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Autore: Lyra Lancaster    07/07/2012    2 recensioni
Questa è la prima fanfiction che scrivo su EFP.
Parla di un personaggio inventato da me, Artemis Alberti, ipotetica figlia del Gonfaloniere, che viene a conoscenza della guerra tra Templari ed Assassini in parallelo ad Ezio.
Questo è il primo capitolo rivisto. Avevo commesso un imperdonabile errore storico e mi scuso con tutti voi. Buon proseguimento di lettura.
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ezio Auditore, Leonardo da Vinci , Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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del doman non c'è certezza 10

- Capitolo 10 -

Quantum Fortuna Possit

In aperta campagna, con una strada tutta dritta, piena di neve e ghiaccio, era molto difficile seminare un avversario che era oggettivamente più bravo di lei a cavallo.
Quindi Artemis decise di sfidare Ezio in campo aperto. Anche se l'obbiettivo che aveva in mente non era ucciderlo. Così rallentò il passo e smontò da cavallo, ed Ezio fece lo stesso.
"Vi porgo i miei ossequi, madonna de' Pazzi. Avete deciso di farla finita una volta per tutte?" Sorrise lui sarcasticamente da sotto il cappuccio.
"Non proprio. In realtà voglio far finire la vostra vita." Anche se non ci sperava nemmeno.
"Abbiamo in mente lo stesso scopo, allora, mia signora." Estrasse la spada e si avvicinò ad Artemis, che scelse la spada pesante, anche se la sua corporatura esile gliene faticava il maneggiamento e la neve scricchiolava pericolosamente sotto i suoi piedi.
"Prima le signore". Ezio fece un mezzo inchino, attendendo che fosse Artemis a fare la prima mossa.
Lei iniziò a girargli attorno, per studiare i suoi punti deboli e i suoi punti di forza, anche se non era una spadaccina esperta e le risultava difficoltoso; sicuramente Ezio aveva più esperienza di lei nel campo.
Così attaccò, mirando al polso e lui parò, per contrattaccare.
Il duello ebbe inizio: Artemis si muoveva il più possibile per schivare e colpire, lui faceva pochi passi, parava e contrattaccava.
Poi iniziò a nevicare, a duello già avviato, e la fanciulla non era ancora riuscita nel suo intento.
Stava imprecando per questo, quando venne ferita al fianco sinistro.
"AAHHHRRGHH" Aveva urlato e, per la sorpresa, aveva fatto cadere la spada, prima di crollare rovinosamente sulle ginocchia per il dolore. Poteva benissimo essere la sua fine, ad Ezio sarebbe bastato avvicinarsi e tagliarle la gola, ma non lo fece. Con sorpresa di Artemis la battè sul tempo e recidette i tendini del cavallo di lei, che si accasciò al suolo come la padrona.
Tuttavia questa non perse tempo e colse l'attimo: mentre il suo avversario era lontano, con uno scatto volò verso il cavallo usato da Ezio e vi montò sopra, per poi riprendere a cavalcare.
Sicuramente lui c'era rimasto malissimo, ma la giovane evitò di voltarsi e conservò le forze per la lunga cavalcata verso chissà dove.
Siamo di nuovo in marcia, Artemis... senza una meta, senza una casa e forse senza la milza.
Cavalcò in direzione nord per tutto il pomeriggio, lasciando che fosse il cavallo a scegliere la direzione da prendere. Principalmente perchè, man mano che il tempo scorreva, il fianco doleva sempre di più e le forze venivano sempre meno.
Giunse però il momento di decidere, mentre la neve cadeva copiosa ma gentile, senza vento, ad un bivio. Poteva virare verso Venezia o continuare verso nord, in direzione di Milano.
Non seppe neppure lei perchè scelse Milano, tanto la strada da percorrere era lunga, innevata e montagnosa per entrambe le direzioni, quindi non c'era differenza. L'importante era trovare un rifugio prima che avesse fatto buio e, soprattutto, che le si fosse incancrenita la ferita. Già era stanca ed affamata e chissà quanto sangue avevano bevuto i quattro strati di abiti pesanti che indossava.
Continuò la marcia, rischiando di svenire un paio di volte per il dolore, la fame e la stanchezza. Sperava solo che se avesse chiuso gli occhi , poi di riaprirli in questo mondo, altrimenti quella corsa folle sartebbe stata inutile.
A causa del maltempo la sera giunse in fretta, silenziosamente, tra i fiocchi candidi che si ammonticchiavano sulle Alpi Apuane e, per fortuna, Artemis trovò un rifugio.
Andò nelle stalle per lasciare il cavallo e provò a smontare, ma cadde rovinosamente sul suolo coperto da paglia asciutta e fece appena in tempo ad udire la voce di un uomo - lo stalliere? - che chiedeva aiuto, prima di perdere i sensi completamente.
Aveva le vertigini ed era come volare: d'un tratto si sentì leggerissima e davvero non le importava più nulla.
Leonardo... non avrebbe più rivisto il suo sorriso impacciato?
Forse avrebbe trovato presto la pace che ormai le era negata da circa quattro anni.
Già ... aveva quattro anni quando aveva litigato per la prima volta con Ezio.
Non si ricordava neanche il motivo, forse perchè era troppo stupido.



Beh... è una triste fine per la povera Artemis, giusto? La vita è una continua corsa verso una meta che nemmeno noi conosciamo e contro nemici che sono più grandi ed invincibili di noi.
Venire sopraffatti è necessario .
Siamo piccoli rispetto all'Universo che ci circonda.
Beh. Se l'uomo ci mette forza di volontà, però, è capace di superare le difficoltà. E' capace di andare oltre il semplice andare avanti per sopravvivenza.
E così Artemis, di certo, non si lascerà soffocare. Non così.
Al prossimo capitolo ;) 




  
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