Masumi si muoveva con passo sicuro intorno alla pista. Maya lo seguiva lasciandosi guidare.
La ragazza ancora ripensava al breve dialogo che avevano avuto. Sembrava quasi che il signor Hayami l’avesse considerata una donna. Era gentile il signor Hayami quella sera. Ed affascinante. Proprio come se lo ricordava al loro primo incontro. Lei così spaurita. Lui così sicuro di sé. Non era cambiato. Lei invece si era fatta donna: certo, a volte non se ne rendeva conto e le sembrava di essere ancora una bambina, ma i suoi pensieri ed i suoi sentimenti erano maturati, grazie a lui.
Alzò lo sguardo con occhi sognanti: voleva guardargli il viso, ma sapeva che avrebbe incontrato solo una maschera. Diversa da quella che indossava di solito come Presidente della Daito Art Production, ma era comunque una maschera. Tutte le loro vite sembravano essere segnate dalle maschere che indossavano.
Lo trovò intento a fissarla: solo gli occhi erano rivelati dalla maschera. Quei favolosi occhi azzurri che la scrutavano come non ricordava avessero mai fatto.
Li ricordava beffardi nelle loro scaramucce; preoccupati e colpevoli dopo la morte di sua madre; pensierosi e nostalgici il giorno del giro in barca; titubanti la sera dell’appuntamento; infuocati la notte al tempio. Arrossì e riabbassò lo sguardo al ricordo ed al pensiero che aveva formulato: ringraziò il velo della maschera che nascondeva il suo imbarazzo.
Poi ricordò che quella era la sua occasione quindi, decisa, rialzò il volto: ed eccoli ancora lì quegli occhi!
L’abbraccio dell’uomo si strinse iniziando i giri vorticosi del valzer. Maya non staccò più i suoi occhi dallo sguardo di zaffiro dell’uomo.
Mai coppia appariva più affiatata! Sembrava di ammirare un unico corpo che girava e girava leggero sul lucido pavimento.
Masumi passò i brevi minuti del ballo ad osservare la ragazza.
Scrutava con attenzione il volto tanto amato. Avrebbe voluto che nessuna maschera potesse offuscarne la vista, ma allo stesso tempo ringraziava quell’artificio che gli avrebbe permesso di passare quella magica serata insieme a lei.
Non sapeva neanche lui cosa sperava di vedere nei suoi occhi. Inizialmente aveva tenuto il volto basso, forse presa dalla sua timidezza proverbiale. Poi si era accinta ad alzarlo ma, evidentemente, non si aspettava di incrociare il suo sguardo perché l’aveva quasi subito riabbassato.
Infine, decisa, gli aveva puntato in viso i suoi caldi occhi color del cioccolato senza più riabbassarli. Approfittando del momento, l’uomo strinse la presa sul suo corpo sottile ed iniziò una serie di giri vorticosi che Maya seguì con entusiasmo.
Avrebbero avuto tutta la sera per parlare. Per ora, decise, avrebbe semplicemente goduto di quel momento insieme.