Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: cOstanza    05/07/2012    4 recensioni
Ti prego, ti prego, perdonami,
ma io non tornerò a casa.
Forse qualche giorno alzerai lo sguardo
e, appena consapevole dirai a nessuno in particolare:
"Non c'è qualcosa che manca?"

Missing-Evanescence
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'D&H *Songs of love*'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Missing
Evanescence
 
 
 
 
 
 
Please, please, forgive me 
but I won't be home again. 
 
 

Uscìì da quella casa con la morte nel cuore e delle lacrime che scendevano imperterrite sulle mie guance. Avrei preferito non farlo. Avrei preferito trovare una nuova soluzione, qualcosa che non includesse la mia totale devastazione.
-E' l'unica scelta- aveva affermato il mio migliore amico, Harry, con una mano sulla mia spalla. 
E io avevo preso quella decisione. 
Quella stessa notte presi altre decisioni importanti. Decisi di partire con Harry, per aiutarlo a sconfiggere i seguaci di Voldemort. Decisi che l'avrei aiutato anche a costo della mia stessa vita. 
Decisi di scrivergli una lunghissima lettera. 
Glielo dovevo. 
Almeno una parte di me sarebbe rimasta su quella carta. Ma ero sicura che sarebbe rimasta l'unica cosa di me.
 
 
§
 
 
Stava camminando verso un ufficio del Ministero, con una lettera stretta in mano. Dopo anni di lavoro lì, non si sarebbe mai aspettato di essere chiamato con una convocazione ufficiale del Ministro della Magia. 
Dopo la guerra, aveva deciso di diventare un Auror. Avrebbe dimostrato a tutti che essere figlio di un Mangiamorte, aver seguito il Signore Oscuro nei suoi pazzi progetti non significava per forza stare dalla parte del male. 
 
 Maybe someday you'll look up 
and barely conscious you'll say to no-one: 
"isn't something missing?"
 
 

La mano libera avvertì una strana pulsazione, come una sensazione. Come se qualcuno avesse stretto la sua mano, dolcemente e con amore. Si voltò di scatto e notò come uno strano alone vicino alla sua mano. No. Non un alone. Era come se ci fosse qualcuno, una presenza, un fantasma che gentilmente gli stringeva la mano. 
-C'è qualcosa che manca...-.
Fu inspiegabile, ma era sicuro di aver sentito come un ricordo che veniva alla luce. Scuotendo la testa, continuò il suo viaggio verso il Ministero. 
Quando entrò nell'ufficio del Ministro, era sconvolto. Non sapeva il motivo della convocazione. Non sapeva se era per il suo passato o perché aveva combinato qualcosa di strano. Era seduto nella poltrona davanti  alla scrivania del Ministro, in attesa, con l'ansia che cresceva.
-Signor Malfoy- cominciò lui, osservandolo con le mani unite -devo chiederle una cosa che mi incuriosisce molto.-
Accavallò le gambe.
-L'ascolto.-
Il Ministro Kingsley si alzò in piedi e fece il giro della scrivania, fino ad arrivare davanti a Draco. Si appoggiò al tavolo e lo osservò con interesse.
-Quando Tom Riddle è morto, lei, Signor Malfoy, è stato scagionato grazie all'aiuto di Harry Potter.-
Storse il naso davanti a quel nome. Ancora doveva ringraziarlo per quello che aveva fatto, ma di certo sarebbero passati ancora molti anni. Non si sarebbe mai piegato davanti a Harry Potter. I ricordi dei loro anni passati ad Hogwarts erano ancora freschi, nonostante fossero passati più di cinque anni dalla caduta del Signore Oscuro.
-Ma immagino che lei non sa che ci fu anche un'altra persona che testimoniò a suo favore e che convinse la giuria a lasciarla libera.-
Con sguardo interrogativo, Draco incitò il Ministro a continuare il suo discorso.
-Hermione Jane Granger.-
Per un secondo, Draco credette di aver sentito male. Sbatté più volte le ciglia, cercando di assimilare al meglio quel nome, gustandolo come se fosse il suo dolce preferito. Poi si rese conto che era impossibile, improbabile e terribilmente sbagliato pensare alla Mezzosangue in quel modo e quindi smise. Semplicemente, rimase con la bocca aperta, nel tentativo di non dar adito ai suoi pensieri.
La Mezzosangue aveva testimoniato a suo favore?
-Perché?- domandò Draco, sapendo che era l'unica domanda che realmente aveva senso. Avrebbe voluto chiedere molto altro, come se fosse sicuro di non sbagliare, se si trattava della stessa persona, se lo stava prendendo in giro. Ma in quel momento, sembrava la domanda più appropriata e quella che riuniva tutti i suoi dubbi in una sola risposta.
-E' la stessa domanda che mi sono posto anche io, Signor Malfoy.- Kingsley si mosse di nuovo, andando verso l'enorme finestra che illuminava tutto il suo ufficio. -Si da il caso che la Signorina Granger abbia pregato in ginocchio il sottoscritto di partecipare come testimone anonimo della sua udienza. Mi disse che era una cosa che aveva il dovere di fare, che aveva fatto una promessa.-
-Te lo prometto Draco-.
Una voce entrò nella sua testa intensamente e gli fece quasi girare la testa. Infatti, l'appoggiò alla mano e mise il gomito sul bracciolo della poltrona. 
-Ovviamente, non potevo tirarmi indietro. Ero appena stato nominato Ministro, dovevo dimostrare che perdonare a volte poteva essere la scelta giusta. Acconsentii a farla testimoniare.- Sospirò. -Come ho già detto, convinse tutta la giuria.- Si voltò verso Draco. -Quindi, lei fu scagionato.-
Draco scosse violentemente la testa.
-Quindi, oltre allo Sfregiato dovrei ringraziare una Mezzosangue?-. Disse l'ultima parola come se fosse il peggiore degli insulti, nonostante qualcosa dentro di lui voleva cercare di cancellarlo. Era una parola che troppo spesso aveva usato, in modo giusto o in modo errato.
Il Ministro si voltò di scatto, con uno sguardo infuocato.
-Quella Mezzosangue, come la definisce lei, è colei che l'ha salvata da Azkaban, Signor Malfoy. Dovrebbe come minimo onorarla. E' una strega eccezzionale, di grande talento, che l'ha aiutata. Definirla come se fosse feccia della società magica crea solo disonore e odio intorno a lei.-
Draco deglutì. Ma riprese il controllo delle sue azioni.
-Ministro, non capisco perché mi ha convocato d'urgenza e perché ha ritirato fuori questa vecchia storia. Sono passati anni, ed ora voglio solo vivere la mia vita, se lei permette.-
Il Ministro gettò fuori dai polmoni l'aria. Si risedette sulla poltrona e appoggiò il mento sulle dita incrociate. 
-Sa dell'aggressione avvenuta circa sette mesi fa a King's Cross?- domandò l'uomo.
Draco annuì. L'aveva sentita nominare. La stazione era stata il bersaglio di un attentato rivendicato dai seguaci del Signore Oscuro ancora a piede libero e non identificati. Alcuni erano morti nell'attacco e nello scontro contro gli Auror, altri erano riusciti a sfuggire, non prima di aver ucciso tre Auror.
-So cos'è successo.-
-Lì avevamo i nostri Auror migliori. Eppure, ci hanno battuti, uccidendo tre Auror.-
-Potevate chiamare me- affermò ridendo Malfoy.
-Non sia sciocco. Lei non era addestrato per questo genere di missioni.- Il Minitro scosse la testa. -E poi gli Auror che hanno combattuto lì erano dei Servizi Segreti.- 
Draco si morse l'interno della guancia, per fermare le sue parole. Avrebbe voluto rispondergli, ma non sarebbero arrivati a niente così.
-Ancora non capisco perché sono qui, Ministro.- 
Kingsley sospirò di nuovo.
-In quell'attacco è rimasta ferita anche la signorina Granger.-
Inspiegabilmente, Draco avvertì una fitta perforargli il cuore.
-Ora è in un ospedale babbano, al centro di Londra.- 
Di nuovo, una fitta si impossessò di lui.
-E' in coma.-
A questo punto, Draco era come stregato dalle parole di Kingsley. Il suo cuore si fermò, ripartì e poi si fermò di nuovo, come se non avesse la forza di andare avanti, e non sapeva neanche il perché.
Sentiva quasi un ombra sul suo cuore, come se qualcuno lo stesse per invadere. Un'ombra del passato che sembrava non aver mai sentito, ma che sentiva sua. Un'ombra che non sapeva riconoscere.
-Com'è successo?- domandò solo, con le mani strette sui braccioli.
-Un Mangiamorte l'ha colpita di striscio con l'Anatema che Uccide. E' salva per un pelo, ma è...-.
-E'?- incentivò Draco, alzando lo sguardo verso il Ministro, sentendo dentro di sé un'emozione implacabile.
-E' praticamente morta. Sono sette mesi che è in quello stato. I medici babbani credono che non si sveglierà più. Sono pronti a staccare la spina.-
-Staccare la spina?-.
-E' un termine tipicamente babbano. Significa che la faranno morire, che la uccideranno con dei medicinali.-
Draco frenò uno strano impulso, istinto, di gettare a terra la poltrona e ribaltare la scrivania. Si contenne.
-Non potevano trasferirla al San Mungo?- domandò il giovane.
-Non sarebbe cambiato niente. Al San Mungo non sarebbero comunque in grado di salvarla. La sua vita è appesa ad un filo.-
Draco si passò una mano tra i capelli, terribilmente confuso. Aveva in sé una sensazione che di certo non si spiegava e non sapeva neanche darle un nome.
-Signor Malfoy, mi sembra sconvolto. Lei conosceva la Signorina Granger?- domandò ingenuamente Kingsley.
Draco alzò di scatto gli occhi.
-Ovvio che la conoscevo!-.
-Intendevo, se aveva un rapporto intimo con la Signorina...-.
Draco analizzò ogni parola, sentendo il suo stomaco contraendosi.
-Si sta chiedendo se io... Assolutamente no!- urlò Draco, alzandosi in piedi. -Io e quella feccia non avevamo niente in comune.-
Kingsley gli sorrise, anche se i suoi occhi trasmettevano rabbia.
-E' curioso, perché la Signorina Granger le ha lasciato qualcosa nel suo testamento.-
Più andava avanti la conversazione, più Draco era confuso.
Testamento? Che diavolo centrava lui nel testamento della mezzosangue?
-Non so di cosa sta parlando, Ministro. E sono stanco di questa conversazione. Me ne vado.-
Fece per andarsene.
-Le ha lasciato una scatoletta.-
Draco si bloccò.
-Con dentro una lettera e una fialetta. Solo lei può aprirli, la Granger l'ha stregati in modo che solo l'interessato possa aprirli.-
Si girò di nuovo verso il Ministro.
-Cosa avrebbe dovuto lasciarmi la Granger?- domandò Draco, con la giacca in mano e le braccia spalancate, confuso.
-Non ne ho idea.-
-Perchè avrebbe dovuto lasciarmi qualcosa?- chiese ancora.
Kingsley scosse la testa.
-Non ne ho idea.- Si alzò e si avvicinò alla libreria alla sua sinistra. -So solo che- prese una scatoletta in mano -questa ormai gli appartiene.-
Draco guardò Kingsley porgergli una scatoletta di legno, semplice e levigata, abbombata dolcemente ai lati, con dei ghirigori d'oro sul coperchio. Il ragazzo sgranò gli occhi.
-Significa che la Granger è morta?- domandò.
Kingsley lo guardò serio.
-Non ancora. Ma credo che lei avrebbe voluto che lei aprisse questa scatoletta prima della sua morte. Penso sia molto importante.-
-Avete letto il testamento prima della morte della Granger?- domandò Draco prendendo la scatola.
-Ci è stato consigliato così.-
-Chi?-.
Il Ministro scosse la testa.
-Il suo interesse ormai è di capire cosa contiene la fiala. Credo che ogni spiegazione verrà data all'interno della lettera. Arrivederci.- Kinglsey congedò con freddezza Draco, dandogli le spalle, sedendosi di nuovo sulla poltrona e leggendo alcune pratiche sulla sua scrivania. Senza aggiungere una parola, Draco strinse forte la scatola ed uscì dall'ufficio, per smateriallizzarsi nel Malfoy Manor.


 
§
 
Non aveva intenzione di leggere quella maledetta lettera. Non gli importava niente, anche se dentro di sé sentiva di sbagliarsi. Sentiva che cercare di convincersi che lei fosse solo una strega come le altre, che poteva morire da un momento all'altro, fosse sbagliato. 
Ma non voleva aprire la lettera. Non voleva.
O meglio, voleva. Ma doveva contenersi e credere che le sensazione che regnavano in lui non lo conducessero a quella scatola. 
Due giorni dopo il colloquio con Kingsley, durante la notte, Draco si era alzato per un goccio di thé. Non riusciva a dormire, e sapeva che bevendo il thé la situazione non sarebbe cambiata, ma doveva almeno rilassarsi. Quando versò il thé nella sua tazza, il suo sguardo cadde sulla scatola. Troneggiava su un tavolinetto, posto a lato della sua poltrona preferita, che dalla cucina era ben visibile. 
Si decise.
Doveva leggerla. Sperava che quella lettera avrebbe spiegato molte cose, prime fra tutte quelle strane sensazione che aleggiavano intorno a lui da giorni.
A grandi passi, raggiunse la scatola, le posò accanto la tazza e l'aprì. La fialetta d'argento ancora luccicava alla luce della candela che illuminava la stanza. La lettera era posta proprio sotto la fiala. Con delicatezza, la estrasse e si mise seduto. 
L'aprì, con il cuore in gola e cominciò a leggere:

 
"Caro Draco,
non spaventarti, ti prego, se leggi che ti chiamo per nome. Scoprirai il perché, e tempo fa ti ho chiamato con ben altri nomi. Dovrai fare una cosa per me. 
Fidarti.
Dovrai fidarti di me, delle mie parole. Dovrai fare quello che ti dico e tutto ti sarà più chiaro. 
Primo fra tutti, però, dovrai promettermi una cosa. Non sarò lì per vedere se effettivamente lo farai, ma devo provarci. Devi promettermi che la tua vita non cambierà quando vedrai ciò che ti riserva la fiala. Dovrai promettere che tutto quello che vedrai è solo passato e, come tale, dovrà restare fuori dalla tua vita.  Certo, mostrartelo e poi farti promettere di dimenticare è come farmi cadere due volte nello stesso errore, ma io devo provarci, perché devo dirtelo. Non posso permettere che tutto cada nell'oblio.
Prendi la fiala e svuotala nel Pensatoio. Immergi la testa e osserva il nostro passato."


 
Draco rilesse quelle prime righe confuso. Quella Mezzosangue era matta! Ma lui anche di più perché prese la fialetta, strinse la lettera in mano e si avviò verso l'ex studio del padre dove era certo di trovare un Pensatoio. Con mano tremante, lo prese e lo sistemò davanti a lui. Deglutì e poi versò il contenuto della fiala. Con il cuore che tremava, immerse il viso nel Pensatoio e aprì gli occhi.
Nuvole nere si mossero sinuose e crearono il primo ricordo. 
Davanti a un giovane Draco con la divisa da Serpeverde c'era una graziosa Hermione Granger, con la sua divisa color oro e rosso, che illuminava la stanza. 
-Malfoy, non sei cambiato affatto. Sei sempre il solito stronzo.-
Draco si mise una mano sul cuore, accusando il colpo, ma fece finta di niente. Inscenò un finto infarto.
-Oh, no, Granger, così mi uccidi- le rispose ridendo, con la mano ancora sul cuore, perché lo aveva sentito perdere un battito.
-Non basterebbe un Anatema che uccide per farti fuori, Furetto!-.
-Certo, perché sono imbattibile.- Draco si passò una mano tra i capelli.
-E a quanto pare anche incredibilmente ottuso e narciso.-
-Però non hai messo in dubbio il fatto che sono imbattibile- affermò Draco avvicinandosi a lei di qualche passo. La Granger non si allontanò. Anzi continuò a stare ferma, di fronte a lui, con lo sguardo fisso nei suoi occhi color del ghiaccio. Lo stava sfidando.
-Sei imbattibile, eh? D'accordo. Ti lancio una sfida. Tu contro di me, Malfoy. Mezzanotte di domani sera, Club dei Duellanti. Non mancare.-
Con quest'ultime parole, se ne andò, ancheggiando con classe, lasciandolo da solo, con i suoi pensieri e con il cuore in tempesta.
Nuvole nere distussero la scena, per creare un'altra.
Erano nella stanza del Club dei Duellanti, uno di fronte all'altra, con la bacchetta alzata. 
-Granger non vorrei distruggere il tuo bel musetto, quindi ritirati.-
La ragazza gli sorrise.
-Tranquillo, ci andrò piano con te.-
Prima ancora di rispondere, la ragazza agitò la bacchetta e Draco si ritrovò appeso per aria, per le caviglie. 
-Che razza di incantesimo è?- urlò Draco.
La Granger rise, piegata in due.
-E' un incantesimo scoperto da Harry-.
-E come accidenti l'ha scoperto?-.
La ragazza aprì la bocca per parlare, poi la richiuse, rendendosi conto di aver parlato anche troppo.
-Siamo qui per duellare, non per parlare. Expelliarmus!- urlò in direzione di Draco. La bacchetta di Draco volò via.
Hermione si ritrovò piegata in due, con le lacrime agli occhi per le risate. 
-Smettila, Mezzosangue e fammi scendere.-
-Perché? Mister "Sono-Imbattibile" non è in grado di farlo da solo?- domandò asciugandosi una lacrima di gioia. 
Draco si mosse cercando di resistere all'incantesimo ed Hermione distratta abbassò la bacchetta. Draco si ritrovò a scendere a velocità sul pavimento, fino ad atterrare su qualcosa. O meglio su qualcuno.
Hermione.
Da quando aveva cominciato a chiamarla per nome? Da quando aveva cominciato a pensare a lei? Da quando aveva trovato terribilmente meraviglioso ritrovarsi a distanza di pochi millimetri dal suo viso ed avere voglia di baciarla?
-Malfoy, o santo cielo- Hermione boccheggiò, senza aria. -Non respiro, sei sopra i miei polmoni!-.
Draco si mosse leggermente per darle aria, ma non si rialzò. Rimase sopra di lei, guardando i suoi occhi tenebrosi e scuri, le sue labbra così carnose e le sue guance rosse per l'imbarazzo e la poca aria. 
La guardò e avrebbe voluto fermare il tempo, arrestarlo fino a quando non si fosse stancato di guardarla, cosa che non era certo di voler fare. 
-Malfoy...- sussurrò Hermione, osservando il modo in cui Draco la guardava.
-Hermione...-. La ragazza sussultò quando udì Draco pronunciare il suo nome, più per il tono con cui l'aveva pronunciato, che per il nome di per sé.
Prima ancora di poter opporre resistenza, Draco accarezzò dolcemente le labbra di Hermione con le proprie.
La ragazza sobbalzò, ma chiuse gli occhi. Poi, Hermione posò una mano sul viso di Draco e sorrise sulle sue labbra. 
A quel punto, Draco approfondì il bacio e sentì Hermione rispondere entuasiasta. Con il cuore che batteva a mille, strinse forte a sé la ragazza, lasciandole solo qualche secondo per respirare. 
Tutto intorno a loro si fece scuro.
Di nuovo, le nuvole dissolsero la scena per crearne una nuova.
Sembravano cambiati. Più grandi, forse solo diversi da com'erano prima.
-Ho visto esattamente com'è andata!- urlò Draco, di fronte alla ragazza.
-Tu mi hai mollato prima della guerra. Mi sono presa una cotta per Ron, è un crimine? TU non c'eri!- lo aggredì Hermione.
-Ti avevo mollato per la tua incolumità, lo sai, te l'ho spiegato un milione di volte.-
-Ho aiutato Harry a scovare gli Horcrux, non avevo di certo bisogno che tu mi proteggessi!-.
-Se avessero scoperto il nostro amore, ti avrebbero uccisa e poi avrebbero ucciso anche me.-
-Quindi hai preferito farmi soffrire come un cane abbandonato e poi venirmi a supplicare in ginocchio di tornare con te!-.
-Ho preferito salvarti la vita, pensi che questo non basti?- gridò Draco con tutta la forza che aveva in corpo.
Hermione lo guardò, mentre una lacrima scendeva sul volto. Draco la vide prendere un lungo respiro.
-Avrei preferito restare con te, combattere al tuo fianco, anche morire, pur di stare con te.- Si avvicinò a lui e gli accarezzò una guancia. -Io ti amo, Malfoy. Ti amo più di quanto avrei mai immaginato. Ti amo come se fossi l'unica ragione della mia vita. Forse lo sei davvero. Per questo ti sto dicendo che avrei preferito morire piuttosto che perderti.-
Draco posò la sua mano su quella di Hermione.
-Hermione, io ho pensato solo a te...- le sussurrò, con una lacrima che scendeva sul suo viso.
La ragazza sorrise.
-Sono in grado di cavermela. Sono un Auror, adesso, e sono ben addestrata. Potrei fare qualsiasi cosa, e niente può fermarmi.-
Il sorriso di Hermione svanì, per comporre di nuovo il suo viso, ma illuminato da una luce diversa. Un nuovo ricordo.
-C'è un nuovo pericolo!- affermò Hermione di fronte a Draco sul suo divano.
-Cosa?- domandò Draco, avviciandosi a lei, con sguardo spaventato.
-Si, alcuni Mangiamorte sopravvissuti o nascosti alla legge si sono riuniti e stanno creando un nuovo esercito per vendicare la morte di Voldermort. Io ed alcuni Auror professionisti siamo stati scelti per far parte dei Servizi Segreti.-
Draco avvertì il suo cuore frantumarsi.
-NO!- disse solo scuotendo la testa, ma con voce ferma.
-Devo farlo, lo sai...-.
-E invece non puoi farlo, lo sai! Non in questo momento!-.
-Non posso rinunciare a questo lavoro! Sono un Auror, ed è mio dovere difendere il Mondo Magico.-
-Aspetti nostro figlio, non provare a fare una cazzata del genere.-
Hermione si toccò la pancia. Si portò le ginocchia vicino al petto e cominciò a massaggiarsi la pancia.
-Non sono sicura di volerlo...-.
Se Draco avesse potuto, avrebbe deciso di farla finita. 
-Non avevamo deciso così- affermò, con le lacrime pronte a uscire.
-Non avevo avuto questo incarico. Devo pensare agli altri e poi a me.-
-Perchè non possono mandare un altro a rischiare la vita, eh? Perchè proprio tu?- domandò Draco, alzandosi in piedi.
-Perché sono una specie di eroina del Mondo Magico. Perché rappresento la forza dei Babbani e perché sono un Auror. Tre ottimi motivi per mandarmi in missione.-
Draco si passò una mano tra i capelli, nervoso.
-Non posso crederci...- sussurrò, impietrito. 
-C'è un'altra cosa che devi sapere...-. La voce di Hermione era un sussurro, pieno di paura. 
-Cosa?-.
-E' una missione segreta, e nessuno deve sapere che faccio parte dei Servizi Segreti.-
-Che vorresti dire?- domandò Draco. Poi ci ragionò su, vedendo anche la faccia triste di Hermione. -Mi devi cancellare la memoria?- chiese sconcertato.
Hermione si asciugò una lacrima ed annuì.
-Questa conversazione quindi non è mai esistita?-.
La ragazza annuì di nuovo.
-E mi stregherai per non farmi preoccupare nel caso rientri a casa tardi dal lavoro?-.
Hermione scosse la testa.
-Cosa mi farai, Hermione?- domandò, con la voce ridotta ad un sussurro.
Hermione cominciò a piangere.
-Ti prego... Ti prego... Non chiedermelo. Non chiedermi niente. Non chiedermi cosa devo fare... Per favore...- Si piegò su sé stessa, con la faccia che si nascondeva tra le pieghe del lenzuolo posto sopra il divano. -Ti prego- sussurrò ancora.
Draco le si avvicinò, con il cuore a pezzi. Non chiese, e non capì. Aveva solo voglia di abbracciarla, di tenerla stretta, baciarla. 
-Non accettare il lavoro, ti prego.-
Hermione sospirò triste sul collo di Draco. Alzò lo sguardo ed incrociò lo sguardo di Draco. La ragazza aveva le lacrime che scendevano lente sul suo viso, e il volto contratto in una smorfia di dolore.
-Harry dice che è la scelta giusta...- sussurrò.
-Non mi interessa se lo Sfregiato dice che è la scelta giusta farti uccidere. Non lo permetterò!- urlò Draco.
-Non mi riferivo a quello.- 
La voce di Hermione a mala pena si sentì. Draco la guardò abbassare lo sguardo e  rialzarlo.
-Mi riferivo a questo.-
Alzò la bacchetta sulla tempia di Draco e gli diede un ultimo rapido bacio.
-Obliviate.-
Draco sentì la sua mente venire risucchiata, sentiva che tutto, involontariamente gli veniva sottratto con la forza. Non si potè opporre. Vide passare davanti ai suoi occhi tutti i ricordi bellissimi passati con la sua Hermione. Il loro primo bacio, la loro prima volta, la loro prima litigata, quando entrambi scoprirono che Hermione era incinta, quando la presentò a sua madre. 
L'ultimo ricordo che vide fu il suo bellissimo sorriso rassicurarlo in una notte buia. 

Con un forte strappo, Draco levò la testa dal Pensatoio. 
Aveva il fiato corto, rotto dalla troppa emozione, e le lacrime che scendevano fredde sul suo volto. 
Come aveva osato? Come aveva potuto? Gli aveva strappato i ricordi degli ultimi cinque anni insieme, aveva messo in pericolo la sua stessa vita e quella del loro bambino.
Un bambino... Con Hermione
Non poteva crederci. 
Sentiva di essere sul punto di svenire. Draco, però, si fece forza. Guardò la sua mano sinistra e si ricordò di avere la lettera in mano.
Si ritrovò a leggerla. Si rese conto di essere incontrollabile, che niente o nessuno potevano più controllare le sue azioni. Tutto era manovrato dal suo cuore,  che, ormai lo ricordava, apparteneva ad Hermione.


"Spero che tu abbia rivisto i nostri migliori ricordi.
Draco, ti prego perdonami, ti prego. 


Please, please, forgive me 

but I won't be home again. 
 


You won't cry for my absence, I know, 
you forgot me long ago. 
Am I that unimportant? 
Am I so insignificant? 
Isn't something missing? 
Isn't someone missing me?

 


"Quella notte è stata terribile. Sapevo che non mi avresti mai più ricordato, che se mi avessi rincontrata per strada non avresti neanche incontrato il mio sguardo. Sapevo che piano piano avrei portato avanti la crescita del piccolo dentro di me senza aver bisogno del tuo aiuto.
Che ingenua. Avevo bisogno di te più che mai.
Avevo bisogno di qualcuno che mi asciugasse le lacrime e mi dicesse che avevo fatto la cosa giusta. Harry lo faceva, ma non era lui che volevo al mio fianco. Volevo te. Sapevo però che tu non saresti mai venuto. Non avresti mai pianto me, per la mia assenza, perché ti avevo privato di ogni nostro ricordo.
Ti prego, credimi. Non l'ho fatto per me, l'ho fatto per te. Perché tu potessi avere una vita normale. Una vita che io non avrei mai potuto avere. Sono una ragazza che è destinata a combattere il male. Sì, modesta, vero? Me l'hai sempre detto, Draco. Mi dicevi:
-Sei destinata a cose più grandi di quelle che ti immagini, Hermione. Voldermort era solo l'inizio.- 
Beh, avevi ragione. 
Ero destinata a una cosa ben più grande di Voldemort. Una cosa che Voldermort stesso non aveva considerato. 
L'amore.
Quell'amore sei tu. Sai, non avevo mai pensato di dirlo, ma mi sono innamorata di un Serpeverde. Di te. E non ci potevo credere. Ad Hogwarts sembrava solo un sogno, un bel sogno. Un qualcosa che nessuno dei due poteva controllare, perché eravamo in balia delle nostre emozioni e ci lasciavamo trasportare felici da quella marea. 
Ma poi tutto è cambiato. Hogwarts è cambiata. Tu sei cambiato. Io sono cambiata. Siamo cambiati entrambi. E alla fine abbiamo imparato ad amarci di nuovo, abituandoci alla nostra nuova forza. 
Ed ora, se penso a tutto quello che ho perso con te, vorrei solo tornare indietro, da te e dirti:
-Sono sempre io, Hermione, la tua Hermione. Sono io... Facciamo che niente è successo. Scappiamo.-
Vorrei poterlo dire, ma scapperei dalle mie responsabilità, scapperei da me stessa.
Io non sono una che scappa, ho sempre affrontato il pericolo a testa alta e non mi sono mai lasciata condizionare da niente. Ma avrei facilmente dato la mia vita per vederti in salvo. Ed è quello che sto facendo ora.
Sapere che tu non ricordi niente, oh, mi rende così pazza. Vorrei venire da te e urlarti ogni cosa che abbiamo fatto, come quella volta che mi hai svegliata alle due di notte, sei venuto a prendermi con la scopa a casa dei miei e mi hai portato a vedere l'alba sorgere sulla collina di fronte a casa tua. E' diventata la nostra collina. E' stato bellissimo. Vorrei venire lì e dirti che siamo fatti l'uno per l'altra. Ma so che per te sono niente ormai. Così insignificante. So anche che non ti mancherò, che non piangerai per la mia assenza.

 

 
Even though I'm the sacrifice 
you won't try for me, not now. 
Though I'd die to know you loved me 
I'm all alone. 
 

"So che, nonostante io sia solo la pedina di un piano più grande, tu non mi verrai a cercare. So che sono inutile. Senza di te, sono niente. Sono sola. E sarei pronta a morire. Davvero. Lo farei subito, se qualcuno mi dicesse che tu sei in pericolo. Mi butterei a capofitto alla ricerca di te, e ti salverei, anche a costo di perdere me. Perché, anche se sono sola senza i tuoi ricordi, io non dimentico. Io non ti dimentico.

 
And if I bleed, I'll bleed, 
knowing you don't care. 
And if I sleep just to dream of you 
I'll wake without you there. 
Isn't something missing, 
Isn't something...? 
 

"So che starò male. So che vorrò mettere fine a questa mia inutile esistenza. So che vorrò venire a cercarti, che cercherò di non dimenticarti mai. E so che starò come se avessi perso tutto, come se fossi pronta a morire, per te. 
Vorrei solo che tu non dimenticassi quello che sto per dirti. 
Sono pronta a stare male, a cercarti solo nei miei sogni, a sanguinare dal mio cuore, a svegliarmi senza te al mio fianco, a crescere nostro figlio da sola, ma voglio che tu prenda sul serio le mie parole. 
Dimenticami
Io non vivrò senza il tuo ricordo, e voglio che anche tu sappia quanto vivo di te, ma dopo di ciò devi dimenticarmi. Perché vorrei venire a cercarti, ma non lo farò. Per te. 
Non verrò. Mi devi dimenticare. 
Sappi, però, che io non dimenticherò. Non posso farlo. Anche se volessi, non posso farlo.
Non posso dimenticare la parte più importante della mia vita.

Ti prego, ti prego, perdonami. 
Ti prego, ti prego, dimenticami.

 
H."




Si rese conto di stare piangendo solo quando una lacrima bagnò la carta. 
Hermione sarebbe morta presto, e lui non l'avrebbe più vista. Aveva bisogno di vederla, di stringerla tra le braccia, di combattere per lei, allo stesso modo e con la stessa intensità con la quale lei aveva combattuto. 
Si dimenticò del tutto la razionalità, si dimenticò della sua vita. Voleva solo lei, lei, suo figlio ed un futuro insieme. E non l'avrebbe lasciato sfuggire. 
Aveva bisogno di sapere dov'era Hermione. Ma come trovarla? Kingsley aveva solo detto che si trovava in un ospedale babbano, al centro di Londra. 
Si incamminò verso il salone, andando a prendere la giacca per recarsi al Ministero. Avrebbe chiesto a Kingsley quale fosse il posto dove era ricoverata Hermione. 
Quando, qualcosa brillò all'interno della scatoletta. Draco si avvicinò e la guardò meglio. 
Un fogliettino brillava alla luce della candela. Lo prese tra le mani e lesse:


St Thomas' Hospital
Westminster Bridge Road

Draco uscì dalla porta e s'incamminò subito. In mente aveva solo il pensiero di lei, di Hermione, e delle condizioni in cui l'avrebbe trovata. Aveva solo le parole che avrebbe voluto dirle, i progetti che le avrebbe proposto, l'idea del matrimonio. Tutto questo, con la paura di non arrivare in tempo e di non poterla abbracciare.
Arrivò davanti all'entrata dell'ospedale con il fiatone. Aveva corso, camminato, corso e poi mantenuto un passo veloce. Doveva vederla il prima possibile. 
Entrò nella sala d'accesso e si avvicinò a un bancone.
-Salve, cerco una certa Hermione Granger. Mi hanno detto che è ricoverata qui- disse Draco nel miglior modo formale che potesse sfoderare con il cuore in gola e il fiato andato a farsi fottere.
L'infermiera alzò gli occhi dalle sue cartelle ed incontrò gli occhi di Malfoy.
-Chi è?- domandò gentilmente.
-Il suo futuro marito- affermò senza paura Draco.
-Nei sette mesi precedenti dov'era, mi scusi?- chiese ancora l'infermiera.
Draco sentì la rabbia montare in lui.
-Lei si faccia i fatti suoi e mi dica dov'è la mia ragazza.-
L'infermiera non si spaventò. Gli indicò solo un ascensore e gli disse:
-Terzo piano, lato destro.-
Draco salì nell'ascensore e, mentre aspetteva di arrivare a destinazione, cercava di calmarsi, ma i suoi sentimenti erano senza controllo. 
Quando, poi, scese al terzo piano, svoltò a destra e chiese ad un'altra infermiera, decisamente più gentile. Gli indicò la porta e gli diede una lieve carezza sulla spalla, come a incitarlo a non perdere mai la speranza.
Lentamente, con la mente piena di dubbi, di certezze e di parole, camminò verso la porta e rimase stupito di ritrovarsi Harry Potter appoggiato allo stipide della porta, con la testa rivolta verso la stanza.
-Potter...- disse sorpreso Draco.
Harry si voltò di scatto, sorpreso di sentire quella voce da tanto tempo.
-Oh, Dio. Malfoy, sei qui. Non ci posso credere, quindi hai letto tutta la lettera e hai visto i ricordi?- domandò speranzoso, felice e ad una velocità indecifrabile.
Draco alzò una mano per stopparlo.
-Fermo! Tu sapevi ogni cosa?- domandò.
Harry gli sorrise.
-Hermione è la mia migliore amica. Ovvio che sapevo della vostra storia.- 
Draco deglutì.
-E non l'hai giudicata, non l'hai trattata in modo diverso?-.
Harry si girò a guardare di nuovo la stanza, chiusa dalla porta.
-No. E' la persona che mi è stata accanto, sempre. Ero solo confuso, ma felice per lei. L'importante era che non soffrisse. La volevo proteggere, ma a quanto pare, non ci sono riuscito.-
Draco vide Potter passarsi una mano sul viso per asciugarsi una lacrima passeggera.
-Avrei dovuto proteggerla quel giorno. Se fossi stato più attento, ora lei non sarebbe lì.-
-Cos'è successo quel giorno?- domandò Draco, con il cuore che piano distruggeva la sua speranza. Prima ancora di vederla, voleva capire.
-Stavamo combattendo contro quei Mangiamorte, uno mi aveva colpito alla spalla. Sanguinavo, ma Hermione mi ha curato subito. Poi ha avuto una forte fitta e si è accasciata a terra. L'ho aiutata a rialzarsi, ma quando ha sentito qualcuno urlare la maledizione, è riuscita a sfiorarla per poco. Ed ora è lì, in coma. Per colpa mia.-
Draco non riusciva a credere che fosse colpa anche di Potter, ma non aveva voglia di fare da giudice. 
Voleva solo vedere la sua Hermione.
-Vuoi entrare?- domandò Harry, guardando come Draco osservava la porta.
Draco non rispose. Si limitò a fare un passo avanti ed ad abbassare la maniglia.
Lo spettacolo che si mostrò davanti a lui gli mozzò il fiato dalla tristezza. 
Hermione era distesa su un letto bianco, con un camice bianco dolcemente posto sul suo corpo, con un tubo che le era stato infilato in gola e un ago impiantato nella sua mano sinistra, posta sul suo ventre curvo.
Il bambino...
Era ancora vivo? Stava bene? Sarebbe riuscita a portare avanti la gravidanza?
Sarebbe tornata a sorridere?
Con una lacrima che scendeva sul suo corpo, prese una sedia e si sedette accanto a lei.
-Hermione?- la chiamò, sperando di vederla aprire gli occhi. -Amore, sono qui. Sono accanto a te, e non ho intenzione di andarmene. Sai ho letto la tua lettera. E voglio dirtelo. Tu sei pazza, pazza, amore mio. Tu hai pensato che io potessi dimenticarti, che un semplice Incantesimo di Memoria potesse cancellare l'amore che provo per te. Mi dispiace, ma per la prima volta nella tua vita, ti sbagli. Anche se mi avevi tolto i ricordi, sentivo ancora quelle sensazioni che provavo quando stavo con te, amore. Le sentivo più o meno tutti i giorni. Quindi, tu non mi hai mai abbandonato. Io non ti ho mai abbandonato. E non ho intenzione di farlo.-
Draco prese un lungo respiro e si avvicinò ancora di più ad Hermione, guardandola fissa, cercando di far fermare le lacrime, per lasciare libero sfogo ai suoi pensieri.
-Avresti preferito morire piuttosto che vedermi morto, tra le vittime dei Mangiamorte? Beh, devo dirtelo. Sei stata egoista! Non hai pensato a me? A quello che io avrei potuto provare nel vederti morta, a quello che sto provando adesso nel vederti così, immobile, quasi morta?- Scosse la testa e scese una lacrima sulla sua guancia. -Non hai mai pensato a me, vero? Hai pensato sempre a té stessa e a non soffrire, ma non hai pensato che lasciandomi, mi avresti fatto soffrire. Sei stata egoista, Hermione, egoista.-
Prese un altro lungo respiro, pronto a rivelare i suoi sentimenti.
-Ma io ti amo, Hermione. Ti amo davvero, ti amo lo stesso, ti amerò sempre, e ti avrei amato comunque, anche se tu non fossi stata qui, in un letto di ospedale. Ti avrei amata perché sei parte di me, perché tu sei me, ed io sono te. Perché senza la metà corrispondente non si può soppravivere. Io senza di te non posso vivere. Lo sai?-. Si avvicinò e lasciò libero sfogo alle lacrime. -Quindi non puoi morire, capito?- Le prese una mano. -Non puoi morire! Ti è chiaro, non puoi farlo! Non fare l'egoista, Hermione, non morire.- 
Cominciò a piangere lentamente, poi sempre più furiosamente. -Hai capito? Ti è chiaro, non puoi morire. Non puoi...- Si gettò sul bordo del letto, lasciando libere le lacrime. -Io ti amo.-
Sentì dietro di sé la porta aprirsi. 
-Signor Malfoy?- domandò una giovane donna con un camice bianco. Draco alzò lo sguardo verso di lei e si asciugò le lacrime.
-Si?-.
-Salve, sono la dottoressa Kennylle. Seguo la signorina Granger.-
-C'è qualche possibilità?- domandò Draco, interrompendola.
La dottoressa prese un respiro.
-E' possibile, Signore, ma le possibilità sono al venti per cento. Capita che i pazienti si risveglino dal coma dopo due o tre giorni. Una settimana massimo. Ma quando comincia a passare il primo mese, il secondo e così a venire, si comincia a prendere una decisione. E lei a quanto pare è il suo ragazzo, ed è l'unica persona in grado di prendere una decisione.-
-Come lo sa?- domandò Draco.
-Il Signor Potter mi ha informata.-
Draco si voltò verso Hermione e poi di nuovo verso la dottoressa.
-Non intendo lasciarla morire.-
La dottoressa si avvicinò a lui.
-Signore, gliel'ho detto. Le possibilità sono alquanto scarse, potrebbe non risvegliarsi più. Darebbe un esempio pessimo per sua figlia! Vorrebbe che venisse ogni giorno qui per...-.
-Come dice scusi? Figlia?- domandò Draco, spalancando gli occhi.
-Non gliel'hanno detto? La signorina ha partorito circa una settimana fa. Cesario. E' una bimba, ma non ha ancora un nome. Il signor Potter ha detto che avremmo aspettato il padre, che doveva darglielo lui il nome. Ed è arrivato.-
Draco sentì il tempo fermarsi.
Una figlia? Lui? 
Una figlia.
-Voglio vederla!- affermò con fermezza.
-E' in incubatrice, ma possiamo farla portare qui. E' nata di otto mesi, e pesa due chili e mezzo. I nutrimenti non arrivavano bene, a causa del coma della madre. Eravamo stupiti quando ci hanno detto che non aveva perso il bambino e che era in buona salute. Gli arrivavano i nutrimenti che noi mandavamo alla madre e una settimana fa è nata. Sta bene ora, ha solo bisogno di passare un po' di tempo in incubatrice per riprendersi.- 
La dottoressa si avviò verso la porta e prese una specie di aggeggio metallico e ci parlo dentro:
-Portate la bambina. C'è il padre.-
La donna poi si rigirò verso Draco.
-Sta arrivando. Nel frattempo, vorrei ridiscutere la situazione di Hermione...-.
-Non ho intenzione di uccidere la mia fidanzata. Troverò un modo per salvarla.-
-E' un coma irreversibile, Signor Malfoy- affermò con dolcezza la dottoressa.
-La salverò.-
-Lei non vuole accettare la realtà. Hermione sta morendo e sta soffrendo molto. Non vorrebbe allevviare le sue sofferenze?-.
Draco si voltò verso Hermione, guardandola con le lacrime agli occhi. Si avvicinò a lei e le strinse la mano.
-Hermione è sempre stata una combattente. Ha sempre combattutto per quello in cui credeva. Non si è mai arresa. E neanche io lo farò- disse con voce ferma Draco.
Prima che la dottoressa potesse replicare, un'infermiera entrò nella stanza trasportando una teca di vetro, che aveva all'interno una copertina rosa.
-Eccola- sussurrò dolcemente la dottoressa.
Draco, con calma, si avvicinò al vetro e la osservò.
-Posso prenderla?- domandò, con la voce strozzata dall'emozione.
La dottoressa annuì verso l'infermiera e lei aprì con delicatezza la teca, prendendo tra le braccia la copertina. Poi si avvicinò verso Draco e gliela depose tra le braccia. 
In quel momento, il mondo aveva un senso. Aveva una scopo, rendere la piccola felice. Renderla la persona più felice del mondo. 
-E' bellissima.- Tutti i padri dicono questo della loro bambina quando la vedono e la prendono in braccio per la prima volta, ma questa volta nessuno poteva affermare il contrario. I capelli di Hermione incorniciavano il viso della bambina. Le piccole manine era soffici come quelle delle madre. 
Il meglio arrivò quando aprì gli occhi.
Due piccoli occhi color del ghiaccio fissaro un altro paio, che sorridevano.
-Ha i miei occhi...- disse con le lacrime che scendevano lente. Per la prima volta, quelle lacrime erano di gioia.
-E' veramente una bella bambina.- La dottoressa sorrise e spinse fuori dalla porta l'infermiera. 
Quando Draco sentì la porta chiudersi alle sue spalle, si girò verso Hermione e le sorrise.
-Amore- sussurrò, con la voce strozzata. -Amore, è bellissima, quanto te. E so anche come chiamarla.-
Prese un respiro e sorrise alla piccola.
-Jane.-
Accarezzò la testa della bambina e vi appoggiò dolcemente le labbra.  Si voltò verso Hermione.
-Ora non hai scuse, amore. Devi risvegliarti. Lo devi fare. Per Jane... Per me.-
Reggendo Jane con un braccio -era così piccola-, toccò la mano di Hermione.  Poi lasciò la presa e mise la bambina di nuovo nell'incubatrice. 
Non riuscì a vedere una cosa che l'avrebbe reso molto felice. 
Non riuscì a vedere che Hermione aveva mosso un dito. 










 
**********
Spazio autrice:

Ciao a tutti!
Questa song-fic TRISTISSIMA e malinconica mi è venuta in mente qualche giorno fa. Volevo renderla ancora più triste, ma mi sembrava veramente orribile poi. Quindi ho optato per una fine che da un po' di speranza.

Lo so.
E' bruttissima, considerate che ho finita di scriverla ora, alle 2 di notte, quindi potrebbero esserci errori. Molto probabile.

Prima però di andare a dormire per un meritato riposo, voglio ringraziare chiunque leggerà questa storia. Mi renderebbe molto felice :)
Ringrazio chiunque recensirà.
Ringrazio chiunque potrebbe metterla tra le preferite, tra le seguite o le ricordate.

Grazie, grazie, grazie.


C.





Image and video hosting by TinyPic
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: cOstanza