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Autore: BlueCinnamon15    09/07/2012    6 recensioni
E’ tempo di vacanza per gli Hummel-Hudson, ed indovinate un po’ dove il povero Kurt sarà costretto a passare le vacanze?
Esatto! In un agriturismo nel Tennessee, perché poi nel Tennessee ancora se lo chiede, dove ci saranno anche le stalle!
Già, ma non ricordiamoglielo perché sennò inizierà ad urlare che i suoi vestiti non sono fatti per un posto del genere.
Comunque, dicevamo, non è detto che delle vacanze diverse siano per forza destinate ad andare male, no?
E se per caso trovasse un bel contadino sexy che iniziasse a tormentarlo ed ad introdurlo nel misterioso mondo della natura?
Farmer!Blaine
***
Burt parcheggiò velocemente la macchina e subito scese.
“Ah, aria di vita!” esclamò aprendo le braccia al cielo e respirando rumorosamente.
Wow, pensò Kurt, l’aria di vita sa di merda di mucca, fantastico.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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capitolo sesto
Capitolo sesto

Kurt trovò in Wes e David due ottimi amici.

Poteva parlare con loro quando Blaine era occupato a fare cose sfaticanti e quando Burt Finn e Carole partivano per escursioni lasciandolo da solo all’ agriturismo. (Non che gli dispiacesse, anzi, delle volte era lui stesso a chiedere di poter restare lì.)

Quei due tuttavia, continuava a ripeterselo, avevano davvero qualcosa di famigliare, se non di sospetto.

Infatti non erano state poche le volte in cui Kurt li aveva beccati a parlare fitto fitto lanciando occhiate di sbieco a Kurt, o ad intavolare discussioni con Blaine di nascosto, oppure ancora ad iniziare delle frasi ed a lasciarle a metà, le mani sulla bocca e delle espressioni terrorizzate in volto.

Per quanto riguardava il suo rapporto con Blaine, nulla era cambiato da quella notte sulla piattaforma.

Blaine era sempre il solito Blaine, solo che più freddo e meno allegro di quanto lo era stato gli ultimi giorni.

Kurt attribuiva la causa di un comportamento del genere al suo orgoglio ferito, probabilmente il fatto che il soprano lo avesse visto piangente non contribuiva a mantenere in piedi la sua immagine da uomo duro e tutto d’un pezzo.

Kurt, d’altro canto, stava passando anche lui un periodo piuttosto difficile.

Ammettere che forse, e con forse si intende forse, poteva essere attratto da Blaine era una cosa, conviverci era un’ altra.

La verità era che aveva decisamente scelto il ragazzo sbagliato per il quale prendere una stupida cotta.

Perché, si chiedeva sconsolato, non si poteva essere infatuato di un bel nerd che stava sempre chino sui libri e che indossava i maglioni della nonna talmente sformati che gli nascondevano il corpo?

Perché?

E invece no! Kurt doveva fare sempre il complicato, ed era andata a finire che l’oggetto dei suoi pensieri era un bel ragazzo con un sedere da favola e che andava in giro vestito con pantaloni e magliette strettissime, sempre impregnato di goccioline di sudore che gli rendevano la pelle lucida e che-

Come volevasi dimostrare.

Kurt non riusciva a tenere a bada gli ormoni, ora che erano stati sfoderati.

Ed un altro problema, ultimo ma non per importanza, era che non sapeva davvero che cosa volesse.

Delle volte doveva farsi fisicamente del male per non correre incontro a Blaine e passare del tempo con lui, delle altre, appena lo vedeva scappava via per la troppa vergogna o la paura di non riuscire a controllare i suoi- ehm- bisogni.

Comunque, un po’ di giorni erano ormai passati dall’ ultima volta che aveva chiacchierato con Blaine, era infatti arrivato il periodo alto della stagione, e Blaine era occupato ad aiutare Grace con i clienti ed a lavorare nelle stalle.

Kurt era stato molto tempo con Kathy, avevano chiacchierato insieme dell’ ultimo numero di Vogue o semplicemente dei rispettivi Hobbies, e, come detto in precedenza, ne aveva passato molto anche con Wes e David.

Era proprio con loro che, in quel momento, si trovava steso sotto un albero dietro le stalle a chiacchierare allegramente.

“-Linda mi ha lasciatooo!” si lamentava Wes ad alta voce, singhiozzando sulla spalla dell’ amico che lo guardava con un espressione dispiaciuta.

Forse non proprio allegramente.

“Su, Wes” iniziò David con la faccia concentrata per cercare qualcosa da dire “In fondo non ti merita!”

“D-d-dicono t-tuutti così!” ululò Wes in preda al dolore. “Sono s-solo frasi fat- fatt-e, non-non lo p-pensi davvero, p-perché non mi dici la v-verità?”

“Beh” ammise David incerto “Forse se avessi fatto qualche passo in più-“

“Daaaavid!” pianse ancora più forte l’altro “Ma sei mio amico o c-osa? Non devi dirmi l-le cose così diret- diret-tamente, usa un po’ più d-di frasi fatte che m-mi faccian- faccian-o star me- me-glio!”

David guardò l’amico con un ‘ espressione stralunata.

Kurt, nel frattempo, osservava la scena divertito e si stava insistentemente mordendo la mano per trattenere le risate.

David gli lanciò un’ occhiata supplicante, che diceva chiaramente ti-prego-aiutami-non-so-che-fare!

“Beh, Wes” iniziò quindi il soprano “Vedila così, tu sei un tiramisù, ed a lei il tuo tiramisù non piaceva. Probabilmente perché aveva troppe- mandorle?”

“Razzista” sussurrò Wes.

“Non in quel senso, Wes!” esclamò Kurt esasperato “Facciamo che aveva troppo cioccolato, va meglio?” Wes annuì compiaciuto.

“Bene” continuò il soprano “E secondo te tutti hanno gli stessi gusti di Linda? No! E’ ovvio che ci sarà qualcuno a cui il troppo cioccolato piace! Quindi stai tranquillo, prima o poi troverai quella giusta.”

Kurt finì soddisfatto. Si appuntò mentalmente di ringraziare Finn per lo spunto del tiramisù che gli aveva dato, e guardò se Wes si era bevuto quella che, Kurt si complimentò con sé stesso, aveva spacciato per una perla di saggezza, ma che in verità era solo un modo per distogliere l’attenzione di Wes dalla ragazza.

“G-grazie, Kurt” sorrise quindi l’altro “I-Infondo non t-tutti sono dei b-b-buongustai, no?”

“Esatto!” esclamò Kurt contento, e la conversazione, per grazia divina verso Kurt e David, si spostò su altri argomenti più felici, come il fatto che la nonna di David avesse una forneria famosa in tutto l’Ohio.

L’Ohio?

Ma cosa-?

“Avete detto Ohio, per caso?” chiese Kurt stupito.

Il due ragazzi davanti a lui si guardarono spaventati, gli occhi si spalancarono, ed iniziarono a balbettare.

Qualcosa non quadrava.

“Ohio?” iniziò David simulando nonchalance “Cos’è? Una malattia? E’ per caso parente del Va-Ohio-lo? O forse-“

“Ohio lo stato, David! Ma quanto sei stupido?” lo corresse Wes, poi si schiaffò in fronte perché si era appena tirato la zappa sui piedi.

“Allora?” li incitò Kurt insospettito.

“Sì, ehm-“ iniziò David “Mia nonna è dell’ Ohio, cioè, in verità io e Wes veniamo dall’ Ohio, ci siamo conosciuti- in un campo scuola qui in Tennessee, con Blaine.”

“Oh” disse Kurt “Mi sembravate famigliari-“

I due ragazzi sbiancarono.

“Non ci siamo mai visti.”

“No.”

“Mi ricorderei di una faccia così brutta, Kurt”

“Ehi, Kurt, mi hai fatto male!”

“Lo diceva Blaine che eri una tigre!”

“AHI! Ma la smetti?”

“A che scuola andavate?”

“Dalton” risposero in coro i due ragazzi, sempre orgogliosi di mostrare le proprie origini. Poi si diedero degli stupidi di nuovo perché, com’è che facevano a cascarci sempre?

“Ho gareggiato contro il glee club della Dalton!” Esclamò Kurt estasiato, “voi cantavate?”

“Sì”

“No”

“Ehm” iniziò David “Volevamo dire che sì, cantavamo, ma non ci piaceva-“

“Già” confermò Wes con una faccia teatralmente disgustata “Uno schifo-“

“Per fortuna che c’era B-“

“BOURBON!” Wes interruppe David al momento giusto. “Chi ha voglia di Bourbon?”

Kurt cercò di riportare l’argomento sulla Dalton ma i due non sembravano volerne sapere, di parlarne, e quindi per un’ oretta tornarono a parlare di come Teen Vogue per certi versi fosse migliore del Vogue originale.

 

 

Passato un po’ di tempo da quando quella strana conversazione era avvenuta, Wes si era profondamente addormentato, e, poggiato ad un albero di schiena, uno stelo d’erba in bocca, ed un cappello di paglia in testa, Kurt si ritrovò a pensare che sembrava proprio a suo agio in quel posto.

Kurt e David, invece, si erano spostati un poco e si erano avvicinati ad una pozza d’acqua lì vicino.

David stava giocherellando a lanciare sassi piatti sul filo dell’ acqua per farli rimbalzare, e Kurt si annotò mentalmente di farselo insegnare perché, al momento, tutto quello che sapeva fare era attentare alla vita di qualcuno per colpa della sua scarsa  mira.

“Blaine è un bravo ragazzo” disse improvvisamente David.

“Lo so” rispose Kurt, preso alla sprovvista.

“E ti vuole bene.”

“Lo so” rispose di nuovo Kurt.

“Davvero?” si girò verso di lui David, sorpreso.

“Me l’ha detto” sorrise Kurt. Poi ripensò al fatto che dopo quel momento tutto era diventato più difficile, che i suoi rapporti con Blaine si erano raffreddati parecchio. “Anche se sembra averselo rimangiato.”

“Credimi” disse David prima che Kurt aggiungesse altro “Non lo ha fatto.”

Kurt annuì solamente e tornò a guardare il lago.

Ed ora perché David si comportava in quel modo?

“E’ molto fragile” continuò poi David “Ne ha passate tante durante la sua vita, Kurt. Si merita un po’ di allegria, una volta tanto-“

“Perché mi stai dicendo questo, David?” lo interruppe bruscamente guardandolo negli occhi.

“Perché tu sei quello che può fargliela provare, quest’ allegria.”

Poi si alzò e, con un sorriso, si voltò verso l’albero dove stava steso Wes.

Kurt giurò di aver sentito David sospirare e pronunciare qualcosa sottovoce.

Non hai la più pallida idea di quanto.

 

 

Kurt stava mangiando con la sua famiglia nel ristorante dell’ agriturismo.

Carole e Burt stavano raccontando felici di un molo abbandonato che avevano  scoperto durante una delle loro passeggiate, e Finn si era intromesso chiedendo se gli avrebbero comprato le magliette che recitavano “Salva il tuo stomaco dai salumi, salva i maiali!” suscitando un attacco di riso da tutto il tavolo.

“Uffa” sbottò offeso “Qui nessuno sembra mai prendermi sul serio!”

“Oh”esclamò Carole sia dispiaciuta che divertita “Non preoccuparti, caro, vedrai che qualcuno, prima o poi, capirà quello che hai da dire. E’ solo che non è il posto esatto, sai? I salumi sono praticamente il piatto tipico qui.”

“Ed infatti non dovrebbero esserlo!” esclamò il ragazzo indignato.

“Finn-“ iniziò con fare conciliante Kurt, ma fu interrotto dallo sbattere della porta della sala e da una voce da lui ben conosciuta.

“Kurt!” Blaine stava correndo verso di lui, con un’espressione luminosa in volto. “Kurt, vieni, ti devo far vedere una cosa!”

Mezza sala si girò a guardare quello strano individuo sporco di terra che correva impaziente verso un tavolo al centro, e lo stesso fece la famiglia di Kurt, che guardò il ragazzo ricciolo stralunata per poi fissare insistentemente il soprano, che ora era leggermente arrossito.

“Blaine?” chiese esitante, alzandosi.

Ma il ragazzo non aggiunse niente  a quello che aveva detto, al contrario gli afferrò la mano e lo trascinò con sé verso l’entrata, sotto gli sguardi esterrefatti di Finn e Carole e quello infastidito di Burt.

“Ehi- ma-“ provò a chiedere Kurt “Che cosa-“

“Vodka!” esclamò il ricciolo continuando a correre.

“Mi hai strappato da un pranzo sinceramente ottimo per fare un festino alcolico, Blaine?”

“Ma no!” esclamò l’altro con ovvietà “Vodka è una pecora, sta partorendo!”

“Vodk-cos- Oh NO!” sospirò Kurt senza parole.

“Volevo solo che tu lo vedessi” disse poi Blaine con espressione speranzosa. “Credevo ti sarebbe piaciuto-“

“Ammetto di essere curioso” lo rassicurò il soprano, sorridendo.

Quello bastò al ricciolo per aumentare la velocità della corsa e raggiungere le stalle in tempo record.

Quando entrarono nel recinto delle pecore, Blaine si precipitò in un angolino e Kurt lo raggiunse, adocchiando da lontano un animale bianco rannicchiato su sé stesso.

“Vieni, Kurt, presto!” gli urlò Blaine, già accucciato accanto alla pecora, con un enorme sorriso sul viso.

Kurt lo raggiunse e si inginocchiò vicino a lui, osservando l’animale che emetteva deboli versi a causa dello sforzo.

Blaine, nel frattempo, continuava ad accarezzare il pelo ricciolo dell’ animale ed a canticchiare una strana nenia, forse più per calmare sé stesso che per calmare l’animale.

“Ma-“ iniziò Kurt curioso “Non devi fare niente?”

“In genere il parto delle pecore è naturale” spiegò Blaine tranquillo “se vedi uscire testa e zampe anteriori insieme, allora siamo a posto!”

“Ehi, Blaine!” iniziò improvvisamente Kurt “Vedo qualcosa!”

Blaine si girò di scattò, e constatò felicemente che tutto stava andando per il verso giusto.

Kurt si voltò ad osservarlo, aveva gli occhi aperti e leggermente arrossati, e sul volto un sorriso enorme. Si vedeva che era totalmente  suo agio.

Sorrise tra sé e sé e decise di tenersi quell’ immagine di Blaine, tranquillo e felice, per sempre nei suoi ricordi.

Passò ancora qualche minuto, fino a che l’agnellino non uscì del tutto, e la madre iniziò a leccarlo per pulirlo.

“E’ bellissimo” sussurrò Blaine.

Kurt annuì, e Blaine si alzò all’ improvviso per girarsi a prendere un biberon pieno di latte e voltarsi verso l’agnellino.

“La madre non può allattarlo, è malata” spiegò dispiaciuto “Quindi ci pensiamo noi, per il primi mesi di vita.”

Prese l’agnellino in braccio, ormai interamente pulito, e dolcemente gli posizionò il biberon in bocca, e, accarezzandolo e sorridendo della goffaggine del cucciolo, pian piano riuscì a fargli finire quasi tutto il liquido.

“Vuoi provare?” chiese improvvisamente a Kurt, che era rimasto lì vicino, osservandolo rapito.

“Io-“ iniziò titubante “Non sono sicuro che- non sono capace-“

Blaine però non lo ascoltò minimamente, e si sfilò di braccio l’agnellino per poggiarlo sulle ginocchia di Kurt.

Kurt, nel sentire il peso di quell’ esserino caldo ed indifeso sopra di sé, venne investito da un’ ondata di emozioni indescrivibili, e quasi strappando il biberon a Blaine, che sorrise teneramente, iniziò ad allattarlo.

Quando quello finì il latte, belò in disappunto, poi si districò velocemente dalle braccia di Kurt e corse ad accoccolarsi vicino al corpo della madre, per poi addormentarsi soddisfatto, quindi Blaine si sedette a terra stanco e si passò una mano nei capelli scompigliandoseli leggermente, Kurt lo seguì a ruota, sospirando felice.

“Sai-“ iniziò quindi il soprano, torturandosi le mani e giocando con il braccialetto che aveva al polso “Forse mi ero sbagliato.”

Blaine alzò gli occhi da terra e li fissò in quelli di Kurt, cercando di capire cosa volesse dire.

“Ecco-“ continuò “Forse non sei proprio un contadinotto rozzo e sgarbato, sì.” Blaine sorrise vittorioso “E forse- Dio ti prego perdona quello che sto per dire- anche le stalle non- non- non sono male, già.”

Si passò una mano nei capelli imbarazzato, e Blaine rise di quel gesto così delicato.

Adorava quando era imbarazzato.

“Beh” iniziò quindi il ricciolo, sentendo che era il suo turno di parlare “Forse mi sono sbagliato anch’io. Forse non sei così schizzinoso come credevo. Provincialotto però lo sei comunque, eh! Non puoi dirmi che ti piace America’s Next Top Model!”

“Ehi!” lo riprese Kurt fintamente offeso, dandogli una gomitata “Questo è ingiusto! Non puoi usare le mie confessioni contro di me! Io mi fidavo!”

Blaine nel frattempo non aveva smesso di ridere, anzi, non accennava a smettere, e ben presto anche Kurt si fece coinvolgere, e finirono entrambi a terra rotolandosi nel fieno, in mezzo ad animali puzzolenti ed in una stalla sporca, ma felici.

 

 

Quella sera, quando Kurt tornò a casa, non fu per niente stupito di trovarsi di fronte tre facce che lo scrutavano inquisitorie.

Burt era seduto sul divano ed alzò un sopracciglio alla vista del figlio, e, dopo aver guardato Carole che gli aveva annuito incoraggiante, un momento ma che stava succedendo?, chiese a Kurt di seguirlo e si diresse al tavolo della cucina.

“Papà-“ iniziò Kurt “C’è qualcosa che non va?”

“Puoi scommetterci, Kurt” rispose scorbutico Burt, gettandosi sgarbatamente su una seggiola.

“Burt!” lo ammonì la voce di Carole dal salotto “Ne abbiamo già parlato, sii delicato!”

“Va bene!” sbuffò Burt irritato, poi si voltò verso Kurt “Siediti.”

“Burt!” la voce di Carole si rifece sentire “Ma mi ascolti? Delicato!”

“Va bene, Carole, va bene!” urlò Burt in modo da farsi sentire dalla moglie in sala “Kurt, potresti sederti, per favore?”

Kurt, che aveva assistito alla scena in silenzio, obbedì al padre confusamente, non sapendo dove la conversazione sarebbe andata a parare.

“Ehm-“ iniziò titubante “Cosa vuoi dirmi, papà?”

“Questo Blaine-“ iniziò Burt con un tono che non era per niente di buon auspicio “Ti ha preso la mano.”

Oh.

Cavolo.

“Ehm- sì?”

“Ti piace?”

Mi sa proprio di s-

“NO!”

“Bene, allora io andrei.” Disse Burt sembrando sollevato, quindi si asciugò il sudore dalla fronte e poi si mosse per alzarsi, ma venne fermato, ancora una volta, dalla voce della moglie.

“Burt! Santo cielo, ma quanti anni hai? Fallo, ora!”

L’uomo fece un sospiro di rassegnazione e si risedette sulla sedia, gli occhi fissi in quelli del figlio, che ancora non capiva cosa stesse succedendo.

“Vedi Kurt-“ iniziò torturandosi le mani.

Oh. Oh.

Se Burt si sta torturando le mani, non è mai un buon segno.

“Arriva un momento, nella vita di qualsiasi persona, e sappi che se a te non arriva non devi considerarti strano, eh! Anzi, io ne sarei anche più felice perché allora non dovrei-“

“Papà-“ gli occhi di Kurt si spalancarono in avvertimento, iniziando a capire, forse, dove il padre volesse arrivare.

“No, Kurt, aspetta, devo finire” lo interruppe Burt, deciso “Dicevo- Arriva un momento in cui- e questo come cavolo lo dico? Ehm- in cui ci si trova bene- con qualcuno- con un ragazzo, magari?”

Kurt sentì le guance andare a fuoco.

Non poteva star accadendo.

Non era possibile.

Aprì la bocca per fermare il padre sin dall’ inizio, ma quello fu più veloce di lui e continuò il suo discorso.

“E poi- sì- ehm- tu ci vorrai fare delle cose, con questo ragazzo. Delle cose nel senso che-“

“Sì papà, ho capito!” lo fermò Kurt in stato di shock.

“Ecco. Quello che volevo dirti è che- non devi buttarti via al primo che capita, Kurt. Tu sei importante. E queste cose- ogni volta che le fai, vorrai farne ancora, e ancora, e ancora e-“

Papà” lo ammonì Kurt

“Sì beh, il succo è che, fai in modo di essere sicuro, ok? Io ho-“ si fermò un attimo e fece un respiro profondo “Ho comprato dei depliant, e non so la meccanica-“

Se possibile Kurt divento ancora più rosso.

“-ma questi potrebbero aiutarti, sì.”

Kurt deglutì ed afferrò in fretta i volantini che il padre gli porgeva, guardandosi intorno per controllare che nessuno stesse guardando.

“Promettimi che ci darai un’ occhiata-“

Papà” Kurt lo guardò supplicante.

Kurt!”

“Io-“

“Kurt, prometti!”

“Ok, ok prometto!” esclamò esasperato, pensando già dentro di sé a come avrebbe dato fuoco a quei volantini non appena fosse entrato in camera sua.

“E per quanto riguarda quel ragazzo-“ continuò Burt “Blaine. Stai attento.”

“Papà” la voce di Kurt ormai era stridula, “Io e Blaine non- Lui non- No.”

“Comunque sia” annuì Burt “Stai attento. E ricordati che sei importante.” e con un ultimo cenno ed una carezza sul braccio di Kurt, Burt uscì dalla cucina per ripararsi tra le braccia di sua moglie, lasciando un Kurt scioccato in piedi nel bel mezzo della cucina.

Wow, e ora come gli dico che stasera vado da Blaine?

Merda.

 

 

Fu solo dopo mille “tra noi due non c’è niente”, “Siamo solo amici”, Sì, una foto, mi deve far vedere una foto!” “Sì, di sua nonna”, “No! Non mi sta presentando come fidanzato ai suoi nonni, è solo una foto!”, “Sì, prometto che non mi darò via al primo che capita” ,“Sì, li ho letti” che Burt permise a Kurt di andare da Blaine, quella sera.

Ovviamente c’erano delle condizioni da accettare, che, per fortuna, quella volta non includevano il dover sopportare la presenza di Finn per la durata dell’intera serata, ma solo un coprifuoco poco generoso (“Assolutamente non più in là delle dieci e mezza, Kurt!”) ed un messaggio ogni ora che assicurasse al padre che tutto procedeva bene.

Quindi, dopo aver nascosto i volantini in fondo al suo cassetto più in basso, e dopo aver passato una buona mezz’ora, cosa che Kurt riteneva un progresso, a scegliere quello che avrebbe indossato, Kurt si affrettò fuori di casa e cercò di orientarsi per trovare quella di Blaine.

Gli aveva detto che era una piccola casetta come la sua, solo che più vicina alle stalle.

Girò un po’ il prato, e finalmente sembrò aver trovato quella giusta e ci si diresse in fretta.

Quando ci arrivò vicino, dalla finestra vide Blaine in cucina, immerso nella preparazione di quello che sembrava un piatto piuttosto complicato.

Sorrise quando il ricciolo si portò il mestolo alla bocca e fece finta di cantare qualcosa, improvvisando un balletto ridicolo e muovendo i fianchi a ritmo di musica, indosso un grembiule blu tutto stropicciato che lo rendeva estremamente carino.

Kurt si costrinse a distogliere lo sguardo da quella visione e si avvicinò alla porta, bussando.

“Kurt!” la voce di Blaine lo accolse felice non appena la porta si spalancò. “Entra!”

Kurt lo salutò a sua volta e poi seguì Blaine dentro la casa.

“E’ piccola” stava dicendo Blaine “Ma è giusta, per me. Kathy dorme con Zia Grace nell’ edificio più grande.”

“E’ bella” disse Kurt semplicemente, affascinato da quella casetta così piccola ma così dolce, piena di vita e di colore.

La cucina era praticamente attaccata al salotto, e si vedevano due porte, una che conduceva al bagno, e l’altra alla camera da letto.

Una piccola pianola elettrica giaceva in un angolo vicino alla TV, e le pareti erano coperte da fogli di carta sui quali erano tracciati scarabocchi di tutti i colori.

“Li hai fatti tu?” chiese ironicamente Kurt, indicando i disegni.

“Ah. Ah. Kurt, molto divertente” rispose Blaine sarcasticamente “No, sono dei miei cuginetti Tom e Alex, i figli della Zia. Verranno qui tra poco, credo.”

“Sembra che gli piaccia disegnare!” scherzò Kurt.

“Non parliamone! Disegnano talmente tanto che avrei bisogno di una stanza solo per le loro ‘opere’!”

Kurt sorrise ed insieme si diressero verso la cucina.

Alla fine era stato Kurt a chiedere di vedere la foto di cui aveva tanto parlato Blaine, un po’ per farsi perdonare il rifiuto scortese dell’ ultima volta, un po’ perché voleva una scusa per assaggiare altri di quei manicaretti che Blaine aveva dimostrato di saper cucinare al pic-nic al lago.

“Allora” iniziò scherzando “Cosa c’è sul menù, stasera?”

“Mmh” Blaine prese un tovagliolo e se lo posizionò sul braccio con un’ espressione seria in volto “Credo che il signore potrà scegliere tra pasta al basilico e pasta al basilico.

“Ah!” Kurt si finse pensieroso “Che ardua scelta! Credo che opterò per la pasta al basilico!”

“Ottima scelta!” sorrise Blaine, poi si avvicinò al tavolo e spostò la sedia per far sedere Kurt con un inchino.

Kurt rise, e la cena passò tra i complimenti di Kurt per la fantasticità della pasta, discussioni riguardo artisti musicali vari, battute velate, e le risate divertite di Blaine quando Kurt gli raccontò del discorso che suo padre gli aveva fatto quel pomeriggio.

Finito di mangiare, Kurt aiutò Blaine a lavare i piatti, ed alla fine si trovarono entrambi zuppi con in piatti ancora da lavare impilati nel lavandino e due sorrisi divertiti in viso.

Blaine mostrò a Kurt la foto della nonna, Kurt prima si prese uno spavento, poi cadde a terra per le troppe risate insieme a Blaine.

Improvvisarono un duetto alla pianola, sulle note di una filastrocca stupida che avevano entrambi imparato all’ asilo, e giocarono ad indovina chi? per il resto della serata.

Quando arrivarono le dieci e mezza, Kurt si accorse che il tempo era scivolato via senza che se accorgesse.

Si stiracchiò lentamente ed annunciò a Blaine che era ora che se ne andasse.

Il ricciolo emise un borbottio di protesta ma si alzò ed accompagnò Kurt alla porta e poi sotto il portico.

“E’ stata una bella serata-“ iniziò Kurt sorridendo “Ti ringrazio-, com’era?,  o grande cuoco?”

“Kurt, non fare finta di scordartelo, si dice o fantastico cuoco che cucina piatti fantastici e che è fantastico anche lui.”

“E modesto, aggiungerei” sorrise Kurt.

“Anche quello, sì” confermò Blaine.

Kurt si osservò i piedi e si torturò le mani per un tempo che sembrò infinito.

“Beh” iniziò quindi, sentendosi improvvisamente nervoso, “io devo davvero andare ora,  perché sennò mio padre si arrabbia e mi stritola ed io finisco male, senza contare che potrebbe venire qua a controllare e sarebbe una cosa molto imbarazzante perché mio papà sa essere decisamente imbarazzante e non vorrei mai-“

“Sei adorabile quando straparli” lo interruppe Blaine guardandolo affettuosamente. Si accorse solo dopo di quello che aveva detto, e, con un espressione di puro orrore in volto si affrettò a dire qualcos’altro per rimediare “Oh, scusa- Questo era- del tutto inappropriato, io sono un cretino, è che non ci penso, e delle volte le cose mi escono così, è- è solo che tu eri così-“

“Sei adorabile anche tu, quando straparli” sorrise Kurt interrompendolo. “Dormi bene, Blaine”

Poi si voltò e si diresse verso la casetta, visto che, se fosse rimasto qualche secondo di più, era sicuro che sarebbe saltato addosso a Blaine e l’avrebbe baciato lì, sotto quel portico.

 

 

BluCannella

Questa volta ci rinuncio addirittura a scrivere in blu, perché tanto appena pubblico mi torna nero :(

Buondì a tutti!

Grazie mille, ancora, per essere così gentili e per lasciarmi delle recensioni fantastiche che mi fanno sciogliere!

Vi prometto che tra poco sarete ricompensati per la vostra gentilezza, indovinate infatti che scena sto scrivendo in questo momento? (Sono un attimo avanti con i capitoli, ma tranquilli, non troppo, è il capitolo dopo il prossimo! E qui mi zittisco perché parlo sempre troppo ;D)

Già, proprio quella scena!

Ok, oggi ho delle comunicazioni per voi, donzelle e donzelli? (Se ce ne sono)

                               1.      Mi spiace dire che dopo Giovedì me ne andrò in vacanza per una settimana, che vacanza non sarà per niente visto che sarà una settimana in montagna a cucinare per un migliaio di pargoli affamati e cattivi, (Però ho appena ordinato “The land of stories”, il libro del nostro amatissimo Chris, quindi avrò qualcosa che mi distoglierà dalla voglia di suicidio che sicuramente avrò!)

E, dicevo, durerà una settimana, quindi mi spiace ma non avrò possibilità di aggiornare quella settimana, ma posso promettervi che quando tornerò, lo farò con una bella scena ;)

(Basta spoilerare, cretina!)

 

                        2. Mi scuso in anticipo, ma visto che ho un sacco di cose da fare in questo periodo tornerò ad aggiornare una volta a settimana, mi sa il Lunedì, essendo che poi vado di nuovo in vacanza e poi parto per la Cina! (Anno di scuola all’ estero, *_____* non vedo l’ora!)

Quindi mi spiace se gli aggiornamenti saranno un po’ più rari, ma non preoccupatevi perché non smetterò di scrivere! PROMESSO

Bien, e qui finisco le informazioni di servizio.

Ammetto che questo è stato un capitolo di passaggio, sul serio, ma non vedo l’ora di farvi leggere il prossimo capitolo, perché da lì le cose inizieranno a muoversi nella giusta direzione, yayyyyyyyyyy!

Comunque, in questo capitolo abbiamo avuto la chiacchierata con Burt :)
A proposito, non l'ho fatta proprio uguale, Kurt è più grande, e Burt è un po' irritato perchè lo vede sempre intorno a Blaine, quindi è per questo che si comporta così (Non volevo farlo OOC)

Poi, si lascia la questione del "fidanzato di Blaine" in sospeso, lo so, ma sarà riportata a galla nel prossimo capitolo

Ed infine, la One-Shot!
Che bello vedere tanta gente che la richiede, vi adoro!
Sarà su a breve, anche se mi sto dedicando di più ai capitoli della storia, visto che questi ultimi saranno belli pienotti :)

:D

Bene, scusate per la nota chilometrica

Un abbraccione

BluCannella

 

Oh, cheppalle, odio firmarmi BluCannella, mi sa tanto di scrittrice fallita.

Marta

Lo ammetto, è il mio nome.

   
 
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