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Autore: TheCrowTheOwlandTheDove    05/07/2012    1 recensioni
Tre ragazze, un monolocale, l'università e il lavoro.
Un amico che è cambiato negli anni, fino a non riconoscerle più.
Problemi e cambiamenti da affrontare, una vita che sembrava semplice.
Dal prologo:
"Ce l'abbiamo fatta! Tutte e tre abbiamo fatto la maturità!
Arrivo qualche minuto prima dell'orario stabilito, ma sono già entrambe lì.
Neanche il tempo di salutarla e Rebecca mi salta al collo, sì, proprio lei che odia essere toccata e abbracciata. Ma è troppo felice per farci veramente caso.
-E' fatta, è fatta!- ripete contenta.
- Quindi possiamo trasferirci?- chiede Stefania.
E qui l'euforia si spegne."
Genere: Comico, Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il "dopo" con Voi
Cap 4:  Memories about Them



Pov Mattia
Dopo l’incontro con Stefania, Giulia e Rebecca torno nel mio monolocale, che sta sopra il loro ed è l’unico ad avere la terrazza.
Entro e lo guardo schifato.
-Devo cambiare assolutamente il colore di questo “buco”- mi appunto mentalmente, guardando le pareti con disappunto – Giallo… Che schifo di parete!-
Mi siedo sul mio gigante divano in vera pelle e ascolto il silenzio: è l’unica cosa bella del monolocale. Quello che gli altri chiamano "essere solo", per me non è altro che una fantastica opportunità di stare in pace.
Ho vent’anni e vivo da solo da quando, due anni prima, mio padre mi ha detto: - Ora che sei maggiorenne, puoi anche andartene di casa. Lo sappiamo entrambi che sei di troppo qui, quindi vattene, prenditi un anticipo sull'eredità, trovati una casa e un lavoro-
Casa trovata, lavoro no.
Decido di guardarmi qualche TG sul meraviglioso maxi-schermo da duecento pollici regalatomi dalla mia ultima fidanzata, perciò tasto il divano per cercare il telecomando, ma non c’è.
Cerco nel lavandino e nel cestino, nel WC del bagno e sotto il mio letto con materasso ad acqua, ma niente.
-Maledizione!- dico – Dove l’avrà messo la mia cameriera?-
Ritorno al centro del salotto e giro su me stesso per cercarlo meglio, ma ancora nessuna traccia dell'oggetto delle mie ricerche.
Decido allora di andare vicino alla libreria, un’altra cosa che rende un po' più felice la mia vita nel monolocale.
Do uno sguardo veloce e noto un libro pieno di polvere, che non tocco da tempo.
Lo sfilo e, ironia della sorte,  il telecomando cade per terra, rompendosi.
Ma non mi importa più del telecomando, perché quel libro… Beh, mi ha dato una sensazione strana allo stomaco.
Mi siedo sul divano, soffio via la polvere e leggo ciò che c’è scritto: “L'album dei nostri ricordi felici” con le firme di Stefania, Giulia e Rebecca.
Apro l’album e trovo una dedica, con scritto: “Al nostro migliore amico Mattia, che è riuscito a vedere la bellezza in noi a differenza di tutti gli altri. Speriamo che questi ricordi per noi felici siano in grado di farti volare, e farti provare gioia e serenità anche nelle situazioni più buie”.
Lo guardo schifato, mentre sfoglio l’album e guardo le foto; ci sono tutte, dalla prima all’ultima: Rebecca Tognon, Stefania Rampoldi, e Giulia Gagliazzo.
Penso a quando mi avessero regalato il libro e, finalmente, ricordo: alla festa di licenzia media, quando ci eravamo trovati a casa della Stefy per festeggiare la promozione alle superiori.
-Questo è un regalo per te- mi dissero- per ricordarti di noi quando saremo lontani e noi avremo un monolocale da condividere. Perché noi non ci dimenticheremo di te! Mai!-
Eh già, loro avevano già l’idea di vivere qui.
In quel momento piansi, e mi promisi che non mi sarei mai dimenticato di loro, mai.
Ma mi sbagliavo, perché i soldi e il potere cambiano radicalmente le persone.
Lo provai quando, una settimana dopo, mio padre entrò nella mia camera e mi disse:- Mattia, siamo ricchi! Ho vinto alla schedina! Ho già comprato una villa! Ce ne andiamo!-
Non le rividi più, impegnato com'ero a fare una bella vita e a spendere parte dei soldi che avevamo guadagnato.
Ogni tanto chiedevo loro notizie, ma sapevo solo che non avevano smesso di frequentare le scuole che avevano scelto, nè di credere nei loro sogni.
Grazie alla fortuna che avevamo vinto, mio padre potè metter su un'azienda, e continuammo ad arricchirci sempre più.
Qualche anno dopo mia madre morì d’infarto ed io cambiai radicalmente: diventai cinico, con un cuore di pietra e, ovviamente, mi dimenticai totalmente di loro, fino a quando, a diciannove anni, comprai il condominio e scelsi per me il monolocale migliore.
Qualche giorno dopo, tre ragazze vennero a visitarlo.
Chiesi alla mia fedele segretaria come si chiamassero, e se fossero interessate ad un solo monolocale o ad uno a testa.
Quando sentii i loro nomi e la loro idea, mi fermai, perché mi ricordavano qualcuno.
Quando mi venne alla mente tutto, corsi da loro, che stavano ammirando l'appartamento più grande dopo il mio, urlai i loro nomi e cognomi e loro, sorprese, risposero:- Si, siamo noi-
Poi Stefania mi guardò meglio e…
-Mattia! Tu sei Mattia!-
Da quel momento divennero fredde con me: avevano capito che le avevo dimenticate.
In fondo, come biasimarle? Ci eravamo fatti tante promesse, e io non ne avevo mantenuta nemmeno una.
Decisi che non avrei riallacciato i rapporti, che ormai quelle tre ragazze facevano parte di un passato in cui non sarei mai potuto tornare, e diedi loro il monolocale peggiore. Quello che sembrava una cantina.
Un rumore assordante mi fa ritornare in me.
Chiudo di scatto il libro di scatto, meditando silenziosamente di bruciarlo e dimenticarmi della sua esistenza, e ascolto bene.
Le tre mie vecchie amiche stanno ascoltando "Wish I Had an Angel" dei Nightiwish a tutto volume.
Non possono divertirsi. Non devono divertirsi.
Mi alzo e l’album cade con un gran baccano, prendo il libretto dove segno tutte le spese che loro tre avrebbero dovuto pagare e scendo da loro.
La musica era a tutto volume e, sebbene busso da cinque minuti, nessuno mi risponde, perciò faccio ciò che mi rimane da fare: sfondare la porta.
Prendo la rincorsa e, dopo un bel po' di tentativi andati a vuoto, riesco finalmente a rompere la serratura (che ingenue! Avevano dato una sola mano, per chiudere) e ad entrare.
Alzo la testa e vedo una Giulia indispettita spegnere la radio, probabilmente aveva scelto lei la canzone, dato che era del suo gruppo preferito, mentre Stefania, digrignando i denti, mi chiede: -E tu cosa ci fai qui?-
Mi ricompongo, mi tolgo la polvere dai vestiti, prendo il libretto e dico:
-E’ assolutamente vietato ascoltare musica di sera a tutto volume, quindi dovete pagarmi 100€ entro il mese prossimo- e mentre parlo scrivo tutto nel mio libretto.
-E’ ingiusto!- mi risponde Rebecca –nel contratto questo  regolamento non esiste!-
-Ma il monolocale è mio- rispondo sghignazzando- e, fino a prova contraria, il regolamento lo cambio a mio piacimento-
Rebecca prova a ribattere, ma Giulia è più veloce: -Siamo solo noi in questo condominio, e una simpatica signora a cui sicuramente non diamo fastidio! -
-No- rido, divertito dalle loro espressioni furiose –Ci sono anch’io, e questo vuol dire che mi dovete 100€. Entro domani, se vi sento ribattere ancora una volta!- aggiungo.
Mi buttano fuori urlando e io risalgo a “casa”.
Al secondo piano, vedo la signora Sara, sull'uscio della porta, che scuote il capo con fare di rimprovero. "Non dovevi farlo Mattia. Sai che non se lo meritano. Forse le invidi?" sembra che mi stia dicendo. Senza degnarla di uno sguardo, salgo le scale.
Decido di andare a letto, ma capisco che la mia serata non è ancora finita quando l’avvocato di mio padre mi chiama al cellulare e mi dice: -Vieni presto. Tuo padre è all’ospedale! Ha avuto un grave incidente automobilistico in autostrada ed è in gravissime condizioni!-
Spaventato prendo le chiavi della mia Audi, esco in strada ed entro in auto.
Parto a tutto gas e in dieci minuti arrivo a destinazione.
Entro nell’ospedale, chiedo dov'è mio padre e salgo le scale facendo quattro scalini alla volta.
Arrivo davanti alla stanza e provo ad entrare, ma i medici mi dicono: -Ci dispiace ma non può entrare.-
-E’ MIO PADRE!- urlo, quasi piangendo - DEVO VEDERLO-
Spingo tutti via ed entro.
Mi siedo sul letto e scoppio a piangere.
Lui mi guarda e mi dice: -Ciao, Mattia-
Lo saluto anche io, e iniziamo a parlare come non parlavamo più dalla morte di mamma.
Ad un certo punto mi dice: -Sto per morire, Mattia, e questo lo sappiamo entrambi. Voglio che tutti i miei averi vadano a te, e che ti compri una casa nuova, non quello schifo di monolocale-
E questo è l’ultima cosa che mi dice prima che il suo cuore smetta di battere.
-UN MEDICO, PRESTO!- urlo, disperato. So che non è possibile, ma per la prima volta in vita mia voglio lottare, mettere tutto me stesso per una causa che per una volta è buona.
Come un forsennato esco dalla stanza, e corro per l'ospedale chimando disperatamente un medico. Che vengano a salvare mio padre! E' tutto ciò che mi è rimasto!
Rimango lì tutta la notte, e quando, dopo una notte passata a cercare di rianimarlo in tutti i modi, i medici mi danno la conferma del decesso, corro disperato a casa.
Orfano a soli vent’anni…  No. C'è ancora una persona che può aiutarmi. Mio zio: Angelo Maroni.
Non perdo tempo: lo chiamo subito.



Note delle tre autrici (Più mezzo autore e mezza autrice):
Aggiornamento in tempo record, questa volta! Purtroppo domani uno dei membri del trio parte, e chissà quando la rivedremo (ok, in realtà sappiamo la data, ma quattordici giorni sono comunque TROPPI).
Ad ogni modo, ci sono un po' di capitoli già scritti, non dovremmo mancarvi molto, sempre che qualcuno ci consideri,
ovvio.

Special Thanks!
Grazie a Mattia, che ci aiuta, e alla madre della Colomba per lo stesso motivo!
Grazie alla famiglia del Corvo per ospitare il Gufo e permetterci di scrivere!
Grazie a Maria_99_ che non manca un aggiornamento!
Grazie a noi, perché stiamo riuscendo a mettere "su carta" un'idea che avevamo da tempo!
Ah, una cosa ancora: ABBIAMO FAME DI RECENSIONI.
Sempre vostre:
The Crow (Dream Moan)
The Owl (_Haru_chan_)
The Dove (Sophie 88)

  
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