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Autore: RaffyRen97    06/07/2012    7 recensioni
Prima fic su Inazuma Eleven.
Raccolta su varie favole con protagonisti alcuni persaonaggi di Inazuma Eleven.
Ora vi lascio una piccola anticipazione del Prologo.
Spero leggiate e recensiate - e magari che appreziate - questa storia.
{Di notte tutti i bambini dovrebbero andare a letto, ma è proprio di notte che si scatenano le forze dei sogni.
Queste forze derivano dai desideri delle persone, belli o brutti che siano e che trovano il loro miglior rifugio nelle favole che vengono da sempre narrate ai più piccoli.}
Genere: Comico, Fluff, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I bambini ascoltavano estasiati il nonno del piccolo Mamoru. Quella storia era stata raccontata così bene da averli coinvolti. Erano stati letteralmente travolti dall’emozione scaturita da delle semplici parole. Era vero, allora, che Daisuke aveva degli strani poteri capaci di emozionare usando solo quel comunissimo mezzo che altro non era che la voce.
-Allora ragazzi, vi è piaciuta?- chiese l’uomo, ma i ragazzi erano troppo sbalorditi per rispondere e, quando riuscirono di nuovo a parlare potevano solo fare versi di stupore.
-Lo interpreterò per un sì- disse Daisuke ridendo. –Bene, Endou, vuoi pescare la prossima fiaba?-
-Uh…? Eh…? Ah! Sì, certo!- disse il bambino ancora incantato. Mise la sua piccola mano nella cesta dei fogliettini e, dopo averli mischiati un po’, tirò fuori la seconda favola.
 
 
When The Things Are Compared To The Vastness Of The Ocean

 

 
C’era, vicino al mare, una grande città con milioni di abitanti, ma, nonostante ciò, era molto tranquilla. In compenso si scatenava per un mese intero organizzando una festa in spiaggia, ogni anno più grandiosa alla cui organizzazione partecipava tutta la città in quegli 11 mesi di tranquillità. Ovviamente questa festa non serviva ad accontentare il loro giovane re, assolutamente! Serviva a garantire la fertilità dei campi e la benevolenza divina, o almeno così diceva il loro re. La verità è che si annoiava e che voleva divertirsi. Sfortunatamente le città vicine non erano così felici di ciò e ogni anno mandavano reclami su reclami per far smettere questa insulsa tradizione, ma nessuno se ne fregava. Sfortunatamente, quell’anno, i re delle città vicine avevano tutta l’intenzione di far finire questa festa annuale una volta e per tutte.
 
Era passata solo la prima settimana di festa ed erano già arrivate milioni di lettere di protesta anche da città a kilometri e kilometri di distanza, ma nessuno voleva smettere di festeggiare. In fondo la festa era perfetta: le giornate erano calde e soleggiate, c’erano i balli e le canzoni e anche una nuova loro invenzione, il gelato! Purtroppo per loro non avevano ancora capito come dargli sapore, quindi sapeva solo di ghiaccio morbido, ma, essendo comunque giornate calde se non afose, andava  a ruba. Un’altra loro invenzione era il surf, uno sport creato appositamente per far divertire il giovane re, nel cui sport era un asso.  Quindi era davvero una festa divertente e tutti volevano durasse all’infinito. Purtroppo per loro, le cose belle non sono destinate a durare e il loro divertimento non fece eccezione. Infatti c’era qualcuno che tramava nell’oscurità e che non avrebbe dato loro pace.
 
 
IL GIORNO DOPO.

Un gruppo di 4 ragazzi stava viaggiando nelle vicinanze.
-Hey, ragazzi, che ne dite se ci fermiamo qui? Sono stanchissimo!-  Un ragazzo urlò a gran voce!
-Qui? Nel bel mezzo del nulla? No, grazie! Non voglio finire come l’altra volta!- rispose l’unica ragazza del gruppo.
-Ma, Touko, mica è stata colpa mia! Cosa ne potevo sapere io che quella foresta buia e tenebrosa era l’habitat naturale di migliaia di mostri!- replicò il ragazzo
-Questa tua frase mi convince ancora di più della tua stupidità, Endou!-
-Io sono d’accordo con Endou!- Esclamò un altro ragazzo
-Tu sei SEMPRE d’accordo con Endou, Tachimukai! Neanche fossi il suo lacchè!-
-ALLORA LA VOLETE SMETTERE?- urlò l’ultimo ragazzo, impegnato a leggere una mappa fino a quel momento –CON TUTTO QUESTO CASINO NON RIESCO A CAPIRE QUALE SIA LA CITTA’ PIU’ VICINA PER POTER SOSTARE, QUINDI O LA SMETTETE O VI ABBANDONO QUI!-
-H-Hey! Kazemaru! Calmati!- disse Endou, stordito dall’urlo.
-Scusaci, hai ragione!- disse Touko, anche lei ancora stordita.
-NON RIESCO A SENTIRE NULLA!- urlò Tachimukai, reso temporaneamente sordo. Kazemaru gli diede una mazzata in testa -AHI!-  urlò il ragazzo.
-Ho detto che devi starti zitto!- 
Solo dopo 10 minuti Kazemaru riuscì a capire che la mappa era al rovescio e dopo altri 5 minuti capì che la città più vicina era a circa mezz’ora di cammino. La città era Beastesea.
Non appena arrivati si accorsero che c’era qualcosa che non andava.
La città era deserta. Non si vedeva anima viva, né si sentivano le voci delle persone,
eppure sembrava fosse addobbata a festa. Nell’aria vagava un senso di inquietudine e desolazione.
-Ma… cosa è successo qui?- chiese Endou
-Non lo so… proviamo a bussare in qualche casa, magari qualcuno c’è!- propose Tachimukai
-Wow! La prima cosa intelligente che ti sento dire da circa… sempre!- esclamò Kazemaru
-Hey! Come ti permetti? Ti ricordo che tu sei quello che stava leggendo la mappa al contrario!-
-Questo perché tu mi urlavi nelle orecchie!-
-Io ti urlavo nelle orecchie perché tu non capivi un accidente!-
-SMETTETELA!- Touko perse le staffe e li prese a sberle –Smettetela di litigare e diamoci da fare!-
I 4 bussarono a tutte le porte della città, ma nessuno rispondeva oppure, nei rari casi in cui arrivava una risposta, venivano intimati ad andarsene e non tornare più.
Decisero, allora, di far visita al castello poiché lì qualcuno doveva per forza esserci e loro volevano sapere perché quella città fosse in tale stato.
Arrivati al castello trovarono le porte chiuse.
-HEY? APRITECI!- urlarono i 4 all’unisono bussando sul portone d’entrata
-Hey! Hey, voi! Smettetela di fare casino e seguitemi, amici!- Li chiamò una strana figura incappucciata a lato del castello. Fece loro segno di seguirlo, si girò e se ne andò.
-Su, ragazzi! Seguiamolo!- Endou  cominciò a corrergli dietro.
-No, Endou! Aspetta!- urlò Touko.
-Seguiamolo!- Kazemaru cominciò a corrergli dietro seguito a ruota dagli altri due.
Seguendo la figura incappucciata, raggiunsero una grotta esattamente dietro il castello. Il ragazzo si levò il cappuccio, mostrando un ragazzo dalla chioma di capelli rosa lunghi fino alle spalle e una pelle molto abbronzata.
-Chi sei? Cosa è successo qui?- chiesero spicci i ragazzi.
-Per ora non vi deve interessare sapere chi sono, ragazzi, chiamatemi solo Tsunami!- si presentò.
-Bene! Io sono Endou e loro sono Touko, Kazemaru e Tachimukai!- disse Endou.
-Bene e ora che ci siamo presentati, dicci cos’è succeso!- esclamò Kazemaru.
– Bhè, sappiate che ho bisogno del vostro aiuto! Qui è successo un vero e proprio casino! Noi ce la stavamo spassando tutti insieme sulla spiaggia, fratelli! Era una festa fantastica! Purtroppo, ieri, qualcuno ha deciso di rovinare tutto e ha inflitto una maledizione sulla città: entro 5 giorni tutta la popolazione si sarebbe mutata in pietra!- rispose lui.
-Questo potrebbe spiegare le condizioni della città, ma come facciamo a sapere se è vero?- chiese Touko, sospettosa.
-Su, dai! Per una volta non essere così sospettosa e fidati un po’di più!- disse Endou.
-No, ha ragione a non fidarsi. Bhè, guarda un po’ qui!- Il ragazzo fece vedere loro un ciuffo di capelli, ma questi, invece che essere rosa, erano grigi e duri e freddi al tatto, proprio come la roccia.
-Oddio…- era l’unica cosa che la ragazza riuscì a pronunciare, visibilmente sconvolta, come gli altri, del resto.
-Ma… Noi cosa possiamo fare? In fondo siamo 4 ragazzini!- esclamò Kazemaru.
-Ragazzi, vi assicuro che voi possiate fare molto più di quel che pensate!- disse lui.
-Ma prima di potervi dare delle spiegazioni, dobbiamo uscire da questa città, o anche voi subirete gli effetti della maledizione!-
 
Mentre uscivano dalla città si accorsero che non solo le persone si trasformavano in pietra, ma anche i fiori, gli alberi, l’erba e anche metà del fiume che attraversava la città, per poi sfociare in mare, era diventato roccia. A questa vista gli occhi di Tsunami divennero lucidi e cadde pure qualche lacrima, ma riuscì a mantenere il proprio contegno.
 
Una volta fuori città, Tsunami tirò fuori dal mantello che lo avvolgeva 5 tipi di armi: una spada d’argento, affilatissima e molto lunga; un arco in legno di quercia con la corda molto flessibile; una lancia in metallo lunga quanto la spada; un’asta molto resistente anch’essa in metallo, ma non molto affilata; una bacchetta in legno lunga due dita.
-Allora, ragazzi, questo è il nostro armamentario. Ci serviranno per espugnare la fortezza a nord, sulle montagne. Lì c’è il responsabile della maledizione. Il viaggio fin lì sarà abbastanza semplice, anche se lungo, ma una volta entrati nel castello dovremo avere la massima attenzione, fratelli.- disse il ragazzo mostrando loro le armi. -Scegliete voi che arma utilizzare, ma ricordate che non potrete cambiarla e che vi dovrete esercitare molto per saper utilizzarle al meglio, ragazzi-
-Chi ti ha detto che intendiamo venire con te? Questo viaggio potrebbe portarci alla morte, e non ho alcuna intenzione di rischiare!- disse Kazemaru deciso
-Bene. Allora decidete voi cosa fare, amici.- rispose calmo tsunami.
-Io direi di fare a votazione!- disse Touko. -Allora? Chi ci sta?-
-A me sembra divertente!- disse Endou ridendo.
-Io sono d’accordo con Endou!- escamò Tachimukai.
-Pure io sono d’accordo con voi, ragazzi!- disse l’unica ragazza lì in mezzo.
-Bene e quindi abbiamo vinto con un totale di 3 a 1! Eheeheheh! Mi spiace Kazemaru, ma verrai con noi!- Endou era sempre più divertito.
-Uff… odio mettere le cose ai voti!- disse Kazemaru, sconsolato.
-Ok, ora dovete solo scegliere che armi usare, amici!-
-Allora… io scelgo… questa spada! Wow! Come luccica!- Endou era incantato dalla bellezza di quella lama. Provò a maneggiarla colpendo un nemico invisibile.
-È veramente leggera! Ed è anche molto maneggevole! È perfetta!-
- Io scelgo… questa…- Touko prese la lancia. –Sembra perfetta! Endou! Combattiamo!- la ragazza si lanciò su Endou con tutta la sua forza e i due cominciarono a combattere.
-Wow! Siete entrambi bravi, fratelli!- Disse Tsunami guardando interessato i movimenti dei due.
-Io… Io prendo questa!- Tachimukai prese la bacchetta, timoroso, e subito il suo corpo fu percorso da un brivido e lui, senza neanche rendersene conto, fece uno strano movimento e diede fuoco ad un albero.
-Oh cavolo! Acqua! Acqua!- il ragazzo continuava a sbatacchiare la bacchetta qua e la creando effetti sempre più catastrofici.
-Rilassati, amico! Pensa di star surfando sull’immensa vastità dell’oceano! Sciogliti! Pensa a ciò che vuoi fare senza cedere al panico, fratello!- disse dandogli una pacca sulla spalla.
-O…ok!-il castano si calmò e, dopo nemmeno 10 secondi, riuscì a spegnere l’incendio. –Wow! Fantastico!-
-Bhè… io scelgo quest’arco!- disse Kazemaru testando l’elasticità della corda, poi prese una freccia e la lancio, casualmente, in testa a Tachimukai
-Hey! Cosa fai stupido! Guarda che ti appicco fuoco!-
-Ahahha! Ma non farmi ridere!-
-FUOCO!- urlò tachimukai, ma si diede fuoco da solo. –AAAAH! AIUTO! AIUTO!- cominciò a correre avanti e indietro urlando finché Touko non gettò in testa un secchio d’acqua.
-Ahia!- disse Tachimukai, piangendo.
-Su! Su! Non è nulla in confronto all’immensa vastità dell’oceano! AHAHAH!- Tsunami gli diede una pacca sulla spalla colpendo proprio l’area ustionata e facendo urlare Tachimukai come una femminuccia.
-Ops… Scusa! Comunque vedo che a me tocca l’asta! Perfetto!- disse il ragazzo abbronzato. –Hey! Touko! Vieni a duellare un po’ con me?-
-Eh? Subito!- disse la ragazza.
-Ma! Touko! Non abbiamo ancora finito!- si lamentò Endou. Touko colpì Endou senza fargli male.
-Ora, abbiamo finito! Su Tsunami! Alleniamoci!-
 
I ragazzi si allenarono tutto il giorno e la sera erano così stremati che si addormentarono senza cenare. Erano già migliorati molto dopo solo un giorno di allenamento, ma ancora non bastava. Il giorno dopo si svegliarono presto e, ancora intontiti dal sonno, partirono per il loro viaggio.
I 5 ragazzi attraversarono verdi praterie infinite, foreste buie senza nemmeno un raggio di luce, montagne impervie, ma alla fine riuscirono ad arrivare al castello. Non incontrarono numerosi pericoli, ma non poterono fermarsi un attimo a causa di quella corsa contro il tempo. Ogni giorno che passava la maledizione avanzava e la macchia di pietra sui capelli di Tsunami si allargava a vista d’occhio. Fortunatamente arrivarono al castello prima che i suoi capelli diventassero totalmente di roccia o non ce l’avrebbe più fatta  a camminare, considerate le dimensioni del cespuglio rosa che aveva in testa.
Il castello era una roccaforte in pietra con una torre nel mezzo, altissima e di cristallo, circondata da 3 mura in pietra che diventava sempre più chiara andando verso la torre.
-Ragazzi… siamo arrivati… ve la sentite ancora? Non è troppo tardi per fuggire.- chiese loro Tsunami, serio.
-Stai scherzando?! Ci siamo fatti tutta quella strada fino a qui e ci chiedi se siamo pronti? È ovvio!- esclamò Touko, un po’ arrabbiata a causa della domanda dell’amico.
-Inoltre, Tsunami, ora siamo amici e gli amici si aiutano sempre!- disse Endou ridendo.
-Sono d’accordo con Endou!- ovviamente Tachimukai non poteva non essere d’accordo con lui.
-E poi, non possiamo rifiutarci di aiutare un nobile, o mi sbaglio, caro il nostro principino?- Disse Kazemaru.
-Tu…? Come fai a saperlo?-
-Bhè, solo un idiota non ci sarebbe arrivato! Io me ne sono accorto quasi subito. In fondo, quale povero abitante potrebbe possedere armi così prestigiose e letali? E poi, mica sono l’unico a non averlo capito! Vero, Endou?- spiegò il ragazzo dai capelli azzuri.
-Eh già, Kazemaru! Io me ne sono accorto quando siamo caduti tutti nel fiume e mi è toccato lavare i vestiti, essendo stata colpa mia, ma sorvoliamo. Ho notato che c’era uno strano simbolo, una specie di corona con sotto una tavola lunga e su questa c’era scritto “Prince of Beastesea” e Beastesea è la tua città.-  Disse Endou.
-Quindi gli unici a non saperlo eravamo io e Touko?- chiese Tachimukai.
-Veramente io lo sapevo perché me l’aveva detto Kazemaru- disse Touko.
-COSA? E perché non me l’avete detto?-
-PERCHE’ SEI UN IDIOTA!- urlarono gli altri 3 in coro.
-AHAHAHAHAHAH!- cominciò a ridere il principe.
-Bhè, tanto un giorno o l’altro dovevate scoprirlo, fratelli! Ora… entriamo?-
-Certo!- dissero all’unisono.
 
 
Quel castello era davvero lugubre. Nella prima cinta muraria mancava del tutto la luce. Riuscivano a vedere solo grazie a delle fiammelle svolazzanti create da Tachimukai. Avevano superato circa una ventina di porte, ma ancora non avevano trovato un passaggio per la seconda barriera.
-Ragazzi, ma non è che stiamo girando in tondo?- Chiese Endou.
-No, ne sono sicura! Ci sono sempre dei piccoli particolari che differiscono di corridoio in corridoio.- Spiegò la ragazza.
-Bhè, se lo dici tu!- disse Kazemaru.
-Cosa stai insinuando?- Touko si girò con uno sguardo assassino.
-N…Nu… NULLA! Stavo scherzando!-
-Volevo ben dire.-
-Ragazzi… penso che siamo arrivati…- disse Tachimukai guardando un portone gigantesco. –Entriamo?-
-Tu che dici? Vuoi aspettare qui che Tsunami diventi di pietra?- chiese Kazemaru sarcastico.
-Bhè, a me non piacerebbe sicuro!- esclamò Tsunami –Quindi, entriamo!-
Entrarono in una stanza enorme e ben illuminata. In fondo c’era un altro portone. Era davvero l’entrata al secondo muro. C’era scritto.
-Dai, ragazzi! Siamo quasi arrivati!- esclamò Endou, correndo verso il portone, ma neanche ci arrivò che cadde dal soffitto un mostro gigante simile ad un granchio, con milioni di occhi e rivestito di una corazza che sembrava davvero dura e resistente. Non appena cadde, sentirono una risata spaventosa proveniente da un essere che non era in quella stanza. Una risata che ti faceva raggelare le vene. La risata di un mostro.
-Oh oh!- esclamarono tutti, terrorizzati.
-Ragazzi… qui ci penso io!- disse Kazemaru –Voi andate avanti!-
-Ma che dici? Dobbiamo rimanere uniti!- disse Tsunami
-Sì, ma se tu aspetti ci rimetteresti la vita e le vostre armi non gli farebbero nulla, con quella corazza! Gli unici punti deboli sono gli occhi e voi non ci arrivereste nemmeno saltando! Ci devo per forza pensare io con il mio arco!- mentre disse ciò, colpì  10 occhi di seguito. –Vi raggiungo tra poco! Ve lo giuro.-
I ragazzi uscirono dalla sala. Piangevano dal terrore.
-Dobbiamo proseguire!- esclamò Endou.
-Ma… dobbiamo aiutarlo!- disse Tsunami.
-No. Dobbiamo fidarci di lui. E, inoltre, non voglio ricevere una strigliata solo perché lo abbiamo aspettato qui, quindi… Andiamo.-
-Va bene… Andiamo.-
 
La seconda area era più luminosa della prima, ma era anche molto più pericolosa! Era piena di trabocchetti e non si poteva fare un passo che potevi essere schiacciato da una palla gigante, trasportato via da un’onda, bruciato, tagliato, colpito da una pioggia di frecce e vari animaletti come serpenti e scorpioni. Nonostante ciò, l’unico veramente acciaccato, era Tachimukai che sembrava avesse deciso di provare tutte, ma proprio tutte, le trappole dell’area.
-Ahia!- urlò Tachimukai quando Touko gli sfilò l’ultima freccia dalla testa.
-Colpa tua che non guardi dove metti i piedi!- esclamò lei.
-No, colpa tua che sei troppo violenta e mi fai male!-
-Bhè, vuoi essere curato da quei due? Sinceramente, penso che ti converrebbe rimanere acciaccato e con delle frecce ficcate in testa piuttosto che essere curato da loro!-
-Bhè… Ora che mi ci fai pensare…-
-Ecco!-
-Allora? Avete finito?- chiese Endou.
-Sì. Tsunami dov’è?- chiese Touko.
-Ha appena attraversato il portone per la prossima area perché voleva vedere cosa si nasconde lì dentro.- spiegò lui.
-COSA? MA È IMPAZZITO?- urlò Touko alzandosi di scatto e dando, per errore, un pugno a Tachimukai.
-AAAAAAH!- un solo urlo provenne dal portone.
-TSUNAMI, ARRIVIAMO!- i 3 si precipitarono nella stanza e trovarono Tsunami alle prese con un essere con metà corpo infuocato e l’altra metà congelata che faceva davvero senso a vederlo.
-R… Ragazzi!- Non appena Tsunami si girò verso di loro si accorsero che la sua asta era bruciacchiata.
-Mi sa che non possiamo attaccarlo corpo a corpo!- disse.
-Bhè, allora è compito mio attaccarlo!- disse il ragazzo coperto di cerotti da capo a piedi.
-Tachimukai? Tu?  Sicuro che il dolore non ti abbia dato alla testa?- Chiese all’unisono i 3, un po’ incerti sul finale della lotta.
-Ma che razza di domande! Non mi sembra abbiate fatto tante storie con Kazemaru! Solo perché sono più piccolo e più debole non significa che io non sia capace di difendermi da solo! E ora andate prima che vi bruci o vi congeli!- disse il ragazzo, che trasportò gli altri fino al portone dall’altro lato della stanza con una folata di vento proveniente dalla sua bacchetta.
-A dopo!- esclamò sorridente.
 
I ragazzi erano rimasti in 3. Cercarono di andare ad aiutare Tachimukai, ma questo aveva chiuso la porta con un incantesimo e non riuscivano ad aprirla.
-Bhè… non ci resta che andare avanti!- esclamò Tsunami, un po’ sconsolato.
 
L’ultima barriera non aveva traboccheti né altri tipi di difficoltà. Anzi, sembrava molto tranquilla all’inizio. Ho detto all’inizio. Dopo 5 minuti di cammino un muro alle loro spalle tremò e cominciò ad inseguirli. I 3 cominciarono a correre velocemente per evitare di essere mangiati da questo, che aveva appena messo i dentini nuovi, sfortunatamente tutte zanne affilate.  Non appena arrivarono al portone, non esitarono a entrarci e la corsa del muro finì.
 
La stanza era più grande delle altre, ma anche più bassa. La porta per la torre era visibile davanti a loro. I ragazzi cominciarono a correre, ma appena Touko e Tsunami attraversarono la soglia, la porta si chiuse lasciando indietro Endou.
-Endou? ENDOU?!- urlò Touko –CHE SUCCEDE?-
-NON LO SO!- urlò Endou dall’altro lato.
Un tonfo. Silenzio.
-COS’È STATO?- urlò Tsunami.
- È… UNA MASSA INFORME STESA A TERRA. NO, ASPETTA. STA PRENDENDO FORMA! È… MIO PADRE?  NO, ASPETTATE.  STA CAMBIANDO ASPETTO. ORA È MIO NONNO? O MIA NONNA? BHO.-
-Ma che cavolo sta dicendo?- chiese Touko a Tsunami.
-Bho!- rispose esaurientemente lui.
Dopo 10 minuti sentirono Endou urlare.
-RAGAZZI! FUGGITE! CORRETE ALL’ULTIMO PIANO! HO CAPITO COS’È  E INTENDO DISTRUGGERLO! ANDATE!- urlò dall’altra parte del portone.
-Va bene… Endou…-
Endou aveva capito cos’era quel mostro. Quel coso rappresentava tutte le persone morte legate a lui, ma che lui non aveva dimenticato e ora, quel mostro, voleva fargliele rincontrare tutte, una per una per ucciderlo psicologicamente.
Endou all’inizio non fece nulla se non guardarlo sconvolto, ma, dopo 10 minuti, il mostro si trasformò prima in Tachimukai e poi in Kazemaru, seguito da Touko e da Tsunami e , infine, da se stesso. Endou era rimasto sconvolto, ma sapeva che lui e che i suoi amici ancora vivi e questa visione aveva creato in lui solo rabbia e questa rabbia gli permise di ammazzare il mostro, una volta per tutte.
 
I 2 corsero fino alla cima della torre, senza fermarsi un attimo.  L’unico trabocchetto della torre era lo scenario che si vedeva da dentro. Essendo la torre di cristallo, si poteva vedere tutto ciò che c’era fuori, ma invece che il bel paesaggio che c’era prima, si vedeva solo morte e distruzione. Tutto ciò avrebbe fatto desistere qualsiasi persona, ma loro 2 erano lì per uno scopo e intendevano raggiungerlo.
 
Erano arrivati in cima. Su questa c’era una stanza con solo un trono gigantesco. Lì c’era seduto un essere demoniaco dall’aspetto di un bambino, ma guardandolo si capiva subito che non lo era affatto. Aveva uno sguardo gelido e un sorriso malefico disegnato sul volto. Era il male in persona.
-Bene, bene, bene! E così due delle mie bamboline sono riuscite ad arrivare fino alla cima!- disse. La voce era quella di un bambino, ma era distaccata, fredda.
-Chi sei tu? E perché hai mandato quella maledizione sulla mia gente?- gli chiese Tsunami, infuriato.
-Hmph! Ancora non l’hai capito? Sei uno stupido! È stata tutta colpa TUA!- disse, cinico.
-Cosa stai insinuando?-  chiese il principe.
-Che sei stato un pessimo esempio per la tua popolazione! Hai presente le varie città vicine che protestavano verso la tua insulsa festa? Ecco, l’odio di quella gente mi ha invocato e mi ha chiesto di fare ciò! Questo solo perché tu non sei adatto al ruolo del principino diligente! Assolutamente no! Tu ti devi divertire! Sempre e comunque, anche se devi far soffrire gli altri!-
-Non riesco a vedere il nesso tra la mia festa e la loro disperazione!-
-Bhè, perché sei un inetto! Secondo te chi è che faceva i preparativi per la festa? Non di certo il tuo popolo! Chi è che portava tutto quel cibo e tutto quel denaro per i tuoi capricci? Non di certo il tuo popolo! Anzi, questo tuo popolo non era formato da altri se non persone viziate, acide, ciniche, crudeli! E tutto ciò perché tu sei sempre stato troppo occupato a divertirti e non hai mai badato seriamente al tuo popolo! Tu non sapevi cosa succedeva nella tua città! Così loro, sapendo che tu non avresti mai saputo niente, organizzavano razzie nelle città vicine e rapivano persone per usarle come schiavi e tutto ciò è colpa TUA! Le lettere che ti mandavano erano per convincerti a finire la festa, ma solo perché il tuo popolo creava povertà in quei piccoli villaggi che ti circondano. E PER COLPA TUA E DEL TUO INSULSO DIVERTIMENTO!-
-Che… che cosa?- Tsunami era sconvolto e impaurito. –Non… Non è possibile… NO!-
-Bhè, c’è una soluzione! Trasformati tu in pietra e il tuo popolo verrà ritrasformato con un indole migliore rispetto alla precedente così non soffrirà più nessuno a causa tua! Che ne dici?-
-Io… Io… Va bene. Trasformami.- disse Tsunami, piangendo.
-NO! TSUNAMI! TI STA MENTENDO! NE SONO SICURA! TI STA MENTENDO! NON FARE SCIOC...- Touko non riuscì a finire di parlare che venne imbavagliata dal mostro.
-Ottima scelta!- Il demone trasformò Tsunami in pietra e la maledizione sul popolo cessò.
-NO! TSUNAMI! NOOOOOOOO!- la ragazza era riuscita a liberarsi e corse verso la statua piangendo. Quel mostro sotto le mentite spoglie di un bambino rideva sadicamente. Era divertito. E anche tanto.
-Perché ridi? MOSTRO!-
-Perché rido? Semplice! Perché è divertente! E la sai una cosa? HO MENTITO! Tutto quel che ho detto era una bugia! L’ho fatto perché mi divertivo! Lui non aveva colpe!-  Continuava a ridere.
-Cosa…? COSA?!- Touko era infuriata e sentì dentro di lei una strana forza. Si alzò e corse verso il mostro con la sua lancia, prendendolo alla sprovvista, e lo colpì al cuore con un unico movimento della sua lancia. Il mostro era morto, ma Tsunami era ancora di pietra e Touko svenne, triste, stanca e sporca di sangue.
 
-Touko? Touko? Svegliati!- Endou era chino su di lei insieme a Tachimukai e a Kazemaru.
-Che… Succede? Dove sono?- chiese la ragazza.
-Sei nell’infermeria del castello di Tsunami!- rispose Kazemaru
-Ti abbiamo trovata stesa a terra e sporca di sangue accanto al corpo di Tsunami e vi abbiamo portati qui.- spiegò Tachimukai.
-Tsunami! Come sta? È ancora una statua?- chiese lei, spaventata per l’amico.
-Statua? Ma di che parli?- chiese Endou.
-Bhè, se vuoi parlare di lui perché non glielo chiedi? Sta per svegliarsi anche lui!- disse Kazemaru indicando un letto dall’altro lato della stanza.
-Tsunami… sei salvo…-
 
Dopo numerosi discorsi e dopo la fine dei festeggiamenti i 4 partirono per continuare il loro viaggio, ma c’era una sorpresa sulla via. Una strana persona dai capelli rosa li aspettava poco fuori al città e continuò a viaggiare con i 4, decidendo di lasciare il trono.
 
*Angolo dell’autore che si scoccia di scrivere col caldo*
Buon salve a tutti!
Vi è piaciuto il capitolo? Spero di sì e, come sempre, accoglierò ogni vostra critica!
So che vi ho fatto aspettare molto, ma l’ispirazione ed io non andiamo molto d’accordo!
Ah, so che il titolo non c'entra molto con la  storia, ma pensando a Tsunami mi viene in mente solo la vastità dell'oceano! xD
Spero continuerete a seguire la fic! Alla prossima fiaba!
Ciao a tutti!
Ren
P.S.: Ringrazio coloro che seguono e che hanno recensito la fic!

  
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