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Autore: Sybeoil    08/07/2012    1 recensioni
Non è facile crescere in un paese che tutto il mondo critica ma che nessuno si scomoda ad aiutare, non è nemmeno facile crescere in una famiglia speccata come la mia. A dirla tutta non è affatto facile crescere in generale. La vita cambia, i problemi crescono, le delusioni aumentano e i sogni colano a picco. Ti rendi conto che tutto ciò in cui credevi da bambina, tutto ciò che la tua mamma ti raccontava, sono solo bugie vuote.
E così alla fine ti rassegni e ti integri a quel mondo che ti vuole schiava del lavoro. Diventi una dei tanti non una tra i tanti.
Succede però, che a volte e dico solo a volte, il Destino sembra volerti dare una mano e allora... allora succede l'impossibile. Ciò che hai sempre desiderato ti si presenta sotto gli occhi e tu non puoi fare a meno di afferrarlo e tenertelo stretto.
A volte ci si mette anche a l'amore, quello vero che fa battere i cuori e venire il mal di stomaco. Quell'amore così impensabile da sapere che è quello giusto.
Quando tutto va come dovrebbe andare, ci si mette l'amore per il ragazzo riccio conosciuto a Londra!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ANGOLO AUTRICE:

Waaaaaaaaaaaaaa sono tornata con il quattordicesimo capitoloooo!! *.* Mi credete che sto ballando la conga? Comunque sia, direi di parlare di cose serie, tipo il nuovo personaggioooooooooo. Finalmente sono riuscita ad inserire anche EEEEEEEEEEl sono così contenta! E' inutile dire che le due diventeranno mooolto amiche e che spesso, si alleeranno contro un nemico comune xD Bene dopo avervi annoiato abbastanza vi lascio a godervi il capitolo! Ricordatevi che le vostre RECENSIONI mi fanno più che PIACERE. Quindi vedete di scrivereeee....Un bacio, Sybeoil!


Capitolo 14

 

 

 

 

 

< Allora > cominciò El saltandomi addosso appena mi vide < Chi è questa persona che vuoi farmi conoscere? >

Le sorrisi misterioso e poi scossi la testa in segno di diniego. Non le avrei rivelato nulla questa volta. Volevo che Isobel fosse una sorpresa, ero fermamente convinto che quelle due sarebbero andate d’amore e d’accordo. Sembravano due facce della stessa medaglia. Da una parte c’era la mia El, divertente, solare e sempre pronta allo scherzo mentre dall’altra c’era Isobel, riflessiva, razionale e dolce. 

Credo si completassero a vicenda proprio come facevamo io ed Harry. 

< Non te lo dirò fino a quando non saremo arrivati a casa > le dissi continuando a tenere lo sguardo fisso sulla strada innanzi a me. 

Non volevo dover fare una deviazione all’ospedale più vicino, non in uno dei pochi giorni liberi che ci erano concessi.

< Eddaiiii > insistette la mora al mio fianco sporgendo il labbro inferiore in fuori per farmi cedere.

Ridacchiai divertito da quei tentativi melensi di convincermi a vuotare il sacco sull’identità della misteriosa persona e poi scossi ancora una volta la testa.

< Mi dispiace Carotina, ma questa volta sarò muto > 

La sentì sospirare e poi girarsi verso il finestrino da cui si vedeva scorrere la campagna inglese. Si vedeva lontano un miglio che quello che aveva messo su era solo un finto broncio, studiato per l’occasione, nella speranza di ottenere qualche informazione in più.

Vedendola così piccola e arrabbiata ebbi la tentazione di cedere e rivelarle tutto ma poi tornai in me stesso e accantonai quell’idea.

Adesso che ci riflettevo non avevo bene idea del perché volessi farle conoscere la bionda a tutti i costi, in fondo non sapevo quasi nulla di lei, non sapevo se effettivamente con Harry sarebbe durata o meno, eppure sentivo la necessità di integrarla nel nostro gruppo.

Quella ragazza mi piaceva a pelle e, quando le persone mi piacciono a pelle, devo per forza farle sentire parte della mia famiglia.

< Spero non sia uno dei tuoi soliti scherzi > disse all’improvviso rompendo il silenzio che si era creato nell’abitacolo.

< Certo che non è uno scherzo > ribattei scandalizzato < Devo davvero presentarti una persona > aggiunsi socchiudendo gli occhi per un istante.

< Sarà meglio per te, Tomlinson > minacciò puntandomi l’indice contro il braccio < Perché io purtroppo non ho ancora finito la mia sessione d’esami. Me ne manca uno e se per colpa tua, prendo un brutto voto, è la volta buona che la tua voce aumenterà di dieci ottave > 

La guardai con un misto di paura e confusione. Come avrebbe fatto la mia voce ad aumentare di dieci ottave? 

< Come diavolo potresti aumentare le mia voce di dieci ottave? > domandai continuando a fissare la strada ed imboccando l’uscita per Londra.

< Perché ti staccherò le palle > rispose lei sorridendo malefica.

Istintivamente mi venne da portarmi una mano sul basso ventre, come a voler coprire i gioielli di famiglia da eventuali urti e sradicamenti. 

< Giuro che c’è davvero qualcuno che voglio farti conoscere > ripetei preda del panico < Credo che diventerete amiche > aggiunsi senza accorgermi di aver appena fornito un’utilissima informazione al nemico.

< Allora è una ragazza! > esclamò la mora saltando sul sedile mentre io mi immettevo nelle vie trafficate di Londra.

< Maledizione! > borbottai tirando piccoli colpettini  al volante della macchina. 

< E’ inglese? > proseguì la mora sfoderando tutte le domande del suo interrogatorio.

< Non intendo rispondere ad altre domande > dissi io risoluto come mai ero stato in sua presenza.

< Nemmeno se ti prometto che stasera guarderemo il cartone della Carota danzante? > domandò lei fissandomi come si fissano i bambini che fanno i capricci.

Ci pensai su qualche istante, giusto il tempo di valutare i pro e i contro di ogni mia possibile risposta. Alla fine, accertato il fatto che comunque avremmo visto lo stesso quel cartone, risposi un deciso e secco no.

< Siamo quasi arrivati, abbi un po’ di pazienza > dissi cominciando ad imboccare il viale che portava a casa mia e dei ragazzi.

 

Parcheggiai la macchina nel box vicino casa e aspettai che El scendesse a mi raggiungesse. Insieme arrivammo davanti al portone del nostro appartamento cominciando a salire che scale che conducevano a casa. Persino dal piano terra si sentivano provenire le urla di quei quattro squinternati dei miei coinquilini.

< Sono sempre i soliti > commentò El divertita accelerando il passo. Quei quattro idioti le erano mancati, lo si capiva dalla luce d’impazienza che aveva negli occhi.

Sorridendo divertito infilai le chiavi nella toppa aprendo la porta e lasciando che la mora potesse correre dentro casa per riabbracciare gli altri. La seguì all’interno dell’appartamento il più rapidamente possibile, non volevo perdermi la sua faccia quando avrebbe visto la bionda.

< Ehilaaaa > urlò entrando in salotto e lanciandosi a peso morto su Liam e Niall impegnati in una partita a FIFA. 

< Ehi bellezza > la salutò il biondo scoccandole un bacio sulla guancia che la fece sorridere.

< Ehiii > si limitò a dire Liam lasciandole due delicati bacini sulle guance.

< E gli altri due? > domandò la mia ragazza notando l’assenza del riccio e del moro. 

< Oh, uno è con la sua ragazza > rispose Liam riferendosi al riccio. 

< L’altro è in bagno > concluse il biondo in riferimento al moro che, probabilmente, si stava sistemando i capelli.

< Aspettate > li fermò El sedendosi ritta < Chi è fidanzato con chi? > domandò facendo una faccia stranita e confusa.

< Oh, Louis non te lo ha detto? > domandò il biondo ingenuamente.

< No > rispose la mora lanciandomi uno sguardo assassino che io mi occupai di ignorare.

< Beh, Harry è fidanzato > spiegò Liam alzando le spalle per riprendere poi a giocare alla play.

< Come sarebbe a dire fidanzato? > ripeté la ragazza non riuscendo a capacitarsi della cosa < E come mai non ne so niente? Perché i giornali non lo hanno ancora reso pubblico? > 

< Calma, calma, calma > la fermò il biondo sorridendo divertito < Stanno insieme da circa, dodici ore? > disse rivolgendosi all’amico.

< E i giornali non sanno niente per questo motivo > completò il moro annuendo soddisfatto.

< Oh, quindi è lei che volevi farmi conoscere? > chiese poi rivolgendosi a me.

< Esattamente > risposi io correndo ad abbracciarla e lasciandole un bacio umido sulla guancia.

< Bene allora sbrighiamoci > disse lei alzandosi in piedi < Sono curiosa > aggiunse sorridendo.

< Ok > acconsentì < Però sarà meglio chiamarli non vorrei interrompere cose strane > borbottai.

 

***

< Harry > sentì la voce di Louis urlare il nome del riccio dal piano di sotto e due risate rauche fargli eco.

A quelle dei ragazzi se ne aggiunse una terza. Era una risata femminile, delicata e contagiosa che scatenò in me la curiosità per cui Amalia mi aveva soprannominata Volpe.

< Cosa diavolo vuole adesso > sentì borbottare il riccio sdraiato al mio fianco mentre con un colpo di reni si metteva in piedi.

< Non lo so > risposi ridendo divertita. Stare in quella casa, circondata da Harry e i suoi amici, mi metteva allegria. Sembravano usciti da un cartone animato. 

< Cosa c’è, Louis? > strepitò sull’uscio della stanza.

< Scendete un secondo > disse di rimando il più grande provocando un sospiro nervoso nel mio riccio e un risolino in me.

< Sei una palla al piede > urlò Harry tornando a chiudersi in camera.

Con tutta la delicatezza del mondo, ovvero quella di un elefante in calore, si gettò accanto a me sul letto facendomi saltare e cominciando a lasciarmi leggeri baci sul collo.

< Harry, no > lo bloccai spingendolo leggermente per una spalla e obbligandolo ad allontanarsi. Non mi sembrava il caso di fare cose strane con gli altri quattro in casa, soprattutto dopo l’accaduto della mattina.

< Scendiamo dai > dissi afferrandogli una mano e sollevandolo dal letto.

Prima di lasciare la stanza e raggiungere gli altri nel salotto al piano di sotto però, diedi voce al pensiero che mi assillava dalla sera precedente.

< Harry? > chiamai in un sussurro nascondendo il viso già rosso dall’imbarazzo dietro i capelli < Ma io e te, cosa siamo? > domandai in uno slancio di coraggio.

< Ehii > mi richiamò il riccio affiancandomi e sollevandomi il mento con due dita < Tu mi piaci, e non intendo lasciarti andare > chiarì posando la sua fronte contro la mia e socchiudendo gli occhi.

< Quindi posso considerarmi la tua ragazza? > domandai con un pizzico di esitazione nella voce.

< Tu devi considerarti la mia ragazza > disse strizzandomi l’occhio mentre intrecciava le sue dita alle mie.

< Hazza ti muovi? > strillò Louis dal piano di sotto. Sembrava lo stessero strozzando tanto era stato acuto l’urlo. Mentre urlava sentì ancora quella risata femminile e contagiosa. Ok, non potevo resistere oltre, dovevo scoprire a chi appartenesse quella risata.

< So che preferiresti rimanere qui > cominciai iniziando a trascinarlo fuori dalla stanza < Ma io sono curiosa di scoprire a chi appartiene quella risata tanto dolce > dissi sorridendo zuccherosa.

< Ok > acconsentì il ricciolino seguendomi fuori dalla stanza e poi lungo le scale che portavano al piano di sotto.

< Arriviamo > urlò quando ormai eravamo praticamente in salotto.

< Hazzaaaaa > strepitò una mora dal fisico perfetto e un sorriso tanto bello quanto accecante mentre si fiondava tra le braccia del mio riccio.

Credo che la mia faccia parlasse per me. Insomma non ero mai stata una ragazza gelosa, anzi,. Ero talmente ingenua da non essermi nemmeno accorta di avere un intero albero di corna in testa. Eppure vedere tutta quella perfezione racchiusa tra le braccia del mio riccio mi fece sentire facilmente sostituibile. Troppo facilmente sostituibile. 

In fondo cosa pretendevo? Era famoso, bello e ricco. Ed io, io ero solo una delle tante conosciuta per caso in un aeroporto. 

Insomma, io non avevo nulla in più delle altre se non il mio accento italiano. Non ero bella come quella ragazza che ancora stringeva tra le mani, non ero famosa e non avevo un sorriso capace di far sciogliere un ghiacciolo.

< Non devi essere gelosa, sai? > mi disse il biondino che mi si era avvicinato di soppiatto.

< Io non sono gelosa > puntualizzai senza però riuscire a mettere da parte quello sguardo assassino.

< Certo ed io esco con Demi Lovato > scherzò il biondo tirandomi una leggera pacca sulla spalla e facendomi scoppiare a ridere.

< Ok, forse un po’ ma è così bella > cedetti alla fine.

< Si ed è anche fidanzata > sghignazzò Niall alle mie spalle.

< E con chi? > chiesi ingenuamente, come ogni domanda uscisse dalla mia bocca. 

< Con quell’idiota laggiù > disse indicando Louis la cui espressione sembrava quella di un bambino a cui avessero appena promesso una gita a Gardaland. 

< Quindi lei è la ragazza di Louis? > domandai incredula. Quanto potevo essere idiota da uno a cento? Insomma, sono la ragazza di Harry da nemmeno dodici ore, e già mi facevo prendere da questi stupidi dubbi?

Come diavolo avrei resistito?

Quando finalmente sciolse l’abbraccio notai negli occhi verdi del riccio uno scintilla di calore e felicità. Doveva volere veramente bene a quella ragazza.

< El, qui ci sarebbe la persona che volevo presentarti > disse all’improvviso Louis indicando me e sorridendo come un ebete.

Io, sentendomi tirata in causa, sollevai lo sguardo incontrando quello profondo e divertito della ragazza.

Aveva un viso davvero stupendo, sicuramente faceva la modella, ne aveva tutte le caratteristiche.

< Piacere io sono Eleonor > si presentò la mora tendendomi una mano che strinsi amichevolmente. In fondo, dopo quella prima impressione un po’ affrettata, sembrava una ragazza alla mano. 

< Piacere, Isobel > sorrisi sincera. 

< Louis ha insistito così tanto affinché ti conoscessi > cominciò sedendosi sul divano e facendomi segno di seguirla < Devi davvero essergli simpatica > aggiunse in un sorriso.

< Oh > borbottai imbarazzata < Beh, grazie credo > 

< Ma che grazie > scattò lei spintonandomi scherzosamente < Boo Bear non si sbaglia mai ed io sono sicura che diventeremo amiche > terminò con una strizzata d’occhio.

< Oggi pomeriggio ad esempio usciremo insieme > disse all’improvviso scattando in piedi e guardandosi in giro alla ricerca di qualcosa che alla fine trovò.

< Noi cosa? > domandai ancora confusa. 

< Andremo a fare shopping > spiegò gentilmente < Quale modo migliore di conoscerci? > aggiunse con un altro enorme sorriso che non potei fare a meno di ricambiare.

Si, quella ragazza era decisamente una forza della natura.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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