Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Silver Pard    09/07/2012    2 recensioni
Una raccolta di fic semi-dimenticate scritte per il meme di Sherlock, con un numero sproporzionato di cross-over e almeno un cinquanta percento di probabilità di essere completamente crack.
Genere: Comico, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson , Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: AU, Cross-over, Raccolta, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
NdT: … Questa raccolta mi fa sentire sempre più ignorante xD Stavolta c’è un crossover tra Good Omens (in italiano: “Buona Apocalisse a tutti!”, scritto a quattro mani da Terry Pratchett e Neil Gaiman), Harry Potter e Sherlock. Cioè. Dov’è il Dottore.
“The Old Chestnut” significa letteralmente “la vecchia castagna,” ma “a old chestnut” è un’espressione idiomatica che indica quelle battute trite e ritrite che non fanno più ridere nessuno. Vecchie come il cucco, something like that.
Non ho letto Good Omens e mi scuso di eventuali errori di traduzione. *aggiunge tremila libri alla to-do-list estiva*

NdA: Questa storia segna la prima (ma certamente non ultima) apparizione di Crowley in questa raccolta – io vi avevo avvisati. Questo è il mio cervello… *scuote la testa*



Prompt: Sherlock Holmes, Sirius Black and Crowley walk into a bar.



The Old Chestnut






I tre uomini nell’angolo del pub erano tutti magri (in un caso, sull’orlo dell’inedia), bruni (con capelli che spaziavano da tagli alla moda a riccioli-che-non-vedono-un-paio-di-forbici-dalla-Thatcher), e accigliati. Se vi avessero detto che uno di loro era un demone, probabilmente non avreste indovinato quale.

(Tuttavia a nessuno avrebbe stupito la presenza di un demone là dentro. The Old Chesnut – era uno di quei posti che si piazzava il nome in lettere di metallo sproporzionate sulla facciata dell’edificio; di conseguenza la prima “t” a un certo punto era stata rubata, e l’accento locale aveva fatto sì che rimanesse perduta – uno di quei posti con le storie (fabbricate) così. Comunque sia, il demone era un cliente fisso.)

Crowley guardava in cagnesco Sherlock Holmes, che ne era ignaro. Ignaro. Il più grande detective del mondo un paio di palle.

Sherlock Holmes studiò la clientela, e non ne rimase folgorato. Stava presumibilmente anche considerando come usare la sua conoscenza contro la suddetta clientela rea dell’orrendo crimine di non essere interessante.

Sirius Black si schiarì la gola. « Un altro giro, signori? »

Crowley diresse lo sguardo torvo verso l’altro uomo. « Black. Non puoi pagare. Non sai nemmeno maneggiare la valuta. »

« Sono tutti pezzettini di carta » disse Sirius, senza l’ombra di vergogna. « Insomma, che differenza c’è? A me paiono tutti uguali. »

« Manchi di spirito di osservazione » tirò su col naso Sherlock; era il peggior insulto che si potesse ricevere, per quanto gli riguardava. Crowley era di parere molto diverso. Aveva causato una guerra l’ultima volta che aveva usato il suo peggior insulto. Mycroft se ne era spiaciuto molto.

(Mycroft stava decisamente dalla parte di Crowley.)

« Ma dai » strascicò Crowley. « Senti, Black, ci sono dei numeri negli angoli. Non è così difficile. Ormai non si parla più in pre-decimali. Si sono pure sbarazzati del mezzo penny nell’84! Allora, quanti pence ci vogliono per fare una sterlina? »

Non poteva continuare ad accampare scuse per non pagare al suo giro, che diamine! … Anche se Holmes aveva da bere gratis perché aveva sistemato una piccola seccatura al barista qualche anno prima, e Crowley addebitava quello che prendeva all’Inferno.

Dopo un lungo momento di riflessione, Sirius si arrese con un’alzata di spalle. « Boh. »

Maghi. Davvero, il riconoscimento ufficiale che aveva ricevuto per aver (accidentalmente) creato lo Statuto di Segretezza non compensava l’inconveniente di dover avere a che fare con la loro cultura impantanata. Era un bene che i maghi fossero ancora più bravi a crearsi problemi da soli degli ordinari esseri umani, perché se Crowley fosse stato costretto a interagire con un’intera sottocultura dello stesso stampo di Sirius Black a intervalli regolari, si sarebbe scorporato.

« Cento, idiota » spiegò Crowley con un sospiro. « Prima erano duecentoquaranta, con dodici pence che facevano uno scellino, e venti scellini che facevano una sterlina. Ti rendi conto di quanto ti è più facile ora? »

Il mago alzò ancora le spalle. « Non vedo perché non possiamo semplicemente bere al Paiolo Magico. »

Crowley si strinse il lembo di pelle tra le sopracciglia. « Perché certi di noi ricordano ciò di cui Sherlock è capace con una lente di ingrandimento, quattro falci, un pacco di carte da gioco e un Horklump, e non vogliono il bis. »

« Allora non è perché sono ricercato per omicidio di massa? » chiese Sirius, più o meno con la stessa aria innocente di Aziraphale di quando Crowley esigeva di sapere che fine avesse fatto l’ultimo pasticcino che aveva visto con assoluta certezza sul piatto quando aveva cambiato stanza cinque minuti prima.

Sherlock grugnì sommessamente dal suo angolo, da dove stava analizzando i diversi tipi di sporco sulle varie scarpe degli avventori del bar. Crowley fece un gesto sbrigativo con la mano. « Quanti zellini ci vogliono per fare un galeone? » domandò, tornando alla conversazione precedente.

« Quattrocentonovantatré » rispose prontamente Sirius. « È diverso. »

« No che porca puttana non lo è » insistette Crowley.

« Signori » intervenne Sherlock in tono irritato, a corto di campioni di sporco. « Avete intenzione di battibeccare sui tassi di cambio o beviamo? »

« Qualcuno è scazzato » ghignò Sirius. « Che c’è, il ragazzo non te lo dà? »

La realtà non tendeva a riassestarsi ai desideri di Sherlock come faceva con Crowley, e pertanto la sua occhiata truce non poteva davvero ucciderlo, ma Sirius rabbrividì lo stesso.

« Oh, ma Sirius » disse Crowley estasiato, il bicchiere prima vuoto d’improvviso colmo di un’assai stupito Cabernet Sauvignon, « Si dice collega, vero, Sherlock? »

L’espressione di Sherlock si tramutò da “spero che tu muoia di una miserevole morte in un fosso” in “ti ucciderò con un cucchiaio e userò il tuo cuore come ornamento decorativo.”

« Oh, colpo basso » Sirius sussultò, scuotendo la testa con fare commiserevole.

« John è un caro amico e non ha importanza come sceglie di farsi chiamare – dobbiamo forse aggiungere alla discussione la tua dubbia relazione con la tua controparte? Sono certo che l’Inferno sarebbe lieto di sapere tutto fin nei minimi dettagli. »

« Ogni volta che penso che abbiamo toccato il fondo, ecco che le cose si fanno sempre più cattive » commentò Sirius rivolto a nessuno, in un tono di profonda ammirazione.

« Non so di che parli » ribatté Crowley mitemente. « E se non la pianti con questa storia, neanche tu lo saprai. »

« Ehi, ehi, pensavo avessimo stabilito che non potevamo usare incantesimi della memoria sull’unico babbano! »

« In particolar modo quando è uno dei pochi umani ad usare il cervello? Sì. Ma Sirius, ti ricordi quella volta in- »

« … Sì? »

« -quando tu- »

« … Sì. »

« -e poi lui- »

« Oh Merlino. »

« -e ti sei svegliato una settimana dopo con una patata- »

« Aargh! »

« Esattamente. Poi non è che lui non riesca a dedurre tutto quello che è successo per riapparirti il mese dopo come se nulla fosse successo. »

« Alquanto scorretto da parte vostra usare la magia, però » commentò Sherlock, tiepido.

« No che non lo è » controbatté Sirius, di colpo dall’altro lato del dibattito, riacquisita la memoria di Quella Volta. « Fosse un altro babbano qualsiasi, forse, ma tu – per il cappello cencioso di Merlino, che cosa gli hai fatto a quei Mangiamorte? »

« Abbiamo chiacchierato. »

« Uno di loro è stato trovato in un monastero! »

« Si è messo a parlare con Aziraphale » intuì Crowley. Il suo sorriso era piuttosto… aguzzo. « Il che è barare. Sono così orgoglioso. »

« E due di loro non potranno mai più usare le braccia, nemmeno con la magia » continuò Sirius, ignaro.

« Beh, vedi, John ha questo piccolo problema con i terroristi. Gli piace vederli fuori uso in via permanente. »

« E per non parlare del quarto che – beh. Per quello ancora devo capire come ci sei riuscito. »

“Mycroft?” composero le labbra di Crowley.

La faccia di Sherlock assunse vagamente i tratti di un gatto che pensava di avere trovato dell’erba gatta e poi si rendeva conto di essere incappato nella buccia di un’arancia. Mycroft.

« Ma basta parlare di guerra! Ci sono compleanni imminenti? »

Crowley si scambiò uno Sguardo con Sherlock. « Io non sono mai nato, Sherlock pensa che i convenevoli sociali siano per i deboli e non è che tu possa andartene a ballare per strada senza ritrovarti dietro un trenino di poliziotti – scusa, auror. »

« Cercavo solo di risollevare il morale » si difese Sirius con vivace indifferenza allo Sguardo.

« Perché beviamo con lui? » chiese Crowley a Sherlock.

« Ti ha fatto conoscere il miglior whiskey incendiario di Londra. »

« Giusto, giusto. »

« E poi hai fatto una scommessa con Aziraphale. »

« Chi ti ha detto – fermo. Lascia perdere. »

« Uomini, ho il bicchiere vuoto! Ho il bicchiere vuoto! »

Non c’era che sperare che Aziraphale si stesse divertendo quasi quanto Crowley, a questo punto…





« No, Mycroft, insisto. Il mondo può andare avanti senza di te per dieci minuti mentre ti gusti questo panfrutto. »

« Sono a dieta, Aziraphale, devo proprio- »

« Cheesecake ai mirtilli? »

« Oh, d’accordo. »

« Deliziato di sentirtelo dire, mio caro. Tè, John? »

« Molto gentile. »

« E tu, Remus? »

« No, grazie. Devo ancora finire questo scone. »

Aziraphale fece loro un sorriso raggiante.

Apparentemente incapaci di trattenersi, loro ricambiarono il sorriso.

Erano davvero brutte, le cose a cui lui e Mycroft dovevano ricorrere per procurarsi il tempo per queste piccole chiacchierate.

(Mycroft stava decisamente dalla parte di Aziraphale.)
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Silver Pard