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Autore: DeaEris    06/07/2012    3 recensioni
Il mio punto di vista sulle coppie più belle di tutte...piccoli stralci di vita quotidiana degli Zweilt..come si preparano, come si vestono, come si amano!
E' una storia a vari capitoli, ogni capitolo affronterà una coppia. Ci sono anche le coppie etero.
Primo Capitolo: Tsukumo/Tohko
Secondo Capitolo: Hotsuma/Shusei
Terzo Capitolo: Senshiro/Kuroto
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti! So che sto facendo gli aggiornamenti abbastanza rapidi, ma è perché la storia l’ho tutta in testa e quindi mi viene facile fare gli aggiornamenti in fretta. Comunque, sono arrivata alla coppia che ha ispirato in sé e per sé la scrittura di questa fanfiction..poi penso di o interromperla momentaneamente fino alla fine dell’estate o comunque attendere con gli aggiornamenti, questo è per permettermi di ragionare meglio sull’ultima, dopo questa, coppia Zweilt che manca. Ria e Sairi mi piacciono, ma di Sairi almeno ho la convinzione che al momento si sappia tremendamente poco su di lui e credo che molte delle cose che lo riguardano sono fondamentali ai fini della narrazione, quindi preferisco attendere. La coppia di questa volta è Sen-Kun e Kuroppi *^*! Io personalmente li adoro, soprattutto Kuroppi *^* è troppo puccio *^*! Comunque questa è forse la storia a cui tengo di più proprio perché è quella che ha permesso alla storia di nascere. Spero che vi piaccia. A dopo per i saluti!

Era notte. Una notte stellata, con qualche nuvola trasportata dal vento. Era più o meno l’una e solo due persone erano sveglie, l’altra era un Duras. Luka era sveglio, ma lui di notte stava nella camera di Yuki a controllare che stesse bene e non avesse bisogno di lui, quindi era raro trovarlo in giro per la Dimora del Crepuscolo. Uno dei due umani svegli era un giovane ragazzo alto e slanciato, dai chiari capelli castani e gli occhi scuri, coperti da un paio di lenti d’occhiali, che lo rendevano ancora più carino, di quanto in realtà già non fosse. Il giovane era impegnato in un disegno molto complesso per un’illustrazione che avrebbe dovuto consegnare il giorno seguente. Sentì bussare alla porta e svelta la sua mano sottile, su cui brillava un anello in metallo, si fermò, facendo risplendere alla luce della lampada il suo segno distintivo: l’anello da Zweilt. Il giovane aveva un’espressione amabile e gentile. Volse un leggero sguardo all’orologio alla parete, guardando l’ora curioso. Sapeva già chi avrebbe mai potuto andare a cercarlo così tardi, perciò quando andò ad aprire non fu per niente sorpreso di trovarsi davanti un giovanotto molto più magro di lui ed anche più piccino fisicamente. Il suoi piccolo e, secondo lui, adorabile compagno di team era davanti ai suoi occhi. Senshiro sorrise contento e si spostò per permettere al più piccolo di entrare. Kuroto non si volse neppure per un momento e neanche si tolse dal viso quell’espressione irritata, che mostrava a chiunque. Eppure in quel momento Senshiro sapeva guardare ben più in là delle apparenze. Sì. Era indubbiamente vero che Kuroto fosse una persona difficile con cui entrare in rapporti: arrogante, saccente e supponente come pochi sapevano essere, eppure stava lì la maggior parte della sua fragilità. Era diventato in quel modo per proteggersi ed evitare di venire nuovamente allontanato dalle persone a cui voleva bene. Alla fine era diventata un’abitudine attaccare con i suoi modi, per evitare di rimanere ferito. A Senshiro faceva molta tenerezza quel suo lato tenero ed indifeso insieme, eppure anche così forte. Non sapeva come Oboro-San trattasse Kuroto, ma a lui non piaceva l’idea di trattarlo normalmente. Se ne prendeva cura, come una specie di tata o di mamma, cosa che a Kuroto dava fastidio. Senshiro sapeva anche perché gli desse così tanto fastidio. Aveva paura che un giorno qualcuno avrebbe portato via le attenzioni di Senshiro da lui e la cosa lo confondeva anche. Per questo Senshiro si piegava a quei capricci infantili. Kuroto sembrava, secondo Senshiro, un gattino con le unghie sempre pronte ad uscire e graffiare, ma non per questo era qualcuno che non avesse bisogno di attenzioni, anzi proprio per il suo modo di essere ne aveva anche più bisogno degli altri.
“Hai fame, Kuroto?” Domandò con un tono di voce cortese e gentile, guardando con insospettato affetto il suo piccolo compagno. Kuroto non aprì bocca per rispondere. Divenne rosso come un pomodoro, per poi chinare lo sguardo ed annuire. Era il massimo che si potesse sperare come espressione da lui. Kuroto era sempre stato abituato a stare solo, ma in realtà aveva costantemente bisogno di un qualcuno al suo fianco. Oboro non era come Senshiro. Oboro lo trattava alla pari, ma alla fine a Kuroto non spiaceva l’esser trattato come un bambino. Non era mai riuscito a godersi la sua infanzia, causa di sentimenti non troppo positivi, quali vendetta, ira, rabbia, odio e solitudine, ma da quando conosceva Senshiro non era più così. Gli piaceva anche stare in sua compagnia, anche se era odioso il fatto di non sapere mai come reagire alle sue piccole prese in giro. Oboro era serio, diligente, una persona con cui lui andava d’accordo, perché erano simili: seri, intelligenti, completi così da soli, ma anche alla pari. Nel rapporto con Senshiro non c’era parità. Senshiro si prendeva cura di lui e Kuroto si rendeva conto di una cosa ogni volta aveva un modo di chiedere che sembrava invitare ed incitare il più grande a prendersi ancor più cura di lui. Era quasi un suo desiderio inespresso. Era infatti anche geloso di tutti coloro che si avvicinavano a Senshiro o che Senshiro avvicinava per prendersi cura di loro. Era un suo modo per chiedere a Senshiro di prendersi cura solo ed esclusivamente di prendersi cura di lui e basta. Lui aveva bisogno di Senshiro, di essere amato ed apprezzato da Senshiro, di aver Senshiro di prendersi cura di lui. Vide Senshiro mettere a posto il suo disegno ed andare verso la cucina. Kuroto lo seguì in silenzio. Gli occhi verdi fissavano la schiena ampia di Senshiro. Era davanti a lui e per la prima volta poteva osservarlo. Senshiro. Era paziente, calmo e spontaneo. Era come Yuki, insomma…solamente che lui le persone così non sapeva mai come trattarle. Aveva paura che lo ingannassero prima o poi? No. Sapeva che Senshiro non poteva abbandonarlo. Era semplicemente il suo compagno. Aveva più che altro paura di essere abbandonato. Era stato devastante il pensiero di allontanarsi da Senshiro il giorno della morte del Nonno Garan, ma Senshiro stesso gli aveva detto chiaramente di aver bisogno di lui. Perché lui non riusciva a dire che anche lui, Kuroto Orai, colui che non aveva mai avuto bisogno di nessuno o così aveva sempre detto, dopo la morte di Oboro, aveva un assoluto bisogno di Senshiro o meglio delle cure affettuose di Senshiro? Eppure non era poi così difficile. Si fermò così in mezzo al corridoio. Senshiro si girò verso di lui, perché aveva avvertito i delicati passetti di Kuroto smettere di risuonare alle sue spalle. Si fermò e si girò verso di lui, avvicinandosi. Una mano si posò sui capelli neri di Kuroto, mentre il viso di Senshiro si faceva vicino a quello di Kuroto.
“Qualcosa non va, Kuroto? Ti senti male? Hai bisogno di qualcosa?” Domandò con un tono di voce dolce, gentile, come solo la voce di Senshiro sapeva essere. Kuroto sentì quelle domande e guardò quel viso così vicino. Prima di rispondere, però, si guardò attorno. Non c’era nessuno che avesse visto quello scambio, quindi poteva anche accettare la mano di Senshiro sulla morbida chioma corvina. Gli occhi verdi, bellissimi, dalle ciglia lunghissime si posarono in quelli di Senshiro. Il viso dolce e delicato, leggermente effemminato, del ragazzo dalla chioma nera si allontanò leggermente per via dell’imbarazzo che sentiva nello stare così vicino a Senshiro. Forse aveva difficoltà ad esprimersi con Senshiro perché sentiva che ogni volta era come un tradimento verso Oboro? Poteva essere..in fin dei conti tutti dicevano che non c’erano Zweilt uniti come lo erano lui e Oboro. Forse era proprio il suo precedente legame ad ostacolare quello nascente con il suo compagno amato? Poteva anche essere. Effettivamente vedeva gli altri Zweilt, con i loro compagni e provava invidia verso di loro. Però, non gli spiaceva la compagnia di Senshiro. Non capiva più se era felice per sé e per Senshiro o se invece fosse crudele a sentire qualcosa di buono anche per il proprio attuale partner. Come faceva a districarsi solo da quella marea di pensieri tremendi? Guardò nuovamente gli occhi di Senshiro, che ancora lo fissavano cercando di comprendere quello che spingeva il giovane a combattere, nonostante la sua indole pacifica.
“Combatti solo per vendetta?” Domandò, lasciando perdere tutte le altre domande, che il ragazzo gli aveva posto. Senshiro nell’ascoltare quella domanda, sorrise. Si allontanò leggermente, ma non staccò la mano dalla testa del giovane, mentre sentiva quanto fosse piccola la testina di Kuroto. Era così minuto, che gli faceva tenerezza. Sorrise leggermente. Forse inizialmente lui aveva deciso di combattere per vendetta, vendetta verso quel Demonio, chiamato Cadenza. Però, erano mesi ormai che lui non combatteva solo per quello, anzi aveva iniziato a pensare quanto fosse stupido l’idea di lottare solo per una cosa del genere, arrivando a comprendere che lui non poteva proprio più vivere senza Kuroto. Aveva deciso di combattere per stare vicino a Kuroto e perché percepiva che l’altro aveva bisogno di lui.
“Combatto per te e perché so che hai bisogno di me. Non nego che inizialmente ho fatto l’addestramento con il preciso intento di vendicarmi, ma ora non è più così. Combatto per te, per noi e per ciò che tu desideri.” Disse con spontaneità. Kuroto, come sempre, fece un viso scioccato, che fece sorridere ancora di più Senshiro. Adorava il suo piccolo con quel suo modo di fare. Kuroto invece stava pensando a come fosse possibile che Senshiro ogni volta fosse in grado di fargli perdere la pazienza. Non poteva essere che ogni volta che si parlavano lui finisse con il non sapere più come fare o come continuare un discorso. Era quello che lo innervosiva soprattutto. Quando parlava con Senshiro, andava a finire sempre che si agitava perché Senshiro aveva un modo di fare pazzesco e lo confondeva con quella sua malefica dote della spontaneità. Non sapeva come trattare le persone così. Fu in quel momento che si sentì spingere o meglio sentì una forza incredibile. Senshiro gli aveva appena afferrato con forza il braccio sottile e se lo era spinto tra le braccia. Kuroto ora era tra le sue braccia. Si divincolò per un momento, a causa dell’imbarazzo, ma non riuscendo a liberarsi alla fine decise di godersi quell’abbraccio, complice anche la mancanza di gente. Kuroto allungò le braccia sulla schiena di Senshiro e si aggrappò a quella maglia e a quella schiena con vera disperazione. Era incredibile. Si era aggrappato a Senshiro come se lui fosse stato la sua boa di salvataggio. Fu in quel momento che sentì nuovamente la voce calda di Senshiro parlare.
“Non aver paura..non aver mai paura di perdermi, Kuroto. Io sono qui. Ti basta allungare le braccia e sentire il mio corpo. Non fare paragoni con la tua precedente relazione. Io e Oboro-San siamo due persone diverse e tu puoi amarci per diversi motivi. Stai tranquillo.” Disse con voce calma e ragionevole Senshiro. Kuroto divenne rosso a quelle parole. Come diavolo era possibile che Senshiro gli leggesse ogni singolo momento nella mente e riuscisse a capire quello che maggiormente lo preoccupava. Si staccò con il viso in fiamme e con l’espressione irritata. Era veramente in imbarazzo e quello lo comprendeva chiunque lo conoscesse o l’avrebbe compreso se l’avesse visto, ma in quel momento c’era solo Senshiro che lo guardava con un’espressione serena e contenta. Kuroto non sapeva più cosa dire e come togliersi da quella situazione, così la sua vocina disse.
“Tsk..lo so benissimo. Ora muoviti che ho fame.” Disse, chinando lo sguardo. Aveva sbagliato di nuovo. Non voleva trattare male Senshiro, ma gli veniva naturale. Senshiro sorrise intenerito. Sapeva che Kuroto era in imbarazzo e si imbarazzava facilmente ed era uno degli aspetti che lo divertiva ed insieme inteneriva. Era così carino quando non sapeva più che pesci pigliare ed iniziava ad irritarsi in quel modo. Chissà se quel carattere piaceva anche a Oboro o se l’avesse visto? Secondo lui, non era possibile che l’avesse visto, perché Kuroto ed Oboro-San avevano un altro tipo di rapporto. Lo vide allungare il passo ed allungò la mano. Gliela prese tra le sue e ci posò sul palmo un bacio. Kuroto non allontanò il palmo, ma divenne ancora più rosso. Fu allora che Senshiro nuovamente tirò quel braccino e se lo spinse addosso, abbracciandolo in modo compulsivo e stringendolo con affetto. Senshiro amava Kuroto. Lo amava come si ama un bambino che fa i primi passi. Lo amava come si ama l’alba di un nuovo giorno, che rompe l’oscurità della notte. Chinò il corpo ed incontrò le labbra del giovane con venerazione. Adorava Kuroto. Amava Kuroto ed aveva promesso di dedicarsi solo a lui.
“Ora possiamo andare. Io ho promesso di dedicarmi solo a te e così sarà. Non ti lascerò. Ora andiamo. Hai fame, giusto? Cosa vuoi mangiare?” Disse Senshiro, stringendo la mano di Kuroto. Kuroto non aveva fatto in tempo a rispondere a quel bacio, ma misteriosamente tutti i suoi pensieri negativi su quale dei due partner avesse e stesse amando di più erano svaniti. Ora c’erano solo lui e Senshiro e la cosa non gli spiaceva. Sorrise delicatamente. Il suo dolce sorriso che solo Senshiro conosceva. Seguì Senshiro e gli chiese una buona soba e poi del gelato al the verde. Gli andavano quelle cose. Non mollò la mano di Senshiro. Ora capiva anche il perché delle gelosie verso gli altri. Aveva paura di essere lasciato da Senshiro e lui invece ne aveva un disperato bisogno. Non voleva che Senshiro si prendesse cura di nessun altro, solo che l’abitudine di Senshiro era quella di prendersi cura di tutti. Kuroto invece desiderava Senshiro solo per sé. Era un desiderio egoistico, ma tutti avevano i loro compagni e lui aveva paura di non averlo più. Era un dolore che conosceva fin troppo bene. Loro dovevano stare uniti. Dovevano rimanere per sempre uniti, contro la disperazione della solitudine. Non voleva soffrire la solitudine…non di nuovo. Voleva Senshiro per sé, perché solo con lui non si sentiva ancora solo. Quello che non sapeva Kuroto era che per Senshiro era la stessa cosa, ma solo che essendo più grande aveva imparato a controllare la sua disarmante gelosia. Però, non poteva fare a meno di chiedersi cosa avrebbe fatto se Kuroto non avesse avuto più bisogno di lui. Non lo avrebbe mai permesso..ma tanto sapeva una cosa: Kuroto avrebbe per sempre avuto bisogno di lui ed ogni suo piccolo capriccio era la dimostrazione di ciò. Uniti per sconfiggere la disperazione.

Note dell’Autrice:
Ok…questo capitolo è venuto più lungo degli altri, ma come ho detto ce l’ho in mente da tre-quattro giorni ed è stata questa la coppia che mi ha fatto venire l’idea della storia. Non so se si capisce chi io ami in questa coppia, ma a dire il vero come ho detto ho la passione per tutti gli Zweilt e quel rapporto così particolare che hanno tra loro. È stupendo quel modo di vivere così intenso. Kuroto mi fa molta tenerezza e Senshiro mi piace un sacco..credo si intuisca dalla storia. Oboro è una figura troppo importante per Kuroto per non menzionarla, come Cadenza. Sono entrambi fondamentali per questa coppia. Ora passo a rispondere alle due recensioni. Ringrazio nuovamente Rebychan.

Rebychan: Ciau cara! Visto che hai commentato entrambi i capitoli, ti rispondo in questo modo e rispondo ad entrambe le recensioni che mi hai scritto. Prima di tutto ti ringrazio un sacco per i complimenti che mi hai fatto *^* davvero..ho apprezzato tantissimo che la mia storia ti sia piaciuta e che ti sia piaciuto il mio modo di descrivere i personaggi. Io son contraria al massimo all’OOC per me se ti piace un personaggio è perché ti piace il suo carattere, quindi non vedo perché prendersi il disturbo di cambiare il carattere. Voglio dire se ti piace esteticamente ok…ma a me i pg piacciono anche per il loro carattere e quindi non mi piace cambiarli o scostarmi dal modo dell’autrice di descriverli. Ora ti rispondo alla prima recensione, quindi parlo di Tohko e Tsukumo…dunque ad essere sincera e se non mi sbaglio l’ho anche scritto da qualche parte, neppure a me piace molto l’incest (a parte il twincest…yaoi XD, ma quello è perché mi piacciono i gemelli e mi piacciono assieme). Tohko e Tsukumo però hanno un dato tipo di rapporto, che sfiora continuamente l’incest ed alla fine alle volte mi sembra proprio che cadano in quella categoria, ma comunque a me piace molto quel loro rapporto al limite dell’ambiguità. È proprio un qualcosa che non mi da neppure fastidio. Son carini assieme. Sono dolci…anche nel manga son teneri quando si rivolgono l’uno all’altra. Hanno un modo di fare stupendo e che da addito a notevoli pensieri. Tohko poi a me piace molto ed anche Tsukumo. Stavo pensando prima o poi di portare Tohko come cosplay proprio per la mia passione verso di lei..la adoro. Tsukumo è qualcuno di amabile e teneroso *^* lo adoro *^*! Veniamo anche al secondo capitolo…Hotsuma e Shusei. Devo dire che quella coppia piace un sacco anche a me. Mi piace come sia Shusei evidentemente l’uke e come domini Hotsuma, ma allo stesso tempo abbia bisogno di lui. Alla fine Shusei è una figura molto ermetica ed emblematica. Comunque son contenta che una fan di questi due abbia apprezzato la mia storia..il loro momento. Ti ringrazio ancora per i complimenti e spero che anche questo capitolo ti piaccia. Per la vena di melanconia che ha la storia, ma sinceramente…è proprio del manga e dell’anime..non dipende più di tanto da me, certo a me non dispiace quel senso di oscurità che permane nel manga, ma alla fine non l’ho creato io. Spero commenterai anche questo capitolo^^!
Bacio alla prossima!!
  
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