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Autore: Silvia Roberta    08/07/2012    4 recensioni
"Ingegno. È questo che serve per fare un colpo. Se non si ha ingegno non si arriva da nessuna parte. La prima cosa che devi imparare è che bisogna sempre sorprendere la gente. La gente sono gli spettatori. Gli spettatori sono le vittime. Non c’è nulla di meglio che vedere le loro facce sbalordite, confuse e terrorizzate. Panico. È questa la vera essenza. Questo è quello che ci fa davvero divertire…"
Genere: Mistero, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Batman aka Bruce Wayne, Harley Quinn aka Harleen Quinzel, Joker aka Jack Napier, Nuovo personaggio, Spaventapasseri aka Jonathan Crane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Un profumo dolciastro avvolge la stanza. Un profumo di vaniglia e spezie. Harley cerca di riempirsene i polmoni. Adora quella fragranza. Ha sempre amato il profumo di Jonathan Crane.
La sorpresa gli ha fatto tornare alla mente tantissimi ricordi che le fanno battere forte il cuore. Ma non come batte per il suo Mr.J. Non è ancora riuscita a spiegarsi il perché, sa solo che è un diverso tipo di amore.
Questa situazione le fa ripensare ha un vecchio film di mafia: quando i criminale si riuniscono, tutti con le braccia conserte, lo sguardo teso e nell’aria quell’odore forte di nicotina. Fuma la biondina. Anche molto. Non si direbbe con quel musetto da angioletto…
" Oh…scusami Harly, non ti ho ancora presentato la mia nuova assistente. È un ottimo braccio destro, ed è laureata in chimica…beh capisci, no? " Ora Harley può dirsi decisamente irritata. Quella frase era assolutamente fuori luogo. Non solo non ha alzato neppure un sopracciglio quando la vista vestita come una mezza matta, ma gli ha perfino  presentato tranquillamente la sua… donnaccia. Per prima cosa: non me ne frega nulla della tua 'assistente' e nemmeno che si sia laureata in chimica…secondo: Harly?..
Che stia recitando? Che avesse fatto tutta quella scena per farla ingelosire? No. Non è da Jonathan. Eppure come può essere così calmo e rilassato dopo averla vista conciata in quel modo? Ma il volto di Crane è incredibilmente privo di alcun stupore e sembra che l’ abito dell’ arlecchina abbia attirato di più l’attenzione della sua aiutante.
" Assai curioso…il tuo costume. Davvero interessante l’accostamento del nero con il rosso…" Le indica con la sigaretta la donna, e la sua voce calda rimbomba in quella stanza così piccola.
Lo ha fatto ancora! mi vuole mettere in imbarazzo! Ma non ci riuscirà! non ci riuscirà…
"Sono Emily Friitawa. Piacere di averti conosciuta…" Sorride, e quel sorriso agli occhi di Harley pare una provocazione. Un alone di fumo la investe facendola stizzire ancora di più.
" Potremmo saltare le presentazione e andare subito al dunque?!" interrompe Joker intromettendosi nella conversazione. Le rincuora pensare che almeno il Mr.J le dia appoggio. Qualche volta.
Jonathan gli fa un cenno con la testa e lo invita a sedersi su una delle poltrone al centro della stanza. Joker gli manda un occhiata perplessa, ma lo lascia fare. Non risponde e si scaglia letteralmente su una di esse.
" Vieni Harley. Fai come se fossi a casa tua." Crane le protende una mano. Lei lo ignora e si accomoda accanto a Mr.J.
 
" Mi pare che ne avessimo già parlato, clown…" Protesta Jonathan mentre si siede anch’esso su una sedia di fronte  a loro.
" Ma io credo che questa volta mi risponderai in tutt’altro modo. Dopo tutto non ti è andata molto bene con il caro, vecchio Batman" Risponde con fermezza Joker passandosi una mano tra i capelli verdi.
" Non diversamente da come è andata a te"
Oh mio Dio! Questo Jhonny non avresti dovuto dirlo…
Harley volta velocemente lo sguardo verso Mr.J aspettandosi chissà quale reazione. Invece lui abbozza un sorriso di scherno e incomincia a giocherellare con le piume che fuoriescono dall’attempata poltrona.
Vorrebbe tanto capire di che stiano parlando. Dopotutto, perchè non dovrebbe saperlo?
Emily alza lo sguardo al soffitto con l’espressione di chi la sa lunga. Poi si avvicina a Crane, gli bisbiglia qualcosa all’orecchio e senza curarsi degli ospiti si allontana dalla stanza.
" Senti, Joker, lasciami rifletterci ancora un po’ su. Poi ti darò il mio responso. Che cosa ne dici? Affare fatto?" conclude deciso Spaventapasseri.
"A quanto pare non ancora fatto del tutto. Comunque non ho altra scelta." Risponde senza alcuna intenzione di smettere di gingillarsi con il piumino.
"Va bene, ora basta. Si può sapere di che cosa state parlando?!" Improvvisamente Harley sente come una morsa allo stomaco. Vorrebbe rimangiarsi tutto e tornare invisibile. Ma ormai il danno è fatto…
La risata è forte e dissestata. Rintrona sulle pareti e nelle orecchie dell’arlecchina facendola impallidire. Nessun contegno, nessuna logica. Lei si sente sempre più umiliata, più avvilita. Ogni sua speranza, ogni suo sogno si frantuma dentro di lei lasciando solo  il vuoto. Perchè Mr.J? Perché mi fai questo…a me, che ti ho donato la mia vita…
Poi quelle urla confuse e stonate cominciano a cessare.  Il respiro di Joker torna regolare e distinto.
Jonathan abbassa lo sguardo. Pietà. Nient’ altro che compassione provi per me…     
Ormai quel poco orgoglio a cui Harley si aggrappava si è dissolto. Lentamente si alza. Ora l’unica cosa che vuole è andare via di li.
"Harley, aspetta" La voce altisonante di Crane alle sue spalle non la rincuora. Anzi la fa sembrare ancora più ridicola di quanto lo sia già.
La mano calda di Jonathan le accarezza dolcemente una spalla. Qualche tempo fa non sarebbe riuscita a resistergli. Questo è il suo modo per supplicarla di rimanere?
"Mi dispiace…io-"
È questione di pochi secondi. Joker afferra con una mano il braccio Jonathan scaraventandolo contro la parete e con l’altra gli abbranca il collo.
"Mio Dio! Fermati! Così lo ammazzi! Fermati Joker!" lei si ritrova aggrappata a Mr.J cercando di fargli allentare la presa. Cominciano a sentirsi i rantoli di Jonathan per la mancanza d’aria. Il suo corpo si divincola cercando inutilmente una via di salvezza.
"Che diavolo credevi di fare?! Lei è mia! Solo mia! Tu inutile, schifoso…" Il ruggito di Joker. Era dai tempi di Arhkam che non lo sentiva gridare così. Lei lo sa cosa si prova. L’ha sperimentato sulla sua pelle. Non si scorderà mai quel momento.                                                   
                                                                                                                                                                                                                             In bilico tra la vita e la morte. 
  
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