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Autore: keiko86    07/07/2012    5 recensioni
Subito dopo la sconfitta di Loki... Cosa sarebbe successo se gli Avengers non lo avessero subito rispedito ad Asgard?
Ed era davvero lui a manovrare i Chitauri, o era il contrario?
Genere: Angst, Fluff, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Loki, Steve Rogers/Captain America, Thor, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 07. Going under

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Loki mprecò mentalmente, chiudendo gli occhi... Ma sapeva di non poter evitare Thor in eterno... Annuì impercettibilmente e gli fece cenno di seguirlo,

dirigendosi verso la camera che entrambi avevano condiviso prima del loro ritorno ad Asgard, quelle che sembravano settimane prima.

Una volta all'interno, si fece da parte per permettere al fratellastro di entrare, quindi richiuse la porta, dandogli le spalle e rimanendo qualche secondo in più rivolto verso la superficie legnosa, come a voler raccogliere le idee. Fece un sospiro profondo, e si voltò.

Thor era lì, a guardarlo con quei suoi occhi azzurri speranzosi e quell’espressione da cane bastonato che tanto ultimamente gli aveva rivolto.

“Fratello, io… Mi dispiace così tanto…” Cominciò, incerto.

Loki andò immediatamente ad alzare una mano, per interromperlo.

“Thor, per favore. Non iniziare di nuovo con queste scuse inutili. Ho già capito che non potresti mai opporti sul serio ad una decisione di Padre Tutto, me ne sono accorto a mie spese, purtroppo.”

“Ma…”

“Ciò che mi chiedo ora è se posso realmente fidarmi di te per proteggermi da Thanos e dai Chitauri…”

“Come…? Ma certo che ti proteggerò! Sei mio fratello!”

“Smettila. Non continuare a prenderci in giro con questa storia… Quante volte devo ripeterti che non sono tuo fratello?”

“Per me è come se lo fossi!”

“Davvero? Non mi hai protetto da Odino! Non hai alzato un dito!”

“Non è vero! Mi sono opposto, ho protestato! L’ho convinto a non strapparti via la magia…. Saresti morto…”

“E lui mi ha cucito la bocca!” a quel punto entrambi stavano urlando. Tutti i tentativi precedenti di mantenere la calma erano bellamente andati alle ortiche “Mi ha cucito la bocca, maledizione! Forse avrei preferito morire! Magari vorresti pure che ti ringraziassi, adesso?”

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Il gridare del Dio dell'Inganno fu interrotto bruscamente dal maggiore, che lo abbracciò di slancio, con forza, lasciandolo senza fiato.

Rimasero così, immobili per qualche attimo, Thor che stringeva il fratello minore disperatamente, come se temesse di vederlo scomparire all'improvviso, il volto affondato tra i suoi capelli.... Loki a sua volta rimaneva rigido come una tavola, gli occhi grandi come piattini e le braccia ferme lungo i fianchi, sbalordito dalle azioni del Dio del Tuono.

"Ti prego, perdonami, fratello. So che ti senti tradito per colpa mia, e me ne pento dolorosamente... Mai avrei voluto che ti venisse imposta una simile punizione, te lo giuro! Ma neanche vorrei vederti morire!"

"Thor..."

"E se non hai intenzione di perdonare le mie colpe, almeno, ti prego.... Permettimi di proteggerti d'ora in poi, di avere la possibilità di riscattarmi ai tuoi occhi!"

Loki non rispose... Semplicemente sospirò e con una lentezza esasperante alzò entrambe le braccia fino al punto di aggrapparsi al mantello del fratello adottivo, stringendo la stoffa tra le dita significativamente, nascondendo il viso sul suo petto.

In risposta a quel gesto titubante, Thor sorrise leggermente, sollevato. Aveva ancora una possibilità.

Il loro rapporto non era ancora ricucito completamente, c'era ancora tanta strada da fare, ma avevano entrambi posto i primi mattoni....

Quando Thor uscì dalla stanza, poco dopo, gli altri Avengers furono sorpresi di vederlo sorridere di nuovo dopo tutto quello che era successo... Anche se alle domande il dio non rispose, squotendo semplicemente la testa con un sorriso, capirono che era successo qualcosa tra i due fratelli.... E si sentirono tutti più sollevati.

Poche ore dopo, Loki se ne stava in cucina armeggiando con un frullatore, cercando di capire come farlo funzionare. Accanto a sè, sul bancone, un mucchietto di frutta di vario genere, ancora intera (nessuno gli aveva detto che bisognava sbucciarla e disossarla!)...

"Ma dove...." borbottò perplesso, cercando dove infilare la spina di corrente dell'utensile, che stava rigirando tra le dita da un po'. Infine addocchiò la presa elettrica sul muro, semi nascosta dietro un tostapane, e con un sorriso soddisfatto scostò leggermente l'elettrodomestico per infilare la spina al suo posto.

Non appena si raddrizzò con la schiena, però, ebbe la sgradevole sensazione di non essere solo in quella stanza.... E tempo un secondo sentì alle sue spalle il cliccare della sicura di una pistola.

Senza voltarsi, fece un sorrisetto "Natasha, credevo che fossimo passati oltre a questo.... Ancora a puntarmi contro delle pistole?"

"Mi spiace per te, ma non sono l'Agente Romanoff. E ora voltati. Senza fare scherzi."

Al suono di quella voce, che immediatamente riconobbe, il dio si irrigidì visibilmente. Si voltò lentamente, le mani alzate in segno di resa, finchè non si trovò a fissare la canna di una pistola puntata contro la sua faccia, e dietro ad essa il volto stoico e illeggibile di Nick Fury. 

"Buongiorno, direttore. Vuole un frullato anche lei?"

"Non cambiare argomento, farabutto. Cosa ci fai ancora quì? Thor doveva riportarti ad Asgard giorni fa!"

"L'ha fatto.... Sono stato punito, e mi hanno rispedito quì, in esilio."

"Punito? Davvero, signorino? E come, a me sembra che tu stia benissimo! Ti hanno dato una sculacciata?"

A quelle parole di scherno lo sguardo di Loki si assottigliò pericolosamente.

"No, ho subito una punizione severa, Fury. Non accetto di essere preso in giro su questo argomento, ti avverto."

Fury si limitò a rispondere con un sorrisetto.... Vedere il dio che tanto lo aveva fatto dannare così nervoso non aveva prezzo.

"Bene, ma ora che sei quì.... Visto che ad Asgard non ti hanno rinchiuso per i tuoi crimini dovrò farlo io. Chiamerò immediatamente i miei agenti e ti farò scortare ad una cella adeguata, Loki. Non provare a scappare o ti apro un buco in fronte!"

"Aspetta, non...." Ricominciò il dio, impallidendo. Di certo non voleva finire chiuso in una cella chissà dove. Non adesso.

Fury non sembrò voler ascoltarlo, e estratto il telefono dalla tasca lo aprì apprestandosi a chiamare i suoi uomini.... Non riuscendovi, però, visto che improvvisamente una freccia gli strappò il telefono di mano, andandolo ad appuntare al muro. Il direttore si voltò di scatto, basito, mentre dall'entrata della cucina spuntavano Tony Stark e Clint Barton, che con sua somma sorpresa andarono entrambi a frapporsi fra la sua pistola ed il dio, che dalla sua li osservava allibito ancora appoggiato contro il bancone, sulla difensiva.

"Toglietevi di mezzo! Loki è in mia custodia, da adesso in poi. Perchè nessuno di voi mi ha avvertito del suo ritorno sul nostro pianeta? Avete messo a rischio l'intera sicurezza nazionale con questa mancanza!"

"Signore, non prenda decisioni avventate."

"Ehi, Fury... Non spaventarci il nostro ospite, per favore!"

"Ospite?! Che vi salta in testa? Barton, sei impazzito? Posso capire Stark, che fa sempre di tutto per infastidirmi... Loki ti ha messo sotto il suo controllo di nuovo?"

A quelle parole Clint assottigliò gli occhi, arrabbiato. Quell'argomento per lui era ancora una ferita aperta, e Fury ci stava soltanto gettando del sale sopra. 

"Direttore, posso assicurarle che sono perfettamente conscio delle mie decisioni."

"Davvero? E allora come faccio a sapere che non è tutto un piano di questo farabutto? No, non posso permettermi di rischiare. Spostatevi immediatamente, devo arrestarlo. Spetterà al Consiglio decidere cosa fare di questo criminale!"

Fu di nuovo Tony ad intervenire.

"Fury, è già stato punito. Ad Asgard ha scontato la sua pena, ed è stato mandato quì in esilio. Non puoi punirlo due volte, ed avevamo concordato che fosse giudicato ad Asgard..."

"Non vedo che pena possa aver scontato! Sono passati appena quattro giorni dalla vostra battaglia, ed eccolo di nuovo quì, tranquillo e beato.... L'essere stato spedito in esilio sulla terra non rientra affatto nella lista di quelle che IO considero "Punizioni Adeguate"... Il venire rinchiuso in cella era magari preferibile. Ma saprò rimediarvi io..."

Loki, che fino a quel momento era rimasto immobile e silenzioso ancora alle spalle dei due Vendicatori ad osservare lo scambio sempre più violento di opinioni, a quel punto non ce la fece più. D'accordo che i due volessero proteggerlo, aveva appezzato il gesto (soprattutto dell'arciere: dopo tutto quello che gli aveva combinato non se lo sarebbe mai aspettato) ma aveva ancora il suo orgoglio. E non accettava di rimanere nascosto dietro di loro come una donnicciola, era un dio, ed avrebbe preso in mano la situazione.

Fece alcuni passi in avanti, dunque, facendosi largo fra i due uomini ed andando a piazzarsi di nuovo di fronte a Fury, fissandolo con uno sguardo gelido e astioso.

"Hai detto "Punizioni Adeguate".... Bene, avere le labbra cucite da sveglio, con un filo metallico, ed essere spedito quaggiù immediatamente dopo, con la bocca sanguinante.... Per te è una punizione abbastanza "Adeguata"?"

"Cosa...?"

Il Dio dell'Inganno però non rispose più, invece si limitò a fissarlo con gli occhi lucidi, indicandogli con un dito le cicatrici fresche che ancora aveva sopra e sotto le labbra.

Fury era rimasto senza parole. Sì, ciò che più desiderava in quel momento era il bastardo chiuso a chiave da qualche parte, e magari gettare la chiave in un qualche pozzo, ma trovandosi faccia a faccia con quelle cicatrici rosee lo rese partecipe della diversità della "Giustizia Asgardiana" rispetto a quella terrestre... Quella non era una semplice condanna, quella era tortura.

Fu Stark che, nuovamente, rincarò la dose:

"Guarda, so che forse così a parlarne sembra tutta un'invenzione e basta.... Ma se vuoi posso farti vedere i filmati delle registrazioni di sicurezza, lo sai che Jarvis registra tutto quello che accade in questo palazzo, costantemente.... Capirai che non stiamo mentendo con i tuoi occhi.... Cioè, occhio!"

Fury annuì, con sommo sollievo degli altri tre, e dopo aver lanciato un'ultima occhiataccia al dio, seguì il miliardario e l'arciere in sala controllo.

Non appena i tre mortali ebbero lasciato la cucina, Loki rilasciò tutta l'aria che aveva trattenuto con un sospiro sonoro, quindi si lasciò scivolare a terra raccogliendo le ginocchia al petto e nascondendovi contro il viso, sollevato di non rischiare più l'immediata incarcerazione, ma anche turbato... Adesso Fury avrebbe rivisto quei filmati, avrebbe assistito alla sua miseria e al suo dolore... E di certo non avrebbe empatizzato come gli altri, anzi avrebbe di sicuro utilizzato quanto appeso contro di lui, alla prima occasione....

Oh. Gioia. 

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Dopo quelle che a lui sembrarono ore, fu proprio il direttore dello SHIELD a trovarlo ancora in quella posizione.

Si schiarì leggermente la gola per ottenere la sua attenzione, facendogli alzare la testa per fissarlo con aria rassegnata.

"Ho visto i filmati. Tutti."

"Oh."

"Non penso tu abbia finto, nessuno potrebbe arrivare a tanto.... Oppure sei più pazzo di quanto pensassi. Comunque, per il momento non ti arresterò."

"Oh."

"Non farò parola al Consiglio della tua presenza quì, altrimenti ti troveresti gli Swat dietro al culo in un nanosecondo... Al momento sei sotto la responsabilità e la protezione degli Avengers...."

"Capisco."

"Ma ti avverto. Fai un solo passo falso, combina un solo casino.... E ti rinchiuderò sul serio. E nessuno potrà impedirmelo. Ti tengo d'occhio!"

Concluse, indicandosi eloquentemente l'occhio buono, per poi andarsene.

Loki lo guardò partire senza commentare, ancora seduto a terra con la schiena contro il lavabo, sentendosi nervoso ma in un certo qual modo anche più sereno. Non avrebbe certamente dato modo a quel pallone gonfiato di soddisfare la sua minaccia!

- Fine capitolo 07 -   

 

 

  
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