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Autore: Alaysia    29/06/2012    2 recensioni
La storia degli Avengers ... dal punto di vista di un nuovo personaggio ...
-Da quando tra gli Avengers c'è un cagnolino uscito fuori da Twilight?-
cit. Iron Man
-è incontrollabile ... una forza maggiore di Hulk-
cit. Bruce Banner
-un vero lupo cattivo dentro la ragazza più dolce del mondo-
cit. Captain America
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok, penso che il fatto di avere un nuovo computer mi abbia dato alla testa. Mi chiedo come mai io abbia scritto questa cosa. Bhò non ne ho idea, anche se mi sono divertita. Intanto vi lascio a leggerla qui, poi ci incontriamo alla fine ^^
 

Capitolo 1
Lupus in fabula

 
Selene Lucretia Constantine.
Cosi si chiamava la ragazza che passeggiava sul bagnasciuga, lasciando le sue orme sulla sabbia bagnata. Osservava il tramonto, il sole rosso che tingeva le acque del mare, le barche che navigavano leggere sull’orizzonte e le onde che accarezzavano la sabbia.
Si alzò un leggero vento, un piacevole cambiamento dal caldo afoso che aveva pressato gli abitanti della città tutta la giornata. I capelli lunghi e corvini di Selene si scompigliarono coprendole un paio di bellissimi occhi azzurri che scrutavano il mare.
La ragazza li riportò dietro l’orecchio sfiorando per un attimo la cicatrice a mezzaluna che le sfregiava metà del collo.
Ogni volta che la toccava le sembrava di venire immersa in un catino d’acqua bollente senza poter fare niente. Selene rabbrividii al contatto cercando di controllare i tremiti che le percorrevano la schiena.
Percorse il molo e si specchiò nell’acqua del mare: osservò il suo viso tondo da bambina, incorniciato da lunghi capelli neri che le arrivavano fino alle spalle, drittissimi. La pelle chiara, pallidissima con qualche spruzzatina di lentiggini sul naso, gli occhi azzurri quasi bianchi che le conferivano uno sguardo magnetico al quale era impossibile resistere. Le labbra erano chiare e abbastanza sottili, come il collo, lungo e sfregiato per metà da un’orribile cicatrice rimarginata e da lunghi e profondi graffi che le arrivavano dritti fino alla spalla. Era coperta da un giubbino di pelle nera che tratteneva quanto più calore possibile, sebbene la temperatura scendesse sotto i 30° solamente dopo le sei di sera.
I jeans lunghi e attillati abbracciavano le sue gambe lunghe e magre, che si proporzionavano perfettamente con il resto del corpo, alto e slanciato.
Si alzò e tornò indietro, diretta a casa sua, dove viveva da sola in compagnia del suo cane, l’unica cosa della sua famiglia che lei ancora sopportasse. Dopo aver abbandonato i suoi genitori dopo ‘l’incidente’ si era portata via il suo cane, l’unica cosa della famiglia Constantine che ancora amasse, a parte Maurilia, la sua sorella più piccola, la cosa più bella che avesse nella vita.
Dopo aver attraversato strade e stradine, aver girato ad incroci ed essere passato in vicoli stretti e bui, Selene sbucò in una strada senza nome, larga un metro che ospitava degli appartamenti scrostati e maltenuti. Vicino agli ingressi di quest’ultimi c’erano mucchi di sporcizia e oggetti rotti di ogni genere. La ragazza evitò di guardare lo stato della via mentre infilava le mani nella tasca alla ricerca delle chiavi del suo nuovo appartamento. Appena le infilò nella toppa successero due cose: Attila cominciò ad abbaiare dietro la porta scodinzolando e Selene sentì una mano premerle forte sulla bocca.
Non ebbe neanche il tempo di urlare o cercare di trasformarsi che sentì la sua schiena sbattere violentemente contro la porta dell’appartamento. Quella scossa le ridiede lucidità e cercò di raggruppare le forze per trasformarsi nel più breve tempo possibile.
-Agente Constantine a rapporto- disse una voce fredda e profonda.
Selene sentì la mano che allentava la pressione fino a quando riuscì a respirare normalmente e finalmente guardò in faccia il suo aggressore.
-Sei fuori allenamento-disse Fury staccandosi completamente da lei.
La ragazza chiuse gli occhi respirando profondamente, cercando di far cessare i tremiti che la scuotevano. Quando sentì di aver ripreso il controllo e di potersi calmare, fissò Fury nell’occhio non bendato.
-Ti da troppo disturbo spiegarmi il perchè di questa messa in scena? Non era più sicuro avvicinarmi, che so, ovunque, tranne che in questo luogo da disagiati sociali?- disse ringhiando
Fury ridacchiò.
-Vedo che continui a lanciare frecciatine peggio dell’agente Barton, Constan…-
-Non chiamarmi così!-disse Selene cercando di controllare il tono di voce.
Rimasero in silenzio qualche secondo, durante il quale Fury la fissò con un interesse riservato solo ad un animale raro. Bhè lei era un animale raro.
- Perchè sei venuto?-
-Lo S.H.I.E.L.D. ha bisogno di te e della tua esperienza.-disse Fury riprendendo il suo sguardo serio.
Selene sorrise.
-Fammi indovinare … il progetto Avengers?-
-Affermativo. Penso ti sia arrivato il mio ultimo rapporto sulle attività del Tesseract.-
La ragazza annuì sempre più interessata.
-La situazione ci è sfuggita di mano, Loki lo ho rubato e ha compromesso l’agente Barton. Abbiamo richiamato il gruppo Avengers allo scopo di recuperare il Tesseract e scacciare Loki. Ma prima dobbiamo capire dove si trova.-
Selene si morse il labbro, ragionando.
-E io in questo che cosa c’entro?-
-Tu aderisti al progetto Avengers l’anno scorso, dopo il tuo incidente. Potresti esserci utile con le tue conoscenze sulle ‘altre razze’. E poi, come direbbe l’agente Barton, lei è una di quelli che ‘mena forte’.-
Selene sorrise al ricordo dell’ultima volta che aveva collaborato per lo S.H.I.E.L.D., quando aveva solo sedici anni. Aveva incontrato delle persone stupende tra cui l’agente Barton e Phil Coulson. Ma sarebbe stata in grado di controllarsi anche questa volta? Ne dubitava, dopo tutta la tensione che aveva accumulato durante gli ultimi mesi, grazie ai litigi familiari.
-Io … non saprei … - disse. Una parte di lei, la più impulsiva, l’altra parte, le diceva di accettare. La parte più razionale, quella umana, sapeva che sarebbe stato pericoloso.
Fury le lesse nel pensiero.
-Sono sicuro che andrà tutto bene, come l’altra volta. Dopotutto sei un licantropo no? E hai bisogno di sfogarti. Te lo si legge in faccia.-
L’aveva detto. Ebbene si Selene Lucretia Constantine era un licantropo. Non di quelli che si trasformavano alla luna piena … quelli che quando si arrabbiavano diventavano peggio di Hulk. Era stata  morsa solo l’anno prima ma aveva ancora paura di poter perdere la testa e di trasformarsi in lupo.
-Dovevi essere molto sicuro di te Fury altrimenti non mi avresti aggredita cosi. Sapevi che non avrei perso la testa. Però devi capire che io non posso assumermi la responsabilità di così tanta gente, un solo passo falso e potrei uccidere centinaia di persone.- la voce le tremava. Tentò senza successo di controllarla.
Fury sorrise. Quella ragazza si mostrava debole soltanto con le persone delle quali si fidava, con tutti gli altri indossava una maschera di indifferenza per sembrare più forte di quello che era.
-Mi fido del tuo autocontrollo. Scommetto dieci dollari che non succederà niente. Ora è meglio se vai a fare i bagagli.- Fury le aprì la porta con un passepartout e la ragazza lo guardò stupito.
-Non ti abbiamo mai perso di vista- le disse quasi per giustificarsi.
‘Lo immaginavo’  pensò Selene mentre faceva di corsa le scale e si fermava al primo piano. Solo lei abitava in quel palazzo dimenticato da tutti, lei e Attila, il suo meticcio di due anni. Il suo era un appartamento composto da due stanze: cucina infestata da topi-salotto senza televisione tranne un computer vecchio di mille anni-camera da letto composta da una branda e l’altra stanza, il bagno. Il tutto stipato in pochi metri quadrati.
Prese velocemente lo zaino più grande che possedeva e ci ficcò dentro un paio di vestiti, spazzolino, pigiama, computer e i croccantini per il cane. Non le importava se Fury avrebbe discusso, Attila veniva con lei. Soltanto accarezzando il morbido pelo color nutella del suo cane sentiva di poter tenere il controllo e ogni volta che lui la guardava con i suoi occhi dolci sentiva di essere responsabile di lui e doverlo proteggere. Non lo avrebbe lasciato.
Chiuse la cerniera senza problemi, prese Attila sotto braccio (non pesava praticamente niente) e infilò il cellulare in tasca. L’unico numero memorizzato era quello di Fury, oltre che quello della sua sorellina. La chiamava una volta a settimana e se era fortunata sua madre la lasciava parlare al telefono con lei per cinque minuti. Altrimenti niente. Di incontrarsi non se ne poteva neanche parlare.
Avrebbe turbato Maurilia, diceva sua madre.
Selene la odiava per questo divieto.
Scese le scale di corsa, con lo zaino  in spalla e appena fuori dalla porta, lasciò Attila per terra, agganciando il guinzaglio.
Fury guardo scettico il cane ma non fece commenti.
-Andiamo.-disse-Ah, mi sono dimenticato di dirti una cosa. Ci sarà anche Banner con noi.-
Gli occhi di Selene si illuminarono, e se non fosse stata più brava a contenersi a quel punto avrebbe gia saltato di gioia. Si trattenne.
Avrebbe incontrato un’altra persona come lei, anzi non proprio come lei, ma con i suoi stessi problemi.
 
Uau siete riusciti ad arrivare in fondo a questa cosa?? Incredibile!
Ora, me la lasciate una recensione? ^^ Tanto per sapere come l’avete trovata.
Baci!
 
 
Continua … 
  
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