rossa e oro. La strinse al petto e le accarezzò dolcemente la schiena.
-Mi dispiace di averti fatto piangere Lily. Non volevo. È solo che mi hai dato dei dubbi con il tuo comportamento-
Lily alzò lo sguardo verso di lui. Lo vedeva avvicinarsi lentamente, e capì che cosa stava succedendo. Si lasciò andare, godendo di quella meravigliosa sensazione….
-James  Potter! Ci sono importantissime notizie per te. È necessario che tu corra immediatamente nel mio ufficio- Li interruppe Silente. James, preoccupato, alzò lo sguardo verso il preside. Non sembrava arrabbiato per averli trovati in atteggiamenti…intimi, ma solo estremamente preoccupato. La professoressa Sinistra, dietro di lui, sembrava non sapere nulla.
-Signorina Evans, credo che sia opportuno che venga anche lei. Non è prudente lasciarla da sola in giro per la scuola a quest’ora, e credo che il signor Potter avrà piacere ad avere un po’ di compagnia.- I due ragazzi lo fissarono a bocca aperta. James sembrava completamente sconvolto, mentre Lily si affrettò ad annuire. Se lui aveva bisogno di aiuto, non voleva lasciarlo solo.
Seguirono Silente fino al suo ufficio. Nessuno dei due ci era mai stato, anche se James ci era andato molto vicino. Il preside li fece accomodare su due sedie di fronte alla sua scrivania e si sedette sul proprio sedile. Fece apparire tre tazze di tè e ne offrì una per ciascuno. Lily prese la sua cercando di dimostrarsi educata, ma James la rifiutò con un cenno.
-Preside, cosa è successo? Riguarda mio padre?- chiese preoccupato il ragazzo.
Silente scosse il capo gravemente. Lily si chiese cosa fosse successo al padre di James in precedenza.
-Riguarda tua madre, James. Durante una missione per l’Ordine della Fenice, tua madre è stata gravemente ferita, e ora si trova all’Ospedale San Mungo. Ha chiesto espressamente di te, è necessario che tu ti rechi lì immediatamente-
Sul volto  di James si dipinse un’espressione di puro orrore.
-Cosa le è successo esattamente?-
-L’effetto di due Maledizioni Cruciatus e di qualche Schiantesimo combinati nel giro di pochi secondi. Non è più una ragazzina, povera Dorea. E temiamo che il suo umore non sia dei migliori, visto che tuo padre è ancora in prognosi riservata. Ho predisposto una Passaporta per te, partirà tra cinque minuti-
James, pallido come un fantasma annuì e si decise a prendere la propria tazza di tè. Il professor Silente si rivolse a Lily.
-Signorina Evans, devo farti una domanda molto seria. Per favore, usciamo un attimo lasciando solo il signor Potter, che avrà bisogno di radunare i suoi pensieri- Lily approvò e si alzò dalla propria sedia, seguita da Silente. Quando furono usciti, l’anziano uomo cominciò:
-Signorina Evans, non posso fare a meno di pensare che il suo amico, il signor Potter, avrebbe bisogno di qualcuno che gli stia accanto in questi momenti-
-Non è per rifiutarmi di svolgere quello che considero un dovere, professore, ma penso che una persona come Sirius Black potrebbe essere una compagnia più gradita a James di me-
-Ah, io credo di no, alla luce di quanto ho visto da quando eravate al primo anno. E devo confessarle che temo che il signor Black potrebbe, in preda alla rabbia, peggiorare la situazione già precaria dei sentimenti del signor Potter. Penso che lei potrebbe avere l’effetto opposto. Inoltre lei è già sveglia, mentre mi dispiacerebbe enormemente svegliare in piena notte il signor Black con questa traumatica notizia. Sarà informato al suo risveglio,  domattina, e anche lui si recherà presso la sua madre adottiva- Lily capiva le ragioni di Silente. Le sembravano ottime e, quantunque la paura del dolore la trattenesse ancora, non poté rifiutarsi di compiere il suo dovere nei confronti di una persona che per lei aveva dato tanto.
La studentessa e l’anziano preside tornarono dentro l’ufficio, trovando James in piedi ad aspettarli, pronto per prendere la Passaporta. Silente estrasse dalla propria scrivania una vecchia fialetta di vetro e la mise in mano a James.
-Al mio via, signorina Evans, si aggrapperà al braccio del signor Potter e vi ritroverete nel reparto Ferite di Guerra dell’Ospedale San Mungo. Lasciatemi guardare l’orologio….VIA!- esclamò il vecchio.
Prima che avessero il tempo di replicare, si ritrovarono sospesi nel nulla, e un attimo dopo erano in quello che sembrava un corridoio completamente bianco. Un’infermiera dall’aria assonnata venne loro incontro con fare interrogativo. James mormorò:
-Sono James Potter, il figlio di Dorea Black, che è stata portata qui poche ore fa, a quanto ho saputo-
Lily non voleva mollare il suo braccio. Sentiva il calore del suo corpo, e riusciva a captare il suo bisogno di non essere solo. Non poteva abbandonarlo.
L’infermiera consultò una cartellina e poi confermò:
-Si, eccola. È nella stanza numero 3110, nel corridoio 81-
I due ragazzi s’incamminarono in un silenzio carico di tensione. Lily sentiva la mano sudata di James, ma non la voleva mollare. In quella stretta lui sembrava dire molte cose che non sarebbe riuscito a trasmetterle a voce. Si ritrovarono davanti alla porta bianca della stanza, in tutto e per tutto simile a quella di un ospedale Babbano. Lo vide inspirare profondamente, mettere entrambe le mani sulla maniglia ed entrare. Le faceva male al cuore vederlo così. Capì che avrebbe dovuto lasciarlo entrare da solo, perché lei non c’entrava niente nel rapporto tra madre e figlio. Si sentì un’intrusa. Lasciò la sua mano, e lo guardò mentre entrava nella camera. Si sedette su una delle sedie di fronte alla porta e aspettò.
I minuti passavano lenti, non sapeva più che fare. La sofferenza del non sapere la distruggeva. Finalmente, la porta si aprì.
James si sedette accanto a lei, senza dire una parola. Si appoggiò al muro, si tolse la cravatta e il maglione della divisa, rimanendo in camicia. Si passò una mano sul viso, e si lasciò sfuggire un singhiozzo. Poi non riuscì più a fermarsi. Le lacrime lo sorpresero prima che  potesse accorgersene. Lily,  profondamente turbata, capì che era giunto il momento di fare ciò per cui Silente l’aveva mandata lì. Senza riuscire a provare vergogna per ciò che stava facendo, lo abbracciò e lo strinse più forte che poteva. Lasciò, come lui aveva fatto nemmeno un’ora prima, che lui le bagnasse la cravatta di lacrime salate. Sentì che il dolore di James stava diventando il suo.
-Ha detto che…devo essere forte. Che lei vuole essere orgogliosa di me. Perché ora che…ora che anche mio padre….- non riusciva più a parlare, e Lily sapeva che non doveva farlo. Anche se desiderava con tutta sé stessa saperne di più-
-Cosa devo fare? Quei  maledetti infami me la porteranno via, ne sono sicuro. Lei sa che mio padre potrebbe….potrebbe morire anche lui. E se lui muore, non vuole più vivere nemmeno lei. E la cosa peggiore è che la capisco!- gridò, alzandosi di scatto.
Lily arrossì, sentendosi chiamata in causa. Sentirlo parlare così la sbalordiva. Non era certa di meritarsi sentimenti tanto forti. Temeva che non sarebbe stata in grado di ricambiarli.
-James, credo di poter dire di capire il tuo dolore. Lo sai che è successo anche a me, ed è stato come se il mondo mi si rovesciasse addosso, ma sono riuscita a superarlo. Perché avevo qualcosa per cui valeva la pena vivere. E ce l’hai anche tu- sussurrò.
Lui la guardò sconsolato.
-Lily, tu hai sempre fatto tutto meglio di me. Tu impari in fretta e sai come trovarti a tuo agio. Io penso di non essere capace-
-James, io sono brava a studiare, e basta. Questo mi aiuta ad ambientarmi nel nostro mondo, ma tu sei molto più bravo a essere una persona vera. Tu distribuisci affetto con una facilità che a me è sconosciuta, hai tenacia, intelligenza, talento. Sei una persona incredibile, spero che tu lo sappia. Tua madre lo sa, e anche tuo padre. E questo non potrà mai cambiare-
James si lasciò cadere sulla sedia, facendo molto rumore.
-Credo che tu debba conoscere mia madre-
Cinque minuti dopo, Lily era seduta ai bordi del letto di Dorea Black Potter, una bella signora dai capelli castani come quelli del figlio e gli occhi celesti che ricordavano quelli di Sirius. Aveva un’espressione allegra, nonostante le ferite e le gravi condizioni.
-Ciao, Lily. Credo che tu abbia capito chi sono, sono la mamma di James, Dorea Potter. Prima di tutto voglio ringraziarti infinitamente per essere qui stanotte. Significa molto per me e James. So che avrà sempre qualcuno al suo fianco, anche se io e suo padre dovessimo…andarcene-
Lily rabbrividì.
-Non dica così, signora Potter. Pensare questo genere di cose peggiora solo l’umore. Le posso assicurare che non mi è di alcun peso rimanere con suo figlio stanotte. Ho avuto modo di conoscere bene James, e per nessun motivo l’avrei lasciato solo-
Dorea sorrise commossa. Lily pensò che non aveva mai visto un sorriso così sincero, e si disse che avrebbe dovuto imparare molto da quella donna in pericolo di vita, bloccata nel letto di un ospedale, con il cuore ancora troppo pieno d’amore per quel marito e quel figlio, amore che rischiava di essere sprecato.
James mise la mano sinistra su quella della madre, e con la destra prese quella di Lily. Rimasero così, in silenzio. Non c’era bisogno di parole.
Non avrebbero saputo dire quanto tempo rimasero lì, ma furono interrotti dall’entrata  di un’infermiera.
-James Potter è qui dentro? È pregato di uscire per una comunicazione-
James si alzò sempre tenendo stretta la mano di Lily, invitandola ad uscire  con lui. L’infermiera consigliò loro di sedersi sulle sedie che avevano occupato in precedenza. Entrambi si sentivano i nervi a fior di pelle.
-Il signor Charlus Potter, della stanza 1031, è deceduto senza riprendersi dal coma in cui era caduto  in seguito al colpo preso una settimana fa- cantilenò la signora in tono piatto. Per lei era una delle tante morti che in anni e anni di lavoro aveva dovuto annunciare. Per James era come se un muro gli fosse crollato addosso.
Lily si sentì precipitare in una voragine senza fondo. Non riusciva a capire perché la morte di un uomo che non aveva nemmeno conosciuto la turbasse a  quel punto. Poi le tornò in mente una frase che sua madre le aveva ripetuto spesso quando era una bambina.
Se ami qualcuno, sentirai la sua gioia e il suo dolore come tuoi.
E se lei soffriva così tanto per James, forse voleva proprio dire che...
Non seppe più frenarsi, proruppe in un pianto disperato.

Ed eccoci qui. Prima o poi doveva succedere, visto che Harry non ha parenti all'infuori dei Dursley, ma non  avete idea di quanto mi sia dispiaciuto descrivere questa scena drammatica. Lily ha finalmente capito di amare James, e l'ha capito proprio per via del dolore. è la vita.
James ha voluto presentare Lily a Dorea. Non è che pensasse che non ci sarebbero state altre occasioni, ma pensava che l'incontro tra due anime così simili avrebbe fatto bene a entrambe. Così è stato, anche se resta l'incognita delle reazioni di entrambe alla morte di Charlus. 
Un bacio,
al prossimo capitolo
   
 
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