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Autore: Leanatic_PotterHead    10/07/2012    2 recensioni
Introduzione rimossa poichè non valida
Si prega di introdurne una che sia tale
Ladynotorius assistente amministratrice.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Ma forse non era un buon motivo dare la buonanotte. Passò un’ora, tutti dormivano. Will si alzò, tra alcuni ronfi e movimenti scroscianti di mani, cercò di farsi spazio. Il sonno non voleva arrivare. Eppure gli occhi di Will facevano fatica a rimanere spalancati. Così si affacciò alla finestra, guardando la luna. Will si era addormentato sulla sedie in pelle a forma di uovo. La luce del sole iniziava ad entrare nella stanza, andando a posizionarsi sul viso del rosso. Strizzò gli occhi e li aprì. Faceva freddo, le dita del ragazzo erano diventate blu, iniziava a battere i denti. Il rumore echeggiava nella stanza, doveva essere l’ufficio del capo. Era fatta di acciaio, quadri dappertutto che forse raffiguravano gli antichi proprietari del bar, e un camino. Will si avvicinò al camino in muratura, era sporco, nero di fuliggine. Guardò nella sua tasca, tirò fuori il pacchetto di fiammiferi, era vuoto. Il rosso imprecò e si sedette. Poi un rumore metallico giunse in cima alle orecchie del rosso, la porta si stava aprendo. Una chiamo comparve,- Tallulah- pensò William. Ma la chioma non era bionda, era mora. Ginevra. William le sorrise, si sfregò le mani, voleva che le mani divenissero più..normali. Ginevra si avvicinò e mostrò una coperta di color muschio. Il sorriso della mora riscaldò Will, ormai la coperta era superflua. Le braccia di Will cinsero Ginevra, la abbracciò. L’odore di pesca fece sorridere ulteriormente il rosso. –Grazie Ginevra.- Will parlò lentamente, come se ogni parola fosse una freccetta e che lui dovesse fare centro. Quella volta il centro era il cuore di Ginevra. –Prego Will.- una musica di sottofondo si fece spazio dai respiri composti dalla condensa. Qualcuno aveva acceso una radio o un Mp3. Certo che erano proprio disperati. E se non fossero mai più riusciti ad uscire?. No, sicuramente ci sarebbero riusciti. Ma ormai si era sparsa la voce, era da un giorno che quei ragazzi non ritornavano in città. Nessuno avevano notato la loro scomparsa? Non potevano essere diventati fantasmi. Non erano trasparenti. Il loro corpo era reale. Il loro bisogno di essere salvati era reale. Tallulah era accovacciata sotto ad un tavolino. I suoi occhi chiusi davano energia positiva. Sembrava quasi che volesse infondere gioia nel dormire. Le sue braccia erano in posizioni fetali, raccolte sul suo petto. Una coperta era poggiata su di lei, sembrava un involucro, e la bionda era il companatico. Piano le sue palpebre si aprirono e rivelarono ancora una volta il verde dei suoi occhi fece effetto. La sua bocca si mosse fino a formare un lieve sorriso, poi si stiracchiò, mugulando.
  
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