Kurt
trovò in Wes e David due ottimi amici.
Poteva
parlare con loro quando Blaine era occupato a fare cose sfaticanti e
quando Burt
Finn e Carole partivano per escursioni lasciandolo da solo
all’ agriturismo.
(Non che gli dispiacesse, anzi, delle volte era lui stesso a chiedere
di poter
restare lì.)
Quei due
tuttavia, continuava a ripeterselo, avevano davvero qualcosa di
famigliare, se
non di sospetto.
Infatti
non erano state poche le volte in cui Kurt li aveva beccati a parlare
fitto
fitto lanciando occhiate di sbieco a Kurt, o ad intavolare discussioni
con
Blaine di nascosto, oppure ancora ad iniziare delle frasi ed a
lasciarle a
metà, le mani sulla bocca e delle espressioni terrorizzate
in volto.
Per
quanto riguardava il suo rapporto con Blaine, nulla era cambiato da
quella
notte sulla piattaforma.
Blaine
era sempre il solito Blaine, solo che più freddo e meno
allegro di quanto lo
era stato gli ultimi giorni.
Kurt
attribuiva la causa di un comportamento del genere al suo orgoglio
ferito, probabilmente
il fatto che il soprano lo avesse visto piangente non contribuiva a
mantenere
in piedi la sua immagine da uomo duro e tutto d’un pezzo.
Kurt,
d’altro canto, stava passando anche lui un periodo piuttosto
difficile.
Ammettere
che forse, e con forse si intende forse, poteva
essere attratto da
Blaine era una cosa, conviverci era un’ altra.
La
verità era che aveva decisamente scelto il ragazzo sbagliato
per il quale
prendere una stupida cotta.
Perché,
si chiedeva sconsolato, non si poteva essere infatuato di un bel nerd
che stava
sempre chino sui libri e che indossava i maglioni della nonna talmente
sformati
che gli nascondevano il corpo?
Perché?
E invece
no! Kurt doveva fare sempre il complicato, ed era andata a finire che
l’oggetto
dei suoi pensieri era un bel ragazzo con un sedere da favola e che
andava in
giro vestito con pantaloni e magliette strettissime, sempre impregnato
di
goccioline di sudore che gli rendevano la pelle lucida e che-
Come
volevasi dimostrare.
Kurt non
riusciva a tenere a bada gli ormoni, ora che erano stati sfoderati.
Ed un
altro problema, ultimo ma non per importanza, era che non sapeva
davvero che
cosa volesse.
Delle
volte doveva farsi fisicamente del male per non correre incontro a
Blaine e
passare del tempo con lui, delle altre, appena lo vedeva scappava via
per la
troppa vergogna o la paura di non riuscire a controllare i suoi- ehm- bisogni.
Comunque,
un po’ di giorni erano ormai passati dall’ ultima
volta che aveva chiacchierato
con Blaine, era infatti arrivato il periodo alto della stagione, e
Blaine era
occupato ad aiutare Grace con i clienti ed a lavorare nelle stalle.
Kurt era
stato molto tempo con Kathy, avevano chiacchierato insieme
dell’ ultimo numero
di Vogue o semplicemente dei rispettivi Hobbies, e, come detto in
precedenza,
ne aveva passato molto anche con Wes e David.
Era
proprio con loro che, in quel momento, si trovava steso sotto un albero
dietro
le stalle a chiacchierare allegramente.
“-Linda
mi ha lasciatooo!” si lamentava Wes ad alta voce,
singhiozzando sulla spalla
dell’ amico che lo guardava con un espressione dispiaciuta.
Forse
non proprio allegramente.
“Su,
Wes” iniziò David con la faccia concentrata per
cercare qualcosa da dire “In
fondo non ti merita!”
“D-d-dicono
t-tuutti così!” ululò Wes in preda al
dolore. “Sono s-solo frasi fat- fatt-e,
non-non lo p-pensi davvero, p-perché non mi dici la
v-verità?”
“Beh”
ammise David incerto “Forse se avessi fatto qualche passo in
più-“
“Daaaavid!”
pianse ancora più forte l’altro “Ma sei
mio amico o c-osa? Non devi dirmi l-le
cose così diret- diret-tamente, usa un po’
più d-di frasi fatte che m-mi
faccian- faccian-o star me- me-glio!”
David
guardò l’amico con un ‘ espressione
stralunata.
Kurt,
nel frattempo, osservava la scena divertito e si stava insistentemente
mordendo
la mano per trattenere le risate.
David
gli lanciò un’ occhiata supplicante, che diceva
chiaramente ti-prego-aiutami-non-so-che-fare!
“Beh,
Wes” iniziò quindi il soprano “Vedila
così, tu sei un tiramisù, ed a lei il tuo
tiramisù non piaceva. Probabilmente perché aveva
troppe- mandorle?”
“Razzista”
sussurrò Wes.
“Non
in
quel senso, Wes!” esclamò Kurt esasperato
“Facciamo che aveva troppo
cioccolato, va meglio?” Wes annuì compiaciuto.
“Bene”
continuò il soprano “E secondo te tutti hanno gli
stessi gusti di Linda? No! E’
ovvio che ci sarà qualcuno a cui il troppo cioccolato piace!
Quindi stai
tranquillo, prima o poi troverai quella giusta.”
Kurt
finì soddisfatto. Si appuntò mentalmente di
ringraziare Finn per lo spunto del
tiramisù che gli aveva dato, e guardò se Wes si
era bevuto quella che, Kurt si
complimentò con sé stesso, aveva spacciato per
una perla di saggezza, ma che in
verità era solo un modo per distogliere
l’attenzione di Wes dalla ragazza.
“G-grazie,
Kurt” sorrise quindi l’altro “I-Infondo
non t-tutti sono dei b-b-buongustai,
no?”
“Esatto!”
esclamò Kurt contento, e la conversazione, per grazia divina
verso Kurt e
David, si spostò su altri argomenti più felici,
come il fatto che la nonna di
David avesse una forneria famosa in tutto l’Ohio.
L’Ohio?
Ma
cosa-?
“Avete
detto Ohio, per caso?” chiese Kurt stupito.
Il due
ragazzi davanti a lui si guardarono spaventati, gli occhi si
spalancarono, ed
iniziarono a balbettare.
Qualcosa
non quadrava.
“Ohio?”
iniziò David simulando nonchalance
“Cos’è? Una malattia? E’ per
caso parente
del Va-Ohio-lo? O forse-“
“Ohio
lo
stato, David! Ma quanto sei stupido?” lo corresse Wes, poi si
schiaffò in
fronte perché si era appena tirato la zappa sui piedi.
“Allora?”
li incitò Kurt insospettito.
“Sì,
ehm-“ iniziò David “Mia nonna
è dell’ Ohio, cioè, in
verità io e Wes veniamo
dall’ Ohio, ci siamo conosciuti- in un campo scuola qui in
Tennessee, con
Blaine.”
“Oh”
disse Kurt “Mi sembravate famigliari-“
I due
ragazzi sbiancarono.
“Non
ci
siamo mai visti.”
“No.”
“Mi
ricorderei di una faccia così brutta, Kurt”
“Ehi,
Kurt, mi hai fatto male!”
“Lo
diceva Blaine che eri una tigre!”
“AHI!
Ma
la smetti?”
“A
che
scuola andavate?”
“Dalton”
risposero in coro i due ragazzi, sempre orgogliosi di mostrare le
proprie
origini. Poi si diedero degli stupidi di nuovo perché, com’è
che facevano a
cascarci sempre?
“Ho
gareggiato contro il glee club della Dalton!”
Esclamò Kurt estasiato, “voi
cantavate?”
“Sì”
“No”
“Ehm”
iniziò David “Volevamo dire che sì,
cantavamo, ma non ci piaceva-“
“Già”
confermò Wes con una faccia teatralmente disgustata
“Uno schifo-“
“Per
fortuna che c’era B-“
“BOURBON!”
Wes interruppe David al momento giusto. “Chi ha voglia di
Bourbon?”
Kurt
cercò di riportare l’argomento sulla Dalton ma i
due non sembravano volerne
sapere, di parlarne, e quindi per un’ oretta tornarono a
parlare di come Teen
Vogue per certi versi fosse migliore del Vogue originale.
Passato
un po’ di tempo da quando quella strana conversazione era
avvenuta, Wes si era
profondamente addormentato, e, poggiato ad un albero di schiena, uno
stelo
d’erba in bocca, ed un cappello di paglia in testa, Kurt si
ritrovò a pensare
che sembrava proprio a suo agio in quel posto.
Kurt e
David, invece, si erano spostati un poco e si erano avvicinati ad una
pozza
d’acqua lì vicino.
David
stava giocherellando a lanciare sassi piatti sul filo dell’
acqua per farli
rimbalzare, e Kurt si annotò mentalmente di farselo
insegnare perché, al
momento, tutto quello che sapeva fare era attentare alla vita di
qualcuno per
colpa della sua scarsa mira.
“Blaine
è un bravo ragazzo” disse improvvisamente David.
“Lo
so”
rispose Kurt, preso alla sprovvista.
“E
ti
vuole bene.”
“Lo
so”
rispose di nuovo Kurt.
“Davvero?”
si girò verso di lui David, sorpreso.
“Me
l’ha
detto” sorrise Kurt. Poi ripensò al fatto che dopo
quel momento tutto era
diventato più difficile, che i suoi rapporti con Blaine si
erano raffreddati
parecchio. “Anche se sembra averselo rimangiato.”
“Credimi”
disse David prima che Kurt aggiungesse altro “Non lo ha
fatto.”
Kurt
annuì solamente e tornò a guardare il lago.
Ed ora
perché David si comportava in quel modo?
“E’
molto fragile” continuò poi David “Ne ha
passate tante durante la sua vita,
Kurt. Si merita un po’ di allegria, una volta
tanto-“
“Perché
mi stai dicendo questo, David?” lo interruppe bruscamente
guardandolo negli
occhi.
“Perché
tu sei quello che può fargliela provare, quest’
allegria.”
Poi si
alzò e, con un sorriso, si voltò verso
l’albero dove stava steso Wes.
Kurt
giurò di aver sentito David sospirare e pronunciare qualcosa
sottovoce.
Non
hai la più pallida idea di quanto.
Kurt
stava mangiando con la sua famiglia nel ristorante dell’
agriturismo.
Carole e
Burt stavano raccontando felici di un molo abbandonato che avevano scoperto durante una delle
loro passeggiate,
e Finn si era intromesso chiedendo se gli avrebbero comprato le
magliette che
recitavano “Salva il tuo stomaco dai salumi, salva i
maiali!” suscitando un
attacco di riso da tutto il tavolo.
“Uffa”
sbottò offeso “Qui nessuno sembra mai prendermi
sul serio!”
“Oh”esclamò
Carole sia dispiaciuta che divertita “Non preoccuparti, caro,
vedrai che
qualcuno, prima o poi, capirà quello che hai da dire.
E’ solo che non è il
posto esatto, sai? I salumi sono praticamente il piatto tipico
qui.”
“Ed
infatti non dovrebbero esserlo!” esclamò il
ragazzo indignato.
“Finn-“
iniziò con fare conciliante Kurt, ma fu interrotto dallo
sbattere della porta
della sala e da una voce da lui ben conosciuta.
“Kurt!”
Blaine stava correndo verso di lui, con un’espressione
luminosa in volto.
“Kurt, vieni, ti devo far vedere una cosa!”
Mezza
sala si girò a guardare quello strano individuo sporco di
terra che correva
impaziente verso un tavolo al centro, e lo stesso fece la famiglia di
Kurt, che
guardò il ragazzo ricciolo stralunata per poi fissare
insistentemente il
soprano, che ora era leggermente arrossito.
“Blaine?”
chiese esitante, alzandosi.
Ma il
ragazzo non aggiunse niente a
quello che
aveva detto, al contrario gli afferrò la mano e lo
trascinò con sé verso
l’entrata, sotto gli sguardi esterrefatti di Finn e Carole e
quello infastidito
di Burt.
“Ehi-
ma-“ provò a chiedere Kurt “Che
cosa-“
“Vodka!”
esclamò il ricciolo continuando a correre.
“Mi
hai
strappato da un pranzo sinceramente ottimo per fare un festino
alcolico,
Blaine?”
“Ma
no!”
esclamò l’altro con ovvietà
“Vodka è una pecora, sta partorendo!”
“Vodk-cos-
Oh NO!” sospirò Kurt senza parole.
“Volevo
solo che tu lo vedessi” disse poi Blaine con espressione
speranzosa. “Credevo
ti sarebbe piaciuto-“
“Ammetto
di essere curioso” lo rassicurò il soprano,
sorridendo.
Quello
bastò al ricciolo per aumentare la velocità della
corsa e raggiungere le stalle
in tempo record.
Quando
entrarono nel recinto delle pecore, Blaine si precipitò in
un angolino e Kurt
lo raggiunse, adocchiando da lontano un animale bianco rannicchiato su
sé
stesso.
“Vieni,
Kurt, presto!” gli urlò Blaine, già
accucciato accanto alla pecora, con un
enorme sorriso sul viso.
Kurt lo
raggiunse e si inginocchiò vicino a lui, osservando
l’animale che emetteva
deboli versi a causa dello sforzo.
Blaine,
nel frattempo, continuava ad accarezzare il pelo ricciolo
dell’ animale ed a
canticchiare una strana nenia, forse più per calmare
sé stesso che per calmare
l’animale.
“Ma-“
iniziò Kurt curioso “Non devi fare
niente?”
“In
genere il parto delle pecore è naturale”
spiegò Blaine tranquillo “se vedi
uscire testa e zampe anteriori insieme, allora siamo a posto!”
“Ehi,
Blaine!” iniziò improvvisamente Kurt
“Vedo qualcosa!”
Blaine
si girò di scattò, e constatò
felicemente che tutto stava andando per il verso
giusto.
Kurt si
voltò ad osservarlo, aveva gli occhi aperti e leggermente
arrossati, e sul
volto un sorriso enorme. Si vedeva che era totalmente
suo agio.
Sorrise
tra sé e sé e decise di tenersi quell’
immagine di Blaine, tranquillo e felice,
per sempre nei suoi ricordi.
Passò
ancora qualche minuto, fino a che l’agnellino non
uscì del tutto, e la madre
iniziò a leccarlo per pulirlo.
“E’
bellissimo” sussurrò Blaine.
Kurt
annuì,
e Blaine si alzò all’ improvviso per girarsi a
prendere un biberon pieno di
latte e voltarsi verso l’agnellino.
“La
madre non può allattarlo, è malata”
spiegò dispiaciuto “Quindi ci pensiamo noi,
per il primi mesi di vita.”
Prese
l’agnellino in braccio, ormai interamente pulito, e
dolcemente gli posizionò il
biberon in bocca, e, accarezzandolo e sorridendo della goffaggine del
cucciolo,
pian piano riuscì a fargli finire quasi tutto il liquido.
“Vuoi
provare?” chiese improvvisamente a Kurt, che era rimasto
lì vicino,
osservandolo rapito.
“Io-“
iniziò titubante “Non sono sicuro che- non sono
capace-“
Blaine
però
non lo ascoltò minimamente, e si sfilò di braccio
l’agnellino per poggiarlo
sulle ginocchia di Kurt.
Kurt,
nel sentire il peso di quell’ esserino caldo ed indifeso
sopra di sé, venne
investito da un’ ondata di emozioni indescrivibili, e quasi
strappando il
biberon a Blaine, che sorrise teneramente, iniziò ad
allattarlo.
Quando
quello finì il latte, belò in disappunto, poi si
districò velocemente dalle
braccia di Kurt e corse ad accoccolarsi vicino al corpo della madre,
per poi
addormentarsi soddisfatto, quindi Blaine si sedette a terra stanco e si
passò
una mano nei capelli scompigliandoseli leggermente, Kurt lo
seguì a ruota,
sospirando felice.
“Sai-“
iniziò quindi il soprano, torturandosi le mani e giocando
con il braccialetto
che aveva al polso “Forse mi ero sbagliato.”
Blaine
alzò gli occhi da terra e li fissò in quelli di
Kurt, cercando di capire cosa
volesse dire.
“Ecco-“
continuò “Forse non sei proprio un contadinotto
rozzo e sgarbato, sì.” Blaine
sorrise vittorioso “E forse- Dio ti prego perdona
quello che sto per dire-
anche le stalle non- non- non sono male, già.”
Si
passò
una mano nei capelli imbarazzato, e Blaine rise di quel gesto
così delicato.
Adorava quando era
imbarazzato.
“Beh”
iniziò quindi il ricciolo, sentendo che era il suo turno di
parlare “Forse mi
sono sbagliato anch’io. Forse non sei così
schizzinoso come credevo.
Provincialotto però lo sei comunque, eh! Non puoi dirmi che
ti piace America’s
Next Top Model!”
“Ehi!”
lo riprese Kurt fintamente offeso, dandogli una gomitata
“Questo è ingiusto!
Non puoi usare le mie confessioni contro di me! Io mi fidavo!”
Blaine
nel frattempo non aveva smesso di ridere, anzi, non accennava a
smettere, e ben
presto anche Kurt si fece coinvolgere, e finirono entrambi a terra
rotolandosi
nel fieno, in mezzo ad animali puzzolenti ed in una stalla sporca, ma
felici.
Quella
sera, quando Kurt tornò a casa, non fu per niente stupito di
trovarsi di fronte
tre facce che lo scrutavano inquisitorie.
Burt era
seduto sul divano ed alzò un sopracciglio alla vista del
figlio, e, dopo aver
guardato Carole che gli aveva annuito incoraggiante, un
momento ma che stava
succedendo?, chiese a Kurt di seguirlo e si diresse al tavolo
della cucina.
“Papà-“
iniziò Kurt “C’è qualcosa che
non va?”
“Puoi
scommetterci, Kurt” rispose scorbutico Burt, gettandosi
sgarbatamente su una
seggiola.
“Burt!”
lo ammonì la voce di Carole dal salotto “Ne
abbiamo già parlato, sii delicato!”
“Va
bene!”
sbuffò Burt irritato, poi si voltò verso Kurt
“Siediti.”
“Burt!”
la voce di Carole si rifece sentire “Ma mi ascolti? Delicato!”
“Va
bene, Carole, va bene!” urlò Burt in modo da farsi
sentire dalla moglie in sala
“Kurt, potresti sederti, per favore?”
Kurt,
che aveva assistito alla scena in silenzio, obbedì al padre
confusamente, non
sapendo dove la conversazione sarebbe andata a parare.
“Ehm-“
iniziò titubante “Cosa vuoi dirmi,
papà?”
“Questo
Blaine-“ iniziò Burt con un tono che non era per
niente di buon auspicio “Ti ha
preso la mano.”
Oh.
Cavolo.
“Ehm-
sì?”
“Ti
piace?”
Mi sa
proprio di s-
“NO!”
“Bene,
allora io andrei.” Disse Burt sembrando sollevato, quindi si
asciugò il sudore
dalla fronte e poi si mosse per alzarsi, ma venne fermato, ancora una
volta,
dalla voce della moglie.
“Burt!
Santo cielo, ma quanti anni hai? Fallo, ora!”
L’uomo
fece un sospiro di rassegnazione e si risedette sulla sedia, gli occhi
fissi in
quelli del figlio, che ancora non capiva cosa stesse succedendo.
“Vedi
Kurt-“ iniziò torturandosi le mani.
Oh. Oh.
Se Burt
si sta torturando le mani, non è mai un buon segno.
“Arriva
un momento, nella vita di qualsiasi persona, e sappi che se a te non
arriva non
devi considerarti strano, eh! Anzi, io ne sarei anche più
felice perché allora
non dovrei-“
“Papà-“
gli occhi di Kurt si spalancarono in avvertimento, iniziando a capire,
forse,
dove il padre volesse arrivare.
“No,
Kurt, aspetta, devo finire” lo interruppe Burt, deciso
“Dicevo- Arriva un
momento in cui- e questo come cavolo lo dico? Ehm- in cui ci si trova
bene- con
qualcuno- con un ragazzo, magari?”
Kurt
sentì le guance andare a fuoco.
Non
poteva star accadendo.
Non era
possibile.
Aprì
la
bocca per fermare il padre sin dall’ inizio, ma quello fu
più veloce di lui e
continuò il suo discorso.
“E
poi-
sì- ehm- tu ci vorrai fare delle cose, con questo ragazzo.
Delle cose nel senso
che-“
“Sì
papà, ho capito!” lo fermò Kurt in
stato di shock.
“Ecco.
Quello che volevo dirti è che- non devi buttarti via al
primo che capita, Kurt.
Tu sei importante. E queste cose- ogni volta che le fai, vorrai farne
ancora, e
ancora, e ancora e-“
“Papà”
lo ammonì Kurt
“Sì
beh,
il succo è che, fai in modo di essere sicuro, ok? Io
ho-“ si fermò un attimo e
fece un respiro profondo “Ho comprato dei depliant, e non so
la meccanica-“
Se
possibile Kurt divento ancora più rosso.
“-ma
questi potrebbero aiutarti, sì.”
Kurt
deglutì ed afferrò in fretta i volantini che il
padre gli porgeva, guardandosi
intorno per controllare che nessuno stesse guardando.
“Promettimi
che ci darai un’ occhiata-“
“Papà”
Kurt lo guardò supplicante.
“Kurt!”
“Io-“
“Kurt,
prometti!”
“Ok,
ok
prometto!” esclamò esasperato, pensando
già dentro di sé a come avrebbe dato
fuoco a quei volantini non appena fosse entrato in camera sua.
“E
per
quanto riguarda quel ragazzo-“ continuò Burt
“Blaine. Stai attento.”
“Papà”
la voce di Kurt ormai era stridula, “Io e Blaine non- Lui
non- No.”
“Comunque
sia” annuì Burt “Stai attento. E
ricordati che sei importante.” e con un ultimo
cenno ed una carezza sul braccio di Kurt, Burt uscì dalla
cucina per ripararsi
tra le braccia di sua moglie, lasciando un Kurt scioccato in piedi nel
bel
mezzo della cucina.
Wow,
e ora come gli dico che stasera vado da Blaine?
Merda.
Fu solo
dopo mille “tra noi due non c’è
niente”, “Siamo solo amici”,
Sì, una foto, mi
deve far vedere una foto!” “Sì, di sua
nonna”, “No! Non mi sta presentando come
fidanzato ai suoi nonni, è solo una foto!”,
“Sì, prometto che non mi darò via
al primo che capita” ,“Sì, li ho
letti” che Burt permise a Kurt di andare da
Blaine, quella sera.
Ovviamente
c’erano delle condizioni da accettare, che, per fortuna,
quella volta non
includevano il dover sopportare la presenza di Finn per la durata
dell’intera
serata, ma solo un coprifuoco poco generoso (“Assolutamente
non più in là
delle dieci e mezza, Kurt!”) ed un messaggio ogni
ora che assicurasse al
padre che tutto procedeva bene.
Quindi,
dopo aver nascosto i volantini in fondo al suo cassetto più
in basso, e dopo
aver passato una buona mezz’ora, cosa che Kurt riteneva un
progresso, a
scegliere quello che avrebbe indossato, Kurt si affrettò
fuori di casa e cercò
di orientarsi per trovare quella di Blaine.
Gli
aveva detto che era una piccola casetta come la sua, solo che
più vicina alle stalle.
Girò
un
po’ il prato, e finalmente sembrò aver trovato
quella giusta e ci si diresse in
fretta.
Quando
ci arrivò vicino, dalla finestra vide Blaine in cucina,
immerso nella
preparazione di quello che sembrava un piatto piuttosto complicato.
Sorrise
quando
il ricciolo si portò il mestolo alla bocca e fece finta di
cantare qualcosa,
improvvisando un balletto ridicolo e muovendo i fianchi a ritmo di
musica,
indosso un grembiule blu tutto stropicciato che lo rendeva estremamente
carino.
Kurt si
costrinse a distogliere lo sguardo da quella visione e si
avvicinò alla porta,
bussando.
“Kurt!”
la voce di Blaine lo accolse felice non appena la porta si
spalancò. “Entra!”
Kurt lo
salutò a sua volta e poi seguì Blaine dentro la
casa.
“E’
piccola” stava dicendo Blaine “Ma è
giusta, per me. Kathy dorme con Zia Grace
nell’ edificio più grande.”
“E’
bella” disse Kurt semplicemente, affascinato da quella
casetta così piccola ma
così dolce, piena di vita e di colore.
La
cucina era praticamente attaccata al salotto, e si vedevano due porte,
una che
conduceva al bagno, e l’altra alla camera da letto.
Una
piccola pianola elettrica giaceva in un angolo vicino alla TV, e le
pareti
erano coperte da fogli di carta sui quali erano tracciati scarabocchi
di tutti
i colori.
“Li
hai
fatti tu?” chiese ironicamente Kurt, indicando i disegni.
“Ah.
Ah.
Kurt, molto divertente” rispose Blaine sarcasticamente
“No, sono dei miei
cuginetti Tom e Alex, i figli della Zia. Verranno qui tra poco,
credo.”
“Sembra
che gli piaccia disegnare!” scherzò Kurt.
“Non
parliamone! Disegnano talmente tanto che avrei bisogno di una stanza
solo per
le loro ‘opere’!”
Kurt
sorrise ed insieme si diressero verso la cucina.
Alla
fine era stato Kurt a chiedere di vedere la foto di cui aveva tanto
parlato
Blaine, un po’ per farsi perdonare il rifiuto scortese
dell’ ultima volta, un
po’ perché voleva una scusa per assaggiare altri
di quei manicaretti che Blaine
aveva dimostrato di saper cucinare al pic-nic al lago.
“Allora”
iniziò scherzando “Cosa c’è
sul menù, stasera?”
“Mmh”
Blaine prese un tovagliolo e se lo posizionò sul braccio con
un’ espressione
seria in volto “Credo che il signore potrà
scegliere tra pasta al basilico e
pasta al basilico.
“Ah!”
Kurt si finse pensieroso “Che ardua scelta! Credo che
opterò per la pasta al
basilico!”
“Ottima
scelta!” sorrise Blaine, poi si avvicinò al tavolo
e spostò la sedia per far
sedere Kurt con un inchino.
Kurt
rise, e la cena passò tra i complimenti di Kurt per la fantasticità
della
pasta, discussioni riguardo artisti musicali vari, battute velate, e le
risate
divertite di Blaine quando Kurt gli raccontò del discorso
che suo padre gli
aveva fatto quel pomeriggio.
Finito
di mangiare, Kurt aiutò Blaine a lavare i piatti, ed alla
fine si trovarono
entrambi zuppi con in piatti ancora da lavare impilati nel lavandino e
due
sorrisi divertiti in viso.
Blaine
mostrò a Kurt la foto della nonna, Kurt prima si prese uno
spavento, poi cadde
a terra per le troppe risate insieme a Blaine.
Improvvisarono
un duetto alla pianola, sulle note di una filastrocca stupida che
avevano
entrambi imparato all’ asilo, e giocarono ad indovina
chi? per il resto
della serata.
Quando
arrivarono le dieci e mezza, Kurt si accorse che il tempo era scivolato
via senza
che se accorgesse.
Si
stiracchiò lentamente ed annunciò a Blaine che
era ora che se ne andasse.
Il
ricciolo emise un borbottio di protesta ma si alzò ed
accompagnò Kurt alla
porta e poi sotto il portico.
“E’
stata una bella serata-“ iniziò Kurt sorridendo
“Ti ringrazio-, com’era?, o
grande cuoco?”
“Kurt,
non fare finta di scordartelo, si dice o fantastico cuoco che cucina
piatti
fantastici e che è fantastico anche lui.”
“E
modesto, aggiungerei” sorrise Kurt.
“Anche
quello, sì” confermò Blaine.
Kurt si
osservò i piedi e si torturò le mani per un tempo
che sembrò infinito.
“Beh”
iniziò quindi, sentendosi improvvisamente nervoso,
“io devo davvero andare ora,
perché
sennò mio padre si arrabbia e mi
stritola ed io finisco male, senza contare che potrebbe venire qua a
controllare e sarebbe una cosa molto imbarazzante perché mio
papà sa essere
decisamente imbarazzante e non vorrei mai-“
“Sei
adorabile quando straparli” lo interruppe Blaine guardandolo
affettuosamente.
Si accorse solo dopo di quello che aveva detto, e, con un espressione
di puro
orrore in volto si affrettò a dire qualcos’altro
per rimediare “Oh, scusa-
Questo era- del tutto inappropriato, io sono un cretino, è
che non ci penso, e
delle volte le cose mi escono così, è-
è solo che tu eri così-“
“Sei
adorabile anche tu, quando straparli” sorrise Kurt
interrompendolo. “Dormi
bene, Blaine”
Poi si
voltò e si diresse verso la casetta, visto che, se fosse
rimasto qualche
secondo di più, era sicuro che sarebbe saltato addosso a
Blaine e l’avrebbe
baciato lì, sotto quel portico.
BluCannella
Questa
volta ci rinuncio addirittura a scrivere in blu, perché
tanto appena pubblico
mi torna nero :(
Buondì
a
tutti!
Grazie
mille, ancora, per essere così gentili e per lasciarmi delle
recensioni
fantastiche che mi fanno sciogliere!
Vi
prometto che tra poco sarete ricompensati per la vostra gentilezza,
indovinate
infatti che scena sto scrivendo in questo momento? (Sono un attimo
avanti con i
capitoli, ma tranquilli, non troppo, è il capitolo dopo il
prossimo! E qui mi
zittisco perché parlo sempre troppo ;D)
Già,
proprio quella scena!
Ok, oggi
ho delle comunicazioni per voi, donzelle e donzelli? (Se ce ne sono)
1.
Mi
spiace dire che dopo Giovedì me ne andrò in
vacanza per una settimana, che
vacanza non sarà per niente visto che sarà una
settimana in montagna a cucinare per un
migliaio di pargoli affamati e cattivi, (Però
ho appena ordinato “The
land of stories”, il libro del nostro amatissimo Chris,
quindi avrò qualcosa
che mi distoglierà dalla voglia di suicidio che sicuramente
avrò!)
E,
dicevo, durerà una settimana, quindi mi spiace ma non
avrò possibilità di
aggiornare quella settimana, ma posso promettervi che quando
tornerò, lo farò
con una bella scena ;)
(Basta
spoilerare, cretina!)
2. Mi
scuso in anticipo, ma visto che ho un sacco di cose da fare in questo
periodo
tornerò ad aggiornare una volta a settimana, mi sa il Lunedì,
essendo
che poi vado di nuovo in vacanza e poi parto per la Cina! (Anno di
scuola all’
estero, *_____* non vedo l’ora!)
Quindi
mi spiace se gli aggiornamenti saranno un po’ più
rari, ma non preoccupatevi perché
non smetterò di scrivere! PROMESSO
Bien, e
qui finisco le informazioni di servizio.
Ammetto che questo è stato un capitolo di passaggio, sul serio, ma non vedo l’ora di farvi leggere il prossimo capitolo, perché da lì le cose inizieranno a muoversi nella giusta direzione, yayyyyyyyyyy!
Comunque, in
questo capitolo abbiamo avuto la chiacchierata con Burt :)
A proposito, non l'ho fatta proprio uguale, Kurt è
più grande, e Burt è un po' irritato
perchè lo vede sempre intorno a Blaine, quindi è
per questo che si comporta così (Non volevo farlo OOC)
Poi, si lascia la questione del "fidanzato di Blaine" in sospeso, lo so, ma sarà riportata a galla nel prossimo capitolo
Ed infine,
la One-Shot!
Che bello vedere tanta gente che la richiede, vi adoro!
Sarà su a breve, anche se mi sto dedicando di più
ai capitoli della storia, visto che questi ultimi saranno belli
pienotti :)
:D
Bene,
scusate per la nota chilometrica
Un
abbraccione
BluCannella
Oh,
cheppalle, odio firmarmi BluCannella, mi sa tanto di scrittrice fallita.
Marta
Lo
ammetto, è il mio nome.