Hola. Son tornata per un’ultima volta, per scrivere il finale di questa storia. Questo è il finale nella mia testa e il vostro qual è? Bhè io ho iniziato a scrivere perché quando leggevo la fine di una storia, la mia testa creava già un seguito. Bhè di questa storia il seguito c’è e non c’è. Si vedrà come andrà a finire. Comunque sia, auguro a tutte una buona estate e una buona lettura! Baci Ale.
Monaco, 9 luglio di un lontano anno
Il caos era all’ordine del giorno in quella casa. Mai un momento di tranquillità e di pace per le cameriere e i maggiordomi costretti a correre da una parte all’altra. – Dio, non c’è la faccio più. – disse Eleanor tenendosi il fianco. – Da quando sono tornati da Londra è sempre peggio. Il Signorino vuole andare sempre a giocare fuori, si sporca sempre i vestiti che indossa e soprattutto si apposta dietro la statua di marmo vicino all’ingresso e mi fa spaventare! Per colpa sua ho rotto i bicchieri di cristallo della Signorina.- - Su su Ele, è un bambino può risultare un po’ pestifero ma è un angioletto- disse sorridendo Vanessa – E’ un angioletto solo quando c’è sua madre!- ribadì Eleanor prendendo lo straccio – e poi l’hai visto quel tizio biondo ossigenato? Dio che nervoso! Non so come abbia fatto la Signorina a trovarlo. E’ arrogante, maleducato, viziato. È come il Signorino- - Non ha caso è suo padre Ele.- continuò Vanessa prendendo un nuovo piatto da asciugare – Sono i nostri padroni e noi dobbiamo servirli, ci pagano per questo e io son felice di stare qui. Quando c’erano i genitori della Signorina era peggio credimi. Era severi e tutto era buio e triste. Ora questa casa è piena di allegria, di luce, di felicità e soprattutto di amore. Io son felice e dovresti esserlo anche tu mia cara.- Eleanor sbuffò e andò verso lo scaffale per appoggiare i bicchieri appena puliti. Sorrise quando guardò fuori dalla finestra, la Signorina e il biondo ossigenato si stavano tenendo la mano e intanto guardavano correre felice il Signorino. Ma sì, Vanessa ha ragione, questa casa è piena d’amore e di felicità.
Londra, 9 luglio di quello stesso anno lontano