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Autore: ele superstar    05/07/2012    9 recensioni
Questa è la prima storia che posto qui.
Il malefico Chris Mclean costrinse Heather ad accettare l'improvviso trasferimento di Alejandro in casa sua, ma questa convivenza forzata si rivelerà presto un disastro: Alejandro tenterà di vendicarsi, sedurla, giocare con lei, con la sua pazienza, arrivando addirittura a portare a letto ragazze, a lei sconosciute, dentro casa.
La vita di Heather sarà sconvolta, così come il muro di tranquillità e solitudine che si era lei stessa creata.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Heather | Coppie: Alejandro/Heather
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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CAPITOLO 7: 

 

Adesso Alejandro mi sta letteralmente trascinando a vedere quello stupido circo dove fanno esibizioni davvero rivoltanti per me.

No, non sono proprio in vena oggi.

-Dai Heather! Corri o faremo tardi!- Mi urla Alejandro piuttosto distante da me.

-Ma vacci da solo, non ho tempo da perdere io!-

Ovviamente quel casanova non mi lascerebbe mai da sola senza di lui.

E questo è un particolare piuttosto irritante della sua personalità!

Nonostante io non voglia andarci, lui mi prende per un braccio e mi porta verso il tendone di quel dannato circo.

Non ci posso credere! Oggi è proprio il mio giorno fortunato, ovviamente se non consideriamo anche il “giretto” che dovrò fare assieme ad Alejandro.

Il circo per nostra sorpresa, è chiuso.

-Dannazione, siamo arrivati tardi! Se tu non ti fossi fermata a- Io lo interrompo bruscamente e intervengo.

-Colpa mia dici? COLPA MIA!? Sei tu che mi hai intrattenuta più del dovuto alla pizzeria. Se non mi avessi seguita, magari ora saresti al tuo bel circo a goderti lo spettacolo anche senza di me!-

Alejandro però non si scompone. Rimane calmo e lucido. Anche troppo.

Poi, ricomincia a parlare.

-Mia cara, non avrei comunque potuto andarci perché non avrei saputo del circo appena arrivato in città- Dice lui.

-Argh, andiamo prima che tu mi faccia venire una crisi isterica!-

-Ai suoi ordini, mi amor-

-Non chiamarmi così!- Dico seccata.

Noi due torniamo indietro visto che il circo era stato chiuso appena siamo arrivati.

La gente che era uscita da lì si stava dirigendo ad un altro posto invece di ritornare al clima noioso e rumoroso di sempre.

Spero che non ci sia un altro circo! Uno è già troppo.

Io volevo evitare di seguirli ma Alejandro, preso dalla curiosità, non fece altro che tirarmi come un cagnolino al guinzaglio per vedere quale altra attrazione era arrivata.

C’era solo un muretto a separarci da quel qualcosa. Oltrepassato, vedemmo finalmente che c’era… UN LUNA PARK!?

Non è possibile…

-Ma questo è un incubo- Dico annoiata.

-Oh, vedrai che ti divertirai in mia compagnia-

-Evviva, non vedo proprio l’ora- Dico sarcasticamente.

E per nostra sfortuna, il Luna Park era stato aperto da poco e c’era già parecchia gente pronta a “sbizzarrirsi”, ma non certamente la sottoscritta.

Non con Alejandro.

Ma visto che appena conclusa questa terribile giornata, lui mi avrebbe lasciata in pace, dovevo resistere ancora un po’.

Come prima attrazione, scegliemmo il salone degli specchi.

Appena pagato il giostraio, ovvero il proprietario dell’attrazione, entrammo separati sperando di trovare poi l’uscita e intanto, ci insultavamo a distanza.

-Sei un bambinetto! Scegliere il salone degli specchi è davvero troppo!- Urlo per prima mentre cercavo di non sbattere contro la mia stessa immagine.

-Ah sì? Beh, tu che cosa avresti scelto allora? La giostra dei bambini piccoli col cavalluccio per caso?- Il suo tono e le sue parole mi facevano davvero irritare!

Ora che potevo vederlo davanti a me, gli diedi in tutta risposta un pugno in faccia ma finii per colpire lo specchio e farmi male alla mano. Era solamente uno dei suoi tanti stupidi riflessi che, mi illudevo, probabilmente erano lì per farmi ricordare che era sempre a destra, a sinistra, dietro o davanti a me.

Sento una leggera ma stupida risata da parte di Alejandro.

-Ti sei fatta la bua?-

-Vai al diavolo Alejandro, ovunque tu sia!- Si riuscivano a capire solamente le parole di quel casanova là dentro, per il resto vedevo la mia immagine proiettata sugli specchi davanti a me. Non vedevo nemmeno più l’immagine di Alejandro… e non sentivo più neanche la sua voce.

-Brutto idiota, sei uscito lasciandomi qua da sola! Ma troverò l’uscita, sappilo!-

-Non serve…- Sento qualcosa che mi cinge la vita dietro di me. – Sei già arrivata-

Mi giro di scatto.

-Come hai potuto lasciarmi là da sola!?-

-Piano, Heather! Non ti ho risposto per una volta ma volevo vedere se riuscivi a trovare l’uscita dal tuo egoismo- Dice ridendo.

-L’egoismo non è un labirinto di specchi in cui ci puoi andare a sbattere!-

Che idiota che è. E poi, come si permette di dire che sono egoista!? Io sono quel che sono, punto.

-Beh, dipende dai punti di vista- Risponde lui effettivamente sereno.

-Dove vorresti arrivare?- Gli chiedo mandandogli uno sguardo agghiacciante.

Ma lui si mette a ridere. –Andiamo che è meglio- Dice porgendomi la mano ma io la respingo e scendo per conto mio seguita da Alejandro.

-So anche scendere da sola, grazie!-

Da lì il pomeriggio l’abbiamo passato su giostre e attrazioni diverse. Sulle montagne russe…

-Coraggio, tesoro. Abbracciami altrimenti potresti cadere-

-Non ci penso nemmeno per tutto l’oro del mondo!-

-Ma per un milione di dollari?-

-La smetti di torturarmi su quella storia del vulcano!?-

Zip zip.

-Solo se mi abbraccerai- Su di lui si era creato un sorriso malizioso e convinto. Cos’ha architettato questa volta?

La giostra parte e tutto procede bene. Poi, davanti a noi appare la prima lunga discesa. Mi accorgo che la cintura si è rotta e poi guardo Alejandro con lo sguardo omicida prima di vederlo fischiettare con aria innocente.

-ALEJANDRO!-

-Attenta che si parte, tesoro oh e… tieniti ben aggrappata alla sbarra… sempre se ci riesci- Ride prima di tenersi molto forte. Poi, la discesa si avvicina.

-AAAAH!- Mi tengo con tutte le mie forze alla sbarra lì vicino anche se sono senza cintura di sicurezza a causa di quell’idiota di Alejandro.

La discesa era arrivata ma sembrava non finire mai. Le mie mani sudavano da morire e stavano per staccarsi e quindi sperando che questo mi avrebbe salvata, mi aggrappai al collo di Alejandro senza strozzarlo e notando un senso di soddisfazione nei suoi occhi. Ora è ufficiale: a casa mi schiaffeggerò senza ritegno!

Appena scesi dalle montagne russe…

-Piaciuta la corsetta tra le mie braccia?- Lo schiaffeggio.

-Stai zitto o ne ricevi altri, molto simili a questo!-

Poi passammo alla bocca della verità:

-Mmh, vediamo a che livello di cattiveria sei arrivata- Dice ridendo.

-Piantala, mi stai seccando, asino!-

-Ho capito, devo iniziare prima io- Così facendo, infila la mano nella bocca di quell’inutile e stupida statua e vede uscire un fogliettino con tutti i risultati.

-Di sicuro sono tutti risultati fasulli- Dico sicura.

-Tu aspetta i risultati e poi potrai dire la tua-

Lui legge il fogliettino poi mi dice a voce i risultati

-Salute: 9  Amore: 9  Vita: 7  Fortuna: 8  e sesso beh, ovviamente 10!-

-Sei disgustoso! Ha solo provato a indovinare quella pietra da strapazzo!-

-Tu dici? Allora proviamo a vedere cosa dice della tua- Dice per poi infilare a forza la mia mano nella bocca gelata di quell’attrazione assolutamente inutile.

-Ehi! Chi ti ha dato il mio permesso!?-

-Mmh… è molto interessante.  Salute: 10  Amore: 6  Vita: 9  Fortuna: 9  e sesso: 1-

Lui sembra volermi dire un paio di cose con lo sguardo portando la metà delle sue labbra all’insù.

-Che hai da guardare!? Sulla fortuna poi direi proprio che non ci siamo. Io ho sfortuna non fortuna! Soprattutto adesso…-

-Secondo me hai proprio una fortuna a invidiare, perché sei qui con me ovviamente.

Per quanto riguarda l’ultimo risultato… da uno possiamo farlo diventare ad un dieci se vuoi…- Gli do un altro ceffone ma questa volta molto ma molto più forte.

-Provaci e sei morto! Ora lasciami in pace!-

-A… A… A… ricordati del patto Heather- Mi ricorda lui.

-Argh! Al diavolo quel patto del cavolo!- Dico mentre aspetto che Alejandro si riprenda dallo schiaffo.

-Hai finito?- Dico impaziente.

-Se intendi che ho finito di riprendermi dallo schiaffone che ho ricevuto è un sì ma se intendi che ho finito di corteggiarti… allora è un no- Finisce lui.

-Bene! Non ci poteva essere notizia migliore di questa evidentemente! Muoviti, che cosa ci manca ancora da fare?- Dico cercando di far finire questa maledettissima giornata.

-Per ora propongo una pausa… se non ti dispiace- Dice lui.

Io vado diretta al chiosco lì vicino senza degnarlo di uno sguardo o di una risposta e ordino subito un drink.

-Prendo anch’io un drink allora- Interviene Alejandro appoggiato al bancone di fianco a me mentre mi guarda.

-Mi scusi ma ci è rimasto solo un drink da poterle dare- Dice il proprietario del chiosco.

-Allora io non- Prima di rispondere Alejandro mi interrompe.

-Va bene. Lo divideremo… insieme- Dice guardandomi sorridendo prima di continuare –Almeno due cannucce ce le avete?-

-Certamente signori, ecco le vostre cannucce- Dice il proprietario.

Alejandro prende posto ad un tavolo lì vicino con il drink in mano e con la mano che tocca più volte la sedia vuota, mi invoglia a sedersi a bere con lui.

NO! MAI E POI MAI! Ho sopportato il salone degli specchi, la bocca della verità, le montagne russe e il resto ma MAI mi permetterò di sedermi e di bere insieme a lui come una perfetta coppia!

Solo a penarci mi viene il voltastomaco!

-Andiamo, Heather il drink sarà l’ultima cosa della giornata- Dice Alejandro.

-No, Alejandro. Ho sopportato tutto ciò che abbiamo fatto sulle giostre ma questo è veramente troppo-

-Andiamo, solo questo e poi ti lascerò stare. Coraggio, che ti costa?-

Mi costa molto, tu non ti preoccupare!

-Ah… E va bene, bambinetto viziato! Ma la pagherai, promesso- Dico sedendomi di fronte a lui e afferrando quella stupida cannuccia con la bocca.

Lui fa lo stesso ma avvicinandosi a me ancora di più mentre io ignoro il suo sguardo “invitante”.

Con la mano mi prende il viso e lo avvicina al suo togliendo la cannuccia dalla mia bocca e… No! Ma che faccio!? Sono forse impazzita? No, non mi indurrai in un altro tuo incantesimo Alejandro.

Così appena finito di bere il drink mi alzo di scatto e vado al bancone a pagare e me ne vado anche se sono seguita da Alejandro.

Io cerco comunque di evitarlo e di affrettare il passo fino a trovarmi involontariamente a correre.

Ma per fortuna la mia casa è lì di fronte. Corro ancora un po’ ed entro in casa chiudendomi a chiave nella mia camera.

Sento la porta di casa sbattere violentemente e ascolto i passi di Alejandro dirigersi verso la mia stanza… per poi stupirmi per il fatto che si fermano e poi tornano indietro verso la sua camera per poi chiudere la porta.

Mi butto sul letto con il fiato stravolto e… il cuore che batte a mille.

  
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