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Autore: khristie    07/07/2012    0 recensioni
Clarissa Infinity Marshall, giornalista alle prime armi del The Globe Journal di Boston, viene inviata in Italia per un reportage/ missione per conto della CIA sul figlio di un grande boss della malavita organizzata internazionale. ma sarà solo una missione? beh seguite la storia e lo scoprirete
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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secondo capitolo: Devo partire!

Torno a casa a piedi, devo valutare bene la situazione. Dovrò passare i prossimi sei mesi in Italia come “ agente segreto” per studiare un tizio di cui non so neanche il nome che è rinchiuso, per giunta, in una specie di ospedale psichiatrico per alcolizzati e drogati. Allettante come prospettiva di vita, no? camminare per le strade di Boston è sempre bellissimo; tutti quei grattacieli e tutti quei negozi super moderni ti mettono davvero di buonumore. Poi all’improvviso mi ricordo che, dovendo stare per sei mesi in Italia, avrò bisogno di tutto il mio guardaroba e quindi le poche valigie che ho non bastano per niente.  Così mi dirigo verso un negozio di borse in cui vado molto spesso, forse troppo! È davvero spettacolare come negozio, è un outlet di borse e accessori delle marche più importanti dove trovi borse introvabili a prezzi davvero stracciati, l’ideale per me che spendo un casino di soldi al mese per il mio abbigliamento. In questo negozio lavora anche una mia cara amica, Samantah; ci conosciamo dai tempi del liceo e , benché non avessimo legato molto allora, siamo rimaste in contatto e ci sentiamo ogni tanto. Entro nel negozio e vengo investita dal buon odore di fresco che lascia, di tanto in tanto, la boccetta di profumo per ambienti sistemata sopra la porta. Subito noto Sam alle prese con una signora molto elegante mentre le fa vedere diversi portafogli. Mi avvicino per salutarla e per sciogliere quella signora dal dubbio. È china su due portafogli molto diversi tra loro, entrambi molto carini.

< hey Sam, come va? > la saluto avvicinandomi e sporgendo per vedere meglio il futuro acquisto di quella signora. Sam è un po infastidita, evidentemente quella signora ci sta mettendo un po’ più di tempo per decidersi, forse troppo.

< allora? Ha deciso quale prende? > le domanda Sam cercando di rimanere cordiale e professionale, in realtà si sta arrabbiando, non sopporta la petulanza, la conosco!  Decido di intromettermi definitivamente per sbloccare un po’ la situazione.

< posso vedere? > domando cordiale alla signora allungando la mano per vedere meglio da vicino il portafogli rosa con i fiori stampati e un fiocco sopra di Gucci. La signora me lo porge gentile mentre continua a stringere l’altro, blu elettrico con un teschio dorato sopra fatto di Swarovski, sembra di Alexander McQueen. La signora mi fissa, vuole un consiglio.
All’improvviso aggiunge  < è per mia nipote! > ok, particolare in più decisamente utile.

< quanti anni ha sua nipote? > ok, sono impicciona, ma la devo aiutare no? quindi meglio che si decisa a rispondermi.
< ha 17 anni> bene, una ragazza diciassettenne. La nonna è molto più propensa per il portafogli di Gucci, è evidente, ma non sempre le cose scontate sono le migliori.

< com’è sua nipote, signora? > sapere la sua personalità è assolutamente fondamentale per scegliere un oggetto così personale.
< è una ragazza tranquilla, studiosa, ama ballare, ha molti amici, è simpatica, dolce.. > ok, sviolinata in stile nonna che non aiuta affatto.

< com’è la sua cameretta? Che musica ascolta? > ho colto nel segno a quanto pare, perché la nonna fa una smorfia di disgusto e mi guarda facendo trapelare tutta la sua disapprovazione per i gusti musicali di sua nipote. Riso divertita di quell’espressione e prendo il portafogli blu.
< si fidi, questo è il più adatto! > la signora si è stranamente convinta al primo colpo, mi sarei aspettata di dover fare una piccola lotta per convincerla mentre, invece, devo essere stata abbastanza convincente. Dopo che la signora è andata alla cassa e ha pagato Sam mi si avvicina e mi abbraccia.

< ti devo un favore > mi fa sorridendo  < stava qui dalle otto appresso a quei due portafogli. Che ti serve? > sam è la solita, sa che non sono passata per un semplice saluto. Quando mi va di passare del tempo con lei, anche solo per salutarla al negozio, la chiamo sempre. Così mi guardo un po’ in giro in cerca di qualcosa che possa piacermi e che costi poco.
< devo partire, sei mesi in Italia! > spiego semplicemente, Sam capirà immediatamente, lo so!
< wow, buon viaggio!! Scommetto che ti serve un set di valigie vero? Conoscendoti ce ne vorranno almeno tre solo per scarpe e borse. Forse ho qualcosa che fa per te! > non mi lascia neanche il tempo di replicare. Avrei voluto dirle che non è vero che mi serviranno tante valige, ma già so che mentirei e quindi sto zitta e la aspetto mentre lei corre in magazzino a cercare qualcosa per me. Se ne esce dieci minuti dopo con una valigia enorme e davvero bella.

È di pelle, nera, con un motivo trapuntato e con il logo della Chanel stampato sul davanti in contrasto. È davvero bellissima ma non posso permettermi una  valigia della Chanel, ce ne vogliono minimo altre tre, e mi costeranno un occhio della testa, ci scommetto.  Samantah si sporge oltre il bancone e fa una piccola sfilata con quel trolley mostrandomi, in effetti, quanto è bello e capiente. Poi si ferma e, dopo aver aperto la zip, ne estrai da dentro altre due e un beauty case. Tutti uguali, in coordinato. Io strabuzzo gli occhi, mi ci vorrà tutto lo stipendio di questo mese per comprarle.

< se le sta bene signorine, le faccio un pacchetto e glielo spedisco a casa, dieci minuti e arriva pure > mi fa quella squinternata strizzando l’occhio.
< sam è bellissima ma non posso permettermela, non hai qualcosa di meno costoso? > le mi guarda e scuote la testa in segno di resa, lo so, con me non c’è mai niente da fare,ma cosa ho fatto stavolta?
< 
Riss( ecco un altro nomignolo del cavolo, ma perché non si decidono a darmene  UNO e basta? ) secondo te, dopo avermi liberato di quella vecchiaccia esasperante potrei mai rifilarti un pacco? > ok, mi sono persa completamente, che intende? Vedendo la mia faccia si decide a parlare come mangia, ovvero insalata e pomodorini! Ahahah lo so, cono una cretina, ma quello è il classico pranzo di Sam.

< questo set me lo ha portato una cliente qualche giorno fa. È davvero vecchio, avrà sei o sette anni e quella ragazza era stanca di tenerselo, così l’ha scambiato con un altro che avevo in negozio e mi ha chiesto come indennizzo solo centocinquanta dollari. Se ti va bene te lo lascio alla stessa cifra, in pratica è nuovissimo, ma all’interno ha una cucitura mezza sgualcita e non potrei comunque venderlo. Almeno non ci rimetto e tu ci guadagni una gran bella valigia, no? > la abbraccio di slancio, adoro quella ragazza, è un genio! Pago in contanti ed esco dal negozio trascinando il mega trolley che ho appena acquistato. Circa cinque minuti e sono già a casa.

Comincio immediatamente a preparare le valigie sistemando tutti i miei vestiti con cura e perizia.  Mi faccio una doccia e mi cambio scegliendo un paio di jeans scuri, una camicetta rossa e una magliettina sopra nera allacciata in vita stile baby doll. Metto da parte un paio di ballerine nera con un fiocco enorme sopra della Prada e una giacca rossa. Borsa e paraorecchi li riservo per ultimi, indecisa su cosa portare. Decido di avvisare Zac che avremo a pranzo anche i miei.

Tesoro, oggi alle due verranno i miei quindi cucino io,
ci vediamo dopo, ti amo stupido Xx.

Scendo al supermarket dietro l’angolo e compro tutto il necessario per cucinare. Saremo in sei presumo: io, Zac, Mamma, papà, Marcus e  Nicole. Per la gioia di mio padre ho deciso di cucinare pasta alla siciliana, quella con le melanzane e mozzarella.  Risalgo nel nostro appartamento e mi metto subito all’opera per preparare il sugo e friggere le melanzane. Per secondo ho optato per degli spiedini di carne ( Zac non lo ammetterebbe mai, ma ne va matto) e una bella insalata. Poi mi viene un’idea  superba e, sperando di non combinare nessun disastro, decido di fare anche il dolce. Così preparo un po’ di pan di spagna al cacao con il fondo biscottato, prendo una vaschetta di gelato alla vaniglia che ho in frizer e preparo una glassa di cioccolato al latte e noccioline, un dessert freddo e delizioso. Dopo aver preparato tutto decido di dedicarmi al mio beauty case e così svuoto il bagno afferrando trucchi, spazzole, creme, profumi, assorbenti e chi più ne ha più ne metta.  Prendo il cellulare per vedere l’ora e mi accorgo che Zac mi ha risposto al messaggio

“ Ok, mi fa piacere. Ma tutto ok? Come mai sei a casa di già?
Mica è successo qualcosa? Fammi sapere, cerco di tornare per  le 13 e 30.
Così posso aiutarti! Chissà che disastro hai combinato!!
Ti amo Finny, Zx.”

Ma che razza di malfidato! Io lo odio il mio fidanzato, fa sempre il saputello!! Però non voglio che tia in pensiero, sicuramente adesso penserà che è successo un cataclisma, visto che sono due mesi che non riesco a tornare per il pranzo. Beh, in realtà, qualcosa è successo, no? mi affretto a rispondergli…

“No, cretino, non è successo niente di grave. Ti spiego a casa.
E comunque io sono una brava cuoca, ho fatto anche il dessert.
Sappi che me la pagherai per queste insinuazioni.

:P ti odio Xx “

Ho pochissimo tempo per finire di prendere le mie cose, è già l’una passata e ho riempito già tutte le vecchie valigie, mi manca mezzo guardaroba e ho appena tre valigie! Ma non il tempo di fare niente che Zac è già di ritorno dal lavoro. Appena apro mi salta quasi addosso e fa per trascinarmi a letto. Profuma bi fresco, di buono, ha appena fatto la doccia e ha usato qual bagnoschiuma che mi fa impazzire. Mentre sta per sfilarmi la maglietta, pronto per lo spettacolo a luci rosse che solitamente mettiamo in scena, quando abbiamo tempo, mi ricordo di quello che gli devo dire e mi blocco. Zac non è stato il mio primo ragazzo, neanche il primo con cui ho fatto l’amore, ma solitamente sono molto timida e riservata ed è difficile abbattere il muro della mia timidezza. Cioè ne risulta che , benché io e lui stiamo insieme da quasi tre anni, io continuo a sentirmi tremendamente in imbarazzo nei momenti di intimità. A letto funzioniamo, si, ma non è un gran che come rapporto, il nostro. Zac nota subito il mio irrigidimento e si siede sul letto sistemandosi la maglia alla meno peggio, ormai è tutta sgualcita.

< che succede? > mi domanda curioso e un po’ seccato. Negli ultimi tempi la nostra vita sessuale è stata pressocchè inesistente, tralasciando le coccole che ci facciamo a letto la sera. Lo so che lo faccio ammattire, ma sono veramente troppo stressata per non crollare non appena il mio corpo tocca e avverte il calore del nostro letto. Decido di partire con la bella notizia, almeno per sondare il terreno. Tengo la testa bassa per difesa, Cristo! A volte sembra che ho sedici anni e non ventidue!!

< mi hanno affidato un servizio > esordisco con poca sicurezza. Ma la mia sicurezza è destinata a scemare a mano a mano che continuo la mia frase vedendo anche il modo in cui mi guarda. < è piuttosto prestigioso come incarico. Come paga mi hanno promesso la vice presidenza del journal > La sua faccia è lo specchio della mia dopo che il mio capo me lo aveva annunciato. < però, beh.. c’è un piccolo problema. Devo partire alle 18 e starò via per sei mesi. Beh, mi mandano in Italia! > le ultime parole le ho dette così velocemente e così a bassa voce che presumo non mi abbia sentito. Poi però mi ricordo che se non ha sentito dovrò ripetermi e allora spero davvero di essere stata chiara. Zac in questo momento è una statua di pietra, fermo, immobioe, mi fissa e non riesco a capire cosa gli passa per l’anticamera del cervello. Mi avvicino e lo scuoto leggermete, sembra risvegliarsi.

< eh, MA CHE CAZZO FINNY! > ok, lo sapevo, non l’avrebbe presa bene. Conoscendolo, Zac odia le relazioni a distanza e non credo che sopporterà di sapermi così lontana da lui. < potevi pure dire no, eh? Ma stiamo scherzando? Sei mesi? Ma che razza di servizio è mai questo? > non so cosa rispondergli, avrei voluto dire la verità, almeno a lui, ma decido di utilizzare la scusa che avevo in serbo per i miei genitori.

< è un reportage sui problemi dell’alcolismo e della droga nei principali centri di import ed export, e l’italia è uno di questi. Io sono l’unica che conosca l’italiano in redazione. È la mia grande occasione, Zac. Ti prego, scusami per quello che ti sto facendo passare ultimamente, ma è  davvero un periodo allucinante. > ok, è andata, non credo abbia altro da ridire, ma non me la farà passare liscia così facilmente.
< ok, Finny, scusami. Lo sai che non sopporto i rapporti a distanza, e per me sarà davvero dura, ma  mi ci abituerò. Andiamo di la che tra poco i tuoi saranno qui. > mii da un bacio sulla testa e si alza. Io adoro troppo il mio fidanzato. Cioè, mi ha capita anche questa volta, e io che pensavo di non essere fortunata.

Non faccio  in tempo a riscaldare il sugo che i miei sono già arrivati. Nicole mi corre incontro  e mi abbraccia forte, mia sorella è davvero un tesoro. Mamma quasi la manda via con uno spintone e prende il suo posto. Poi tocca a papà ed infine a Marcus. Pensandoci bene credo che sia meglio rivelarle il mio indirizzo per i prossimi sei mesi a pancia piena e cos’ comincio subito a portare le pietanze in tavola. Ma mia madre è troppo furba anche per me.

< ho visto che ha tutte le te cose in giro e delle valigie nella tua camera, hai intenzione di partire?> mi domanda con nonchalance, prevedendo che io le racconti di un ipotetico week end romantico con Zac.
< ah.. beh, in realtà, io… cioè.. l journal > ok, sto delirando, non riesco a spiegarmi e questa situazione mi imbarazza, non poco. Così mi aiutano Marcus e Zac. Marcus chiede a tutti se può portare via i piatti, visto che intanto abbiamo finito il primo e Zac chiede a papà se ha ancora intenzione di acquistare quella barca che aveva visto su un giornale per poter andare a pesca. Durante il secondo fortunatamente l’attenzione si sposta su mia sorella che sta andando a gonfie vele a scuola, tanto che i miei le hanno pagato un corso di recitazione. “ fantastico” penso “ mi servirebbe un corso di recitazione per non essere ammazzata lì in Italia” ma meglio tenere per me questa affermazione. Sfortunatamente, per me, la conversazione durante il dessert ritorna sul mio ipotetico viaggio.

< beh, scricciolo, non mi hai detto se devi partire prima! > mi ammonisce mia madre, sicura della mia risposta affermativa. Marcus interviene ancora, stavolta serio.
< wow, peste, hai cucinato benissimo e questo dolce è… sensazionale! Devi darmi la ricetta, altrimenti come farò sei mesi senza questa delizia? > cavolo, Marcus e le sue battutine del cavolo! Non la smetterà mai di rompere le scatole e farsi i fattacci suoi? Mia madre sgrana gli occhi come se il cataclisma più grosso al mondo le sia capitato sotto gli occhi.

< sei mesi? Ty cos’è questa storia? > è intervenuto mio padre stavolta. Almeno lui non ha sbottato come farà mia madre a breve.
< beh, è un servizio che devo fare per il journal, devo andare sei mesi in Italia per studiare i problemi di alcolismo e di droga. È una cosa grossa e come ricompensa sarò la vice direttrice del journal! > mio padre scatta in piedi per abbracciarmi e per congratularsi con me, anche Nicole , ma lei con un guizzo negli occhi. Sebbene sia più piccola di me, Nicole sa sempre quando mento. Mia madre è rimasta immobile, peggio di Zac. È un avvocato, ma a volte è così medievale! Poi vedo che la sua mano comincia a stringersi a pugno, ecco il segnale, la miccia sta finendo, mia madre sta per esplodere.

< MA TI SEI RINCRETINITA O COSA? Ci rendiamo conto? Tu, da sola, sei mesi, in italia,a fare un servizio che avresti potuto fare anche girato l’angolo? Mi hai presa per idiota? non se ne parla, tu da Boston non ti nuovi! >

Mi ci sono volute due intere ore per convincere mia madre che in fondo è una grossa opportunità che non posso farmi scappare, ma lei si è comunque rifiutata di accompagnarmi all’aeroporto per prendere il mio volo. Il mio alloggio sarà la stessa casa di cura, o come cavolo si chiama. Sarà davvero dura per me in questi sei mesi, ma cosa posso farci? L’aereo parte alle 18 e quindi mi sbrigo a prepararmi cercando di non dimenticare assolutamente niente. Mi hanno riferito che all’aeroporto ci sarà un ragazzo ad aspettarmi che mi accompagnerà nella mia nuova “ casa”. Da lì dovrò andare nella caserma più vicina per registrarmi come agente, dicendo a tutti che ho bisogno del permesso di soggiorno anche se, fin da piccola, i miei mi hanno fatto ottenere la doppia cittadinanza, americana e italiano, per cui, non ho problemi di questo genere.


angolo dell'autrice:
salve ragazzuole, come va? cosa ne pensate di questa mia nuova storia?
sinceramente a me piace molto e dal prossimo capitolo ci allontaneremo definitivamente da Boston 
alla volta dell' Italiaaaaa!! spero davvero che vi piaccia questo mio vuovo capitolo.
è un po strano, il tutto, vero? cioè Clarissa non sa assolutamente niente di quelloche deve fare
eppure ha accettato, è stata un po' troppo avventata? forse,
seguitemi e lo scoprirete!
un bacio, Khristie <3

  
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