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Autore: Nemsi    10/07/2012    4 recensioni
Essere i paldini del pianeta Terra comporta molte sofferenze e rinunce, anche le più impensabili.
Breve raccolta che analizza i protagonisti di The Avengers e il loro rapporto con l’amore e il sesso.
01. Tony Stark
02. Bruce Banner
03. Clint Barton
04. Steve Rogers
05. Natasha Romanoff
06. Thor
07. Loki
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Loki, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ed eccoci al capitolo finale della raccolta.
Lo dedico alle gentilissime lettrici che mi hanno recensito fino ad ora:

athira_14,devilcancry,KeepLove_Jeremy, Max,  Rogue92,Scaramouche, Silver Eyes,SvaneH, Varda

Inoltre ringrazio tutti quelli che hanno messo la raccolta tra le seguite e le preferite ^_^
*Nemsi si lascia ad un inchino prima di andarsene quando un urlo rompe il silenzio*Hei! Stupida midgardiana non stai dimenticando qualcuno? *bercia una voce serpentina e molto supponente*
*Ed appare Loki il dio dell'inganno-tantarobba-blablabla*
E ti pareva che la primadonna non entrava in scena all'ultimo… *Nemsi facepalm*
D'accordo! Scrivo anche di te, ma giuro che se mi fai alzare il rating a rosso, ti consegno nelle mani di chi so io! *ed a quella minaccia il dio trema*  


Thor

1115 parole

Ora il mio cuore appartiene a Jane Foster. E’ stata lei a cambiarmi, a rendermi un uomo migliore, un principe finalmente degno del trono dei suoi avi. Su Midgard abbiamo trascorso insieme i momenti più felici e sereni della mia lunga esistenza. Qui non devo essere l’esempio, il guerriero più forte e valoroso, l’erede al trono. Posso essere unicamente me stesso. Ed è una liberazione immensa essere solo semplicemente Thor, il ragazzo innamorato della creatura più meravigliosa dei Nove Regni. Come potrei non esserlo? E’ spiritosa, intelligente, appassionata e bella da togliere il fiato, con suoi immensi occhi scuri e le sue labbra sempre lievemente imbronciate, che mi attirano come le api al miele.
Alcune notti, abita i miei sogni più inconfessabili, bella e calda come la più dolce delle amanti. E mi perdo ad immaginare la sua pelle di seta, le sue curve perfette, le sue gambe sinuose che si aggrappano disperatamente a me. E resto ammaliato dal suo intossicante profumo di femmina, soggiogato dalle sue carezze delicate e dai suoi baci pieni di trasporto. Delle volte mi sembra perfino di sentirla gemere il mio nome, mentre...
Di colpo mi sveglio, solo, in un letto distrutto e madido, e mi rendo conto che era solamente la mia immaginazione. E ringhio di frustrazione come una belva in gabbia, con la mente ancora annebbiata dalle visioni del suo corpo nudo e morbido sotto di me.
Non abbiamo mai... non è conveniente. Lei non è un’ancella licenziosa, una bella popolana prosperosa, una banale avventuretta di una notte. Jane potrebbe essere la mia futura regina e voglio che tutto sia fatto nel modo giusto, secondo legge. Ma non si tratta solo di questo. In realtà non mi importa davvero essere il primo. Sinceramente ne sono spaventato. Lei mi sembra sempre così fragile, così facile da danneggiare. L’ho realizzato quella volta che eravamo in un parco e lei mi era seduta in grembo. Mi baciava come se fossi la sua unica ragione di vita e per un attimo, il controllo sul mio desiderio è venuto meno. Mi sono aggrappato al cemento della panca con un po’ troppa forza. E si è sbriciolato sotto le mie dita, come polvere. Lei ne ha riso, chiamandomi Il Distruttore, ma io ho avuto paura. Per la prima volta in vita mia, ho temuto la mia stessa forza. Se dò una pacca un po’ troppo forte sulle spalle di Fandral, lui si volta e ne ride. Jane invece... Se l’abbracciassi sull’impeto del momento, quando il mio petto urla di gioia per il tempo trascorso insieme, potrei ucciderla, senza quasi accorgermene. E’ questa la vera ragione per cui cerco sempre di tenere le distanze, comportandomi in modo esageratamente cavalleresco.
Ho domandato a mio Padre di farle affrontare la prova. So che lui sta ponderando la mia richiesta. Quanto a Jane, mi ha detto di essere d’accordo, che mi ama e si fida di me. Lei non sa cosa l’aspetta, ma io si. E delle volte mi chiedo se non sono ancora l’arrogante egoista guerrafondaio che fu bandito da Asgard solo qualche tempo fa.
Non so neppure se sperare che la superi. Se ci riuscisse, prima in millenni di storia, io avrei accanto, per tutta l’eternità, colei che amo più di ogni altra cosa. Ed il mio cuore già batte di gioia e d’aspettativa, impaziente di averla finalmente mia, al mio fianco, come mia pari. Ma lei perderebbe il suo mondo. Sarebbe regina in una terra straniera, così profondamente diversa da Midgard da non esserci paragone. E non sono certo lo sia in positivo. A corte le regole sono rigide, soprattutto per le donne della famiglia reale. La priverei della sua libertà. Delle sue amate ricerche, dei suoi amici, della sua famiglia, di tutta la sua vita umana.
Diventerebbe una dea immortale e nulla mi può rendere più felice che immaginare di trascorrere fino al tramonto del tempo insieme, fianco a fianco. Eppure la mia mente è affollata dai dubbi. E’ in questi momenti che mi manchi come non mai, fratello. La tua sagacia e la tua sensibilità saprebbero suggerirmi le risposte che cerco.
Siamo sempre stati come fuoco e ghiaccio, io il possente guerriero, tu l’abile mago. Rivali, si, troppo diversi per poterlo ignorare, ma mai nemici. Fino a che tu non hai deciso diversamente. Quando l’odio si è insinuato nel tuo petto come un viscido e velenoso serpente? Quando hai scelto di diventare il mostro che tanto ci spaventava da bambini, nei racconti epici di nostro padre? Perché hai deciso di abbandonare la tua famiglia, di rompere ogni legame con noi, ed isolarti nella tua pazza sete di conquista? Non sono mai stato bravo con le parole. Quello dalla lingua sciolta eri tu. Allora perché non mi hai aperto il tuo animo e confessato i tuoi affanni, i tuoi timori, i tuoi dubbi.  Avremmo potuto batterci, insultarci e poi chiarirci. Ma ora è troppo tardi.
E per quanto tu sia convinto che siamo incompatibili e dobbiamo essere nemici, odiandoci a vicenda, fino alla morte, io non smetterò di considerarti mio fratello. Né di amarti con tutto il mio cuore. Ma tu non sentirai mai queste parole uscirmi dalla bocca. Un futuro re non può dimostrare alcuna debolezza verso il traditore del suo popolo. E poi, tu non vorresti nemmeno sentirle. Ti arrabbieresti e mi urleresti contro menzogne che neppure pensi, accusando me di essere il bugiardo. Come siamo arrivati a questo, fratello?
Solo ora capisco lo strazio di nostro padre nel condannarti al tuo perenne esilio. Un sovrano deve saper soggiogare ogni cosa, sé stesso per primo, al trono. E io dovrò essere un re, prima che un fratello ed un marito. Come mio padre prima di me, e suo padre prima di lui.
Spesso ho scorto l’amarezza e la solitudine negli occhi di nostra madre, quando credeva di non essere vista. Sono certo che anche tu ne eri dolorosamente consapevole; sei sempre stato il più sveglio, fratellino. E noi ci stringevamo a lei, consolandola con l’irruento amore che solo due piccole pesti possono avere per la loro bellissima, straordinaria mamma. Non c’era altro che potessimo fare. No, è falso. Ad oggi, non c’è nulla che possiamo fare. Non c’è mai stato.
E’ il destino di un re. E della sua compagna.
Ed io subirò il medesimo fato. Dovrò avere una regina al mio fianco. E forse non sarà neppure la donna che amo. Ed allora dovrò imparare ad amarla. Anche questo è compito di un sovrano.
E rido amaro, davanti ad una pinta mezza vuota di birra Midgardiana, la più forte che hanno. Ti ho già perso fratello. Dovrò separarmi anche da lei?
Forse sarò solo alla fine, ma sarò re.
Lunga vita al re!
Esulto mentre la mia birra sa di sale e futuri rimpianti.

   
 
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