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Autore: Shinkocchi_    08/07/2012    2 recensioni
Erano bastate solo tre parole a sconvolgerle la vita.
Tre parole che l’avevano spaventata, l’avevano fatta scappare da tutto e tutti…
…soprattutto da lui, che le aveva pronunciate…
Ed ora che anche lei, finalmente, ne conosceva il significato, non gliele avrebbe potute dire.
Perché sarebbe stato egoistico in quella situazione.
Eppure nonostante ciò, proprio come una stupida, ogni tanto ci sperava ancora...
Genere: Commedia, Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'When prince’s sister comes back…'
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Il cielo può aspettare
First love, final love

 
Quella mattina il sole splendeva, inondando di luce ogni singolo angolo di Tokyo.
E proprio quei raggi, assieme al cinguettio degli uccelli, entravano attraverso le tende delle finestre di casa Kirihara.
Akaya se ne stava in piedi, davanti all’armadio di camera sua.
Ormai, era in quella posizione da una decina di minuti circa e non pareva dare alcuna impressione di volersi muovere.
Aveva le braccia conserte lungo i fianchi e la testa abbassata, con lo sguardo rivolto ad una foto caduta a terra, proprio davanti a lui.
Una fotografia che gli era particolarmente familiare…
Ritraeva due ragazzi la sera della Vigilia di Natale. C’era un grande abete decorato a festa alle loro spalle ed entrambi sorridevano o per meglio dire, facevano delle assurde linguacce, mentre lei teneva la testa appoggiata alla spalla di lui, che a sua volta le cingeva la sua con il braccio.
Sorrise nostalgicamente, lasciandosi sfuggire una leggera risata.
Quanto tempo era passato da allora…
Tuttavia, non avrebbe saputo dirlo precisamente nemmeno lui.
Erano trascorsi solo tre anni, eppure sembravano un’eternità
Erano trascorsi già tre anni, eppure non erano nulla…
Un eternità o nulla?
Se l’era chiesto ogni volta che aveva pensato a lei.
La sua Sekai.
Si chinò per raccogliere la foto e rimettere a posto gli oggetti caduti, quando il campanello suonò.
Scese al piano di sotto, sbadigliando e strofinandosi i capelli.
-Si può sapere chi è a quest’ora del mattino?- borbottò fra sé e sé, dirigendosi verso l’ingresso.
Non appena aprì la porta, trovò davanti a sé una donna dai capelli neri, lisci, e gli occhi verdi.
Restò impietrito a guardarla, senza dire, né fare nulla, mentre lei gli sorrideva dolcemente, nonostante sul suo viso fossero visibili i segni della stanchezza –ciao Akaya- disse gentilmente, strappandoti un sussulto.
Lui spalancò un poco gli occhi e la bocca, sentendo il cuore fermarsi.
-Mamma…?-
 
-Mamma mia, che noia!- Ryoga, seduto al tavolo della cucina, sospirò, poggiando il viso ai palmi delle mani –oggi non mi viene in mente assolutamente nulla di decente da fare!-
-Possibile che tu non sappia fare altro che lamentarti? Sei seccante, fratello!-
-Chiudi il becco, Ochibi! Lo stesso discorso potrei fartelo io!-
-Ma tu sei più seccante di me!-
-Oh, no! credo proprio che tu ti stia sbagliando!-
I due si guardarono in cagnesco, per poi rivolgersi alla sorella, appoggiata al lavello –Sekai! Ho ragione io, vero?- domandarono all’unisono.
Lei alzò lentamente gli occhi da terra –eh?- chiese cadendo dalle nuvole.
-Chi è fra noi due ad essere più seccante?-
-Ah! Ma che razza di domande sono queste?- sospirò rassegnata, accendendo la televisione -siete davvero infantili!-
I fratelli rimasero impietriti, per poi scambiarsi un’occhiata eloquente: normalmente, Sekai non avrebbe perso l’occasione per screditarli o fare qualche battuta sarcastica su di loro, prendendoli in giro…
Invece, negli ultimi tempi, aveva la testa completamente persa chissà dove.
Era sempre tranquilla, seria, non si arrabbiava mai e, cosa ancor più inquietante, era…gentile.
La roccia che l’aveva colpita alla testa ad Odaiba doveva essere più grande del previsto.
O forse, ad averla colpita davvero non era la roccia, quanto il terremoto in sé?
Sospirarono, osservandola.
Eppure, nonostante questo, ogni tanto sembrava quasi…
-Le autorità locali hanno rassicurato la popolazione riguardo ai danni creati dal sisma di magnitudo 6.7 che ha colpito il centro di Kanto lo scorso 18 luglio. Fortunatamente, infatti, pare non vi siano stati né morti, né dispersi e persino il numero dei feriti è stato relativamente basso.
Anche il caldo soffocante degli ultimi tempi ha finalmente cessato di abbattersi sul Giappone ed il lavoro di ricostruzione e ripristino degli edifici nelle zone colpite è già iniziato.
Vi terremo informati su eventuali sviluppi-
-Sono già passati dieci giorni…- disse la ragazza assorta –a me sembra che sia successo solo ieri…-
I fratelli la guardarono in silenzio, leggermente preoccupati –tutto ok, Chibichan?-
-Si- annuì –solo…non è così facile…-
Quando li aveva raccontato di cosa era successo ad Odaiba, aveva pensato bene di tralasciare il fatto di essere rimasta bloccata per il crollo, dato che non voleva farli preoccupare inutilmente, ma non aveva detto loro neanche del fatto che Akaya era rimasto intrappolato con lei…in fondo, non ce n’era motivo…
-Sai, ho letto che stasera ci sarà una pioggia di meteore- cercò di cambiare argomento Ryoga –la andrai a vedere?-
-Certamente- sorrise –ne avevo già sentito parlare e…non posso certo perdere l’evento! Quindi, stasera non aspettatemi, perché tornerò piuttosto tardi e…-
-Durante il terremoto- le chiese ad un tratto Ryoma, serio, interrompendola -hai avuto paura di morire?-
Lei lo fissò un momento, senza sapere cosa rispondere, poi, spostò lo sguardo sulla televisione e decise di dire la verità, per quanto amara fosse.
Già. Nonostante questo, ogni tanto sembrava quasi triste.
-Si-
 
-Sei un idiota, Niou!- il Tensai della Rikkai sbattè con forza il suo zaino contro la testa del compagno.
-Ehi! Il mio era solo uno scherzo! Non dicevo sul serio!-
-Allora impara a fare scherzi un po’ più intelligenti la prossima volta!-
Akaya, allibito, li seguiva da dietro a debita distanza, cercando di ignorarli, mentre il suo bunchou rideva –e pensare che sono io il più piccolo…- disse fra sé e sé –sono davvero imbarazzanti!-
-Ohi, Bakaya!- lo richiamarono –muoviti, altrimenti scatta il rosso!-
Il giovane attraversò velocemente la strada, raggiungendoli.
-Allora, si può sapere dove stiamo andando?- domandarono.
-Da nessuna parte di preciso…diciamo che la nostra è solo una passeggiata…- rispose.
-Eppure, la cosa non mi convince…tu nascondi qualcosa, ne, moccioso?-
Kirihara distolse lo sguardo da quello di Niou, sentendosi in soggezione.
La verità era che qualsiasi scusa era buona per stare lontano da casa in quel momento…
Non perché ce l’avesse con sua madre…o almeno, non così tanto da volerla evitare…
Tuttavia, se ne era andata, facendo perdere ogni sua notizia per tre anni e mezzo circa…lei non poteva certo pretendere di far tornare subito tutto come prima!
-È forse tanto strano che qualcuno chieda ai suoi amici di uscire solo per il puro piacere di passare del tempo assieme?-
-Beh…no, però…- i tre si guardarono, interdetti.
Ultimamente, il ragazzo si comportava in maniera diversa dal solito.
E questo, da quando il terremoto aveva colpito Tokyo.
Non che fosse particolarmente cambiato, ma…il suo comportamento riusciva a metterli a disagio.
-Perché allora non andiamo a vedere un bel film al cinema?- chiese Yukimura.
-Si! Così potremmo cenare fuori, che ne dici?- continuò Masaharu.
-Spiacente, ma stasera ho un appuntamento con An!-
Marui si bloccò di colpo -quindi con posso trattenermi, mi disp…ehi, sempai, tutto bene?- chiese il ragazzo a Bunta, notando che non si muoveva.
-…ci hai presi forse per stupidi?- sibilò, guardandolo diritto negli occhi.
-E-eh? Di cosa…-
-Marui, smettila…-
-No, Niou! Mura-bunchou! Ora basta! È da troppo tempo che va avanti questa situazione! Anche a costo di farmi conciare per le feste da Sanada, non ho intenzione di stare zitto!-
I tre lo fissarono interdetti –perché non vuoi deciderti ad aprire gli occhi?!-
-Di che diavolo stai parlando? Si può sapere?-
-Ovvio! Di Sekai!-
Kirihara sussultò, ammutolendosi -…la cosa non ti riguarda, Marui sempai…-
Prima che avesse il tempo di finire la frase, il giovane lo bloccò –noi siamo tuoi amici! Ci preoccupiamo per te! Le cose non potranno andare avanti così all’infinito…non potrai continuare a negare l’evidenza per sempre…questa situazione non porterà altro che dolore…a tutti e tre!-
Lui abbassò lo sguardo –tu la ami, accidenti!-
-CREDI FORSE CHE NON NE SIA CONSAPEVOLE?!- sbottò il giovane afferrando a sua volta il compagno –che io non sappia cosa significa tutto quello che sento ogni volta che la vedo?!-
-Ed allora perché continui a negare l’evidenza?-
-Perché non è così semplice!- esclamò gettando a terra Bunta.
Il ragazzo dai capelli rossi si tirò su di scatto –invece lo è!- gridò tirandogli un pugno –basta che tu le dica che la ami!-
Il moro si rialzò lentamente, asciugandosi un rivolo di sangue che scendeva dalla bocca –io l’ho già detto…- disse amaramente facendolo sussultare –e lei, in tutta risposta, è partita per l’America-
I suoi compagni lo guardarono, senza sapere cosa dire –dai! Non vuoi prendermi in giro ora, sempai? Ho fatto l’ennesima figura patetica, eh?-
-La figura patetica la stai facendo ora, Akaya!- disse afferrandolo per il colletto -continui a compatirti come un idiota, senza affrontare davvero la situazione!-
-E cosa pensi che dovrei fare, eh?!-
-Ridiglielo, diamine!-
Kirihara sussultò e Niou e Yukimura sospirarono –Marui…credo che possa bastare-
Bunta lasciò il kouhai, passandosi una mano in volto.
-Scusate…ho esagerato- disse piano –prometto che la cosa non accadrà più-
-Bene…- i due tirarono un sospiro di sollievo, mentre il loro kouhai si rialzò in piedi, stizzito, voltandoli le spalle ed affrettando il passo.
-Akaya…- sussurrò Yukimura osservandolo allontanarsi –sei stato troppo duro con lui- continuò, rivolgendosi all’amico.
-Ti sbagli- rispose Marui, alzando gli occhi al cielo –come ogni buon sempai, mi sono semplicemente preoccupato di far ragionare quello stupido, niente di più-
 
-Mi dispiace davvero un sacco, sai?-
-Mh?- Kotoha guardò l’amica perplessa –per cosa?-
-Per l’appuntamento con Kenya…il terremoto ve l’ha rovinato…-
-Non preoccuparti!- sorrise –l’importante è che nessuno si sia fatto male! Dopo l’accaduto, ho avuto una gran paura per voi-
-Già, anch’io- intervenne Tomoka –ho provato a contattarvi, ma la linea telefonica era saltata!-
Sekai, seduta sui sedili, si girò verso il finestrino del treno, osservando il paesaggio, dato che guardare lo scompartimento così vuoto, le metteva una certa tristezza addosso.
Eppure, solitamente lei non amava i luoghi troppo affollati…
-Io invece ero a Shinjuku con Sakuno ed An…è stato davvero terribile! E tu Sekai? Ryoma mi ha detto che eri ad Odaiba!-
-Già…-
-Ed eri sola?-
L’echizen sussultò –perché questa domanda?-
-Perché tuo fratello mi ha detto anche questo…- rispose abbassando lo sguardo –mentre, da quanto afferma Kotoha, lei ti aveva lasciata in compagnia di Kirihara-san…-
-…non capisco questo che c’entri…-
L’Osakada si alzò di colpo, posizionandosi di fronte a lei –a chi pensi di darla a bere, eh? Pensi forse che noi non ci siamo accorte del fatto che tu sia innamorata di lui?-
-Nani?- Sekai sbarrò gli occhi, non sapendo cosa rispondere.
-È la verità o no?- gridò Tomoka, mentre Kotoha guardava la scena, seduta.
La ragazza annuì piano.
-Perché non fai nulla allora?-
-Non posso…non posso mettermi in mezzo ad Akaya ed An…non sarebbe giusto! In fondo sono io che me ne sono andata!-
-QUESTE SONO SOLO SCUSE!- gridò sbattendo un pugno sul finestrino, a lato della sua testa –la verità è che tu sei una grandissima codarda!-
-…smettila…-
-Ti nascondi dietro a tutte queste storie, perché non hai il coraggio di andare a dirglielo!-
-Non è vero! Non è vero!- scosse con forza la testa.
-Invece è proprio così! Lo sai perfettamente anche tu! Cos’è che ti frena? Orgoglio, o forse…paura? Di cos’è che hai paura, Sekai?- domandò afferrandola per le spalle e scotendola con forza.
-Lasciami!- urlò lei sentendo le lacrime salirle agli occhi.
-Se non fai qualcosa, lo rimpiangerai per sempre! Io ti invidio! Perché al contrario di te, il ragazzo che amavo non mi ha mai corrisposto!-
La giovine, tremante, si bloccò –però…perlomeno io sono riuscita a far capire i miei sentimenti a Ryoma, quindi non ho alcun rimpianto!- disse guardandola negli occhi –perciò smettila di scappare!-
Sekai sussultò, rimanendo attonita, mentre il treno si fermava alla stazione.
Dopo essersi liberata, si fiondò a tutta velocità fuori dal mezzo, mentre Tomoka cercava inutilmente di richiamarla.
-Lasciala stare- disse Kotoha prima che la ragazzina avesse il tempo di seguirla –quello che potevate, tu e Marui-kun l’avete fatto…ora dipende tutto da loro-
 
Era come distante, assorto, cullato dal quel lieve dondolio dell’autobus.
Appoggiato con il viso al finestrino del mezzo e con lo sguardo rivolto all’esterno.
Non riusciva a togliersi dalla mente le parole del suo sempai, quasi continuassero a torturarlo, ronzandogli a ripetizione in testa.
Tu la ami, accidenti!
Perché doveva mettere il dito nella piaga!
Faceva già abbastanza male!
Le cose non potranno andare avanti così all’infinito…non potrai continuare a negare l’evidenza per sempre…questa situazione non porterà altro che dolore…a tutti e tre!
Eppure, lui stava provando con tutti i mezzi a non far soffrire An!
Già, An…
 
Chiuse la porta dell’osservatorio dietro di sé, sbattendola.
Salì velocemente al piano superiore, gettandosi sul suo adorato divano.
Perché Tomoka si era comportata così?!
Perché le aveva detto quelle cose?!
Cattiva! Cattiva! Cattiva!
Affondò la testa nel cuscino, gridando, cercando di scaricare tutte quelle sensazione negative che l’attanagliavano.
Dopo un paio di minuti, che le parvero un’eternità, tirò su lentamente il capo, con fare demoralizzato, per poi dirigersi verso la scrivania.
Prese dallo scaffale un libro, sfogliandolo, fino a quando non si fermò, prendendo in mano una foto –la nostra gara di linguacce a Natale…- disse fra sé e sé, sorridendo nostalgicamente –che stupidi eravamo…- rise sommessamente –o forse…lo siamo più adesso che allora?-
Strinse con forza la fotografia al petto, mordendosi il labbro.
Di cos’è che hai paura, Sekai?
-Già…di cosa? Non lo so nemmeno io…-
Era da così tanto tempo che non vedeva quella foto.
Forse, nascondendola per tre anni aveva sperato di nascondere anche i suoi sentimenti…
Che ragionamento stupido…
Rigirò la fotografia tra le mani, notando ad un tratto una piccola scritta sul retro.
-Ma cosa…?-
Era una calligrafia un po’ disordinata e confusa, che le era alquanto familiare.
“Cara Sempai,
passare questo Natale insieme a te ed alla tua famiglia è stato davvero fantastico!
In casa Echizen c’è un calore davvero particolare, che è riuscito a scaldarmi il cuore e non posso fare ameno di ringraziarti per essermi stata vicina nonostante tutto!
Sono davvero felice di aver incontrato una persona come te, perché so che mi accetterai qualsiasi decisione io prenderò!
Acchan.”
La ragazza sussultò –ma quando…?-
Come aveva fatto a non accorgersi mai di quella scritta?
Sentì il battito cardiaco aumentare a dismisura nel petto, mentre il respiro diventava irregolare.
Il suo Akaya…il suo Acchan…
Lui si era sempre preso cura di lei, l’aveva difesa, protetta, l’aveva rassicurata, l’aveva fatta ridere e l’aveva vista piangere…
C’era sempre stato!
Lei, invece, come una vera idiota aveva avuto troppa paura per farlo.
Paura di sé, perché allora non era riuscita a capire ciò che realmente provava, né il motivo per cui fuggiva…
Io ti amo, Sekai Echizen.
Mollò il libro, scendendo di corsa le scale e gettandosi fuori dall’osservatorio, sulla stradina: non poteva lasciare che finisse così un’altra volta!
…tu cosa provi per me?
Dopo tre anni, finalmente sapeva quale risposta dare a quella domanda.
Prese fiato, gridando sotto il cielo ormai imbrunito di Tokyo con tutta l’aria che aveva nei polmoni –IO AMO AKAYA KIRIHARA!-
Si fermò, ansante, sulla piazzetta presso la fermata della funicolare, cercando il mezzo.
-Accidenti, è già partito…- disse fra sé e sé, appoggiandosi con i palmi alle ginocchia.
Ora avrebbe dovuto scendere giù dalla collina a piedi, oppure aspettare la funicolare successiva.
Si diede delle pacche sulla guance, come per svegliarsi, per poi riprendere a correre: non sarebbe stato certo una cosa del genere a fermarla.
Aveva aspettato già tre anni…non avrebbe atteso neanche un momento in più!
 
-An! Scusa il ritardo, ma in centro era tutto bloccato!-
La ragazza sorrise, avvicinandosi –non ti preoccupare-
Il giovane notò che aveva un’espressione diversa dal solito –tutto bene?- domandò preoccupato.
Lei annuì –si, tranquillo- disse con un tono che sapeva tanto di bugia.
-B-beh, allora…possiamo andare?-
-Aspetta- lo bloccò prima che si avviasse –se ho anticipato il nostro appuntamento…è perché c’è una cosa di cui vorrei parlarti…-
-Di che si tratta?-
Lei prese un lungo respiro -vorrei che noi ci lasciassimo-
Kirihara rimase impietrito, immobile, senza sapere cosa rispondere –cosa? Tu vuoi…perché?-
La giovane Tachibana abbassò lo sguardo –ho forse fatto qualcosa di sbagliato?-
-No, Akaya…almeno, non intenzionalmente, ma…semplicemente mi sono resa conto che non sono io la persona che vorresti davvero avere accanto-
-…-
-Per questo, nessuno di noi due potrebbe essere davvero felice a questo modo-
-Ma io sono qui con te, quindi…questo vorrà pur dire qualcosa!-
Lei scosse la testa –il tuo corpo è qui, però…il tuo cuore no…-
-…An, io…-
-Ti prego…dimmi che la ami, guardandomi negli occhi-
-Cosa?-
-Se sentirò quelle parole uscire dalle tue labbra una volta per tutte, per quanto potrà essere doloroso, poi potrò finalmente metterci una pietra sopra! Potrò andare avanti!-
-Io…- abbassò lo sguardo.
-Per favore, Akaya-
-Io amo Sekai Echizen!-
La ragazza trattenne per un istante il respiro, cercando di ignorare le fitte al petto –bene!- cercò di sorridere, specchiandosi nei suoi occhi –adesso va decisamente meglio!-
-An…-
-Vai da lei-
-C-cosa? Ma io…-
-Vai!- sorrise con dolcezza –non farmelo ripetere altre volte!-
Lui l’abbracciò con forza –grazie An! Ti voglio bene!-
-Anche io, Akaya…- rispose contraccambiando l’abbraccio.
Kirihara le sorrise, per poi allontanarsi senza voltarsi indietro.
Doveva trovare Sekai ad ogni costo!
Doveva dirle di nuovo cosa provava, anche a costo di essere nuovamente rifiutato!
Si bloccò, alzando lo sguardo al cielo, rendendosi conto di non avere la minima idea di dove andare.
Provò a chiamarla sul cellulare, trovandolo staccato, e poi guardò l’orologio -sono le 22:27- ormai era buio, davvero buio.
Dove poteva essersi cacciata?
Ad un tratto delle voci attirarono la sua attenzione –davvero? Questa sera?- disse una donna che stava passando.
-Già! Dicono sarà bellissima!- rispose l’altra –pensavo di portare Satoshi a vederla! Sarà così romantico! Insieme, sotto le stelle!-
Alla parola stelle, il giovane drizzò le orecchie –scusate!- le interruppe –potrei sapere perché stavate parlando di stelle?-
-Mh?- le due lo guardarono, stupite –beh, questa sera ci sarà una pioggia di meteore che transiterà sopra i cieli di Kanto! Anzi, dovrebbe proprio iniziare a breve!-
-Una pioggia…di meteore?-
-Esatto, ti conviene sbrigarti se…-
-Grazie mille! Siete state davvero gentili!- esclamò, interrompendole e ricominciando a correre, lasciandole interdette.
L’osservatorio! Come aveva fatto a non pensarci prima?
 
Sekai si fermò, ansante, davanti al parco nei pressi di casa Kirihara.
Non aveva la certezza che lui potesse trovarsi li, ma da qualche parte doveva pur cominciare.
In fondo, non poteva rintracciarlo neppure col cellulare, dato che era scarico.
Si guardò attorno, cercandolo senza risultati, fino a quando vide la figura di una ragazza seduta sull’altalena.
Si avvicinò titubante –ciao An- disse piano.
-Sekai? Cosa…cosa ci fai qui?- chiese come se avesse visto un fantasma.
L’Echizen sussultò –ecco, io…- poi alzò lo sguardo verso di lei, decisa –io sto cercando Akaya per dirgli che lo amo-
Le due si fissarono a lungo, e nessuna delle due sembrava voler cedere –capisco…- disse ad un tratto la giovane Tachibana, ridacchiando e lasciando attonita l’amica –che coincidenza! Anche lui ti stava cercando!-
-C-cosa?-
-Abbiamo rotto, sai?-
Sekai spalancò gli occhi, senza sapere cosa rispondere –i-io non…perché?- chiese infine.
An sorrise amaramente –perché lui ama te-
A quelle parole il mondo le parve fermarsi ed il suo stesso cuore, per un momento, cessò di battere –dai! Cos’è quella faccia! Non sei felice?-
-…io non…io non capisco…-
-Neanche io lo capivo, sai? Non offenderti, ma…tu non hai una particolare ambizione nell’apparire bella, femminile…sei sempre fin troppo semplice, nonostante la tua personalità sia tutt’altro che facile da capire…e questo, perché hai un bel caratterino, lo sai?-
-…-
-Allora, ho cominciato a chiedermi se per caso non ci fosse qualcosa che non andasse in me! Insomma…“cos’ha lei che io non ho?” Mi sono detta- rise, cominciando a singhiozzare -per quanto mi impegnassi lui preferiva te, nonostante non volesse ammetterlo! Il suo primo pensiero eri sempre tu! Lui non aveva occhi che per te!- disse –così, ho cominciato ad avercela con te, anche se eravamo amiche…-
Sekai abbassò lo sguardo, mentre il viso di An cominciava ad essere rigato da lacrime.
-Sono forse io…che sono sbagliata?- continuò la ragazza, alzando lo sguardo –me lo sono chiesta tante volte…-
-…-
-Poi, però, mi sono resa conto che…io in realtà non ho nulla che non va! L’unico motivo per cui lui non può amarmi davvero è che…io non sono te!-
L’Echizen sussultò, mordendosi il labbro -allora mi sono sentita meglio, perché la verità è che…io non posso competere con un’anima gemella!-
-…mi dispiace…-
-Non scusati!- gridò fra le lacrime, cambiando tono di voce –se lo fai…mi sentirò ancora più stupida!- singhiozzò –ma soprattutto, mi sentirò compatita!-
-…-
-Quindi, ora muovi quelle gambe e corri a cercarlo! Altrimenti, giuro che ti faccio nuova, chiaro?-
Sekai accennò un sorriso, alzando gli occhi al cielo ed alle stelle –agli ordini- disse cominciando ad andarsene –piuttosto –aggiunse, voltandosi un poco verso di lei –guardandoti bene attorno, forse noterai che la tua anima gemella l’hai già trovata, An-
La ragazza la guardò senza capire, mentre lei le sorrise –ma questo, puoi scoprirlo solo tu-
 
Quella strada non le era mai sembrata tanto lunga…
Era ormai molto tardi quando giunse all’osservatorio, tanto che il cielo, scuro, era già cosparso di piccole luci.
Entrò, cercando di fare meno rumore possibile.
C’era silenzio, un silenzio angosciante, rotto solo dal suo respiro affannato.
Forse non c’era…forse si era sbagliata…in fondo, come biasimarlo…
Eppure, in qualche modo lo sentiva che anche lui, proprio come lei, aveva seguito le stelle.
Ad un tratto vide una luce soffusa provenire dal piano di sopra.
Salì silenziosamente le scale e quando arrivò in cima vide qualcosa che le fece avere un sussulto al cuore: Akaya era seduto sul divano, con il gomito sul bracciolo e la testa appoggiata alla mano.
Stava dormendo.
Si avvicinò, trattenendo a stento una risatina, e si sedette accanto a lui, osservandolo con attenzione.
Le sembrava un bambino…aveva un’aria così dolce ed indifesa…
Il suo Akaya…solo a stargli vicino, il suo cuore impazziva.
Eppure, era incredibile come in un attimo tutte le sue paure fossero svanite…ora lo sapeva, non voleva perderlo…
-Akaya- disse gentilmente, scotendolo piano con la mano per svegliarlo.
Lo sentì mugugnare qualcosa e poi lo vide aprire pian piano gli occhi.
-Sekai…- il ragazzo la guardò, ancora mezzo addormentato, ma non appena capì cosa stava accadendo sobbalzò –c-cosa…i-io…insomma…credo di essermi appisolato, mi dispiace!-
Lei rise, mentre lui arrossì, e, passandosi una mano sul collo tentò di parlare
–senti…io vorrei…vorrei parlare con te di…-
-Ti amo- lo interruppe.
Akaya sussultò, alzando lentamente lo sguardo, confuso –i-io…sono ancora un po’ addormentato e…credo di non aver capito bene…- disse attonito, tenendo gli occhi fissi su di lei.
-È la mia risposta a quella domanda che mi hai fatto tre anni fa…-
-…-
-Ti amo- ripetè sorridendogli dolcemente, non meno convinta di prima, ma con le guance leggermente arrossate.
Lui spalancò lentamente la bocca, continuando a tenere gli occhi fissi sulla ragazza e tentò parlare, senza però riuscirci: non si sarebbe mai aspettato di sentirsi dire una cosa del genere da lei…da Sekai…
-Stai…stai scherzando?- esclamò arrossendo a dismisura e cadendo dal divano per lo stupore.
La ragazza arricciò il naso, guardandolo con espressione imbronciata, mentre le sue guance si imporporavano ancora di più.
Akaya si morse un labbro grattandosi la nuca.
No. non stava scherzando.
-…e tu? Tu invece cosa provi per me?- chiese ad un tratto, tornado seria.
Il ragazzo si riprese, alzando lo sguardo su di lei e sorridendole dolcemente.
Si alzò dal pavimento, prendendole la mano, per poi aiutarla a tirarsi su –la risposta, io te l’ho già data tre anni fa…- disse guardandola in viso.
-Allora dimmelo di nuovo…- chiese lei con tono quasi supplichevole.
Lui la strinse a se -…io, Akaya Kirihara, ti amo, Sekai Echizen-
Lei sorrise, arrossendo ed accoccolandosi al suo petto.
Amava il suo profumo, la sua stretta…amava tutto di lui –questa è una bella cosa…- gli disse con un tono quasi da bambina.
Akaya poggiò il mento sulla sua testa, abbracciandola con più forza –già…-
Poi, si avvicinò al viso di lei, tirandolo dolcemente verso il suo con la mano.
Sekai poteva sentire il suo respiro sul collo: le dava i brividi.
Chiuse istintivamente gli occhi e sentì il cuore cominciare a batterle sempre più forte nel petto, come un ritmo di marcia che aumentava regolarmente.
Poi percepì una sensazione di vuoto e leggerezza allo stomaco, che le fece venire le vertigini, ed una di calore, che giunse fino alle guance, facendola arrossire.
Aumentò la stretta sulla camicia, mordendosi il labbro –guarda che io non ho ancora fatto niente…- le sussurrò scherzosamente all’orecchio lui, ridendo.
Sekai arrossì di botto –BAKA!- gli gridò tirandogli un calcio sullo stinco, facendolo gridare ed allontanandosi.
-Brutto scemo!- disse dirigendosi verso la porta -riesci sempre a rovinare tut…- non potè finire la frase che Akaya la tirò a sé, afferrandola per un braccio e stringendola forte.
Dopo un paio di secondi si allontanò –tu non te ne vai da nessuna parte, signorinella- le disse malizioso -io non ho ancora finito con te…-
Lei rimase un attimo imbambolata a fissarlo, poi sorrise –beh…neanch’io…- gli rispose a tono.
I due si avvicinarono di nuovo, fermandosi fronte contro fronte, a pochi centimetri l’uno dall’altra.
Non c’era bisogno di parole in quel momento, perché ciascuno dei due riusciva a leggere negli occhi dell’altro ciò che provava.
-Se ora ti bacio, non è che domani partirai di nuovo per l’America, vero?- chiese scherzosamente.
-Non penso accadrà, anzi…- rise –rimpiangerai i tempi in cui non mi avevi fra i piedi!-
-Beh, allora correrò il rischio-
Le loro labbra, dopo tre anni, si unirono
Sekai sentì tutto ciò che aveva intorno sparire.
Le pareva quasi di toccare davvero le stelle, come se stesse sognando, come se fosse destino che si fossero incontrati quel giorno in cui lei, appena giunta da Hokkaido, si era persa.
Era come se tutto quello che avevano passato fino a quel momento non fosse altro che un ricordo: ora c’erano solo loro due e nient’altro.
Perché, in qualche modo, quel momento era già stato deciso molto tempo prima, forse, addirittura da sempre.
Ad un tratto Akaya si staccò leggermente, per far riprendere fiato ad entrambi -ormai la pioggia di meteore sarà cominciata…vuoi andare a vederle?- le domandò.
Lei scosse la testa piano –va bene così…- rispose sorridendogli dolcemente -questa sera, il cielo può aspettare…-








 

XDXDXD
*parte l'inno alla gioia* salve a tutti!
Ce n'è voluto di tempo, eh? Finalmente, dopo tutto questo tempo, Akaya e Sekai...beh, avete capito!
Devo ammettere che è stato "strano" scrivere il capitolo, dato che ormai mi ero abituata a farli penare...
Il pezzo finale, quello della confessione, lo scrissi al tempo di First Love, all'incirca intorno al capitolo 4, in cui i due protagonisti si incontrano per la prima volta alla Rikkai^_^ eh, già! Quando l'ispirazione chiama non si può fuggire!
Devo ammettere che Marui e Tomoka sono stati forse un po' duri, ma...necessari allo scopo.
Per quanto riguarda An...il capitolo è una sorta di riscatto della ragazza! Mi sentivo un po' in colpa ad averla resa troppo spocchiosa con Sekai ed ho voluto rendere giustizia al suo personaggio.
L'OST è di Sousei no Aquarion ed è quella che mi ha dato l'ispirazione per il titolo delle due fic!
Trovavo fosse perfetta e...mi da molto l'idea di un cielo stellato!
Spero di cuore che il capitolo vi sia piaciuto!
Grazie a chi legge e recensisce!
Baci baci!
XDXDXD

  
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