CAPITOLO 7:
Adesso Alejandro mi sta
letteralmente trascinando a vedere quello stupido circo dove fanno esibizioni
davvero rivoltanti per me.
No, non sono proprio in vena
oggi.
-Dai Heather! Corri o faremo
tardi!- Mi urla Alejandro piuttosto distante da me.
-Ma vacci da solo, non ho
tempo da perdere io!-
Ovviamente quel casanova non
mi lascerebbe mai da sola senza di
lui.
E questo è un particolare
piuttosto irritante della sua personalità!
Nonostante io non voglia
andarci, lui mi prende per un braccio e mi porta verso il tendone di quel
dannato circo.
Non ci posso credere! Oggi è
proprio il mio giorno fortunato, ovviamente se non consideriamo anche il “giretto”
che dovrò fare assieme ad Alejandro.
Il circo per nostra sorpresa,
è chiuso.
-Dannazione, siamo arrivati
tardi! Se tu non ti fossi fermata a- Io lo interrompo bruscamente e intervengo.
-Colpa mia dici? COLPA MIA!?
Sei tu che mi hai intrattenuta più del dovuto alla pizzeria. Se non mi avessi
seguita, magari ora saresti al tuo bel circo a goderti lo spettacolo anche
senza di me!-
Alejandro però non si
scompone. Rimane calmo e lucido. Anche troppo.
Poi, ricomincia a parlare.
-Mia cara, non avrei comunque
potuto andarci perché non avrei saputo del circo appena arrivato in città- Dice
lui.
-Argh, andiamo prima che tu
mi faccia venire una crisi isterica!-
-Ai suoi ordini, mi amor-
-Non chiamarmi così!- Dico
seccata.
Noi due torniamo indietro
visto che il circo era stato chiuso appena siamo arrivati.
La gente che era uscita da lì
si stava dirigendo ad un altro posto invece di ritornare al clima noioso e
rumoroso di sempre.
Spero che non ci sia un altro
circo! Uno è già troppo.
Io volevo evitare di seguirli
ma Alejandro, preso dalla curiosità, non fece altro che tirarmi come un
cagnolino al guinzaglio per vedere quale altra attrazione era arrivata.
C’era solo un muretto a
separarci da quel qualcosa. Oltrepassato, vedemmo finalmente che c’era… UN LUNA
PARK!?
Non è possibile…
-Ma questo è un incubo- Dico
annoiata.
-Oh, vedrai che ti divertirai
in mia compagnia-
-Evviva, non vedo proprio l’ora-
Dico sarcasticamente.
E per nostra sfortuna, il
Luna Park era stato aperto da poco e c’era già parecchia gente pronta a “sbizzarrirsi”,
ma non certamente la sottoscritta.
Non con Alejandro.
Ma visto che appena conclusa
questa terribile giornata, lui mi avrebbe lasciata in pace, dovevo resistere
ancora un po’.
Come prima attrazione,
scegliemmo il salone degli specchi.
Appena pagato il giostraio,
ovvero il proprietario dell’attrazione, entrammo separati sperando di trovare
poi l’uscita e intanto, ci insultavamo a distanza.
-Sei un bambinetto! Scegliere
il salone degli specchi è davvero troppo!- Urlo per prima mentre cercavo di non
sbattere contro la mia stessa immagine.
-Ah sì? Beh, tu che cosa
avresti scelto allora? La giostra dei bambini piccoli col cavalluccio per
caso?- Il suo tono e le sue parole mi facevano davvero irritare!
Ora che potevo vederlo
davanti a me, gli diedi in tutta risposta un pugno in faccia ma finii per
colpire lo specchio e farmi male alla mano. Era solamente uno dei suoi tanti
stupidi riflessi che, mi illudevo, probabilmente erano lì per farmi ricordare
che era sempre a destra, a sinistra, dietro o davanti a me.
Sento una leggera ma stupida
risata da parte di Alejandro.
-Ti sei fatta la bua?-
-Vai al diavolo Alejandro,
ovunque tu sia!- Si riuscivano a capire solamente le parole di quel casanova là
dentro, per il resto vedevo la mia immagine proiettata sugli specchi davanti a
me. Non vedevo nemmeno più l’immagine di Alejandro… e non sentivo più neanche
la sua voce.
-Brutto idiota, sei uscito
lasciandomi qua da sola! Ma troverò l’uscita, sappilo!-
-Non serve…- Sento qualcosa
che mi cinge la vita dietro di me. – Sei già arrivata-
Mi giro di scatto.
-Come hai potuto lasciarmi là
da sola!?-
-Piano, Heather! Non ti ho
risposto per una volta ma volevo vedere se riuscivi a trovare l’uscita dal tuo
egoismo- Dice ridendo.
-L’egoismo non è un
labirinto di specchi in cui ci puoi andare a sbattere!-
Che idiota che è. E poi, come
si permette di dire che sono egoista!? Io sono quel che sono, punto.
-Beh, dipende dai punti di
vista- Risponde lui effettivamente sereno.
-Dove vorresti arrivare?- Gli
chiedo mandandogli uno sguardo agghiacciante.
Ma lui si mette a ridere. –Andiamo
che è meglio- Dice porgendomi la mano ma io la respingo e scendo per conto mio
seguita da Alejandro.
-So anche scendere da sola,
grazie!-
Da lì il pomeriggio l’abbiamo
passato su giostre e attrazioni diverse. Sulle montagne russe…
-Coraggio, tesoro.
Abbracciami altrimenti potresti cadere-
-Non ci penso nemmeno per
tutto l’oro del mondo!-
-Ma per un milione di
dollari?-
-La smetti di torturarmi su
quella storia del vulcano!?-
Zip zip.
-Solo se mi abbraccerai- Su
di lui si era creato un sorriso malizioso e convinto. Cos’ha architettato
questa volta?
La giostra parte e tutto
procede bene. Poi, davanti a noi appare la prima lunga discesa. Mi accorgo che
la cintura si è rotta e poi guardo Alejandro con lo sguardo omicida prima di
vederlo fischiettare con aria innocente.
-ALEJANDRO!-
-Attenta che si parte, tesoro
oh e… tieniti ben aggrappata alla sbarra… sempre se ci riesci- Ride prima di
tenersi molto forte. Poi, la discesa si avvicina.
-AAAAH!- Mi tengo con tutte
le mie forze alla sbarra lì vicino anche se sono senza cintura di sicurezza a
causa di quell’idiota di Alejandro.
La discesa era arrivata ma
sembrava non finire mai. Le mie mani sudavano da morire e stavano per staccarsi
e quindi sperando che questo mi avrebbe salvata, mi aggrappai al collo di
Alejandro senza strozzarlo e notando un senso di soddisfazione nei suoi occhi.
Ora è ufficiale: a casa mi schiaffeggerò senza ritegno!
Appena scesi dalle montagne
russe…
-Piaciuta la corsetta tra le
mie braccia?- Lo schiaffeggio.
-Stai zitto o ne ricevi
altri, molto simili a questo!-
Poi passammo alla bocca della
verità:
-Mmh, vediamo a che livello
di cattiveria sei arrivata- Dice ridendo.
-Piantala, mi stai seccando,
asino!-
-Ho capito, devo iniziare
prima io- Così facendo, infila la mano nella bocca di quell’inutile e stupida
statua e vede uscire un fogliettino con tutti i risultati.
-Di sicuro sono tutti
risultati fasulli- Dico sicura.
-Tu aspetta i risultati e poi
potrai dire la tua-
Lui legge il fogliettino poi
mi dice a voce i risultati
-Salute: 9 Amore: 9
Vita: 7 Fortuna: 8 e sesso beh, ovviamente 10!-
-Sei disgustoso! Ha solo
provato a indovinare quella pietra da strapazzo!-
-Tu dici? Allora proviamo a
vedere cosa dice della tua- Dice per poi infilare a forza la mia mano nella
bocca gelata di quell’attrazione assolutamente inutile.
-Ehi! Chi ti ha dato il mio
permesso!?-
-Mmh… è molto
interessante. Salute: 10 Amore: 6
Vita: 9 Fortuna: 9 e sesso: 1-
Lui sembra volermi dire un
paio di cose con lo sguardo portando la metà delle sue labbra all’insù.
-Che hai da guardare!? Sulla
fortuna poi direi proprio che non ci siamo. Io ho sfortuna non fortuna!
Soprattutto adesso…-
-Secondo me hai proprio una
fortuna a invidiare, perché sei qui con me ovviamente.
Per quanto riguarda l’ultimo
risultato… da uno possiamo farlo diventare ad un dieci se vuoi…- Gli do un
altro ceffone ma questa volta molto ma molto più forte.
-Provaci e sei morto! Ora
lasciami in pace!-
-A… A… A… ricordati del patto
Heather- Mi ricorda lui.
-Argh! Al diavolo quel patto
del cavolo!- Dico mentre aspetto che Alejandro si riprenda dallo schiaffo.
-Hai finito?- Dico
impaziente.
-Se intendi che ho finito di
riprendermi dallo schiaffone che ho ricevuto è un sì ma se intendi che ho finito
di corteggiarti… allora è un no- Finisce lui.
-Bene! Non ci poteva essere
notizia migliore di questa evidentemente! Muoviti, che cosa ci manca ancora da
fare?- Dico cercando di far finire questa maledettissima giornata.
-Per ora propongo una pausa…
se non ti dispiace- Dice lui.
Io vado diretta al chiosco lì
vicino senza degnarlo di uno sguardo o di una risposta e ordino subito un
drink.
-Prendo anch’io un drink
allora- Interviene Alejandro appoggiato al bancone di fianco a me mentre mi
guarda.
-Mi scusi ma ci è rimasto
solo un drink da poterle dare- Dice il proprietario del chiosco.
-Allora io non- Prima di
rispondere Alejandro mi interrompe.
-Va bene. Lo divideremo…
insieme- Dice guardandomi sorridendo prima di continuare –Almeno due cannucce
ce le avete?-
-Certamente signori, ecco le
vostre cannucce- Dice il proprietario.
Alejandro prende posto ad un
tavolo lì vicino con il drink in mano e con la mano che tocca più volte la
sedia vuota, mi invoglia a sedersi a bere con lui.
NO!
Solo a penarci mi viene il
voltastomaco!
-Andiamo, Heather il drink
sarà l’ultima cosa della giornata- Dice Alejandro.
-No, Alejandro. Ho sopportato
tutto ciò che abbiamo fatto sulle giostre ma questo è veramente troppo-
-Andiamo, solo questo e poi
ti lascerò stare. Coraggio, che ti costa?-
Mi costa molto, tu non ti
preoccupare!
-Ah… E va bene, bambinetto
viziato! Ma la pagherai, promesso- Dico sedendomi di fronte a lui e afferrando
quella stupida cannuccia con la bocca.
Lui fa lo stesso ma
avvicinandosi a me ancora di più mentre io ignoro il suo sguardo “invitante”.
Con la mano mi prende il viso
e lo avvicina al suo togliendo la cannuccia dalla mia bocca e… No! Ma che
faccio!? Sono forse impazzita? No, non mi indurrai in un altro tuo incantesimo
Alejandro.
Così appena finito di bere il
drink mi alzo di scatto e vado al bancone a pagare e me ne vado anche se sono
seguita da Alejandro.
Io cerco comunque di evitarlo
e di affrettare il passo fino a trovarmi involontariamente a correre.
Ma per fortuna la mia casa è
lì di fronte. Corro ancora un po’ ed entro in casa chiudendomi a chiave nella
mia camera.
Sento la porta di casa
sbattere violentemente e ascolto i passi di Alejandro dirigersi verso la mia
stanza… per poi stupirmi per il fatto che si fermano e poi tornano indietro
verso la sua camera per poi chiudere la porta.
Mi butto sul letto con il
fiato stravolto e… il cuore che batte a mille.