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Autore: reading lover    10/07/2012    0 recensioni
Katherine Tennant è una ragazza inglese che vive a Los Angeles. Fin qui niente di strano, ma se vi dicessi che per mantenersi fa la escort? E se vi dicessi che sta per invischiarsi in un triangolo amoroso con il chitarrista Tom Kaulitz e la sua bellissima fidanzata? E se vi dicessi che in tutto questo centrano una gravidanza e un telefilm? Buona lettura;)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tom Kaulitz
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'

Cap. 1
 
14 Marzo 2012, Hotel B*****, Los Angeles, California.
Regola numero uno: Non dare nell' occhio. Camminai dritta verso l' ascensore facendo attenzione a non incrociare lo sguardo di nessuno- non ero agitata, l' avevo fatto troppe volte. Favolosa ma dimenticabile era il mio motto e riuscivo ad esserlo molto bene. Nello specchio dell' ascensore controllai il trucco e come mi stava il vestito, entrambi perfetti. Un po' mi dispiacque, il modo meccanico con cui svolgevo il mio lavoro e il fatto che ormai mi venisse così bene stavano iniziando a rendere il tutto noioso.
Bussai alla porta della camera 403 e mi aprì un ragazzo alto, abbastanza muscoloso, bello. L' avevo già visto da qualche parte, sicuramente una rivista, ma non me ne stupì, e di nuovo ripensai a quanto questo non sorprendersi più di nulla fosse noioso.
"Mi chiamo Elise." dissi porgendogli la mano per prendere la busta con i soldi che non controllai (poco professionale).
"Tom" di poche parole quindi...
"E cosa fai di bello, Tom?"
"Non lo sai?" Visto? Famoso. Avevo detto di averlo notato su una rivista...
"Perdonami, ma no..."
"Meglio così. Sono un musicista..."
"Interessante... Cosa vuoi fare allora?"
"Avevo chiesto una ragazza molto brava o molto formosa- mi squadrò da testa a piedi con uno sguardo da esperto- tu devi essere quella brava..."
"Diciamo che sono quella disponibile. Poco preavviso, niente garanzie" Nel frattempo lui si era sdraiato sul letto con un gesto poco elegante, quasi goffo, che mi fece sorridere. Quel ragazzo non doveva avere più di 20/25 anni, circa la mia età, ma decisamente giovane rispetto alla mia abituale clientela.
Mi avvicinai senza dire una parola al bordo del letto seguita dal suo sguardo, slacciai la fascia alla vita che chiudeva il mio vestito blu e lo feci scivolare fino ai piedi rimanendo con addosso solo un baby doll di pizzo nero.
"Comunque, se ti può consolare- dissi spostandomi sul letto, sopra di lui- sono molto, molto brava."
 
§
 
Erano fondamentalmente due i motivi per cui amavo Los Angeles: l' oceano e l' anonimato. L'oceano per l' immensità, mentre l' anonimato perchè, se non eri un personaggio famoso, potevi essere tutto quello che volevi e il giorno dopo il suo contrario, e probabilmente a nessuno sarebbe importato.
Mi presento: mi chiamo Katherine Tennant, sono un'aspirante attrice (ragione che mi aveva spinto a trasferirmi nel Golden State) e ho 23 anni. Abito in un monolocale terribilmente vecchio e stretto e ho un migliore amico, Eric, terribilmente buono, comprensivo e gay. Una vita normale, una ragazza normale (anche se in molti mi giudicavano un po'pazza e strana, ma per me faceva parte della normalità) e incredibilmente indecisa su ogni cosa, ma questo aspetto lo approfondiremo più tardi...
 
Era il 15 Marzo 2012, ore 11.25 e naturalmente ero in ritardo. Il concetto di puntualità non mi è mai appartenuto, e, cosa forse più preoccupante, l'idea che questo potesse essere un problema non mi aveva mai sfiorato. Eric invece era fissato, nel senso più negativo del termine, con la puntualità; infatti appena lo vidi, seduto al tavolino del nostro bar preferito con vista su Venice Beach, associai automaticamente la sua faccia imbronciata al mio ritardo. Mai ipotesi fu meno azzeccata. Mi salutò con un "Uno stronzo, ecco che cos'è!" e non avevo certo bisogno di chiedere di chi stesse parlando, o di sorprendermi.
"Hai già ordinato?"
"Io gli dico che per me è l'unico, che lo sarà sempre, discorso sdolcinato e occhi lucidi compresi, e lui..?!"
"Ho voglia di bacon!"
"Non sono ancora pronto per una relazione!"
"Ok, visto che i miei tentativi di cambiare discorso non hanno funzionato, te lo chiedo direttamente: parliamo d'altro?" Occhioni da cucciolo da parte sua, sguardo implorante dalla mia. Non avrebbe funzionato, non funzionava mai
"Ma ho il cuore a pezzi!!"
Lo sapevo, ed era proprio per questo che non ne volevo parlare. Per questo, e per il fatto che se avessi detto qualcosa sarebbe stata la verità, bhè, almeno quello che pensavo sinceramente essere la verità, e la cosa lo avrebbe solo infastidito. Avevamo affrontato il discorso mille volte e avevamo sempre finito con il litigare, ma solo perchè ci volevamo bene, e non sopportavo l'idea che qualche idiota lo facesse soffrire.
"è un cretino, lascialo perdere."
"Lo dici sempre..."
"Lo penso..."
"Ma io lo amo..."
"Dicevi di amare anche il commesso del supermarket, Zac Efron, il dog sitter della tua vicina e persino quel ballerino brasiliano con cui sei uscito solo due volte!"
"Ma questa storia sento che è diversa!"
"Lo dicevi anche del commesso del supermarket, di Zac Efron e... devo continuare..?"
"Sei la mia migliore amica, si suppone che tu mi creda!" Ecco, iniziava ad alterarsi...
"Neanche tu ci credi..." borbottai a bassa voce sperando che non mi sentisse. Mi sentì, e benissimo anche, ma proprio mentre stava per ribattere fui salvata da un angelo, sotto l' aspetto della cameriera, che ritornò poco più tardi rompendo il silenzio imbarazzante.
"Ascolta, io ti voglio bene, ed è per questo che penso che Manuel non ti meriti... Non dovresti sprecare il tuo tempo con uno che non vuole essere amato, ma solo idolatrato!"
"Tu non lo conosci!"
"E tu, tu ti meriti qualcuno che capisca quanto vali... Perchè ti accontenti sempre?!"
"Perchè non provi a metterti nei miei panni?"
"Lo faccio, ed è per questo che Manuel mi dà sui nervi!"
"Oooohhw, ti preoccupi per me... è così... dolce..." Tutte le nostre discussioni finivano così.
 
Non sono mai stata una persona sportiva, il mondo dello sport e il mio sono sempre stati così lontani da non sfiorarsi nemmeno, tranne se costretti (il ricordo di allucinanti ore di educazione fisica, mi tormentava ancora!), ma non avendo alcuna intenzione di assomigliare a Moby Dick, andavo a correre tutti i giorni. Si suppone che questo scarichi le tensioni. Dico si suppone perchè, durante la mia corsa quotidiana, avevo ricevuto un messaggio da mia madre; sarebbe venuta a Los Angeles, tradotto: la bestia sentiva la necessità di irrompere nella mia nuova vita per sconvolgerla. Lei sapeva fare solo quello! E tutto ciò m'irritava a morte!
"Tua madre?"
"Si!" Eric aveva capito il problema appena gli avevo aperto la porta
"Ho una cosa per tirarti su!"
"Un kilo di cioccolato e due bottiglie di vodka?"
"Meglio!"
"Tre bottiglie di vodka?"
"Un'audizione!" lo guardai e aveva proprio l' espressione che immaginavo: grande sorriso e occhi indagatori... non era sicuro della reazione che avrei avuto.
Sospirai "Sono secoli che non ne faccio..."
"è una cosa da niente, una puntata di un telefilm, una sola!"
Sorrisi "Ti rendi conto che sei più interessato tu alla mia carriera di quanto ormai lo sia io..?!"
"Muoio dalla voglia di avere un'amica famosa..."
Famosa. Un'attrice famosa. C'era un tempo in cui avrei dato qualunque cosa per esserlo, un tempo in cui quest'inafferrabile sogno era l'unica cosa in cui credevo, l'unica per la quale m'impegnavo. Ma ora? Ora avevo un lavoro, per quanto si potesse considerare tale, e vivevo in una città nella quale la maggior parte delle persone aveva le mie stesse possibilità e capacità di raggiungere l' obbiettivo. E il sogno aveva perso il suo fascino.
"Se non lo fai tu mi metto in testa una parrucca mora e ci vado io!"
"Da quando vuoi fare l'attrice?"
"Io un'attrice? Ci andrei solo come tuo rappresentante!"
"Forse dovrei andaci...- Un gridolino di vittoria da parte di Eric- solo perchè tra un po'arriva mia madre e non ho certo intenzione di farle capire che, oltre a non frequentare più l'università, ho anche smesso di recitare!"
Era solo per questo. A fare l'attrice c'avevo rinunciato.
 
Il giorno dopo mi presentai ai provini e uscita dallo studio del produttore chiamai il mio capo
"Cloe, avrei bisogno di una settimana o due di... ferie?"
"Sai benissimo che noi non facciamo ferie..."
"Non intendo ferie pagate, solo due settimane di pausa..."
"Per caso centra qualcosa il provino per quel telefilm?" Lo sapeva? Come? Dove?? Perchè???
"Ehm-non ero mai stata brava a dire le bugie, ma questa non lo era, giusto?- no. Viene mia mamma e sai..."
"Mh, daccordo. Solo due settimane!" lapidaria, spesso mi chedevo se quella ragazza avesse mai provato qualcosa anche solo di simile al divertimento nella sua vita...
"Certo." Stavo per mettere giù il telefono quando sentì Cloe blaterare qualcosa.
"Cloe? Scusa, non ti ho sentito..."
"Ho detto: vedi di non rovinare tutto quello che hai costruito in quest'ultimo anno Elise, per esempio ricominciando a recitare."
Stavo per dirle di non avere nessuna intenzione di farlo, ma aveva già riattaccato.
 
§
 
Nel frattempo in uno studio fotografico di Hollywood Jessica Roberts, modella ed attrice esordiente, posava raggiante per il servizio fotografico di Cosmo che avrebbe accompagnato l'annuncio del fidanzamento ufficiale con il chitarrista Tom Kaulitz.
  
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