Titolo: Kage no sekai
Serie: Tokyo Mew Mew
Rating: R
Pairing: //
Note: Uhm... ok, dopo questo capitolo per gli altri temo che dovrete
aspettare un pò perchè sono ancora in lavorazione e mi manca
l'ispirazione^^"""... Stessa cosa per End of Time che finalmente era arrivato
al punto cloue ç_ç...
A parte questo, qui entra in scena anca Retasu. Avverto già che lei è il
personaggio che meno mi piace della serie, davvero mi fa innervosire un casino
e poi generalmente i pg come lei non li sopporto proprio=_=! Questo per dire
che ho combattuto fino alla fine per decidermi a risparmiarle la vita...
ebbene sì, era candidata per diventare il "pranzo" di un certo
vampirozzo*_*"""...
Ora che lo sapete, buona lettura >XD!
†Capitolo 04†
-La Bestia-
Si
svegliò di soprassalto quando sentì bussare violentemente la porta.
"Shirogane-kun! Apri, dai! Apri sta cazzo di porta!!!"
Non riconobbe la voce che urlava al di là della porta ma si alzò maledicendo
chiunque avesse trovato sulla soglia.
"Finalmente! Ma lo sai da quanto cazzo sto bussando?!" gli gracchiò uno dei suoi
compagni di classe che riconobbe solo grazie alla divisa della scuola che
frequentavano. Elegante: camicia bianca dal colletto rigido che doveva essere
sempre abbottonato e giacca blu con i bordi bianchi, non più lunga della vita
con lo stemma della scuola ricamato sul petto. Pantaloni o gonna a seconda del
sesso dell'alunno che la indossava. In quel caso, naturalmente, il ragazzo aveva
dei pantaloni.
"Ma non sei ancora pronto? Muoviti cazzo!"
Ryou storse il naso passandosi le dita affusolate tra i biondissimi capelli.
"In tre frasi che hai detto tre *cazzi* hai nominato, non sai essere meno
volgare almeno di primo mattino, Sagano?"
Il ragazzo, Sagano, ignorò il suo commento ed entrò nella stanza senza nemmeno
aspettare di essere invitato.
"Primo mattino? Ma lo sai che ore sono? Sono quasi le due e tu sei ancora in
pigiama!!!"
In effetti Ryou Shirogane non era proprio in pigiama ma, la maglietta del giorno
prima e i pantaloni stropicciati che non aveva avuto la forza di togliersi
quando era tornato a casa, potevano passare come tali. Per di più anche i suoi
capelli erano spettinati e gli davano una buffa aria da pulcino.
Sbadigliò prima di guardare l'orologio che teneva ancora al polso.
"Hai ragione..." commentò non molto preoccupato.
"Certo che ho ragione! E invece di startene lì vedi di prepararti! E' mezz'ora
che ti aspettiamo per la partita, te ne sei dimenticato che era oggi?"
Ryou non rispose -segno che sì se lo era dimenticato ma che lo considerava anche
una cosa di poco conto- e pensò invece ad andare all'armadio per recuperare
qualche abito pulito.
"Si può sapere perchè cazzo stamattina non sei venuto a lezione?!" domandò
Sagano in preda ad una crisi di nervi.
"Avevo sonno, tutto qui." rispose tranquillamente il biondo tirando fuori una
semplice maglietta senza maniche bianca e un paio di pantaloncini grigi con una
riga verticale nera sui lati.
"Tutto qui? Dì, ti sei rincretinito? Da quando il Tensai-Shirogane si permette
di starsene assente il giorno della verifica?"
Il biondo non disse nulla a rigurado, piuttosto il suo sguardo cadde verso il
secondo letto, quello che ovviamente non era occupato da lui e che, in quel
momento, risultava vuoto ma impeccabilmente rifatto, non c'era una piega fuori
posto in quelle lenzuola verdeacqua che non gli erano mai piaciute
particolarmente.
"Se stai pensando ad Aoyama-kun, lui è venuto regolarmente a lezione!"
intervenne Sagano intuendo i suoi pensieri "Però che stronzo, eh, a non averti
svegliato! Infondo che gli costava?"
Ryou gli diede distrattamente ragione cercando di ricordare se, quando era
tornato la notte prima -anzi, in realtà nelle prime ore dell'alba- aveva
effettivamente visto Aoyama. In quel momento non ci aveva nemmeno pensato,
desiderava solo un letto in cui dormire, ma ora, riflettendoci meglio, gli
sembrava che il letto di Aoyama fosse sempre rimasto vuoto.
Si riscosse dai pensieri puntando le iridi celesti alla porta.
Sagano non si era accorto di niente e continuava a blaterare al vento insultando
il suo compagno di stanza per qualcosa di cui, probabilmente, non aveva colpa.
Occhi nocciola intanto osservavano l'interno della stanza per poi fissarsi nello
sguardo di Ryou, di colpo divenuto più freddo del ghiaccio.
"Ben svegliato." affermò Masaya Aoyama entrando nella propria stanza senza dar
troppo peso a quello che aveva appena sentito.
Sagano si accorse di lui e si voltò di colpo tappandosi la bocca con una mano
con fare colpevole, inventando dispiaciuto mille giustificazioni per ciò che
aveva detto.
Masaya porse un quaderno a Ryou che lo guardò sospettoso.
"Ho pensato che potessero servirti gli appunti di oggi visto che non c'eri."
affermò con un sorriso cordiale.
Il biondo temporeggiò ma alla fine prese il quaderno sfogliandolo a caso,
notando la bella scrittura ordinata che riempiva molte delle pagine bianche, poi
lo richiuse con fare annoiato e lo restituì al legittimo proprietario.
"Grazie, ma me li ha già passati Sagano." mentì.
"Eh?"
Si voltò subito verso Sagano assottigliando lo sguardo per fargli intendere di
chiudere la bocca e il ragazzo annuì vistosamente.
"Ah, sì, sì, certo!"
Il brunetto regalò loro un altro dei suoi sorrisi ma non indagò oltre, era
chiaro che il suo compagno di stanza non voleva favori da lui.
"Allora d'accordo."
"Ehm... bè, noi dobbiamo andare, sei pronto Shirogane!" azzardò Sagano
impaziente di togliersi di torno.
"Tu vai, io arrivo."
"Sè, così mi fai aspettare un'altra ora!"
"No, te lo giuro, ma ora togliti dai piedi e lasciami vestire in pace!"
"Ok, ok, ma se non arrivi entro cinque minuti torno per trascinartici con la
forza!"
Finalmente il ragazzo uscì chiudendo la porta dietro le sue spalle e Ryou rimase
da solo con Masaya che, con tutta calma, aveva iniziato a spogliarsi della
giacca della divisa piegandola con cura per lasciarla al centro del letto.
"Dove sei stato sta notte?"
Era stato Ryou a parlare.
Masaya se ne stupì perchè di solito lui non iniziava mai alcun discorso, men che
meno si interessava di qualcosa che lo riguardava e anzi, lo evitava come la
peste.
"Scusami?"
Il biondo sospirò, seccato perchè costretto a ripetere una frase chiarissima.
"Dove.Sei.Stato.Sta.Notte." ripetè lento come se stesse parlando con un
ritardato mentale.
Il brunetto aggrottò la fronte senza ancora capire.
"Senti non mi sembra una domanda così difficile, se non vuoi rispondere dillo e
basta, ma evita di fare quell'espressione idiota per favore." sbottò il compagno
di stanza esasperato da quel suo comportamento sempre composto, sempre così
disgustosamente a modo, sempre... perfetto. Dio, ma come si fa a sopportare una
persona come quella senza desiderarne la morte?
"Scusa ma davvero non capisco perchè tu me lo stia chiedendo." fece allora
Masaya ancora con quello stupido sorriso cordiale. E che si fottesse per una
buona volta lui e il suo sorriso!
"Vabbè, ho capito, lasciamo perdere."
Ryou alzò le braccia in segno di resa e tornò a pensare a quello che stava
facendo prima dell'arrivo del compagno: vestirsi.
"E tu invece dove sei stato?"
"Non è affar tuo." era stato veloce Ryou a rispondergli, non lo aveva nemmeno
guardato in faccia.
"Dunque, tu puoi chiedermi dove sono stato ma se lo faccio io mi rispondi che
non è affar mio?"
"Non mi sembra che tu invece mi abbia dato una risposta soddisfacente." aveva
finito di vestirsi e si stava dirigendo alla porta ma gli rifilò un'ultima
occhiata con un sorriso impudente che brillò sotto gemme azzurre e penetranti
"Ma posso sempre sbagliarmi."
Ovviamente non si sbagliava.
Fece pressione sulla maniglia della porta ed uscì dalla stanza.
Non passò molto tempo perchè qualcuno si presentasse di nuovo sulla porta
bussando questa volta titubante.
"Avanti." fece la voce di Masaya all'interno.
Quando la porta si aprì entrò una ragazza dai grossi occhi smeraldini nascosti
da altrettante grosse lenti rotonde, i capelli erano un caschetto corto che le
incorniciava il viso ma dietro aveva una lunga e sottile treccia che superava
perfino le ginocchia. Stava nervosamente torturando i lembi della gonna a pieghe
con le mani e ancora non aveva parlato.
"Sì?" la incitò il ragazzo.
"Ehm... ehm... Shirogane-kun non c'è?" chiese timorosa.
"Mi spiace, è appena uscito, credo che andasse alla partita di calcio."
"Oh, no..." mormorò lei con voce troppo alta perchè il ragazzo non la sentisse.
"Avevi bisogno di lui, Midorikawa?"
Lei arrossì scuotendo il capo imbarazzata.
"N-no, no, non era nulla di importante, davvero!"
Gli sorrise e fuggì via più veloce della luce, non senza inciampare un paio di
volte nei propri piedi e rischiare di ruzzolare giù per le scale. Era
decisamente maldestra.
Non guardò nemmeno la direzione che prese e, per questo, sbagliò clamorosamente
strada per ben due volte. Alla terza ebbe la buona idea di fermarsi e
controllare la direzione esatta non di meno l'orologio che spiccava sulla parete
di destra.
"Oh, no, non arriverò mai in tempo!!!" biascicò con le lacrime agli occhi
riprendendo a correre, gettandosi di corsa giù dalle scale ed uscendo
dall'edificio, finalmente diretta al campo di calcio della prestigiosa "B. Lood
Academy".
La partita era iniziata da qualche minuto quando arrivò ansimante. Non riusciva
a vedere nulla del campo perchè molti ragazzi -e soprattutto ragazze- si erano
appostati ai lati per fare il tifo.
"Per... permesso..." bisbigliò cercando di farsi spazio ma venendo spinta via al
primo tentativo, cadendo in terra.
Si rialzò stringendo al petto due buste rosa chiuse, letteralmente, con un
bacio: un adesivo di labbra rosse era stato applicato sulla chiusura.
"Permesso..." ritentò subendo la stessa sorte di prima ma, questa volta, riuscì
a non cadere e cercò un'altra via d'accesso al campo da gioco.
Prima che potesse trovarla però qualcuno le tirò con forza la treccia.
"Midorikawa che ci fai tu qui?" domandò una ragazza con un tono fastidiosamente
arrogante.
"Ka... Kanda-san..." biascicò Midorikawa.
"Che cos'hai in mano? Non saranno ancora le nostre lettere voglio sperare!" fece
un'altra, inorridendo e portandosi una mano alla bocca, completando la sua
recita da "bella ragazza subisce un terribile shock".
"Veramente sì... Non sono ancora riuscita a consegnargliele per questo
volevo..."
"Volevi? Ah, adesso TU VOLEVI? Dico ti sei rincretinita Midorikawa?"
"Eh...? N-no... Io..."
"Tu un cazzo, se volevo che il *mio* Shirogane non leggesse mai quella lettera
allora evitavo di scriverla, ti pare?"
"Bè... credo di sì, ma non..."
"Ma sta zitta va, tanto è chiaro che sei un'incapace!"
"Mi... mi dispiace... Io gliela consegnerò, promesso." sussurrò Midorikawa
mostrando un sorriso stentato che tratteneva tutte le sue lacrime.
"Sarà meglio per te!" esclamarono in coro le due, poi si diedero una veloce
sistemata al vestito da cheerleader che indossavano e si fiondarono in mezzo
alla folla arrivando schimazzanti come oche giulive ai bordi del campo.
Lei sospirò sconsolata, tenendo il capo basso.
Che stupida, si era ancora una volta fatta sgridare senza motivo e, per di più,
non era riuscita a dire di no alle sue due amiche... che amiche proprio non
erano. Insomma, quale amica ti parla a quel modo?
La sfruttavano, la insultavano e lei, stupida, fingeva di non capirlo.
Sorrideva invece.
Che ragazza patetica.
Tristemente avanzò verso la folla, chiuse gli occhi e iniziò a camminare, così,
a caso, non importava quanto la spingessero, quante gomitate aveva già preso nel
fianco e quanto si sentiva soffocare in quella ressa, continuò a camminare
finchè non si sentì più schiacciata. Allora aprì gli occhi ed il sole le venne
incontro: capelli dorati come il granturco, scompigliati dal vento, una fronte
imperlata dal sudore ed occhi che erano la più gelida delle distese dell'Artico.
Erano cielo azzurro di primavera. Erano topazio e zaffiro. Erano un sogno ad
occhi aperti.
Ryou Shirogane stava correndo verso di lei.
E con lui un pallone di cuoio che schizzò impazzito sfiorandole la testa e
mancandola solo per un pelo.
Non ebbe nemmeno il tempo di urlare spaventata, invece se ne rimase lì ferma con
gli occhi sgranati quando Ryou le si piazzò davanti, col fiatone e chiaramente
preoccupato.
"Ehy, tutto bene?" le domandò poggiandole una mano alla spalla esile.
Lei sussultò.
"S-sì... credo..."
"Sicura?"
No, veramente non era molto sicura.
"Ehy, mi senti? Midorikawa, vuoi che ti accompagni in infermeria?"
"N-no... sto... sto... sto..."
"Stai?"
"Sto...?"
Ma come, lo stava chiedendo a lui?
Doveva essersi proprio spaventata.
Ryou si volse verso i suoi compagni di squadra facendo un cenno anche
all'arbitro che fischiò fermando il gioco.
"Ragazzi io la accompagno in infermeria, torno dopo."
"Cosa? Ma siamo sotto di un punto Shirogane, se te ne vai tu quelli ci
massacrano!" repplicò Sagano corendogli incontro.
"Mi spiace." mentì "A dopo."
"Cos...? No! No, aspetta! Shirogane!!!"
Ryou non lo ascoltò nemmeno, gentilmente indicò la via per l'infermeria a
Midorikawa e lì la accompagnò trovando la stanza immersa in quel suo assoluto
candore: le tende bianche venivano risucchiate dalla finestra dimenticata
aperta, i due unici letti erano separati da un drappo bianco e l'infermiera
aveva ancora una volta lasciato la chiave attaccata all'armadietto dei
medicinali mentre se ne era andata in una qualche aula vuota della scuola
insieme al loro professore di scienze a fare cose che... bè, che tutti sapevano
ma che loro si ostinavano a negare spudoratamente.
"Bene, forse farai meglio a sdraiarti." disse Ryou indicando il letto più vicino
alla finestra.
Retasu annuì appena arrossendo e sedendosi sul letto.
Si era un pò ripresa.
"Ti sei presa un bello spavento, eh?"
"Già..."
Nervosamente stringeva i lembi della gonna blu a pieghe stropicciandola più del
dovuto ma, quando si ricordò che, tra le dita avrebbe ancora dovuto avere le
lettere delle sue "amiche" scattò in piedi. Nel panico più complete.
"Oh no..." bisbigliò guardandosi le mani vuote.
"C'è qualcosa che non va?"
Guardò Ryou, il terrore negli occhi smeraldini.
"Io... io... le ho perse..." confessò con gli occhi lucidi.
"Perse che cosa?"
Lei boccheggiò con la voce che le moriva in gola, agitata come mai lo era stata.
Si precipitò alla porta, ripercorrendo i suoi passi, cercando sul pavimento
dell'infermeria, guardando anche sopra il letto su cui si era seduta.
Le lettere non c'erano più.
"Le ho perse... ho perso le lettere di Kanda-san e Nishikawa-san..." bisbigliò
con la voce rotta da un pianto incombente.
Ryou le si avvicinò poggiandole una mano sulla spalla.
Gentile.
Lo era sempre con lei, forse perchè la sua goffaggine infondo gli faceva
tenerezza.
"Non so di cosa tu stia parlando ma se vuoi ti aiuto a cercarle."
"Ecco... non credo che..."
"Oh, su, tanto non ho niente di meglio da fare!" esclamò regalandole un sorriso
come pochi. Mozzafiato. Bellissimo, assolutamente bellissimo.
Retasu stava già per annuire ma l'entrata delle due amiche cambiò ogni cosa.
"Ryou-kun ecco dov'eri finito! Ci siamo preoccupate perchè non ti abbiamo più
visto in campo!" chiocciò una delle due arrotolandosi uno dei riccioli corvini
sull'indice affusolato mentre si avvicinava al biondino con un sorriso malizioso
stampato in faccia.
Lui non parlò, principalmente perchè non ricordava di aver mai visto quella
ragazza e per questo non aveva apprezzato il suo nome proprio sulla sua bocca
rossa e piena.
"Kanda-san... Nishikawa-san..." sussurrò Retasu avvicinandosi alle due.
"E tu che ci fai qui con lui?" domandò stizzita la seconda, Meimi Nishikawa,
incrociando le braccia al petto "Dove sono le nostre lettere?"
"Io... temo di averle perse..."
"Che cosa?!"
"Mi dispiace tanto."
"Vedrai come ti dispiacerà dopo!!!" esclamò furiosa Meimi afferrandole un polso
per tirarla con forza fuori dall'infermeria, lontano dagli occhi di Ryou. Per
farlo però strinse il palmo al braccialetto dorato che Retasu aveva al polso e
si tagliò allentando uno degli anelli. Ritrasse subito la mano aprendola sotto
il viso con un'espressione dolorante.
"Mi hai fatto male!"
"Mi dispiace..."
Ma perchè chiedeva scusa, non era stata colpa sua!
Meimi non la degnò nemmeno di uno sguardo, invece, con le lacrime agli occhi si
rivolse verso Ryou che, disgustato dal loro comportamento, non aveva potuto fare
a meno di assistere alla scena.
In una stupida recita facilmente riconoscibile alzò la mano verso di lui.
"Io... Io non sopporto la vista del sangue..."
Finse di svenire portando la mano sana alla fronte.
Il braccio forte di Ryou si portò subito a cingere la sua vita, sostenendola.
Si era mosso senza nemmeno rendersene conto.
Un attimo prima le era a qualche passo di distanza e l'attimo dopo era così
vicino che la sua sola presenza quasi la stordiva. E poi la stava persino
abbracciando, arrossì, socchiudendo gli occhi. Che strano però, non avrebbe mai
detto che, anche dopo tutta quella fatica, giocando sul campo di calcio, il
corpo di Shirogane potesse essere così freddo.
Povera stupida.
Lui la stava guardando sì, ma vedeva solo perle di rubino calde e profumate
scivolare dalla sua mano.
Goccia dopo goccia.
Il profumo ferruginoso invadeva la sua mente.
I perlacei canini si allungarono spuntando dalle labbra.
Sentì urlare qualcuno ma non vi diede bado perchè la sua bocca si era già
impossessata della mano di Meimi e i suoi denti erano già penetrati nella carne
succhiandone il sangue finchè di lei non rimase che un cadavere tra le braccia.
Era morta dissanguata sotto lo sguardo terrorizzato della sua amica e di Retasu,
immobili a poca distanza da lui.
La lasciò cadere voltando lentamente il viso verso l'amica.
Lei tremò a vedere il sangue che macchiava il mento di Ryou e scivolava
dall'angolo della bocca.
Non aveva mai creduto ai vampiri, nemmeno da piccola, ora si sarebbe dovuta
ricredere.
Quando fece per urlare con tutte le sue forze la mano di Ryou le aveva gà
tappato la bocca e i suoi denti la mordevano all'altezza della giugulare.
Morta anch'ella.
A causa sua, a causa del mostro succhia-sangue.
Spalancò gli occhi al proprio operato, inorridito da quello che aveva fatto.
Alzò lo sguardo, ma non seppe dire cosa vide realmente. Sè stesso, questo sì,
che uccideva due ragazze la cui sola colpa era l'irrimediabile stupidità.
Era un assassino.
Un fottutissimo assassino.
Ebbe paura di cercare lo sguardo di Retasu, sapeva che lei era ancora in
infermeria con lui.
"Shi... Shirogane-san..." la sentì mormorare alle sue spalle.
"Midorikawa... è... è meglio che te ne vada..." riuscì a malapena a dire.
Sì, sarebbe stato meglio, se ne rese conto anche lei.
Fece per indietreggiare, qualcosa dietro di lei la fermò, e cadde.
Ryou si voltò di scatto scoprendola tra le braccia di un giovane dai lunghi
capelli castani raccolti in un nastro rosso sangue.
"Keiichirou..."
"Non temere, non l'ho uccisa. E' solo svenuta e, quando si riprenderà, non
ricorderà nulla di ciò che ha visto."
Ryou non rispose e Keiichirou la pose con cura sul letto inginocchiandosi
velocemente sui cadaveri delle ragazze per sfiorarle con l'indice ed il medio,
non appena le dita le toccarono braccia d'oscurità si avvilupparono intorno ai
loro corpi uscendo dal pavimento per poi inghottirle come se non fossero mai
esistite.
Ogni prova era sparita.
"Le ho uccise..."
Keiichirou si rialzò troneggiando su Ryou e sorridendogli, così come si sorride
ad un tenero fratello minore o ad un figlio, così come si sorride al proprio
protetto, per insegnargli a crescere e a vivere.
"No Ryou, non le hai uccise." pronunciò dolcemente, carezzandogli la guancia con
la mano.
Ryou alzò lo sguardo.
"Come puoi negarlo così spudoratamente Kei?! Prima che tu arrivassi quelle
ragazze erano vive ed ora... ora non hanno più una sola goccia di sangue nelle
vene!"
"So bene come sono morte." fece l'altro con tono di rimprovero che raddolciò
quasi subito "Ma non sei stato tu."
"Sì invece! Maledizione smettila di negarlo, così è peggio! E' soltanto
peggio!!!"
Ryou si premette la testa con entrambe le mani, sembrava scoppiare. Faceva male,
dannazione, faceva troppo male!!!
"Non sei stato *tu*, è stata la *Bestia*."
"Ma non capisci che IO SONO LA BESTIA?!"
Era disperato.
Non era giusto che succedesse a lui, sempre, tutte le volte.
Prima o poi sarebbe impazzito del tutto!
"Ryou guardami."
"No!!! Vattene Kei, vattene e lasciami in pace!"
"Ryou guardami."
"Ti ho detto di andartene!!!"
"RYOU!!!"
Obbedì.
Guardandolo dritto negli occhi.
In iridi nocchiola che sembravano sempre più nere, sempre più nere, di più,
fondendosi con l'oscurità, trascinandolo nell'oblio e risucchiandolo.
Allora si sentì debole e cadde sulle ginocchia senza la forza di smettere di
fissare quelle iridi.
I capelli di Keiichirou si erano sciolti del tutto e ora accarezzavano le sue
guance movendosi come serpenti.
Chiuse gli occhi.
E dimenticò ogni cosa cadendo vittima di un sonno forzato.
"Dimentica Ryou, dimentica anche questo..."
Infondo era quello che faceva da una vita...
+†+QUARTO CAPITOLO FINE+†+
-phrasebook-
Tensai = Genius
-Thanks to-
.PferPfer. Il discorso scemo dello scorso capitolo precedente è storia di vita vissuta eh*_*v... L'avevo fatto con una mia amica dopo che la poveretta era inciampata e caduta come un sacco di patate XD! Per l'introduzione... yeha, la cambio ad ogni capitolo nuovo quindi hai effettivamente indovinato^__-! Brava*___*/
.Fraise. Grazie mille per la recensione^^. In effetti visto che sono una fan di Masaya non potevo non metterlo XD... mentre per quanto riguarda Zakuro.. bè, lei di per sè è un personaggio interessante quindi ho trovato fosse un obbligo inserirla e darle un ruolo più o meno rilevante^^.
-Note *super-mega-extra-lungamente-inutili* dell'Autore-
*Zumpappa-Zumpappa* =>la musichetta è cambiata perchè quella vecchia aveva rotto v.v
E partiamo con le solite domande di rito: Ryou potrà mai perdonarsi di essere un assassino succhia-sangue? Masaya riuscirà ad avere un capitolo tutto dedicato a lui invece che le sole dieci righe in cui compare e fa pure la figura del bosa? Ma com'è che nessuno si è accorto della finestra che il bel brunetto aveva rotto? E perchè magicamente in questo capitolo non se ne parla più?
Masaya: Probabilmente perchè l'autrice se ne era completamente dimenticata a
sua volta...
A: Bingo*__*""... Come sei sagace Maya-kun X3!
Masaya: Non bastava il nome Saya... ora anche Maya=_="""...
Ryou:
*ghignando* Vola ape Maya, vola >XD!
Masaya: Non lo trovo affatto divertente, Shirogane.
Ryou: Mpf, non è colpa mia se non hai senso dell'umorismo... Aoyama. *disprezzo* *disprezzo*
Masaya: *sweet smile, mentre abbassa la voce ad un gelido sibilo* E non è
colpa mia se le tue battute non fanno ridere.
A: ...Masa-kun *usa un abbreviativo maschile perchè inizia a spaventarsi^^* se
parli a quel modo con quel sorrisino dolcemente bastardo... mi metti i brividi
O_O"""...
Masaya: Davvero? Scusa non me ne ero accorto. *sweet smile*
A: Lo stai facendo ancora T_T""... Almeno smettila di sibilare come il Serpente dell'Eden e torna ad una voce che suoni umana T_T"""
Ryou:
...Quello non è Aoyama...
A: Ah no ò.o? Allora è uno che gli somiglia proprio tanto ò_o!
Ryou: Idiota, non intendevo in quel senso é_è!
A: E spiegati meglio allora>_>! Cmq, visto che questo discorso si allaccia
direttamente al prossimo capitolo (ancora under construction^^) è inutile che
lo affrontiamo ora>_>!
Keiichirou: *comparso all'improvviso alle spalle dell'autrice* Ehm...
Autrice...
A: Ahaaaa!!! *spaventata ha fatto un salto di tre metri ed è appesa al
lampadario* Kekkekkè, non farlo mai più!
Keishirou: Kekkekkè=_=? Ma sta parlando con me=_=?
Ryou: Temo di sì=_=...
Keishirou: ...Ah... Bè, cmq volevo chiedere dove devo mettere ste due. *alza i
due cadaveri comparsi in questo capitolo*
A: E che schifo! Buttali in qualche cassonetto no é_è?
Keiichirou: Pensavo volessi aggiungerli alla tua collezione.
A:
Che collezione ò_o?
Keiichirou: Quella. *indica una collezione di corpi mummificati dalle macabre
facce piegate in un'espressione di puro terrore*
A: O_____________________O *le viene un infarto per lo spavento*
Ryou: Grande Kei, finalmente ce ne siamo liberati*___*!
Masaya: Ma ora chi scriverà la fic...?
Keiichirou: ...Potrei farlo io^__^!
Ryou: Massì, tanto peggio di come l'ha scritta quell'idiota di un'autrice non
può essere. Ok, Kei, è tutto in mano tua^_^!
Keiichirou: Bene... Mwahahahaha! *risata macabra*
Masaya: Allora è vero.. il potere da alla testa ò_o"""...