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Autore: Willy Wonka    11/07/2012    4 recensioni
Ok ok non è esattamente una storia eccezionale, ma ho voluto provarci. E' la prima John/Paul che scrivo, ma ho voluto scrivere qualcosa anche su di loro perchè sono teneri proprio come la
coppia George/Ringo. Ho dovuto alzare il rating per qualche parolaccia, scusate X°
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Lennon , Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8: Acqua fredda

Paul passò ciò che aveva scritto anche agli altri, in modo che potessero leggere e approvare quelle tre frasi che avrebbero fatto parte del testo finale. A Ringo e a George l'idea parve buona, e anche il motivo improvvisato poco prima da Lennon sembrò loro adatto. Così, il chitarrista provò ad accompagnare con il suo strumento la dolce voce di un John raggiante, visto che aveva finalmente recuperato i suoi seppur tanto detestati occhiali tondi.
Passeggiò su e giù canticchiando le parole di Paul, quelle parole così semplici all'apparenza, ma in realtà così ricche di significato e splendore. Esattamente come il loro creatore. Dopo un'altra oretta buona di prove e strofe scartate, il quartetto decise di fare una piccola pausa in modo da riordinare un po' le idee e magari addentare qualcosa. Il bassista si rifugiò in uno stretto stanzino per prendere un bicchiere d'acqua, mentre George accordava la sua amata chitarra e Ringo, appoggiato alla grancassa della batteria, lo prendeva in giro come suo solito.
Sempre lì con quella chitarra sei...”
Piantala Ringo!” gli rispose George tirandogli un'occhiataccia.
Ammettilo che per te io conto meno di quella chitarra!”
“Ma certo!”

John nel frattempo si tolse gli occhiali da vista e li appoggiò al vecchio tavolo di legno, si stropicciò gli occhi con le dita e cercò di trovare due minuti di tranquillità. Ripensò al pezzo che avevano scritto, lo soddisfaceva davvero. E questo accadeva raramente. Continuò a seguire il filo dei suoi ragionamenti quando ad un tratto non sentì arrivargli dell'acqua gelata sulla camicia e saltò sul posto come se gli avessero appena lanciato una scossa elettrica. Si ritrovò davanti un Paul tutto sconvolto.
Oh cazzo...” sfuggì all'amico con ancora il bicchiere ormai vuoto in mano. “ehm, cioè, i-io, ohcristosanto...”
Per i restanti venti secondi Lennon sentì un mucchio di parole dette alla rinfusa del tipo “oddio”, “il filo del dannato amplificatore”, “mi dispiace”, “non l'ho visto”, “sono inciampato”, “che cazzo ci fa un amplificatore in uno studio registrazione” e altre tre o quattro maledizioni sparate a caso. Gli venne quasi da ridere ad ascoltarlo balbettare e scusarsi in continuazione per un po' d'acqua.
Paul, non muore mica nessuno” gli rispose con un mezzo risolino e l'aria divertita.
Ma l'altro non ne voleva sapere.
“Sono sempre il solito cretino, scusami tanto... accidenti ti ho bagnato tutto, guarda che casino...”. Niente, nemmeno una botta in testa avrebbe potuto zittirlo.

Mi asciugherò” affermò con noncuranza il cantante facendo spallucce. “certo che è proprio fredda...” aggiunse fra sé e sé guardandosi la camicia.
Diamine... aspetta...” si sentì dire. Lo vide frugare nella tasca dei suoi pantaloni, fino a quando non ne tirò fuori un fazzoletto ripiegato a dovere.
Prima che potesse fermarlo, Paul iniziò ad asciugarlo. Semplicemente, passava con cura il fazzoletto sul petto di John, un imbarazzato John che non sapeva che dire. “P-Pauly davvero... non è niente di che...”
Il bassista tolse piano il fazzoletto e lo fissò a bocca aperta. A John bastò guardare i suoi brillanti occhi verdi per capire che, senza accorgersene, si era riconcesso il lusso di chiamarlo Pauly. Proprio come un tempo. Volle aggiungere in fretta qualcos'altro per giustificarsi, ma non gli venne proprio in mente niente così mandò al diavolo tutto ed andò fuori a prendersi una bella boccata d'aria.
Paul, ancora stupito, abbandonò il bicchiere vuoto sul tavolo e lasciò gli altri due, che avevano cominciato a litigare come due pesti dell'asilo, per ritornare nello stanzino in modo da riuscire a bere almeno un sorso di qualcosa e pensare un altro po' alla canzone da finire.
Passò qualche minuto quando il cantante tornò dentro convinto che gli altri avessero già ricominciato, ma in realtà, George e Ringo si stavano quasi prendendo a botte, mentre per quanto riguardava Paul, beh, lui non si vedeva in giro.
Così, andò verso il tavolo per riprendersi gli occhiali quando, non sapendo nemmeno lui il vero motivo, la sua attenzione cadde sul cestino dentro il quale aveva gettato, a inizio giornata, i brandelli della misteriosa lettera a lui destinata. Quella busta chiusa e anonima.
Dopotutto”, pensò John, “gli altri non sembrano minimamente intenzionati a riprendere con le prove”.






QUANTO TEMPO RAGAZZI. ;______; tutta colpa della maturità!!! (passata tralaltro, anche grazie al percorso su Lennon u______u). Questa storia mi è mancata tantissimo ;W; su, vediamo di trovarle un buon finale! Vi ringrazio tantissimo per aver apprezzato il capito precedente, Al prossimo capitolo!
Besos! <3




   
 
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