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Autore: Alyssa85    21/01/2007    5 recensioni
Hermione è alle prese con un nuovo sentimento per un ragazzo dai capelli rossi che non sa come gestire. Mille dubbi si insinuano nella sua mente, e io ho dato la mia personalissima versione di un sentimento che la nostra Hermione Granger non ha mai confessato. ^^
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UN SENTIMENTO MAI CONFESSATO



La Sala Comune dei Grifondoro era calma e riscaldata dal fuoco scoppiettante nel camino che di tanto in tanto mandava bagliori rossastri sulle pareti e sulle comode poltrone scure. I personaggi dei quadri giacevano assopiti all'interno delle loro cornici, avendo di meglio da fare che prestare attenzione agli ultimi ritardatari che sgusciavano all'interno della Sala passando per il ritratto della Signora Grassa. A volte qualche vecchio dipinto aveva un sussulto al russare troppo forte del suo abitante, ma per tutto il resto la Sala era tranquilla. E nessuno faceva nemmeno caso alla ragazza che accoccolata nella sua poltrona preferita sedeva con occhi immobili a fissare il fuoco che danzava allegro nel camino.

Guardare il fuoco le dava una sensazione di calma e tranquillità. Osservava le lingue rosse che salivano dai ciocchi di legno, le fissava mentre assumevano nuove e strane forme e lentamente bruciavano il legno sottostante. Solo qualche volta, da sotto il pesante mantello in cui si era avvolta la ragazza, sbucava una mano armata di bacchetta e con un leggero sussurro, un sottile fascio di luce bianca andava a riempire nuovamente il camino della legna necessaria per mantenere un certo tepore nella stanza. Il fuoco si rifletteva negli occhi nocciola della ragazza, che con le ginocchia strette al petto, lasciava la propria mente vagare per tristi pensieri che ultimamente riempivano la sua giornata.

Ormai, il libro che si era riproposta di leggere quella sera giaceva abbandonato sul pavimento di fianco alla poltrona, aperto a metà nel punto in cui Hermione aveva deciso che non avrebbe concluso nulla nemmeno se avesse letto per tutta la notte.

Ora la ragazza fissava il fuoco e i pensieri vorticavano nella sua testa come le succedeva sempre quando era da sola. Ma al posto di pensare a esami, compiti e temi, la sua mete viaggiava su binari decisamente diversi, venendo sempre rapita da un certo paio di occhi e da una certa testa rossa. Fintanto che si teneva impegnata con le lezioni, non aveva problemi a comandare a sé stessa di non pensarci, ma quando calava la notte arrivava il momento peggiore della giornata e niente riusciva ad impedire ai suoi pensieri di raggiungere sempre la stessa destinazione, ogni sera, ogni notte. Per lo meno, di giorno provava a costringersi a tenersi concentrata, a non cercare in ogni istante utile i suoi occhi, a non rimanere a fissarlo mentre sorrideva radioso ad altre ragazze. Sebbene fosse difficile, la sua abitudine a mettere il dovere davanti a tutto non l'aveva abbandonata, così riusciva ad evitare figuracce e situazioni imbarazzanti. Ma quando calava la notte, le era impossibile non pensare a lui. Alle volte si ritrovava a pensare a futili mezzucci per poter ridere spensierata con lui come facevano le altre ragazze, ignorando il suo sorriso e i suoi sguardi. Aveva pensato alla Pozione Polisucco, ad un filtro d'amore, ad un incantesimo, aveva persino accarezzato l'idea di un Incantesimo Imperius per costringerlo ad accorgersi di lei, per evitare che lui continuasse a vederla solo come ad una cara amica che ogni estate gli piombava in casa per spargere i propri libri praticamente ovunque.

Sì, perché tutto si poteva dire di Hermione Granger tranne che fosse ordinata. Ogni estate impiegava mezza giornata a ritrovare tutti i suoi libri, così che doveva cominciare molto prima degli altri a preparare la sua valigia per averla pronta entro il primo di settembre. Ma ormai tutti si erano abituati a lei, a vederla così, sempre perfetta riguardo a interrogazioni e compiti in classe, ma una frana nel tenere in ordine le proprie cose. E tutti ci ridevano, non davano peso alla cosa, a loro lei piaceva così, con quel qualcosa che la rendeva più umana, e non solo una macchina da studio.

Ma ora, quella visione che tutti avevano di lei le andava stretta. Non riusciva a farsi notare come avrebbe voluto, non riusciva a fargli capire che lei era una ragazza, non solo un'amica!

La situazione stava degenerando e lei non sapeva più come fare per controllarla.

Alle volte avrebbe voluto fermarlo in un corridoio e dirgli tutto, confessare questa sua folle cotta, farsi ridere dietro, ma almeno liberarsi di un peso. Non sapeva se quello che provava fosse amore, chi potrebbe essere così saggio e avere vissuto così a lungo per poter affermare con certezza che si trattasse proprio di amore “for the very fisrt time”, come cantava un noto ritornello di una famosa cantante? No, lei questo non lo sapeva, non ne era sicura. Sapeva che quando lo vedeva, e capitava molto spesso, il suo cuore faceva un piccolo balzo, poi prendeva a battere veloce e lei si sentiva avvampare, sentiva il calore salirle dalla bocca dello stomaco ed espandersi in tutto il corpo, fino a raggiungere il viso, donandogli una tenera sfumatura rossa. E in quei momenti, lei era sicura che i suoi pensieri e sentimenti si palesassero. Invece, vedeva che nessuno se ne accorgeva, e allora il suo respiro tornava lentamente ad una velocità regolare e lo stesso faceva il battito cardiaco, ma l'agitazione non la abbandonava mai, almeno fintanto che lui era nei paraggi. Così cominciava a straparlare, a rispondere malamente a chi le rivolgeva la parola, a rimproverare ragazzini che non avevano nessuna colpa. Si agitava e si sentiva tesa come una corda di violino. Se solo i suoi amici avessero saputo che cosa la faceva scattare come una molla per un niente, probabilmente ci avrebbero riso. Almeno, Harry ci avrebbe riso, o le avrebbe risposto che aveva cose ben più importanti a cui pensare, mentre Ron.... Be', non era sicura di come avrebbe potuto reagire Ron. Era forse per quello che ancora non aveva detto nulla nessuno.

E se poi lo avesse perso anche come amico? Come avrebbe fatto? Non avrebbe potuto sopportare di essere la causa della fine di una amicizia, e forse anche più d'una. Se lei si fosse dichiarata, se fosse uscita allo scoperto, cosa sarebbe successo tra lei, Harry e Ron? Cosa sarebbe successo alla loro amicizia? Se fosse stata respinta e Ron avesse deciso di non frequentare più né lei né Harry? Era sicura di voler rinunciare ad una cosa così importante come la loro vicinanza per un qualcosa che nemmeno lei era sicura di provare?

Non lo sapeva, non era in grado di darsi una risposta. Aveva una paura folle di tante cose: di essere respinta, di rovinare un'amicizia, di soffrire, di essere felice a costo della tristezza di altre persone. Non poteva assumersi una responsabilità così grande. Non voleva perdere nessuno dei suoi amici, eppure, quando lo vedeva non capiva più niente.

Era rimasta affascinata da lui forse dal primo momento in cui si erano conosciuti, sull'Espresso per Hogwarts. E poi, nel corso degli anni, aveva avuto modo di conoscerlo meglio, di capire quanto fosse intelligente, forse tanto quanto lei se solo si fosse impegnato anche nello studio, e non solo in ciò che piaceva e faceva comodo a lui. Era sempre stato gentile con lei, non l'aveva mai presa in giro, anzi, le aveva chiesto più di una volta aiuto per diversi “compiti”, ma lei si era sempre rifiutata di aiutarlo, credendo che lui non dovesse sprecare la sua intelligenza con cose così stupide. Era un ragazzo allegro, rideva spesso, emanava gioia di vivere da tutti i pori che contagiava chi gli stava vicino, era spensierato e sicuro di sé. Le trasmetteva una sensazione di felicità a sicurezza e forse era per questo che aveva cominciato a guardarlo con occhi diversi. Insomma, non sapeva dire cos esattamente l'avesse colpita di più, se la sua risata contagiosa, se i suoi occhi luminosi o il sorriso candido che esibiva quando ne aveva combianta una delle sue. Sapeva solo che ora avrebbe dato qualsiasi cosa per potergli essere ancora d'aiuto in un qualche modo, ma capiva che non era più possibile.

Da qualche tempo, esattamente dal Ballo del Ceppo, aveva capito che le cose erano cambiate, che lui aveva messo i suoi occhi su una ragazza, e sapeva che la cosa non era dettata solo dall'aspetto fisico di lei. Insomma, loro due avevano molte più cose in comune di quante non ne avesse lei con lui, ma nonostante questo non riusciva a convincersi che per lei non c'erano quasi speranze.

Mentre pensava a queste e altre cose, il silenzio della sala venne rotto da delle voci provenienti da oltre il ritratto, che infatti poco dopo si scostò di lato senza mancare di mugugnare qualcosa contro i ragazzi che contravvenivano alle regole della scuola, per lasciare passare tre Grifondoro.

Ron e Fred Weasley e Angelina Johnson fecero il loro ingresso nella Sala Comune. Hermione sussultò alla loro vista ed emise un verso strozzato, sperando che nessuno si fosse accorto di lei.

- Hermione, sei tu?- chiese la voce di Ron alle sue spalle.

Hermione sentì i passi dei ragazzi avvicinarsi, così decise di venire allo scoperto e sporse il viso oltre lo schienale della poltrona.

- Si, sono io... Devo essermi addormentata....- rispose lei, lanciando un occhio al libro che per fortuna era ancora per terra aperto, esattamente dove lei l'aveva lasciato. Guardò Ron che la fissava con aria interrogativa, e poi lo sguardo le cadde su Fred e Angelina che si tenevano teneramente per mano.

- Guarda, hai fatto cadere anche il tuo libro!- le disse Angelina, raccogliendo il libro e porgendoglielo.

- Si, grazie...- Hermione distolse gli occhi dalla coppia e rimase a fissare la copertina del libro che ora teneva tra le mani, sentendo un calore familiare avvicinarsi al suo viso per imporporarle le guance, e sapeva che il calore non era causato dal fuoco alle sue spalle.

- Ma che hai? Sei strana.- disse Ron, osservando la sua amica.

- Oh, piantala! Mi sono solo addormentata, va bene?- Ecco, era scattata di nuovo. Possibile che non fosse in grado di controllare la propria bocca? Eppure faceva parte anche lei del suo corpo, o no?!

Sia Fred che Angelina la guardarono, stupiti per l'uscita di un attimo prima.

- Va bene, scusa! Sei insopportabile in questi giorni, sai?!- le gridò di rimando Ron, voltandole le spalle e allontanandosi a grandi passi verso l'entrata al dormitorio maschile.

Fred la guardò un istante e lei si sentì avvampare di nuovo. Sapeva di non essere stata carina con Ron, anzi, di essere stata proprio sgarbata, ma ogni volta che Fred era nelle vicinanze lei non controllava più la propria bocca.

Fred distolse gli occhi e guardò Angelina dolcemente. La prese per mano e arrivarono all'imboccatura dei dormitori.

Hermione era ancora ferma, in piedi a testa bassa, provando a fare finta di nulla.

Fred avvicinò una mano al viso di Angelina, le accarezzò una guancia con il pollice e le si avvicinò per darle un bacio leggero sulle labbra. Lei chiuse gli occhi e si lasciò baciare. Pensò che Hermione la stava guardando e le pareva di aver visto una lacrima brillare all'angolo di un occhio, ma forse era solo uno scherzo dei riflessi del fuoco sul viso della ragazza.

- Buonanotte....- sussurrò Fred.

Hermione osservò la scena di sottecchi e non riuscì a trattenere una lacrima solitaria, che così velocemente come si era formata, altrettanto velocemente rotolò via sulla sua guancia. Assaporò per un attimo il sapore salato delle proprie lacrime, poi si passò il dorso della mano sulla guancia e si asciugò il viso. Ignorando la presenza degli altri due, corse su per le scale del suo dormitorio.



- Scusa per ieri, Ron.- Appena entrata nella Sala Comune per la colazione, Hermione si era diretta verso i suoi amici che erano già intenti a mangiare e aveva sussurrato le sue scuse a Ron. Questi si voltò incredulo a guardarla, la bocca piena di bacon e gli occhi sgranati.

E' così buffo!” pensò Hermione, senza trattenere un sorriso.

E' così carina quando si scusa e sorride!” pensò Ron, arrossendo.


Hermione aveva deciso che non valeva la pena rovinare una bella amicizia per un sentimento che nemmeno lei sapeva definire. Aveva visto l'oggetto dei suoi interminabili pensieri baciare un'altra ragazza e mai aveva visto un bacio più dolce e carico di affetto. Nessun ragazzo l'aveva mai baciata in modo così dolce, nessun ragazzo l'aveva mai proprio baciata e aveva provato una certa gelosia nei confronti di Angelina. Ma aveva anche capito che lei per Fred non sarebbe mai stata nient'altro che la migliore amica di suo fratello.

E avendo intuito ciò che Ron poteva provare nei suoi confronti, avendo visto con i propri occhi l'affetto che legava Fred e Angelina, aveva deciso che non sarebbe stata lei la causa della fine di un amicizia profonda e di un sentimento fraterno.


Sorrise a Ron, diede il buongiorno a Harry e cominciò a fare colazione.














  
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