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Autore: Alaysia    10/07/2012    0 recensioni
La storia degli Avengers ... dal punto di vista di un nuovo personaggio ...
-Da quando tra gli Avengers c'è un cagnolino uscito fuori da Twilight?-
cit. Iron Man
-è incontrollabile ... una forza maggiore di Hulk-
cit. Bruce Banner
-un vero lupo cattivo dentro la ragazza più dolce del mondo-
cit. Captain America
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buonasera ^^ ecco un nuovo capitolo della suddetta cosa.
Scriverlo mi è piaciuto ma il risultato unpoì meno.
Aspetto recensioni!!!!!
 
Capitolo 2: Chiacchierate al chiar di … water
 
Selene strinse i pugni. Cominciò a tremare. Una dolorosa morsa allo stomaco la fece gemere.
‘ Calma …respira … adesso passa, adesso passa …‘ si disse cercando di calmarsi.
Il dolore non diminuiva, e Selene non poteva fare altro che aspettare e cercare di non dare troppo a vedere cosa stava succedendo.
-Constantine, va tutto bene?- chiese Fury distraendosi un attimo dal parlare con il pilota del jet.
Selene respirò profondamente, si sforzò di aprire gli occhi e di annuire.
Anche per questo si era allontanata dalla sua famiglia: da sola non doveva sforzarsi di non dare a vedere quanta fatica le costava controllare il lupo quando si agitava. Nei momenti in cui doveva nasconderlo sentiva di essere nel panico.
Perché doveva fare sempre cosi maledettamente male?
-… atterriamo, dobbiamo prendere Banner …- udì un pezzo di conversazione tra Fury e il pilota.
Bruce Banner, Hulk, il mostro verde … lo aveva sentito nominare tante volte e tante volte aveva desiderato conoscere qualcuno che aveva un alter ego difficile da controllare, come lei.
Un'altra fitta di dolore le fece uscire un gemito e, sebbene sapesse di avere l’occhio di Fury che la scrutava, accarezzò Attila cercando di calmarsi e di tenere a bada il lupo.
Sentì che erano atterrati e in quell’attimo di distrazione riuscì a ricacciare l’altro nell’angolo. Sarebbe riuscita a trattenerlo per qualche ora, fino a quando non sarebbero arrivati alla base, poi li avrebbe chiesto a Fury una camera con porta sigillata e finalmente avrebbe potuto sfogarsi, farlo uscire. Un’ondata di rabbia e vergogna la investì  al pensiero di quanto sarebbe parsa inaffidabile agli occhi di Fury e di tutti gli altri Avengers.
Si alzò in piedi cercando di girare un po’ avanti e indietro, quando vide che il paesaggio era mutato. Il mare era sparito e al suo posto c’erano baracche e sacchi di immondizia.
Si ricordò che Fury, durante l’andata, le aveva spiegato che Banner, in un disperato tentativo di far perdere le proprie tracce, si era nascosto nelle baraccopoli di Calcutta a fare il medico.
Selene aveva già trovato qualcosa di simile con Banner: a entrambi piaceva l’isolamento. Ovvio.
Vide Natasha Romanoff, una macchia rossa indistinta, che camminava seguita da un uomo basso che doveva essere Bruce Banner. Non sembrava molto contento.
 Selene sorrise nel vedere l’amica Natasha, dopo tanto tempo.
Quando lei entrò nel jet la riconobbe subito: si salutarono come vecchie amiche e Selene fu felice di sapere che la squadra Avengers comprendeva un’altra donna.
-Signor Banner le presento uno dei nostri migliori agenti Selene Lucretia Const …- si fermò ad un occhiataccia di Selene, ricordandosi che odiava essere chiamata con quel nome.
-Selene io ti lascio, se hai bisogno di qualcosa sono in cabina di pilotaggio- disse Natasha raggiungendo Fury.
Banner rimase per qualche secondo a fissare Calcutta che diventava sempre più piccola sotto di loro. Sospirò, proprio come aveva fatto Selene mentre il suo mare spariva sotto il jet.
Poi sembrò accorgersi della ragazza; la fissò negli occhi quasi sorpreso del loro colore innaturale e, quando sembrò riprendersi, le allungò la mano.
-Piacere Signor Banner- disse Selene leggermente in soggezione. Questo le dava fastidio, lei era più forte di tutti gli esseri viventi su quella Terra … tranne di quello che le stava stringendo la mano in quel momento.
-Chiamami Bruce - disse lui con un sorriso.
Visto che la conversazione non andava avanti Selene prese il coraggio a due mani e provò a chiedere.
-L’agente Romanoff le ha parlato della mia situazione?-mentre parlava cercava di concentrarsi sulla stringa della scarpa.
-Si … -per un attimo sembrò indeciso su cosa dire –lei è al corrente della mia?- chiese lui.
Selene divenne rossa. Aveva capito quanto quel genere di domanda poteva mettere in imbarazzo.
-Scusi, non volevo …-                                                                                 
-Non fa niente- rispose Bruce sorridendo.-è tuo il cane?-
-Già.-
Il cane, sentendosi chiamato in questione, abbaiò un paio di volte e andò ad annusare la mano di Bruce. Il dottore gli accarezzò un paio di volte la testa meritandosi una leccata. Poi Attila tornò ad accoccolarsi sulle gambe di Selene.
-Allora hanno coinvolto anche lei nel progetto?- chiese Banner sedendosi davanti a Selene.
-Si, anche se avevo già contatti con lo S.H.I.E.L.D. da qualche mese, quindi non sono del tutto nuova a questa faccenda.-
-Conosci già Loki?-
-Conosco il fratello, Thor-
-Lei sa perché ci hanno chiamati?- chiese di nuovo Bruce.
- Loki ha rubato il Tesseract ed è fuggito, dobbiamo recuperare entrambi. Ci serve la sua conoscenza dei raggi gamma- gli rispose.
Il lupo si stava agitando di nuovo … quanto tempo era passato?
Guardò l’orologio ed emise un gemito disperato. Solo venti minuti. Selene percepiva il battito cardiaco che aumentava e il suo respiro farsi sempre più affannoso.
Mancavo ancora quattro ore per arrivare alla base segreta. Come avrebbe fatto a resistere così a lungo?
Intanto Bruce Banner la fissava quasi interessato: si era accorto della sua agitazione e anzi che esserne spaventato sembrava la stesse  studiando.
Quando Selene percepì che non poteva più trattenersi si tolse la cintura e corse nel microscopico bagno del jet ignorando lo sguardo stupito di Banner.
Si sedette sul water e si mise la testa fra le mani. Cosa le stava succedendo? Perché doveva essere sempre così agitata? Il lupo non le lasciava pace nemmeno a mezzogiorno … era contro i patti.
Sentì una mano fredda che le attorcigliava lo stomaco e gemette dal dolore.
‘Vattene … vattene … ti prego ’ pensò supplicando il lupo essendo però consapevole dell’inutilità della cosa.
Poteva solo aspettare. Aspettare che si calmasse.
Passò qualche minuto in completo silenzio, durante i quali Selene rimase immobile per non far arrabbiare il lupo.
Poi sentì un leggero bussare alla porta.
-Va tutto bene?-chiese Banner. L’imbarazzo nella sua voce non era difficile da cogliere.
-Si … si - ripeté Selene con un tono più convinto. 
-Posso entrare?- Lui aveva capito cosa era successo.
Non ricevendo una risposta entrò.
-Cosa è successo?- chiese con voce gentile.
Selene tirò fuori la migliore faccia stupita che riusciva a mostrare in occasioni come quelle.
-Che cosa? Niente- Non poteva dare a Hulk la soddisfazione di non essere capace di controllarsi.
Banner la guardò negli occhi.
-Da quanto tempo … ?-
-Poco più di un anno.- rispose veloce Selene. Non le dava fastidio parlarne, ma non era proprio il massimo.
-Mi dispiace-
-Niente … - biascicò la ragazza pronta ad andarsene.
-Per me sono dieci anni- disse Banner. Non lo aveva detto per cercare di farsi compatire, era una constatazione.
Selene scoprì di non riuscire a dire altro tranne ‘Mi dispiace’.  Le loro conversazioni invertivano sempre i ruoli.
-Deve essere stato difficile per te … così giovane.- riprese Bruce.
-All’inizio si … poi ho scoperto che da sola stavo meglio. Quando ero da sola in casa riuscivo a pensare più chiaramente e a distinguere i miei pensieri da i suoi. Riuscivo anche a parlarci a volte. La notte soprattutto quando dormo lo sento più forte. Quando c’è la luna piena  … è lui il vero padrone. E questo mi manda in bestia. Odio sapere di non essere padrona di me stessa e di non poterci far niente. Odio perdere la testa per ogni cazzata. Odio ogni forma vivente da qui a quando è successo-
Selene disse tutto questo senza neanche respirare. Sentiva un nodo alla gola che non aveva niente a che fare con il lupo.
‘È da un anno che non piango ormai … ‘ pensava. ‘Non devo ricominciare adesso’.
-Ho fatto un patto con lui- Selene sentì le sue labbra che si muovevano, la sua voce che ne usciva, ma non si ricordava di aver mai pensato di dire questo.
-Che genere di patto?-
-Lui si prende la notte … io mi tengo il giorno. È questo l’accordo. La notte può farmi avere incubi, può svegliarmi e farmi scoprire di avermi fatto graffiare o trasformare … ma quando la notte finisce deve lasciarmi in pace. Ma il giorno è mio. O almeno era mio … adesso non lo so più. Sta cominciando a violare il patto e …- le morì la voce a metà frase.
-E…?- sussurrò Bruce.
-Ho paura! Non dovrei averne e invece eccomi qui, a piangermi addosso mentre ogni mezz’ora perdo la testa. Non riesco più a controllarlo e se non riesco a farlo nemmeno di giorno come faccio ad entrare tra gli Avengers?-
Nel gabinetto scese un silenzio che Selene non aveva più intenzione di rompere. Non avrebbe più parlato, questo Bruce l’aveva capito. La sua parte l’aveva detta.
-Nemmeno per me è facile. Non penso che per nessuno sia facile convivere con … un altro. Ma sono sicuro che sei abbastanza forte per vincerlo. Quando è la prossima luna piena?-
-Una settimana- sussurrò Selene, cercando di sembrare abbastanza affascinata dalle cuciture dei suoi jeans.
Banner avrebbe voluto chiederle molte altre cose ma percepì che la ragazza era arrivata a un punto di rottura.
-Dai vieni-disse prendendole la mano per aiutarla ad alzarsi-altrimenti Fury si chiederà cosa ci facciamo rinchiusi in bagno da un’ora-
Selene sorrise e uscì.
Le due ore e mezzo rimanenti passarono in fretta. Selene si rese conto di avere in comune con Bruce la passione per i cani e rimasero tutto il tempo a parlare del suo cane. Fino a quando non atterrarono sulla base segreta in mezzo all’oceano.
Quando Selene scese sentì di essere tornata a casa, sentendo l’odore di mare che la avvolgeva.
Dall’altro lato della pista di atterraggio un altro jet uguale al suo atterrava e una massiccia figura ne stava uscendo. Selene sapeva già chi era lui ancora prima che l’agente Coulson – dopo averla salutata calorosamente- glielo presentasse.
Non riusciva a credere di essere davanti a una vera leggenda vivente.
-Piacere, sono Steve Rogers-
Captain America.

Continua ...
 
 
 
Arrivederci al prossimo capitolo.
RECENSITE!!!!
 
  
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